La storia della strada di origini preromane si intreccia con quella della città che porta il nome del fondatore della Via Aemilia e del territorio che attraversa. La mostra di Reggio Emilia celebra la consolare lungo la quale, da sempre, si sono incontrare persone, idee e culture diverse, contribuendo alla formazione di una città aperta e rivolta verso il futuro
On the road. La via Emilia, 187 a.C. - 2017
"EGO SUM VIA"
al Museo Diocesano
"Regium Lepidi underground"
a Palazzo Spalletti Trivelli,
sede del gruppo bancario Credem
Tutto è
contemporaneo, attualità dell’antico: dialoghi intorno alla mostra
Tratto della via Aemilia a Reggio Emilia (scavi 1931-1932)
dal 25 novembre 2017 al 1 luglio 2018
ORARI: dal martedì al venerdì 10.00-13.00 - sabato, domenica e festivi
10.00-19.00
lunedì chiuso - orari speciali in occasione di eventi e festività:
www.musei.re.it
Palazzo dei Musei, Musei Civici di Reggio
Emilia
Palazzo San Francesco
Via Lazzaro Spallanzani n. 1
REGGIO EMILIA
ingresso intero € 5,00 - ridotto € 3,00
Un monumentale racconto storico che si immerge nell'attualità: personaggi e
storie, spaccati sociali e modi di vivere dell'antichità raccontati da reperti
archeologici unici (oltre 400, provenienti da importanti musei nazionali o presenti nelle
collezioni della città), dal cinema e dal digitale.
Questo il cuore della mostra
"On the road – Via Emilia 187 a.C. - 2017" con cui Reggio Emilia rende omaggio
alla Via tracciata nel 187 a.C. dal console Marco Emilio Lepido che giocò un
ruolo da protagonista anche nel dare forma istituzionale al Forum che da lui
prese il nome (Forum o Regium Lepidi).
La via Emilia ha lasciato un segno indelebile nel nome della città, unica fra
i capoluoghi della regione a ricordare il gentilizio del suo costruttore.
Ma la strada non ha marchiato solo il nome. In tanti secoli ha mantenuto il suo
tracciato, per lo meno in ambito urbano, continuando a veicolare merci e
persone, e con esse anche idee, lingue e sensibilità religiose differenti,
creando i presupposti per una città accogliente verso lo straniero,
nell'antichità come ai giorni nostri.
«Marco Emilio Lepido -spiega il soprintendente Luigi Malnati, uno dei curatori
della mostra- è stato un personaggio determinante anche se non sufficientemente
ricordato nei manuali di storia. La strada che porta il suo nome, e che ha poi
dato il nome a un'intera regione, è frutto del suo progetto politico di
costruire uno spartiacque tra i territori romani e quelli controllati dagli
alleati a difesa delle popolazioni barbariche del nord, ma la via nata a scopo
militare ha poi assunto funzioni civili e commerciali diventando quindi un luogo
di unione».
Il percorso espositivo, che riunisce alle testimonianze dal Reggiano alcuni
importanti prestiti da prestigiosi musei, documenta la fortuna della strada
dagli antefatti di età preromana al Medioevo, portando al centro dell'attenzione
la figura del costruttore, il console Marco Emilio Lepido.
L’antica Regium Lepidi si mette in mostra nelle sale del nuovo museo di
palazzo S. Francesco per illustrare il ruolo essenziale della città
attestato anche da importanti resti archeologici, in parte esposti per la prima
volta. Le ricostruzioni dei mezzi di trasporto e degli scenari stradali sono
parte fondamentale dell’esposizione.
LUOGHI DELLA MOSTRA
L’esposizione si sviluppa nelle tre sedi di Palazzo dei Musei,
Palazzo Spalletti Trivelli e Museo Diocesano e in altri luoghi del centro
storico coinvolti a vario titolo nel circuito tematico della mostra. Fra questi
il Municipio, che rende omaggio alla figura del suo fondatore accogliendo
il visitatore con la scultura settecentesca di Marco Emilio Lepido, ora
restaurata da Angela Allini di Opus Restauri con il contributo del Lions Club
Marco Emilio Lepido di Reggio Emilia, oppure l'incrocio fra la Via Emilia e
via Crispi (che ricalca il tracciato di una strada romana obliqua riportata
in luce di recente sotto palazzo Busetti) dove una riproduzione 3D della statua
del console (realizzata da Geis–Geomatics engineering innovative solutions)
segnala l'itinerario verso Palazzo dei Musei.
Il console fondatore Marco Emilio Lepido riprodotto in 3d
all'incrocio tra la Via Emilia e Via Crispi è l'emblema della grande mostra sulla Reggio Emilia romana e
la sua strada. Nel frattempo si restaura l'originale settecentesco che accoglie
i visitatori all'ingresso del municipio
L’esposizione vera e propria si dipana tra la sede principale di Palazzo dei Musei e le due sedi collaterali del Museo Diocesano, in via Vittorio Veneto n. 8, dove la mostra "EGO SUM VIA", nelle due sezioni "Via AEmilia Via Christi" e "Vie per la buona notizia", approfondisce il tema del primo Cristianesimo lungo la Vai Emilia, e di Palazzo Spalletti Trivelli, in Via Emilia San Pietro n. 6, sede del gruppo bancario Credem, che ospita "Regium Lepidi underground", sezione dedicata all’edilizia romana sullo sfondo dei resti del foro della città tuttora conservati nei sotterranei dell'istituto di credito.
La mostra “On the road. La Via Emilia 187 a.C. – 2017” è promossa dai
Musei Civici di Reggio Emilia, dal Segretariato regionale del Ministero
dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'Emilia-Romagna e
dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città
metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara,
in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e Fondazione Pietro
Manodori, con il contributo di
Credem e Iren e il patrocinio di Anas.
Curata da Luigi Malnati, Roberto Macellari e Italo Rota, si avvale
di un Comitato scientifico composto da Giovanni Brizzi, Annalisa Capurso,
Francesca Cenerini, Antonella Coralini, Mauro Cremaschi, Renata Curina, Maurizio
Forte, Maria Luisa Laddago, Daniela Locatelli, Roberto Macellari, Luigi Malnati,
Giada Pellegrini, Elisabetta Pepe, Marco Podini e Paolo Sommella.
Una delle sale della mostra "On the road. La via Emilia, 187 a.C. - 2017" (foto
Carlo Vannini)
L'allestimento, curato dall’architetto Italo Rota, punta a restituire alla sensibilità contemporanea i preziosi reperti archeologici esposti, inserendoli in ricostruzioni virtuali dell'antica strada romana e contestualizzandoli con l’aiuto di spezzoni di celebri film peplum, con storie e star di sceneggiati e kolossal, da Charlton Heston e Kirk Douglas al «gladiatore» Russel Crowe, da Richard Burton ed Elizabeth Taylor a Marlon Brando e Orson Welles. Sarà possibile rivivere l'affascinante storia della Via Emilia attraverso le vicende dei suoi protagonisti mentre una serie di installazioni multimediali, sovrapponendo la Via Emilia storica a quella contemporanea, consentiranno di cogliere con immediatezza persistenze, differenze e analogie.
Fra gli obiettivi della mostra che Reggio Emilia dedica alla Via Emilia
romana e al suo fondatore Marco Emilio Lepido c'è quello di avvicinare al grande
pubblico l'archeologia e la storia, per riscoprire le origini della città
attraverso importanti reperti esposti in prestigiose location museali e
sorprendenti contaminazioni che attualizzino il passato in maniera informale e
creativa, raccontando il significato della strada consolare nella
contemporaneità.
Ecco perciò coinvolti luoghi diversi, diffusi e quotidiani della città, con
l'aiuto del cinema (citazioni da famosi film peplum), delle tecnologie
più avanzate e della 'personificazione' della storia.
Particolare di dona militaria (onorificenze) da un monumento funerario
cilindrico, Rubiera (RE)
Musei Civici di Reggio Emilia, foto Carlo Vannini
L'ALLESTIMENTO A PALAZZO DEI MUSEI
I temi della mostra: L'Emilia prima dell'Aemilia, Via Emilia-SS9, Marco
Emilio Lepido e la sua città, Ruote zoccoli e calzari, La buona strada, Racconti
per l'eternità, Est modus in rebus
La mostra coinvolge tutto il Palazzo dei Musei, a partire dalla
valorizzazione delle collezioni storiche al piano terra come il
Chiostro dei marmi romani (allestito in forma di giardino archeologico agli
inizi del XX Secolo per ospitare i numerosi reperti architettonici romani
rinvenuti nella necropoli di San Maurizio) e il Portico dei marmi dove
sono esposti in sequenza i monumenti funerari riportati alla luce dal XV secolo
ad oggi fra Villa Ospizio e San Maurizio, vera e propria Via Emilia dei defunti,
che ogni viandante avrebbe percorso in arrivo o in uscita da Regium Lepidi.
Di notevole impatto la ricostruzione in 3D della città romana realizzata in
realtà aumentata dalla Duke University di Durham (USA).
Il percorso vero e proprio della mostra parte dal primo piano con la
sezione La Via Emilia prima della Via Aemilia. Introdotti da un
fregio della Basilica Aemilia di Roma che rappresenta Marco Emilio Lepido come
costruttore di città, l'esposizione di reperti provenienti dal Reggiano
documenta il tracciato stradale in età preromana, quando si manifesta un primo
utilizzo del percorso che attraversa il territorio da est a ovest nella fascia
di media pianura, vettore di cultura scritta che fa del territorio reggiano uno
dei più precocemente interessati dalla diffusione della scrittura di tutta
l'Italia settentrionale.
Il
secondo piano espone alcuni importanti manufatti che introducono il tema
della Via Emilia. Si va dal grande cippo miliare con intestazione a Marco
Emilio Lepido proveniente dal Museo Archeologico di Bologna, una delle rare
testimonianze del console costruttore di strade, ad uno dei quattro vasi in
argento da Vicarello che indica le stazioni intermedie e le relative
distanze dell'itinerario tra Cadice e Roma (comprese le città lungo la Via
Aemilia), per la prima volta uscito dal Museo Nazionale Romano; dalla
scultura dell'agrimensore proveniente dal Museo della civiltà romana di Roma
a un rarissimo pezzo di lituo in bronzo da Sant'Ilario d'Enza, l'insegna
dell'augure, magistrato/sacerdote addetto alle fondazioni urbane e al
tracciamento delle strade.
I magnifici reperti sono arricchiti da proiezioni che rappresentano
l'unicità e l'eccezionalità della Via Emilia, dalle misure e numeri della
lunghezza della strada alle sue ortogonalità, dalle distanze tra le città ai
tempi di percorrenza, fino al dialogo tra la via Emilia e le altre direttrici di
collegamento che in tempi recenti l'hanno affiancata ma mai soppiantata come la
ferrovia storica, quella ad Alta velocità, l’autostrada e perfino le rotte
aeree.
Nella sala centrale del terzo piano, lunga quasi 50 metri, ci si immerge
in un viaggio nello spazio e nel tempo che propone il passato (sotto) e il
presente (sopra) della Via Emilia. Il percorso “di sotto” espone i materiali
archeologici relativi alla fondazione e utilizzazione della strada in età romana
congiungendo i due capolinea contrapposti, Rimini (Ariminum) ad est con
la ricostruzione dell'Arco di Augusto che corrisponde all'innesto della Via
Aemilia alla Via Flaminia e l'esposizione del corredo funerario di uno dei primi
coloni romani della città, e Piacenza (Placentia) ad ovest con i rilievi
di uno spettacolare fregio d'armi che coronava un monumento funerario. Il
percorso è scandito da sette 'teatrini' che propongono i temi del Limite, del
Ponte, delle Sepolture, del Commercio, del Foro, della Locanda e della Casa,
incrociando le altre città attraversate dalla Via consolare, le vie trasversali,
le vie d’acqua e le loro storie rappresentate dalla sequenza dei cippi miliari,
dalle iscrizioni e dai frammenti delle pile pertinenti ai ponti della Strada
consolare e dalle dediche a divinità protettrici della strada e dei viandanti.
Il percorso “di sopra” racconta invece l'attualità della strada grazie a
un’installazione multimediale a soffitto, con riprese effettuate al livello zero
della Via Emilia di oggi: il presente che si fa storia delle comunità e delle
persone.
La sala dedicata a Regium Lepidi illustra la figura di Marco
Emilio Lepido nelle sue molteplici sfaccettature di politico lungimirante,
generale vittorioso, trionfatore sui Liguri dell'Appennino tosco-emiliano e di
costruttore di strade e di città (Mutina, Parma, Luni e Regium Lepidi).
La ricostruzione al vero di una tenda consolare ospita
l'unico suo ritratto fisiognomico, un busto di rara potenza espressiva proveniente dal
Museo Archeologico Nazionale di Luni, città fondata dal triumviro Marco Emilio
Lepido nel 177 a.C., concesso in prestito dal Polo Museale della Liguria.
Altre due sale laterali trattano il tema dell'Archeologia lungo la Via
Emilia, a cominciare dai sepolcreti e in particolare dagli affacci
delle sepolture sulla strada, concepiti come cortine di monumenti che avrebbero
dovuto richiamare l'attenzione dei viandanti sulle famiglie e figure più
autorevoli della città. Ne sono limiti cronologici gli inizi del primo millennio
a.C., quando gli Etruschi creano nella Cispadana un sistema di
comunicazioni che possiamo ben definire un'Emilia prima dell'Aemilia, e il
Medioevo, quando le vie dei pellegrinaggi spezzano con il sistema delle
Romee l'antica unitarietà della Via consolare.
Dopo aver toccato i temi del viaggio e dei mezzi di trasporto, indagati
dall’antichità ai nostri giorni con esposizione anche di pezzi originari, la
mostra si chiude con una ricostruzione in basoli originari in trachite di
un segmento urbano di Via Emilia, che documenta il sovrapporsi di più Vie Emilie
a partire da quella pavimentata da Augusto imperatore, e quella di un carro
romano messo in relazione con i basoli che recano i solchi prodotti dal
traffico veicolare romano nel cuore di Regium Lepidi.
EGO SVM VIA. Via Aemilia. Via Christi.
Museo Diocesano, Palazzo Vescovile Estense
Via Vittorio Veneto n. 6 - Reggio Emilia
4 dicembre 2017 - 3 aprile 2018
Nell'ambito delle celebrazioni dei 2200 della Via Emilia (187 a.C. - 2017),
il Museo Diocesano, in sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e
Paesaggio di Bologna, i Civici Musei di Reggio Emilia e il Credito Emiliano,
propone un ritratto della Via Emilia quale veicolo della fede cristiana
attraverso la mostra "EGO SVM VIA. Via Aemilia. Via Christi".
Partendo da Cristo, VIA di salvezza, il percorso presenta le più antiche
attestazioni della fede cristiana in terra reggiana, il rapporto tra paganesimo
e fede cattolica e la piena adesione dei longobardi alla ortodossia romana.
Presenti nel micro percorso espositivo opere inedite provenienti dallo scavo
archeologico della cattedrale, analogamente al meraviglioso mosaico pavimentale
di IV secolo rinvenuto al di sotto della cripta del duomo.
La mostra sarà presentata il 4 dicembre 2017, alle 17.45, nell'Auditorium
CREDEM di Palazzo Spalletti Trivelli (area archeologica del Foro Romano, Via
Emilia S. Pietro n. 4) con interventi di Giorgio Ferrari, Presidente del
Credito Emiliano, Giammaria Manghi, Presidente della Provincia di Reggio
Emilia, Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia, Tiziano Ghirelli,
Direttore Museo Diocesano di Reggio Emilia, Elisabetta Farioli,
Direttrice Civici Musei di Reggio Emilia, Luigi Malnati, Soprintendente
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le
province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Carlo Lamecchi, presbitero
diocesano, e Massimo Camisasca, Vescovo di Reggio Emilia – Guastalla.
Seguirà, alle ore 19, l'inaugurazione vera e propria nel Museo Diocesano di Reggio Emilia
La mostra è visitabile nel Museo Diocesano, Palazzo Vescovile Estense, in Via
Vittorio Veneto n. 6, dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30, sabato,
domenica e festivi dalle 9.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30
per info: Ufficio diocesano beni culturali, tel. 0522 1757930
beniculturali@diocesi.re.it
Regium Lepidi Underground
Palazzo Spalletti Trivelli
Area archeologica del Foro Romano
Via Emilia San Pietro, 6 - Reggio Emilia
Dal 20 gennaio al 1 luglio 2018
Da sabato 20 è possibile visitare
l’esposizione "Regium
Lepidi Underground", suggestivo percorso tra i resti del foro della
città, tuttora conservati nei sotterranei dell'istituto di credito Credem,
dedicato all’edilizia romana.
Sono previste visite guidate a gruppi senza prenotazione il primo
e il terzo sabato di ogni mese (dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18,
ultimo ingresso ore 17.30); prenotazione obbligatoria per le scuole
regiumlepidiunderground@credem.it
La mostra è stata presentata il 16 gennaio con
interventi di Giorgio Ferrari, Presidente del Credito Emiliano, Luca
Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia, Elena Calandra, Direttore
Istituto Centrale Archeologia, Luigi Malnati, Soprintendente Archeologia,
Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di
Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Tiziano Ghirelli, Direttore Museo
Diocesano di Reggio Emilia - Guastalla, Roberto Macellari, Responsabile
Collezioni archeologiche Musei Civici di Reggio Emilia, e Odette D’Albo,
Conservatore delle Collezioni d’Arte Credem. Con l'occasione è stato anche
presentato il catalogo della mostra "On the Road – Via Emilia 187 a.C. - 2017"
alla presenza delle curatrici Annalisa Capurso, archeologa della Soprintendenza Archeologia,
Belle Arti e Paesaggio di Bologan, e Georgia Cantoni, Funzionaria dei
Musei Civici di Reggio Emilia.
IL CATALOGO DELLA MOSTRA
E’ in vendita al bookshop del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia (via
Spallanzani, 1) al costo di 30 euro i di Reggio Emilia il Catalogo
della grande mostra On the road – Via Emilia 187 a.C. – 2017.
Dedicato a Giancarlo Ambrosetti illustre archeologo e direttore dei Musei Civici
di Reggio Emilia dagli anni Sessanta ai Novanta, curato da Annalisa Capurso
(Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana
di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara) e Georgia
Cantoni (Musei Civici di Reggio Emilia), edito da Grafiche Step Parma, il
catalogo –415 pagine, 31 saggi tematici e 88 schede di approfondimento sui
materiali– è restituzione ampia, pregevolmente documentata e analitica
dell’affascinante percorso progettuale e scientifico a fondamento
dell’esposizione archeologica, che nell’allestimento dello stesso Italo Rota
avvicina l’antichità al tempo di oggi e ne offre una lettura diretta e
sorprendente, nella sensibilità contemporanea.
Rilevante la partecipazione degli esperti alla realizzazione del catalogo, 63
autori, che vanno doverosamente citati: Gabriella Angeli Bufalini, Julian
Bogdani, Anna Bondini, Claudio Borgognoni, Giovanni Brizzi, Francesca Bulzomì,
Carla Buoite, Maria Cristina Burani, Sara Campagnari, Georgia Cantoni, Gloria
Capelli, Annalisa Capurso, Annamaria Carini, Marcello Cartoceti, Nicola Cassone,
Marco Cavalieri, Cinzia Cavallari, Francesca Cenerini, Antonella Coralini, Mauro
Cremaschi, Renata Curina, Alessandro D’Alessio, Clotilde D’Amato, Nicolò Donati,
Anna Dore, Elisabetta Farioli, Erica Filippini, Maurizio Forte, Enrico Giorgi,
Cristina Giovagnetti, Chiara Guarnieri, Donato Labate, Maria Luisa Laddago,
Maria Gabriella Lilli, Daniela Locatelli, Anna Losi, Roberto Macellari, Ottavio
Malfitano, Luigi Malnati, Valentina Manzelli, Marinella Marchesi, Enea Mazzetti,
Stefano Medas, Monica Miari, Roberta Michelini, Anna Lina Morelli, Francesco
Muscolino, Cristina Palazzini, Simone Pastor, Cecilia Pedrelli, Giada
Pellegrini, Marco Podini, Annalisa Pozzi, Nicoletta Raggi, Eleonora Rossetti,
Italo Rota, Celia Sánchez Natalias, Massimo Storchi, Paolo Storchi, Cristian
Tassinari, Iames Tirabassi, Tiziano Trocchi e Valentina Uglietti.
Il lavoro di costruzione del catalogo si è avvalso altresì di un Comitato
scientifico, composto da Giovanni Brizzi, Georgia Cantoni, Annalisa Capurso,
Francesca Cenerini, Antonella Coralini, Mauro Cremaschi, Renata Curina, Maurizio
Forte, Maria Luisa Laddago, Daniela Locatelli, Roberto Macellari, Luigi Malnati,
Giada Pellegrini, Elisabetta Pepe, Marco Podini e Paolo Sommella.
Il volume è suddiviso in due parti.
La prima illustra lo scenario storico-politico del III-II secolo a.C. in
Emilia-Romagna, che fa da sfondo alla genesi della Via Emilia – straordinaria
infrastruttura di una prima visione “globale” del mondo, che ha mantenuto nel
tempo la sua forza generatrice di relazioni, valore e immaginario collettivo – e
con essa approfondisce la figura del console Marco Emilio Lepido, suo fondatore.
Si ripercorrono, per ogni città lungo la Via Emilia, le opere compiute
dall’ingegneria romana ed i rinvenimenti più importanti, gli scavi effettuati in
passato ed in epoche più recenti. E’ compresa una sezione dedicata alle ricerche
archeologiche in corso lungo la Strada consolare, mentre un’altra sezione
dedicata ai viaggi ed ai trasporti in epoca romana affronta il tema degli
spostamenti e dei mezzi di trasporto sia via terra che lungo le vie d’acqua.
La seconda parte si focalizza dapprima sui percorsi e il popolamento reggiano
durante l’Età del Ferro, i precedenti della Via Emilia, presentando i principali
ritrovamenti di epoca etrusca in territorio reggiano, poi le strutture e dei
numerosi pavimenti rinvenuti dell’abitato di Regium Lepidi, una sezione è
dedicata infine alle necropoli. Tali contenuti danno modo al lettore – e al
visitatore della mostra – di conoscere da vicino chi viveva nella città romana,
i suoi cittadini, con i loro nomi, i mestieri, le relazioni di parentela e i
vincoli famigliari.
L’excursus cronologico si chiude con i contributi dedicati alla Reggio Emilia ed
alla Via Emilia d’epoca tardo antica-medievale, seguiti – importante riferimento
alla contemporaneità, coerente con il progetto espositivo e allestitivo – dal
saggio dedicato alla strada come Via della Liberazione e dalla sezione dedicata
alla tutela del territorio, considerata sotto tutti i suoi aspetti, compreso
l’utilizzo delle nuove tecnologie, i diversi ambiti della comunicazione e della
museografia dell’antico che oggi, sempre più, vuole utilizzare i linguaggi della
contemporaneità ed intendere il viaggio lungo la strada e la storia come
percorso di conoscenza e cambiamento, analogamente a quanto accade nell’intenso
romanzo di Jack Kerouac On the road.
GLI ALTRI EVENTI
La mostra è affiancata da una serie di iniziative promosse da vari enti e
istituzioni culturali fra cui quelle dei dieci Comuni reggiani depositari
di materiali archeologici che propongono eventi collegati al tema della Via
Emilia, dalle passeggiate sulle strade della centuriazione alle visite a
ponti e segmenti di vie antiche, da convegni scientifici ad attività divulgative
e didattiche.
In occasione della mostra saranno realizzati progetti educativi sul tema
della viabilità e dell'incontro tra culture e popoli diversi e incontri con
archeologi e storici dell'antichità di Università, Soprintendenze e Musei
che tratteranno il tema della viabilità antica e contemporanea nel Reggiano, in
Emilia, nell'Impero romano.
Oltre alle visite guidate alla mostra e a Musei e siti di interesse
archeologico in città e in altri luoghi del Reggiano, sono in programma
workshop e seminari per studenti di topografia, archeologia e antichistica
inerenti i temi della mostra, con il coinvolgimento di urbanisti e architetti
del paesaggio.
Viridarium di domus con fontana decorata dalla maschera presente
nelle collezioni dei Musei Civici di Reggio Emilia (installazione digitale)
IL CONSOLE FA IL BIS
Con questo intento, la regia affida a Marco Emilio Lepido una parte non solo
da protagonista, ma anche da 'suggeritore di scena': il console, ovvero la sua
immagine, si sdoppierà, per diventare testimonial e accompagnatore del pubblico
alla mostra.
Una riproduzione fedele - ma con un'opportuna variazione sul tema - della statua
settecentesca, che raffigura il console-fondatore nell'atrio d'ingresso del
Palazzo del Comune, sarà realizzata con rilievo e modellazione 3D (stampante
digitale) e collocata in piazza del Monte, nel cuore di Reggio Emilia,
esattamente all'incrocio tra la Via Emilia e via Crispi, che ricalca il
tracciato di un'altra strada romana, eccezionalmente obliqua rispetto
all'orditura simmetrica del tessuto urbano antico, recentemente riportata alla
luce sotto il vicino palazzo Busetti. In questo caso -variazione sul tema- il
console avrà un braccio alzato a indicare via Crispi, da cui si raggiunge il
Palazzo dei Musei, sede principale della mostra.
Realizzata negli studi e laboratori della società Geis – Geomatics engineering
innovative solutions, la statua-riproduzione avrà un'altezza di tre metri, il
peso di circa otto chilogrammi, sarà fissata su un podio ligneo che la fissa
stabilmente a terra; sarà fatta di polistirene espanso sinterizzato con finiture
in resine e verniciatura in colori blu e bianco, verrà collocata su una base
dotata di epigrafi con riferimenti informativi alla mostra.
Ideatori e immagini di progetto assicurano sin da ora che il console sarà uguale
a se stesso, ovvero all'originale settecentesco che tutti incontrano
all'ingresso del Municipio: l'aria sorniona e familiare, la postura libera e
sciolta, il corpo solido che accenna al movimento nella corazza muscolare
portata con disinvoltura a protezione del busto in torsione e l'accentuato
avanzamento della gamba.
IL
RESTAURO DELL'ORIGINALE
Nel frattempo Angela Allini di Opus Restauri sta provvedendo -grazie al
contributo del Lions Club Marco Emilio Lepido di Reggio Emilia- al restauro del
Marco Emilio Lepido all'ingresso del Palazzo del Comune, ad oggi unico tributo
artistico della città al suo fondatore, presente a Reggio Emilia.
Si tratta di una splendida statua virile, abbigliata all'eroica, in stucco, a
grandezza più che naturale.
La superficie è trattata con una speciale patina che serve a conferire l'aspetto
di un monumento in bronzo. Il restauro prevede la pulitura, la stuccatura, la
reintegrazione delle lacune con colori reversibili. Viene restaurata
completamente anche la decorazione della finta nicchia 'ad illusionismo' che
corona la scultura.
Sono un 'giallo' le origini della statua settecentesca di Marco Emilio Lepido ed
è perciò assai difficile la sua attribuzione. Dalla ricostruzione che Elisabetta
Farioli, direttore dei Musei Civici, ha svolto in occasione della mostra, si
deduce una possibile ma non certa attribuzione dell'opera ad Antonio Bernard,
insegnante di plastica e scultura alla Scuola di Belle arti di Reggio Emilia
negli ultimi anni del Settecento. Gli elementi che caratterizzano la statua,
spiega Farioli, “possono fare avvicinare l'opera alle esperienze della scultura
francese degli ultimi decenni del XVIII Secolo, sul solco di Jean-Baptiste
Pigalle ma con un progressivo avvicinamento alla poetica neoclassica. In
particolare per Bertrand, della cui vita e poetica così poco conosciamo, un
avvicinamento può essere proposto all'entourage degli scultori particolarmente
impegnati nella costruzione dell'immaginario legato alle istanze rivoluzionarie
del periodo, con riferimento per esempio al nome di Joseph Chinard, noto anche a
Roma per le sue sculture riprese dall'antico”.
Anche nel Settecento, come oggi, la figura del console nella sua città fu letta
e interpretata nello stile e nella cultura contemporanea dell'epoca.
IL CONSOLE, I DUCHI D'ESTE E IL CARDUCCI NEI SECOLI
Nel corso dei secoli, Reggio Emilia si è occupata ripetutamente e
occasionalmente del suo fondatore.
Memorabile, ricorda la stessa Farioli, la citazione di Giosuè Carducci nel
celebre discorso del 1897 in occasione del primo centenario del Tricolore:
“Reggio animosa e leggiadra, questa figlia del console Marco Emilio Lepido e
madre a Ludovico Ariosto”.
Particolare attenzione fu riservata al console nel Rinascimento, quando la
riscoperta della Classicità e l'ispirazione al mondo antico furono più intense
nell'arte e nella cultura.
Una per tutte, forse la più importante ed emblematica, è la vicenda che nel
Cinquecento coinvolse l'affermato architetto e scultore Prospero Sogari detto il
Clemente - di scuola michelangiolesca, autore fra l'altro di Adamo ed Eva sulla
facciata del Duomo, del Gesù che porta la Croce e della Mater Amabilis nella
Basilica di San Prospero – e il suo illuminato e facoltoso committente, Gaspare
Scaruffi, consulente economico del duca Alfonso II d'Este. Per omaggiare il
sovrano in visita a Reggio, lo Scaruffi commissionò al Clemente due statue
destinate alla facciata del Palazzo comunale: una di Ercole, il cui nome era fra
quelli ricorrenti nella casata ducale, ed una di Marco Emilio Lepido. Entrambe
bellissime, le sculture furono ricavate da un enorme blocco di marmo di Carrara,
che raggiunse Reggio per via d'acqua: imbarcato nel Tirreno, circumnavigò
l'Italia, fu traghettato lungo il Po sino a Ferrara e da qui a Reggio. Della
collocazione sulla facciata del Comune non si fece però nulla e le sculture
furono sistemate nel cortile del palazzo Scaruffi, sull'attuale via Crispi. Nel
Seicento si tentò di venderle al duca Francesco I d'Este, raffinato cultore
d'arte e autore di numerose sottrazioni al patrimonio reggiano, per la Reggia di
Sassuolo, ma l'affare non andò in porto. Infine, nel 1724 l'Ercole e il Marco
Emilio Lepido rinascimentali furono lasciati in eredità da Claudia Prati
Scaruffi al duca Rinaldo d'Este e furono collocate all'ingresso grandioso del
Palazzo Ducale di Modena, dove ancora oggi si possono ammirare.
L'inconfondibile tracciato della Via Emilia all'interno della città di Reggio
Emilia
La mostra fa parte del grande progetto di promozione della cultura e del territorio “MMCC 2.200 anni lungo la via Emilia” www.2200anniemilia.it promosso da tre città –Reggio Emilia, Parma e Modena a cui si aggiungerà Bologna in un secondo momento-, due Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio –quella per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e quella di Parma e Piacenza- e dalla Regione Emilia-Romagna
LABORATORI DIDATTICI: Dipartimento educazione Musei Civici di Reggio Emilia, telefono 0522.456805
VISITE GUIDATE PER GRUPPI: Cooperativa Le Macchine Celibi
PACCHETTI TURISTICI in collaborazione con ITINERE – Club di Prodotto Reggio Tricolore info@itinere.re.it – telefono +39.0522.1696020
Info: Musei Civici (uffici) Tel. 0522 456477 - Palazzo dei Musei Tel. 0522 456816 www.musei.re.it - musei@municipio.re.it
Una delle sale della mostra "On the road. La via Emilia, 187 a.C. - 2017" (foto
Carlo Vannini)
Tutto è
contemporaneo, attualità dell’antico
Dialoghi intorno a “ON THE ROAD – VIA EMILIA 187 A.C.-2017”
INCONTRI nella Sala del Tricolore
piazza Prampolini 1, Reggio Emilia
venerdì 16 marzo, ore 18
Eva Cantarella
Tra passato e presente: i conflitti di generazione
Il dialogo con Eva Cantarella, storica dell'antichità e del
diritto antico, è condotto da Tommaso Ricci, caporedattore cultura del Tg2 RAI.
Alle ore 19,30 visita gratuita alla mostra “On the road – Via Emilia 187 a.C
2017”, allestita nei Musei civici, e Light simposium a cura di ArcheoCucina
Info www.musei.re.it
venerdì 23 marzo, ore 18
Franco Farinelli
L’invenzione dello spazio
venerdì 6 aprile, ore 18
Italo Rota
Tempo e memoria sono oggetti
venerdì 13 aprile, ore 18
Ivano Dionigi
Tra notum e novum. Il destino della parola
venerdì 4 maggio, ore 18
Cristiana Collu
Time is out of joint - Storia dell’arte in
controtempo e contrattempo
Cristiana Collu, direttore della Galleria nazionale d’Arte
moderna e contemporanea di Roma, dialoga con la giornalista Elena Del Drago di
Radio Rai. A seguire visita alla mostra On the Road persso i Musei civici e
aperitivo con Archeocucina
L’incontro dà diritto a CFP per architetti e potrà essere considerato come
aggiornamento per insegnanti. Info 0522 456477
venerdì 11 maggio, ore 18
Andrea Carandini
La casa degli Aemilii Scauri a Roma
conduce Marco Carminati
incontro promosso da Delegazione FAI di Reggio Emilia e INSIEME
PER I MUSEI DI REGGIO EMILIA
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
A seguire visita alla mostra ON THE ROAD. Via Emila 187 a.C.-2017 presso
Palazzo dei Musei con light simposium
Gli incontri daranno diritto a CFP per architetti; il ciclo di incontri è in collaborazione con Ufficio Scolastico Territoriale di Reggio Emilia ed è riconosciuto secondo il DM 170/2016
INCONTRO INAUGURALE
On the road – Via Emilia 187 a.C. - 2017 viene inaugurata sabato 25 novembre
2017, alla presenza del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e del
ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio.
Alle ore 10, nella Sala degli Specchi del teatro Municipale Romolo Valli,
in un incontro a inviti, sono previsti i loro interventi, assieme a
quelli del rappresentante della Regione Emilia-Romagna e dei curatori Luigi
Malnati, Roberto Macellari e Italo Rota.
A seguire, alle ore 11.15, al Palazzo dei Musei, il taglio del nastro e
l'apertura della mostra al pubblico.
Per il secondo anno consecutivo, i Musei Civici di Reggio Emilia aderiscono
alla Giornata Internazionale delle persone con disabilità che si celebra il 3
dicembre di ogni anno. L'evento è stato istituito nel 1981 per promuovere una
più diffusa ed approfondita conoscenza sui temi della disabilità, sostenere la
piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e
allontanare ogni forma di discriminazione. Il Programma mondiale d'azione
concernente le persone disabili, adottato dall'Assemblea Generale delle Nazioni
Unite nel 1982, stabilisce chiaramente l'obiettivo della piena ed effettiva
partecipazione delle persone con disabilità nella vita sociale e culturale della
nostra società.
Aderendo a questo importante evento, i Musei Civici intendono promuovere
l'accesso alle istituzioni culturali ed affermare il diritto alla cultura ed
alla conoscenza del patrimonio storico e culturale della nostra città per tutti
i cittadini; promuovere una maggiore conoscenza delle condizioni di disabilità e
mobilitare il sostegno per la dignità, i diritti ed il benessere di persone con
disabilità; aumentare la consapevolezza delle ricadute positive sulla società
dovute all’integrazione sociale di persone disabili.
Tre le iniziative in programma:
3 dicembre ore 11.00, Palazzo dei Musei, via
Spallanzani, 1
“Mi - Riguarda, emozioni in movimento”, laboratorio per
bambini dai 6 ai 10 anni.
Un laboratorio per arricchirsi attraverso il confronto, giocando con il proprio
corpo e le proprie emozioni. Attività motorie ed espressive ci invitano a
guardare noi stessi con occhi nuovi e scoprire che la storia degli altri ci
riguarda sempre.
L’evento è inserito nel programma della Giornata Mondiale delle persone con
Disabilità.
Iniziativa in collaborazione con Reggio Emilia città senza barriere ed FCR
(Farmacie Comunali Riunite).
Ingresso libero.
3 dicembre ore 16.00, Palazzo dei Musei, via
Spallanzani, 1
“Museo Facile”, visita guidata facilitata alla mostra
“On the road – Via Emilia 187 a.C-2017”.
Iniziativa dedicata a persone con disabilità, che verranno accompagnate da un
archeologo per conoscere gli aspetti più emozionanti e curiosi della mostra.
L’evento è inserito nel programma della “Giornata Mondiale delle persone con
Disabilità”.
Iniziativa in collaborazione con Reggio Emilia città senza barriere ed FCR
(Farmacie Comunali Riunite).
La guida è compresa nel prezzo del biglietto della mostra.
9 dicembre ore 10.30, Palazzo dei Musei, via
Spallanzani, 1
Laboratorio creativo aperto a tutti per sperimentare le proprie
abilità nella lavorazione della creta e confrontarsi con sguardi diversi.
L'evento è inserito nel programma della Giornata Mondiale delle persone con
Disabilità.
Iniziativa in collaborazione con Reggio Emilia città senza barriere ed FCR
(Farmacie Comunali Riunite).
Ingresso gratuito
Nell'anno in corso i Musei Civici del Comune di Reggio Emilia (insieme all'AUSL-
Servizio Handicap adulto, FCR e 11 strutture per i disabili adulti) hanno
realizzato laboratori e visite guidate speciali per accogliere questi nuovi
visitatori. Inoltre, grazie ad un finanziamento dell'IBC ed alla collaborazione
con l'Istituto Galvani- Iodi sono in corso di produzione presentazioni
facilitate di alcuni oggetti della sezione di Etnografia. Infine, nell'ambito
della mostra “On the road. 187 a.c- 2017” è stata realizzata la
traduzione in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) dei
principali contenuti, finalizzata a favorire la comprensione a persone con
bisogni comunicativi speciali. I simboli utilizzati sono Open Source e fanno
parte della libreria di simboli Arasaac. L'associazione GIS - Genitori per
l'inclusione sociale - ha curato la traduzione.
L'offerta di questa nuova modalità comunicativa si inserisce all'interno del
progetto MUSEO FACILE attivo dal 2015 in collaborazione con l'AUSL - Servizi per
disabili adulti ed FCR ed ha come promotori: Farmacie Comunali Reggiane, GIS -
Genitori per l'inclusione sociale, Reggio Emilia - Città senza Barriere, Musei
Civici.