DEA - DOCUMENTI ED EVIDENZE DI ARCHEOLOGIA
collana della già Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
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Per scambi bibliografici riguardanti le pubblicazioni sotto indicate scrivere a
Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara - settore archeologia
via Belle Arti 52
40126 Bologna

Per l'acquisto dei volumi rivolgersi alle Case editrici

14 La salina romana e il territorio di Cervia. Aspetti ambientali e infrastrutture storiche
A cura di Chiara Guarnieri
2019

Il volume presenta l’eccezionale scoperta archeologica avvenuta nel 2015 a Cervia, quando gli scavi per la realizzazione di una rotatoria sulla Statale Adriatica hanno portato alla luce un impianto per l’estrazione del sale databile all’età romana, uno dei pochissimi documentati archeologicamente nel bacino del Mediterraneo. Si tratta di strutture realizzate in legno, dotate di paratie che permettevano all’acqua salata di fluire entro bacini di essiccazione. Tale rinvenimento ha permesso di retrodatare di mille anni la coltivazione del sale nel territorio cervese e di ipotizzare il funzionamento dell’antica salina, delineandone le varie fasi d’uso sino al suo abbandono e alla successiva rioccupazione dell’area. L’analisi geo-morfologica del sito, le indagini archeobotaniche, lo studio dei reperti lignei e zoologici hanno consentito di ricostruire l’ambiente della salina e del territorio circostante. Il testo illustra inoltre la sezione archeologica che si è formata a partire dal 2010 all’interno del Museo del Sale di Cervia (MUSA). Qui infatti sono conservati alcuni importanti reperti rinvenuti nel territorio cervese, tra cui i resti di una nave bizantina e il cosiddetto “cippo” di Montaletto, che in seguito ad uno studio attento si è rivelato essere parte di un monumento sepolcrale.

pp. 304; formato 21x29,7 cm; ISBN 978-88-7849-118-2
Ante Quem soc. srl, Via Senzanome 10 - Bologna - Tel. 051 4211109 - info@antequem.it - www.antequem.it

13 Il Cimitero ebraico medievale di Bologna: un percorso tra memoria e valorizzazione
a cura di Renata Curina e Valentina Di Stefano
2019

È la più vasta area cimiteriale medievale mai indagata in città, testimone di eventi che hanno radicalmente mutato la storia e la vita di una parte della popolazione bolognese tra il XIV e il XVI secolo. Per 176 anni è stato il principale luogo di sepoltura degli ebrei bolognesi ma dopo le bolle papali della seconda metà del Cinquecento -che autorizzavano la distruzione dei cimiteri ebraici della città- è sopravvissuto per secoli solo nel toponimo di “Orto degli Ebrei”.
Ritrovato nel corso degli scavi archeologici del 2012-2014, il cimitero ebraico medievale scoperto in Via Orfeo a Bologna non è solo il più grande finora noto in Italia ma ha rappresentato un’opportunità unica di studio e ricerca. Sono state scavate 408 sepolture di donne, uomini e bambini, alcune delle quali hanno restituito elementi d’ornamento personale in oro, argento, bronzo, pietre dure e ambra.
Il gruppo di lavoro interdisciplinare composto da Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Comunità Ebraica di Bologna e ricercatori indipendenti, sta approfondendo le ricerche con l’obiettivo di ricomporre le vicende storiche, le dinamiche insediative e l’evoluzione topografica e sociale dell’area.
Uno degli aspetti più rilevanti del progetto di recupero della memoria e della storia della comunità ebraica bolognese, avviato a seguito della scoperta del cimitero medievale, è proprio la pubblicazione dello scavo che esce grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Questo volume, curato dalle archeologhe della Soprintendenza Renata Curina e Valentina Di Stefano, presenta i risultati degli scavi e delle ricerche finora intrapresi nell’ambito di questo ampio progetto di studio e valorizzazione del patrimonio culturale ebraico che comprende anche la mostra "La Casa della Vita. Ori e Storie intorno all’antico cimitero ebraico di Bologna", allestita al Museo Ebraico di Bologna dal 20 giugno 2019 al 6 gennaio 2020.

Cooperativa Archeologia, Via Luigi La Vista, 5 - 50133 Firenze - tel. 055576944 - www.archeologia.it  - info@archeologia.it 

12 Una sosta lungo la via Emilia, tra selve e paludi.
La mansio di Forum Gallorum a Castelfranco Emilia
a cura di Sara Campagnari, Francesca Foroni, Diana Neri
2019

Nell'estate 2017, gli scavi effettuati nell'ambito delle procedure di verifica preventiva dell’interesse archeologico dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Bologna in due lotti adiacenti situati alla periferia ovest di Castelfranco Emilia  hanno intercettato un edificio affacciato sul tracciato dell'attuale via Emilia (all'intersezione con Via Valletta), sostanzialmente coincidente con quello di epoca romana, e le infrastrutture ad esso correlate (canali e condotta in laterizi). Il prosieguo degli scavi, terminati nel dicembre 2018, ha evidenziato l'ampia planimetria di questo edificio che raggiunge la massima espansione nella seconda metà del I sec. d.C. (più di mille metri quadrati) e che per l'articolazione degli ambienti, la relazione con la consolare, le opere di drenaggio e la datazione è stata identificata con un'antica stazione di sosta, una mansio.
L’edificio, rimasto in vita per circa sei secoli, dall’inizio del II sec.a.C. al V sec.d.C., veniva rifatto in media ogni 100 anni senza peraltro mutare nella sostanza la configurazione degli ambienti, segno evidente della sua adeguatezza alle esigenze che avevano portato alla sua costruzione. Quello che invece cambiava costantemente era la configurazione e la posizione delle infrastrutture poste tra l’edificio e la via Emilia, che appaiono spostate, allargate e strutturate diversamente pur continuando a mantenere la funzione di drenaggio della carreggiata.
A pochi mesi dalla fine degli scavi, la mansio è la protagonista della mostra "Una sosta lungo la via Emilia, tra selve e paludi. La mansio di Forum Gallorum a Castelfranco Emilia", a cura di Sara Campagnari, Francesca Foroni e Diana Neri. Le stesse archeologhe sono anche le curatrici del catalogo scientifico che contiene la pubblicazione integrale dello scavo e del materiale rinvenuto.

Nuova Tipografia S.n.c., Via E. Berlinguer 1/7 - Forlimpopoli (FC)

11 Ponticelli di Malalbergo
Un abitato del II millennio a.C. e le successive trasformazioni del territorio
a cura di Rossana Gabusi, Monica Miari, Tiziano Trocchi
2018

La recente messa in opera di un metanodotto nella pianura a nord di Bologna ha permesso di aprire una finestra sul passato più antico di queste terre.
La ricostruzione del paleoambiente, unita ai dati di cultura materiale relativi a un abitato dell’età del Bronzo, mette in luce il complesso rapporto tra uomo e paesaggio, che ha inevitabilmente determinato le scelte insediative nei secoli.
Il volume dà conto del metanodotto SNAM "Minerbio-Poggio Renatico" e della scoperta del sito di Ponticelli e della sua sequenza stratigrafica profonda (dalla terramara alle successive trasformazioni del territorio), degli aspetti geoarcheologici, geologici, sedimentologici e paleoambientali, dei primi risultati dalle indagini paleobotaniche e delle analisi archeozoologiche e tafonomiche preliminari di un campione faunistico, dell'analisi dei resti malacologici, delle evidenze strutturali e dei materiali per chiudere infine con il progetto didattico realizzato per le scuole del Comune di Malalbergo "Alla scoperta della terramara di Ponticelli".
 

136 pagine, in b/n e a colori (ISBN 978-88-7849-134-2) € 23,00
Ante Quem soc. srl, Via Senzanome 10 - Bologna - Tel. 051 4211109 - info@antequem.it - www.antequem.it

10 Lo scavo archeologico di Via Fondazza a Bologna
di Diana Neri
con contributi di Cecilia Baraldi, Pietro Baraldi, Paolo Zannini e Mauro Librenti
2018

Nel 1985 si verificò in Via Fondazza, a Bologna, una scoperta archeologica tra le più importanti del secolo scorso per la città: in un cantiere edile vennero segnalati due monumenti in pietra preromani di età orientalizzante in discreto stato di conservazione. L'immediato intervento dell'allora Soprintendenza Archeologica si rivelò fin da subito difficoltoso, non solo perché effettuato in emergenza e con ristretti tempi di esecuzione, ma anche per la complessa stratigrafia dello scavo, resa ancora più ardua dalla poca superficie che si poté esplorare visto che al momento dell'intervento gran parte dell’area era già stata sbancata. Si ottennero comunque risultati molto importanti in particolare sulle più antiche fasi etrusche di Felsina e, soprattutto, si recuperarono due imponenti monumenti orientalizzanti, decorati con rilievi, totalmente privi di confronti.
A più di 30 anni da quello scavo l'archeologa Diana Neri, buona conoscitrice dell’Orientalizzante felsineo, ha affrontato la sfida della sua pubblicazione, operando in piena autonomia anche se a stretto contatto con l'archeologo Jacopo Ortalli che lo aveva diretto in qualità di funzionario della Soprintendenza.
L’autrice ha effettuato una rilettura dello scavo sia recuperando la documentazione originale, grafica e descrittiva, sia studiando i reperti rinvenuti, pochissimi ma integralmente analizzati correlandoli alle unità stratigrafiche, così da arricchire quanto già edito nella prima edizione su Studi Etruschi; oltre a ciò ha ampliato il campo di indagine estendendolo agli aspetti iconografici delle decorazioni a rilievo sui monumenti in arenaria.
Alcune sue interpretazioni possono forse sembrare ardite ma ciò che più importa (e che dovrebbe essere l’intento di ogni buon archeologo) è che dopo questa pubblicazione ogni possibile ipotesi sui monumenti di via Fondazza dovrà legittimarsi sulla documentazione di scavo che è stata prodotta e sulle analisi condotte sui reperti, ora e finalmente interamente disponibili.

Phoenix Compagy Edizioni scientifiche, San Giovanni in Persiceto (BO) - Tel. +39 051 6871607 - www.phoenixcompany.it

9 Il Genio delle acque, scavi nelle piazze di Ravenna
a cura di Chiara Guarnieri e Giovanna Montevecchi
2018

Il volume illustra i rinvenimenti dei due scavi realizzati a Ravenna in piazza Anita Garibaldi e in piazza Andrea Costa, accomunati da un tema: la presenza delle acque all’interno della città. In particolare nella prima piazza è stata individuata un’abitazione utilizzata per lunghissimo tempo dal II al VII secolo, mentre nella seconda sono state trovati edifici con ambiti diversi e testimonianze del passaggio dei fiumi Padenna e del Flumisellum.
La pubblicazione rappresenta il punto d'arrivo di un percorso iniziato tra il 2009 e il 2011 quando i lavori eseguiti dal Gruppo Hera nel centro storico di Ravenna per realizzare alcune Isole Ecologiche Interrate hanno portato in luce numerosi reperti archeologici.
In seguito, soprattutto per gli scavi in piazza Anita Garibaldi, si è proceduto al recupero dei reperti e dei mosaici, al loro restauro e alla definitiva musealizzazione presso TAMO.
Nella parte del volume dedicata al Genio delle Acque, le autrici narrano la storia della domus, il cui rinvenimento rappresenta una fonte importante per comprendere lo sviluppo di Ravenna e l’espansione della città oltre le mura urbane. Ai reperti rinvenuti è affidato il racconto della vita quotidiana e delle abitudini nelle varie epoche attraversate dalla domus.
La pubblicazione Il Genio delle Acque, che rappresenta un punto di riferimento rilevante per i futuri studi su Ravenna, è frutto di una forte sinergia tra le Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio di Bologna e di Ravenna, la Fondazione RavennAntica, il Comune di Ravenna e il Gruppo Hera che ha finanziato con entusiasmo non solo il volume ma anche il recupero, restauro e musealizzazione del materiale archeologico recuperato negli scavi.

Longo Editore Ravenna, Via Paolo Costa 33 -Ravenna - Tel. 0544.217026, longo@longo-editore.it  www.longo-editore.it

8 "... nel sotterraneo Mondo"
La frequentazione delle grotte in Emilia-Romagna tra archeologia, storia e speleologia
a cura di Paolo Boccuccia, Rossana Gabusi, Chiara Guarnieri e Monica Miari
2018

Nella storia dell'uomo le grotte hanno sempre costituito un ambiente del tutto particolare: dall'assidua frequentazione nel periodo preistorico (con svariati utilizzi, abitazione, ricovero temporaneo o luogo di sepoltura), a una connotazione più prettamente religiosa dalla protostoria all'età romana, fino al rispetto sacrale (e talora magico) di cui erano ammantate in età medievale.
Dal punto di vista archeologico, lo studio delle grotte si è intrecciato fin dall'Ottocento con le ricerche geologiche e ancor più speleologiche, contribuendo a perfezionare il metodo stratigrafico ormai imprescindibile anche in campo archeologico. Compito delle Soprintendenze è identificare i siti che conservano depositi archeologici e provvedere alla loro tutela; altrettanto importante sarebbe realizzare un sistema di controllo che le protegga dalle manomissioni di clandestini o persone non attrezzate per la ricerca archeologica e magari, dove possibile, valorizzarle.
Questo volume, che pubblica gli atti dell'omonimo convegno che si è tenuto a Brisighella (RA) dal 6 al 7 ottobre 2017, vuole essere una riflessione sul rapporto intercorso nei secoli tra l'uomo e le grotte nonché un'originale testimonianza del lavoro svolto dagli speleologi nelle grotte dei Gessi reggiani, bolognesi e nella Vena del Gesso romagnola.
Presentando le scoperte più recenti e raccogliendo quanto noto sulla frequentazione umana delle grotte, il volume -alla cui realizzazione hanno contribuito archeologi, storici, geografi, geologi e biologi- fornisce uno strumento di lavoro per chiunque avesse interesse ad avvicinarsi a questo argomento

Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna

7 copertina volume 7Alle soglie della romanizzazione
Storia e archeologia di Forum Gallorum

a cura di Sara Campagnari e Diana Neri
2017

Il volume correda l'omonima mostra allestita a Castelfranco Emilia fino al 12 novembre 2017 che espone reperti archeologici di inestimabile valore, di provenienza locale e non.
I rapporti tra Soprintendenza e Comune e museo di Castelfranco Emilia sono ormai decennali e numerose sono le imprese di scavo e ricerca compiute congiuntamente, non ultima quella dell'insediamento etrusco-celtico del Forte Urbano.
Il volume affronta il problema cruciale della nascita, della collocazione e della durata di Forum Gallorum, il precedente storico del Borgo Franco e dunque della stessa Castelfranco Emilia.
Le vicende del territorio castelfranchese in un arco cronologico di parecchi secoli narrano la parabola storica, civile, economica e quotidiana di questo lembo di terra tra Bononia e Mutina.
L'insieme delle testimonianze, frutto di attente riletture e analisi del patrimonio pregresso e delle più recenti acquisizioni archeologiche, fa emergere con pienezza il senso, il significato e il valore dell'eredità culturale della civiltà romana in Emilia-Romagna, una regione che non solo ancora la custodisce ma ne è anche profondamente permeata, iscritta com'è nell'indole e nella laboriosità della sua gente, nel senso di appartenenza delle comunità e nell'organizzazione territoriale e infrastrutturale.

Phoenix Compagy Edizioni scientifiche, San Giovanni in Persiceto (BO) - Tel. +39 051 6871607 - www.phoenixcompany.it

6 Le alte valli di Taro e Ceno tra fede e laicità: re, monaci e pellegrini
a cura di Manuela Catarsi, Patrizia Raggio
2017

L'incontro di due grandi personalità, il santo irlandese Colombano e il re longobardo Agilulfo, segna l'origine di uno dei monasteri più importanti d'Italia, quello di Bobbio, centro di fede e cultura ma anche nodo strategico per la viabilità e il controllo del territorio.
Il volume curato da Manuela Catarsi e Patrizia Raggio raccoglie i lavori di scavo archeologico condotti dalla Soprintendenza a Bobbio e dintorni, interventi sempre effettuati per fini diversi dalla ricerca archeologica ma comunque necessari.
Seguendo l'espansione giurisdizionale del monastero -in particolare nelle alte valli parmensi di Taro e Ceno-  il volume mette in luce quelle terre già popolate in epoca romana che erano poi state abbandonate fino all'arrivo del monaco irlandese. Grazie a Colombano e ai suoi successori, a partire dal VII secolo queste zone sono rimesse a cultura e abitate, come provano curtes, castelli, edifici sacri e ospitali citati dalle fonti e in diverse occasioni indagati archeologicamente.
Si compone così un quadro di vitalità economica e commerciale legata a quella stessa viabilità che si tenta oggi di recuperare e valorizzare per il rilancio delle terre appenniniche, ancora una volta in profonda sofferenza.
I risultati delle indagini condotte nel territorio di Bobbio, uniti alle ricerche mirate sul monastero di età longobarda, contribuiscono ad arricchire il quadro generale del territorio non solo per l'età medioevale ed altomedioevale ma anche per l'età romana, rivelandone la continuità.

Ante Quem soc. coop., Bologna - Tel. +39 051 4211109 - info@antequem.it   www.antequem.it

5 La cilla e la pieve - copertina La villa e la pieve
Storia e trasformazioni di S. Giovanni in Ottavo di Brisighella tra l’età romana e il Medioevo

a cura di Chiara Guarnieri
2016

Costruita sui resti di una villa rustica situata lungo l’antica strada romana che da Faenza portava a Firenze, deve il suo nome al fatto di sorgere all’ottavo miglio della Via Faventina. La Pieve di San Giovanni in Ottavo, nota come Pieve del Thò, è una delle pievi romaniche più suggestive e meglio conservate del ravennate. Già menzionata in una pergamena del 909, ha subìto varie modifiche anche se l’impianto principale resta quello dell'inizio del XII secolo, come attesta un’iscrizione su un capitello recante la data 1100.
Nonostante questa storia millenaria, problemi, trasformazioni e documenti di questo straordinario edificio non erano mai stati raccolti in uno studio organico e complessivo che presentasse il maggior numero di informazioni possibili su quanto sopravvissuto.
Il volume curato dall’archeologa Chiara Guarnieri si propone di colmare questa lacuna raccogliendo i contributi di numerosi specialisti che affrontano, ciascuno secondo la propria professionalità, i tanti aspetti di un edificio che ha subito nei secoli molte trasformazioni e le cui fasi iniziali sono testimoniate da reperti frammentari e non facilmente interpretabili.
Con l’aiuto delle più avanzate metodologie scientifiche (come le indagini condotte sulla cripta) e avvalendosi anche dell’apporto delle fonti archivistiche e dei restauri eseguiti nella chiesa, il volume illustra gli studi che a partire dal XVII secolo si sono interessati a questo edificio: dall’analisi del territorio in età romana alle fasi di costruzione e trasformazione della Pieve del Thò, dai materiali ceramici, lapidei e architettonici di epoca romana ai reimpieghi di età altomedievale e medievale

Ante Quem soc. coop., Bologna - Tel. +39 051 4211109 - info@antequem.it   www.antequem.it

4 Da Forum Novum a Fornovo Taro
Archeologia, arte e storia di un territorio

a cura di Manuela Catarsi
2015

Il volume prende avvio dagli scavi e ritrovamenti effettuati dalla Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna nel territorio comunale di Fornovo Taro e dalla convenzione a suo tempo stipulata tra Amministrazione Comunale e Soprintendenza per valorizzarne i risultati.
Per la prima volta vengono presentati in maniera esaustiva gli scavi degli insediamenti romani di Roncolungo di Sivizzano (che un tipario in terracotta rivela esser stata una proprietà della gens Cassia) e Riccò che rivelano come il settore mediano della Val Taro fosse vocato a produzioni viti-vinicole.
Ampio spazio è dedicato alla viabilità e all'orientamento e arredi della Pieve dedicata all'Assunta, sorta a riconsacrazione di un tempio oracolare, di cui è messa in discussione la dedicazione a Mercurio proposta a suo tempo dal Mariotti.
È poi preso in esame l'intero territorio comunale, sia per le sue emergenze storico-architettoniche che per gli eventi bellici di cui è stato teatro, quali ad esempio la battaglia del Taro del 1495 tra l'imperatore Carlo V e i collegati o la sacca partigiana del 1945.

Edizioni Studio Giudotti, Riccò di Fornovo di Taro (PR) - Tel. +39 0525 2291 - info@guidottistudio.it   www.guidottistudio.it

3 DEA volume 3Il vetro di Pietra. Il lapis specularis nel mondo romano dall'estrazione all'uso
a cura di Chiara Guarnieri
2015

Il volume pubblica gli Atti del Convegno Internazionale sul Lapis Specularis che si è tenuto a Faenza il 26 e 27 settembre 2013 a cui ha fatto seguito la mostra itinerante "Il vetro di pietra. Il lapis specularis nel mondo romano: dall’estrazione all’uso" che ha riscosso un discreto successo di pubblico. Tutto è nato da due rinvenimenti nel territorio di Brisighella apparentemente scollegati fra loro: la scoperta nel 2000 di quella che all'inizio fu considerata una grotta e il rinvenimento nel 2005 di un piccolo edificio rustico nelle vicinanze del rifugio di Ca' Carnè. La collaborazione con un gruppo di archeologi spagnoli e una serie di verifiche successive ha permesso di individuare nella Grotta della Lucerna una cava di lapis specularis (la prima finora trovata in Italia) e nell'edificio del Carnè una struttura di servizio dell'attività estrattiva che si svolgeva nella cava stessa.
Il lapis specularis, per la sua stessa natura, si presta forse più di altri a essere indagato sotto diversi aspetti, da quello archeologico a quello chimico-fisico, da quello mineralogico e speleologico a quello naturalistico. Di qui la necessità di costruire un gruppo di lavoro multidisciplinare che si è poi confrontato in sede di convegno sui temi oggetto di questo volume (scarica l'indice in pdf)

Carta Bianca Editore, Faenza (RA) - Tel. +39 0546 621977 - cartabiancaeditore@virgilio.it
informazioni per l'acquisto: Massimo Ercolani (Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna)
Reperibile a Bologna nelle Librerie IBIS (Via Castiglione) e Volumina (Via Arienti)

2 DEA volume 2Vivere a Forum Livi. Lo scavo di Via Curte a Forlì
a cura di Chiara Guarnieri
2013

Realizzato tra il 2003 e il 2004, lo scavo di via Curte ha permesso di indagare estensivamente, per la prima volta e con metodi stratigrafici, i livelli di età romana di Forlì. Ne è emerso un quadro di estremo interesse che ha consentito di ricostruire i principali livelli abitativi dell’area, dalla prima occupazione alla metà del I sec. a.C. fino all’età altomedievale.
Attraverso i materiali e documenti di scavo, questo volume -catalogo dell'omonima mostra- offre uno spaccato significativo della vita quotidiana a Forlì in età romana approfondendone i vari aspetti.
L’area di via Curte è urbanizzata attorno alla metà del I sec. a.C. quando vengono costruiti un edificio residenziale e impiantate alcune attività artigianali fra cui una fornace per la cottura di vasellame. Tra la fine del I sec. a.C. e l'inizio del I sec. d.C., la fornace viene demolita e tutto il materiale è riutilizzato per ampliare l’edificio residenziale, arricchito da un triclinio e da una corte interna con pozzo. Questa sistemazione dura fino al II sec. d.C. quando il triclinio è sostituito da uno più ampio (m. 6x6), decorato a mosaico. La domus verrà poi abbandonata all'inizio del IV secolo.
Gli scavi hanno restituito cospicuo materiale laterizio e lo splendido mosaico del triclinio, composto da tessere in bianco e nero a motivo geometrico. Gli oggetti rinvenuti negli scavi raccontano abitudini e vita quotidiana in una domus di età romana. Pesi da telaio e aghi in bronzo rimandano al mondo femminile, la scrittura è attestata dagli stili in osso, il commercio dalle monete mentre l’ozio del dominus è testimoniato dalle pedine in pasta vitrea usate sulla tabula lusoria. Singolari i resti di tre bottiglie con i bolli dei fabbricanti Caius Salvius Gratus e Lucius Aemilius Blastius, forse usate per la misurazione dei liquidi, la placca di un cinturone militare del IV secolo e un insolito oggetto riconosciuto, con molti dubbi, come un’arnia.

Ante Quem soc. coop., Bologna - Tel. +39 051 4211109 - info@antequem.it   www.antequem.it

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DEA volume 1Giace sepolta la Città d’Umbrìa. Il più gran tesor che al mondo sia
a cura di Manuela Catarsi
2012

Il libro curato da Manuela Catarsi vuole essere una sintesi completa e aggiornata, seppur dotata di suggestioni e proposte innovative, delle conoscenze archeologiche sul sito d’Umbría che, fin dai primi studi, ha assunto un alone “misterioso” per la difficoltà oggettiva, in mancanza di elementi datanti, di spiegare le imponenti opere di difesa presenti su un pianoro posto a dominio della media valle del Ceno nel territorio parmense.
A un inquadramento generale del sito dal punto di vista ambientale, naturalistico e toponomastico,  segue una dettagliata storia degli studi che, dalle prime citazioni "mitiche" e dalle leggende nate sui tesori che sarebbero stati nascosti nella città, prende in esame le ripetute campagne di scavi scientifici di cui è stato oggetto.
Il volume pubblicato nel trentennale della scomparsa del marchese Maurizio Corradi Cervi (1904-1982), che fu tra i più attivi ispettori onorari della Soprintendenza nel secolo scorso, riporta integralmente il suo diario dello scavo fatto ad Umbrìa nel 1950 dal Comitato di Studi Preistorici dell’Emilia occidentale. La pubblicazione è stata possibile grazie al finanziamento della Cooperativa ARS Archeosistemi, che pure ha operato ad Umbria negli ultimi scavi della Soprintendenza, e che ha trovato una forma singolarmente felice per celebrare l’anno dedicato al mondo della cooperazione

Edizioni Studio Giudotti, Riccò di Fornovo di Taro (PR) - Tel. +39 0525 2291 - info@guidottistudio.it   www.guidottistudio.it