Testo di Patrizia von Eles, Archeologa della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e Direttore scientifico degli scavi e del Museo Civico Archeologico di Verucchio (RN)
Relazione per cartella stampa relativa al convegno internazionale "Immagini di uomini e donne dalle necropoli villanoviane di Verucchio” si svolge dal 20 al 22 aprile 2011 nel Teatro Comunale di Verucchio (RN), con un’appendice al Museo Civico Archeologico
Verucchio nella Protostoria
Verucchio
è un piccolo comune di circa 8mila abitanti situato su un’altura rocciosa a
pochi chilometri dalla costa riminese.
Una posizione geograficamente molto favorevole, che in passato ha certamente
avuto un significato importante per la posizione di controllo sul corso del
Marecchia e sull’itinerario che, attraverso il passo di Viamaggio, metteva in
comunicazione la Romagna con l’Etruria interna. Certamente significativa era
anche la prossimità al mare, non solo per l’utilizzazione delle risorse,
peraltro documentata da reperti nelle tombe, quanto per il ruolo svolto da
Verucchio nel quadro delle relazioni che, utilizzando i percorsi marittimi
adriatici, mettevano in contatto l’Egeo, la penisola italiana e l’Europa del
Nord. Dal Mar Baltico arrivava l’ambra, dall’Europa centrale anche metalli
allora preziosi, quale ad esempio lo stagno.
Il territorio di Verucchio è variamente differenziato tra pianura costiera,
collina e valli fluviali: questa varietà ha contribuito in modi articolati
all’economia del centro villanoviano.
Sono state rinvenute, distribuite in quattro distinti sepolcreti tutti
localizzati sulle pendici del colle, circa 600 sepolture, comprese nell’arco di
tempo tra il IX e il VII secolo a.C.
Il numero limitato delle tombe, le loro caratteristiche strutturali e gli
elementi indicatori di rango, potere e ricchezza, permettono di ipotizzare che
questi sepolcreti fossero riservati solo alle famiglie gentilizie. Non abbiamo
invece nessuna informazione sulle tombe, ammesso che esistessero, della gente
comune
I Progetti
Da circa 15 anni la Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna e le Istituzioni Regionali e locali condividono progetti
sulle necropoli villanoviane di Verucchio.
Dopo l’apertura del Museo (segnalato nell’anno 2000 tra i dieci migliori musei
d’Europa) e la catalogazione di migliaia di reperti provenienti dai vecchi scavi
condotti tra il 1969 e il 1972, nel 2005 è ripresa l’esplorazione della
Necropoli Lippi. L’obiettivo era condurre lo scavo con le più moderne tecniche
d’indagine, nella speranza che il nuovo approccio metodologico potesse fornire
risposte ai tanti interrogativi che circondano quella che è una delle più
importanti realtà dell’età del ferro in Italia. Agli scavi hanno partecipato
anche decine di giovani archeologi provenienti da tutta Europa e dagli Stati
Uniti. I lavori sono stati anche trasmessi in diretta via web grazie a una serie
di telecamere fisse o posizionate sul casco degli archeologi.
Il Comune di Verucchio sta ora progettando la realizzazione di un Parco
Archeologico sull’area della più estesa tra le quattro necropoli al momento
conosciute. Il progetto è stato approvato dal Ministero per i beni e le Attività
Culturali e sarà finanziato da ARCUS SpA (società per lo sviluppo dell’arte,
cultura e spettacolo)
Gli scavi archeologici
Gli scavi hanno restituito migliaia di reperti preziosi in bronzo, ambra,
ferro, legno e vimini.
Più importanti ancora degli oggetti fisicamente recuperati, sono però i dati che
le nuove metodologie di scavo e documentazione hanno permesso di “vedere” anche
se fisicamente inesistenti. Una delle novità più significative è la presenza di
troni in legno a dimensione naturale su cui erano spesso poggiati vasi
utilizzati durante la cerimonia funebre. L’argilla presente nel terreno ha
conservato l’impronta delle fibre lignee dei troni.
Al momento dello scavo risultava perfettamente leggibile anche l’impronta dei
tessuti che rivestivano i grandi vasi che contenevano le sepolture, o gli
oggetti che con molta cura e con riti complessi erano stati deposti nelle tombe.
Vasellame bronzeo e cassetta con materiali metallici frammentati e combusti
dalla tomba 12/2005 – Necropoli Lippi
La ricerca archeologica è, nel senso migliore, parte della moderna società
dell’informazione.
Per l’archeologo gli oggetti sono altrettanto importanti delle informazioni che
raccoglie e che permettono di ricostruire un pezzo di storia. Informazioni che
attingono a varie discipline che è importante far lavorare insieme.
La sepoltura era uno strumento di comunicazione, un vero e proprio linguaggio
con cui nel mondo antico venivano trasmessi messaggi diretti alla società
contemporanea.
I signori, uomini e donne, che dominavano Verucchio tra il IX e il VII secolo a.
C. consolidavano il proprio potere e fornivano una precisa immagine di sé
attraverso i riti funebri e i corredi deposti nelle tombe. Gli oggetti non erano
scelti a caso ma accuratamente selezionati e disposti secondo regole precise.
Nello studio delle necropoli gli archeologi cercano di ricostruire queste
immagini e decodificare il linguaggio simbolico.
E’
stato accertato che l’urna cineraria rappresentava simbolicamente il defunto e
veniva pertanto rivestita con abiti ricamati, addobbati con gioielli. Nelle
sepolture maschili, l’urna era corredata da armi, in quelle femminili da
utensili per la tessitura: sia le armi che gli utensili sono spesso riproduzioni
in materiali pregiati o forme non realmente utilizzabili, come ad esempio gli
elmi di lamina sottilissima e con cresta alta fino a 70 centimetri o le
conocchie in ambra. Lo studio di quanto è stato bruciato sul rogo restituisce
invece ciò che il defunto realmente rappresentava al momento della morte. Un
caso molto particolare è rappresentato dalla deposizione contemporanea o molto
vicina nel tempo di due bambini la cui immagine è ricostruita con armatura da
futuri guerrieri; entrambi non avevano armi tra gli oggetti che realmente
appartenevano loro e sono stati bruciati, segno che sono morti prima di assumere
quello che sarebbe stato il ruolo a loro destinato dalle ragioni ereditarie.
Anche delle bambine viene ricostruita un’immagine simbolica che anticipa quale
sarebbe stato il loro ruolo da adulte, sia nell’abito che nella dotazione di
strumenti.
I signori di Verucchio già alla fine dell’età del bronzo individuarono nel
colle di Verucchio il luogo migliore per controllare insieme la costa Adriatica
e una delle principali direttrici di traffico verso l’Etruria tirrenica, la
Valle del Marecchia. Una scelta che fece di Verucchio (di cui Rimini era allora
probabilmente il porto) uno dei centri più importanti per i traffici con
l’Europa da cui arrivavano metalli ma soprattutto l’ambra magica e preziosa.
Ma Verucchio non si limitò ad essere un centro di scambi: gli scavi ci
dimostrano come si svilupparono sul posto botteghe di artigiani in grado di
lavorare con tecniche molto raffinate e complesse.
È
facile cogliere l’eccezionale bellezza di molti oggetti, non meno affascinante è
cogliere l’incredibile abilità degli artigiani. Gli artigiani danno prova spesso
di grandi capacità innovative. Ne sono esempi le grandi fibule per le quali
finora non esistono confronti, a cui devono aver lavorato insieme specialisti
della lavorazione dell’ambra e del bronzo. Per un pezzo di dimensioni cosi
grandi il problema insormontabile del peso è stato risolto con una assoluta
innovazione tecnica: l’interno è stato lasciato vuoto, poggiando gli elementi
ornamentali su un sostengo in materiale organico (probabilmente cera d’api); la
trasparenza dell’ambra viene sfruttata per applicare al rovescio delle lastrine
d’ambra una decorazione dipinta.
Il convegno e l’esposizione dei reperti restaurati da una delle tombe scavate
recentemente si propongono di rendere evidenti entrambi questi aspetti
Il Convegno e l’esposizione dei reperti restaurati dalla tomba 12/2005
Verucchio è forse oggi uno dei siti archeologici italiani dell’età del ferro
di cui abbiamo maggiori informazioni.
Saranno necessari tempi lunghi, risorse e pazienza per portare a compimento il
restauro e lo studio di tutto che ciò che il terreno ci ha restituito, ma
l’importanza europea di queste necropoli ha indotto il Comune di Verucchio e la
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna a organizzare un
incontro internazionale per mettere a confronto studiosi archeologi, botanici,
chimici, antropologi e specialisti della metallurgia antica.
L’obbiettivo è duplice: da un lato rendere noti i risultati fin qui raggiunti,
dall’altro mettere a confronto i metodi adottati per verificare l’opportunità di
modificare le strategie di ricerca.
In questo, il Museo di Verucchio continua a perseguire i principi che sono stati
posti alla base della sua attività. Un museo deve far conoscere ciò che
conserva, ma per far conoscere deve fare ricerca: senza ricerca non c’è nulla di
nuovo da raccontare e non c’è storia.
Mai come oggi nel nostro paese è necessario coltivare questa consapevolezza.
Il Convegno è dedicato alla Memoria di Renato Peroni, Professore di
Protostoria Europea all’Università di Roma la Sapienza, scomparso un anno fa.
Uno dei padri della preistoria italiana, uno scienziato unito a Verucchio da un
forte legame.
Presentando una mostra a Verucchio, nel 2007, concluse dicendo: “Cinquant'anni
fa, ancora giovanotto piuttosto invasato per questi studi, non avrei potuto
lontanamente immaginare che l'archeologia sarebbe un giorno pervenuta ad
indagare così a fondo le radici più remote della nostra civiltà, e tanto meno
che sarebbe stata in grado di farlo non nel chiuso di serragli accademici, ma
alla luce del sole e in campo aperto, mettendo in gioco i propri risultati agli
occhi di un pubblico interessato e capace di apprezzarli e di discuterli.”
Il Museo di Verucchio, il Comune e la Soprintendenza confidano che se fosse
ancora con noi potrebbe oggi vedere nuovamente confermate le sue parole. Con
questo convegno intendono proseguire nella strada da lui indicata, convinti che
rigore scientifico e divulgazione non siano elementi contrapposti ma due aspetti
complementari del fare storia e cultura.
Promosso da: | Comune e Museo Civico Archeologico di Verucchio, Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna e Provincia di Rimini |
Città: | Verucchio |
Provincia: | Rimini |
Regione: | Emilia-Romagna |
Informazioni: | Elena Rodriguez, (Museo Verucchio) |
Telefono: | 0541 670280 |
Museo Civico Verucchio: | |
Direttore di scavo: | Patrizia von Eles, archeologa |
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