In mostra la trasformazione del territorio di Castelfranco Emilia, al confine tra Modena e Bologna, dal dominio degli Etruschi a quello di Roma
Alle soglie della romanizzazione: storia e archeologia di Forum Gallorum
INAUGURAZIONE
SABATO 7 OTTOBRE 2017, ALLE ORE 17:30
in questa occasione l'Associazione Mutina
Boica proporrà sfilate storiche e laboratori didattici lungo la Via Emilia
La nascita e la storia di Forum Gallorum attraverso i contesti archeologici più significativi: per comprendere un territorio e i suoi abitanti
dal 7 ottobre al 12 novembre 2017
martedì e venerdì dalle 10 alle 12,30
sabato dalle 15 alle 17 e
domenica dalle 10 alle 13
Museo Civico Archeologico "Anton Celeste
Simonini"
Corso Martiri 204
Castelfranco Emilia (MO)
ingresso gratuito
per info e visite guidate: Ufficio Museo 059 959367 - Associazione Forum Gallorum 347
1665570
museocivico@comune.castelfranco-emila.mo.it
sito internet del Museo Civico Archeologico "Anton Celeste Simonini"
Tanto a lungo avevano combattuto contro Roma per il predominio della Pianura
Padana che quando in epoca romana si sviluppò fra le colonie di Mutina e
Bononia un piccolo centro ai margini della via Aemilia, i
vincitori -come riportano le fonti letterarie e cartografiche- lo chiamarono
Forum Gallorum, letteralmente “foro dei Galli”, a indicare il luogo
precedentemente popolato da tribù celtiche.
È un viaggio in più di otto secoli di storia del territorio quello offerto dalla
mostra "Alle soglie della romanizzazione: storia e archeologia di Forum
Gallorum", promossa dal Comune di Castelfranco Emilia e dalla
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di
Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, e allestita in tre
sale del Museo Civico Archeologico “Simonini” fino al 12 novembre 2017.
La mostra passa in rassegna le evidenze archeologiche del territorio, dalla
vigilia dell’invasione dei Galli nella Pianura Padana (inizi IV sec. a.C.) alle
prime fasi della romanizzazione, con l’obiettivo di ricostruire
le vicende che hanno portato alla nascita e allo sviluppo del centro di
Castelfranco Emilia/Forum Gallorum.
Tesoretto monetale (240-200 a.C.) rinvenuto nel podere Pradella Vecchia a
Castelfranco Emilia (MO)
Fra il II e il I secolo a.C. il fertile territorio agricolo di Castelfranco
Emilia, compreso nella colonia di Mutina, viene suddiviso in lotti da
assegnare ai coloni romani e inserito nelle maglie della centuriazione, rete
infrastrutturale di vie e canali che si intersecano ortogonalmente a distanze
regolari, tuttora riconoscibile nell’impianto viario, in particolare a nord
della via Emilia.
Questo importante asse stradale realizzato nel 187 a.C. dal console Marco Emilio
Lepido per mettere in comunicazione tutte le città della regione, da Rimini a
Piacenza, favorisce la penetrazione della civiltà romana in comprensori, come
quello di Castelfranco, abitati da genti di cultura etrusca, celtica e ligure.
Proprio a Marco Emilio Lepido e alla sua politica di pacificazione si deve
probabilmente la nascita -a partire dal 173 a.C.- di Forum Gallorum, un
centro caratterizzato dall'integrazione con i coloni italici di genti
dell’antico substrato etrusco-padano, Celti e Liguri sopravvissuti alle
sanguinose guerre con Roma.
L’analisi del dato geomorfologico e delle testimonianze archeologiche ad oggi
disponibili hanno consentito di proporre come sede del forum sulla via
Emilia l’attuale centro storico della città di Castelfranco. Un luogo salito
alle cronache nel 43 a.C. per la sanguinosa battaglia condotta contro il cesaricida Decimo
Bruto durante la guerra di Modena che vedeva schierate da un lato le legioni di
Marco Antonio e dall’altro quelle senatorie dei consoli Aulo Irzio e Gaio Vibio Pansa, sostenute
dal giovane Ottaviano, il futuro Augusto.
Fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale, la mostra fa parte
dell’iniziativa regionale “2.200 anni lungo la via Emilia” promossa dai comuni
di Modena, Reggio Emilia, Parma e Bologna per celebrare i 2.200 anni dalla
fondazione delle due colonie gemelle di Mutina e Parma (avvenuta nel 183
a.C.) e la via consolare che le unisce e attraversa tutta la regione.
L’esposizione, che affianca la collezione permanente del Museo, si articola in
tre sezioni tematiche e cronologiche. La prima espone reperti che raccontano la
storia del territorio di Castelfranco e la sua trasformazione ad opera
dell’uomo, la seconda ospita reperti provenienti dai siti archeologici più
rilevanti mentre la terza presenta alcuni contesti sepolcrali e reperti
provenienti dalle aree di culto.
Tra i reperti più significativi si segnalano
lucerne,
statuette fittili e monete provenienti da Prato dei Monti e un miliario che
menziona una coppia di imperatori, Valentiniano I e Valente, rinvenuto a
Cavazzona nel 1977.
Di estrema rilevanza, anche se purtroppo in cattivo stato di conservazione, un
raro bronzetto etrusco di divinità maschile proveniente da via Infernetto/via
Inferno. Si tratta di un reperto che ha un solo confronto con un altro bronzetto
rinvenuto a Cortona e che è stato interpretato come divinità maschile della
fertilità (forse rielaborazione locale di Zeus/Iuppiter Ammone) databile, su
base stilistica, all’avanzato III-II sec. a.C.
Va poi ricordato il ritrovamento, purtroppo sporadico, di fistulae
plumbee (in alcuni casi recanti anche bolli) che si ipotizza possano provenire
da edifici di un certo pregio, forse ville appartenenti alle élites di
Bononia e Mutina che marcavano in tal modo i propri possedimenti
nell’agro di Forum Gallorum. Il nome di un probabile possidente nel
territorio di Castelfranco Emilia in epoca imperiale è fornito da una fistula
aquaria plumbea (di cui non è possibile precisare il luogo esatto di
rinvenimento) recante l’iscrizione a rilievo C MANSVANI PRI[MI?] da
interpretare, sottintendendo il sostantivo (aqua), come indicazione del
non altrimenti noto proprietario della conduttura e, di conseguenza, anche
dell’acqua che vi scorreva e del terreno a cui tale infrastruttura conduceva.
Fistula in piombo con iscrizione del probabile proprietario del terreno, della
conduttura e dell'acqua (foto
Roberto Macrì)
La mostra, oltre a rappresentare un fortunato momento di valorizzazione di
reperti archeologici mai esposti prima d’ora, provenienti dai depositi
o frutto di recenti scoperte, costituisce un’occasione di rinnovamento per
il Museo, che si arricchisce anche di un moderno dispositivo touchscreen, donato dal
Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Modena, in grado di
coinvolgere maggiormente i visitatori.
Affianca l’esposizione il catalogo scientifico curato da Sara Campagnari e Diana
Neri che, attraverso l’esame delle fonti letterarie, dei dati archeologici
relativi alle ricerche di superficie e agli scavi della Soprintendenza, dei dati
geomorfologici e degli studi specifici di alcune classi di testimonianze
materiali (monete, iscrizioni, indicatori di produzione, testimonianze della
religiosità), tenta di ricomporre un quadro aggiornato e coerente
dell’evoluzione di un territorio che, a partire dalle prime fasi della
romanizzazione, risulta saldamente inserito nella precisa scelta politica di
Marco Emilio Lepido di includere le componenti preesistenti all’interno della
compagine romana.
Stele funeraria di Aetrilius Apronianus e familiari rinvenuta nel podere
Fornace a Manzolino (MO) - Foto
Roberto Macrì
La mostra è promossa dal Comune di Castelfranco Emilia e dalla Soprintendenza
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le
province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, in collaborazione con l’Istituto
per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, il
Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo per l’Emilia-Romagna e l’Università di Bologna.
Un sentito ringraziamento all’Associazione Culturale
Forum Gallorum e al Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di
Modena per il sostegno e la collaborazione.