Tutto in un volume. Gli scavi archeologici dell'ultimo decennio restituiscono
alla comunità il frutto più importante di interventi di questo tipo: la
conoscenza approfondita del passato e delle nostre radici.
La pubblicazione "La città che si rinnova.
Gli scavi di Palazzo Busetti e Piazza della Vittoria a Reggio Emilia" racconta
la storia -o meglio, le tante storie- della città, dei suoi abitanti e dei suoi
monumenti, dalle origini ai nostri giorni
LA CITTÀ CHE SI RINNOVA
Gli scavi di Palazzo Busetti e Piazza della Vittoria a Reggio Emilia
a cura di Marco Podini e Anna Losi
Presentazione del volume venerdì 18 gennaio 2019, alle ore 18
ai Musei Civici di Reggio Emilia
Via Lazzaro Spallanzani, 1
Reggio Emilia
info 0522 456477
Intervengono Luca Vecchi, Sindaco di Reggio
Emilia, Annalisa Capurso, archeologa della Soprintendenza
Archeologia, Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di
Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, ed Elisabetta
Farioli, Direttrice dei Musei Civici di Reggio Emilia
Presenta il volume il Prof. Sandro De Maria, già ordinario di Archeologia
Classica nell'Università di Bologna
Modera Roberto Macellari, archeologo dei Musei Civici di Reggio Emilia,
alla presenza dei curatori Marco Podini e Anna Losi
Segue brindisi offerto dalla Gigli Costruzioni Srl
Gli scavi effettuati tra il 2010 e il 2015 nel centro storico di Reggio
Emilia, e in particolare quelli in piazza della Vittoria, a palazzo Busetti e in
via del Carbone, motivati da importanti interventi di riqualificazione urbana,
hanno offerto agli archeologi la straordinaria opportunità di indagare in
maniera estensiva il tessuto urbano antico. Non accadeva dai primi anni '80, dal
tempo del grande cantiere del Credito Emiliano dove aveva sede il foro di
Regium Lepidi. Queste ricerche, unite alle
straordinarie scoperte effettuate
nella cripta della Cattedrale e alle altre indagini archeologiche condotte
in ambito urbano negli ultimi anni, hanno apportato sostanziali elementi di
novità per la conoscenza della città antica.
Di tutto questo si è voluto dar conto ai reggiani e al più vasto pubblico con
una serie di iniziative culminate nella mostra
“Lo Scavo in Piazza. Una casa, una
strada, una città” (8 aprile-3 settembre 2017) e proseguite con
l'esposizione On the road. La via Emilia, 187 a.C.
- 2017 , legata alle celebrazioni dei 2200 anni lungo la via Emilia, e con
altre iniziative collaterali nelle sedi del Museo diocesano e del Credem che
hanno portato a ripensare alla “buona strada” della Via Emilia quale origine e
motore della storia cittadina.
Vista la complessità dei cantieri e gli inevitabili disagi da essi determinati,
l’Amministrazione comunale ha ritenuto doverosa un’immediata restituzione alla
comunità dei risultati delle ricerche archeologiche che vengono ora presentate
in modo organico e divulgativo nel volume La città che si rinnova. Gli
scavi di Palazzo Busetti e di Piazza della Vittoria a Reggio Emilia,
curato dagli archeologi Marco Podini e Anna Losi. La pubblicazione
restituisce alla comunità forse il frutto più importante –immateriale e
perpetuo– di interventi di questo tipo: la conoscenza più
approfondita del nostro passato e delle nostre radici. Grazie all’apporto di
diverse competenze e all'osservazione di ampi spaccati cronologici in più
settori urbani, i curatori hanno ricostruito la storia -o forse più “storie”-
della città, dei suoi abitanti e dei suoi monumenti, dalle origini ai nostri
giorni.
Grazie ai loro studi oggi sappiamo che a Reggio Emilia, nel II sec. a.C., si
beveva vino greco proveniente dall’isola di Rodi, che almeno uno degli
acquedotti rinvenuti nell’area dell’ospedale portava acqua a un edificio termale
posto sulla via Emilia (rinvenuto sotto Palazzo Busetti), che una strada obliqua
frequentata almeno fino al V secolo d.C. partiva direttamente dalla via Emilia
modificando l’assetto del comparto urbano nord-occidentale della città, che
nell’area di Piazza della Vittoria sorgeva un altro importante quartiere
residenziale e che nel medioevo la città era popolata di torri e punto di
convergenza di maestranze di scuola antelamica.
Coppa in terra sigillata con bollo del produttore L. VEG/ETVS in cartiglio
rettangolare, decorata con scene di battaglia.
Reggio Emilia, Piazza della Vittoria, età augustea, Musei Civici di Reggio
Emilia
Il volume è articolato in quattro sezioni, le prime tre con ordinamento
cronologico e la quarta dedicata ai più recenti e aggiornati metodi della
ricerca archeologica.
Punto di partenza sono le indagini condotte sotto Palazzo Busetti, posto nel
punto di intersezione fra la Via Emilia e Via Crispi. Sono emersi nuovi dati
sulle origini e sulle prime frequentazioni dell’area in cui è sorta la città,
rivelando una presenza preromana di matrice etrusco-italica a Reggio Emilia e
una realtà etnica composita, attestata da ceramiche di manifattura gallica
rinvenute in associazione con materiali romano-repubblicani.
Di grande interesse per la topografia della città romana è stata la scoperta,
nell’angolo sud-ovest di Palazzo Busetti, di una via obliqua diretta a
nord-ovest e accuratamente pavimentata, che, partendo dalla via Emilia, usciva
dal centro cittadino per proseguire verosimilmente in direzione del porto
fluviale della Brescello romana. Questo asse viario spezza la rigida
ortogonalità della pianificazione urbana impostata, fin dal II sec. a.C., sulla
via consolare. La strada obliqua ha fortemente condizionato l’urbanistica del
settore nord-occidentale della città, rappresentandone un asse di sviluppo in
senso nord-ovest. Ha proiettato il proprio condizionamento ben oltre la fine del
mondo antico, svolgendo la funzione di collegamento tra la Cattedrale e la prima
sepoltura, extra moenia, del patrono della città, il vescovo Prospero.
L’importanza di questo crocevia è segnato dalla presenza di edifici e
infrastrutture pubbliche. Di particolare rilievo è la scoperta di un nuovo
segmento dell’acquedotto
recentemente emerso nell’area dell’Ospedale di Santa Maria Nuova.
L’identificazione della struttura è confermata, oltre che dalle caratteristiche
morfologiche dei tubuli, dalla presenza del medesimo bollo (BONA),
apposto sui laterizi della condotta. Sempre dagli scavi effettuati in quest’area
provengono consistenti lacerti di strutture murarie conservate a livello di
fondazione e numerosi altri resti di opere idrauliche (canali di scarico,
condutture fognarie e grande cloaca). Per forma, dimensioni e posizione,
l'insieme di queste evidenze fa pensare a un importante complesso termale
–verosimilmente di carattere pubblico– edificato in questa zona in età proto
imperiale.
Nuovi dati sono anche emersi rispetto alle conoscenze della forma urbis
nel suo estremo lembo nord-occidentale. Già numerose scoperte erano state
effettuate in questa zona a partire dal secondo dopoguerra, evidenziando la
presenza di un importante quartiere residenziale, contraddistinto –come nel caso
dell’isolato San Rocco- da domus impreziosite da eleganti pavimentazioni
decorate. Sono inoltre attestati segmenti di decumani minori –come quello
ricalcato da via Sessi- nonché un tratto di strada acciottolata in continuità
con la medesima via obliqua rinvenuta sotto Palazzo Busetti.
Lastra con figura di Profeta che tiene un rotulus, simbolo dell'Antico
Testamento (prima metà XIII sec.). Risagomato sui lati brevi con motivo a
fusarole e perline e reimpiegato come archivolto (inizi XVI sec.)
Reggio Emilia, Via del Carbone. Musei Civici di Reggio Emilia
L’assetto viario antico del comparto nord-occidentale ha indubbiamente
condizionato la topografia urbana di questa parte della città. I recenti scavi
di Piazza della Vittoria testimoniano, in particolare, l’adeguamento
dell’edilizia privata all’asse della via obliqua, tanto in età repubblicana
quanto in quella imperiale. Di notevole importanza risulta la scoperta di una
domus sorta in corrispondenza di un edificio precedente e parimenti
orientato, testimoniando un’occupazione di questa zona già a partire dal I
sec.a.C. La planimetria di questa abitazione, che è stato possibile leggere in
maniera pressoché completa (caso quasi unico nella documentazione dell’edilizia
residenziale romana di Regium Lepidi), ha reso possibile una proposta
ricostruttiva articolata ipoteticamente su due livelli.
Uno degli aspetti più significativi degli scavi di Piazza della Vittoria è
rappresentato dalla completezza della documentazione di scavo, dalle fasi più
antiche –a partire dall’età protostorica– a quelle più recenti, di epoca
medievale e moderna. Le indagini delle stratigrafie tardoantiche e altomedievali
hanno documentato una manifesta continuità di vita anche in questo settore
urbano, testimoniando la presenza di abitazioni tarde e di varie aree
produttive. Sopra la domus, ad esempio, è stata documentata l’esistenza
di una capanna con grande sostegno ligneo centrale, costruita prevalentemente in
materiale deperibile. Numerose sono inoltre le strutture legate ad attività
artigianali riconducibili alla presenza di forni fusori, calcare, fosse di
scarico ecc.
Di particolare rilevanza appare la fase medievale (X-XIII sec.) che in questo
settore,mostra la presenza di una città turrita, con case che gareggiavano fra
loro in altezza assecondando l’ostentazione di potere e ricchezza dei propri
abitanti. Di queste abitazioni sono emerse tracce significative dei muri di
fondazione, tutti di notevole spessore e orientati sempre secondo l’antica via
obliqua.
La costruzione della Cittadella per volontà di Luigi Gonzaga, con l’abbattimento
delle torri e l’interruzione e/o deviazione della via obliqua, segnerà la fine
dello sviluppo continuo di questo settore urbano. Il sedime del nuovo parcheggio
interrato insisteva per circa tre quarti della sua estensione sull’invaso del
fossato meridionale del fortilizio. La Cittadella sarà poi abbattuta a partire
dal 1848 e con le relative macerie sarà riempito il fossato che la recingeva,
ricucendo così i fili interrotti di un’espansione della città e dando nuovo
impulso al naturale sviluppo verso nord-ovest.
Veduta della città di Reggio Emilia (riproduzione da originale di Prospero
Camuncoli, 1591)
La stretta connessione fra archeologia e riqualificazione, esplicita nel
titolo stesso dell'opera, ha dato vita a un'esemplare modello di collaborazione
fra istituzioni pubbliche (il Comune, le Soprintendenze) e soggetti privati che
hanno perseguito l’ambizioso progetto di rappresentare l’archeologia in modo
nuovo e vicino alla sensibilità contemporanea. Il necessario coronamento di
questo percorso è stata la restituzione degli approfondimenti finalizzati alla
ricostruzione della storia di un quartiere che fu strategico fra antichità e
medioevo per la sua ubicazione lungo una strada diretta a nord ovest. Possiamo
ben definirlo l’area nord della Reggio romana, il cui naturale e sino ad allora
mai interrotto sviluppo venne bruscamente a congelarsi nel XIV secolo in
occasione della costruzione della Cittadella, vero e proprio vulnus nella storia
urbanistica di Reggio, per riprendere il suo corso a distanza di cinque secoli
in età postunitaria.
Questo volume restituisce ai reggiani il risultato di un’operazione di cura
oltre che un significativo invito a rispecchiarsi nelle radici più antiche. I
segni del passato emersi mentre si ridava nuova vita a luoghi della città vicini
alla decadenza legano l'antichità al presente e al futuro.
Reggio Emilia. Piazza della Vittoria come si presenta attualmente, al termine
degli scavi
Il volume è pubblicato da Grafiche Step editrice (Parma, 2018) grazie al finanziamento di Gigli Costruzioni srl (che ha realizzato gli scavi di Palazzo Busetti) e di Fontanili Srl, Pellicciari Srl e Siria Ceramiche Srl.
Informazioni
scientifiche di Marco Podini
Le foto sono di Carlo Vannini
Pagina a cura di Carla Conti