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E' inevitabile nel fascicolo della rivista che chiude l'annata tentare
un bilancio dell'attività svolta dalla Soprintendenza nel 1997.
Ricorderemo soprattutto quest'anno per la realizzata riapertura dei Musei. Ha recentemente
spalancato i battenti Villa Borghese. Ma già il 25 aprile si era celebrata, alla presenza
del Vicepresidente del Consiglio e Ministro per i Beni Culturali e Ambientali, on.le
Walter Veltroni, la riapertura del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. Un buco nero
nell'universo delle nostre istituzioni che finalmente vien riassorbito, come ha osservato
il Ministro, un debito che saldiamo col mondo intero. Il Museo di Ferrara espone nell'ala
orientale del piano nobile alcuni dei complessi più prestigiosi della necropoli di Spina,
riservando il salone d'onore a manifestazioni o a mostre temporanee, in attesa che il
procedere dei lavori di restauro del palazzo consenta di completare il progetto
espositivo. Sono peraltro già accessibili i depositi, opportunamente attrezzati.
Hanno partecipato alla cerimonia ferrarese il Presidente della Regione Emilia-Romagna, il
Presidente della Provincia, il Sindaco, che con noi e con la consorella Soprintendenza per
i Beni Ambientali e Architettonici di Ferrara e della Romagna ha vissuto la grande
scommessa del riallestimento: ma tutta Ferrara si è assiepata attorno alla splendida
dimora rinascimentale che ospita il Museo, applaudendo il compiersi della grande attesa.
Altre operazioni si stanno ultimando o si avviano a conclusione.
Gran concorso di pubblico ha accolto anche a Verucchio il ritorno della tomba Lippi 89, la
tomba del trono ligneo intagliato. La cultura villanoviana di Verucchio sollecita
l'immaginario collettivo sin da quando alcune mostre allestite dalla Soprintendenza alla
metà degli anni Ottanta in collaborazione col Museo Civico di Bologna ne lasciavano per
prime intravedere le sontuose manifestazioni: gli oggetti d'ornamento personale, i
tessuti, la suppellettile, l'arredo di tombe principesche sono ora esposti nel museo
appositamente creato dal Comune nell'ex monastero di S. Agostino sotto la guida
scientifica della Soprintendenza, col contributo di università e istituti di ricerca
italiani, francesi, tedeschi, non senza il liberale appoggio del mecenatismo privato.
Frutto della collaborazione tra Comune, Provincia, Regione, Istituti di Credito e
Soprintendenza è il successo della grande mostra sulle Terramare, patrocinata dal
Consiglio d'Europa, che si è appena chiusa a Modena.
E d'accordo con alcuni Comuni abbiamo aperto o stiamo per aprire nuovi spazi espositivi, a
Travo, sul Trebbia, nel Castello Anguissola, restaurato dall'Amministrazione comunale, cui
dall'ubicazione stessa, in quella media valle fitta d'insediamenti preistorici deriva
un'insopprimibile vocazione museale; a Pianello, sul Tidone, che svela, invece, preceduto
da un insediamento dell'età del Ferro, un vasto abitato romano; a Poviglio, sulle
scoperte rese possibili da dodici anni di scavi condotti con finanziamenti pubblici e
privati nella terramara S.Rosa; a Budrio e a Castelfranco Emilia, che riscoprono la
vicenda del proprio territorio attraverso originali esperimenti didattici, o ad Argenta,
palestra dell'archeologia medievale.
A Rimini la Direzione del Museo Civico ci invita a progettare congiuntamente quella
sezione archeologica che la città, ricca di rinvenimenti oltre che di monumenti, famosi,
attende ormai da tempo.
Ovunque la geografia archeologica emiliana sollecita collaborazioni, crea occasioni per
nuove formule espositive nel quadro di quella riappropriazione da parte dei cittadini del
proprio territorio e del proprio passato che genera un museo diffuso, il museo
policentrico.
Unendo, alle nostre, risorse locali abbiamo così allestito mostre a Lugo, ove da poco
meno di quindici anni si esplora un insediamento del Neolitico antico sul fondo della cava
Gattelli, a Castel S. Pietro, nel territorio del municipium di Claterna, a Imola,
sede di un convegno e di una mostra tra "acque, grotte e dei" e a Carpi, ove il
Museo civico ha finalmente una sezione dedicata all'archeologia; abbiamo promosso cicli di
conferenze, come a Reggio o a Veleia, condotto campagne di scavo come a Luceria o a
Rimini.
Col Museo Civico Archeologico di Modena abbiamo dato vita al progetto Mutina per la
redazione della carta archeologica informatizzata della città e del suo territorio da
utilizzare per forme di controllo preventive nel nuovo strumento urbanistico.
In collaborazione con l'Università e con l'Amministrazione provinciale di Bologna stiamo
attuando un programma didattico nella Zona archeologica di Marzabotto, teatro quest'estate
di unapprezzata rappresentazione delle Troiane di Euripide.
Non avremmo potuto affrontare la grave emergenza dell'alluvione che ha sommerso la ben
nota villa romana senza il determinante sostegno del Comune di Russi.
Ed è assieme al Comune di Ravenna, alla locale Soprintendenza per i Beni Ambientali e
Architettonici, alla Curia, all'Università di Bologna, nonché a diversi Istituti di
Credito che ci accingiamo a varare il grande progetto da tempo vagheggiato del Parco di
Classe.
Collaborano attivamente con noi varie benemerite Associazioni di volontariato, dalla
"Pandora" di Pianello alla "Minerva" di Travo, dalla
"Quingento" di S.Prospero di Parma a quella dei "Naturalisti" di
Spilamberto, al gruppo "Città di Claterna" di Ozzano Emilia, a quello per la
valorizzazione della Valle del Sillaro di Castel S. Pietro. A Rimini, in loc. Sarzana,
sull'esempio di un noto esperimento partenopeo, assistito da funzionari e personale della
Soprintendenza e del Museo Civico, il Liceo Scientifico "Einstein" ha adottato
la zona archeologica di Cava Sarzana.
Le disposizioni della "Bassanini due" non ci colgono, insomma, di sorpresa, nè
ci trovano impreparati. E' quasi impossibile in questi giorni aprire una rivista
specializzata, o anche soltanto un quotidiano che abbia una pagina dedicata alla cultura,
senza trovarvi un allarme, un'intervista, un commento sull'ormai celebre legge 127,
recante misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa, che, al comma 131
dell'art.17, schiude la porta al trasferimento della gestione di musei statali a regioni,
provincie, comuni, mentre la discussione che era - con toni più sereni - in corso da anni
sta degenerando e perdendo di vista quello che ne doveva essere il principale obiettivo,
l'interesse del nostro patrimonio, per divenire conflitto d'interessi di parte, di enti
locali, di studiosi di varia estrazione, di operatori pubblici e privati.
Noi riteniamo di poter portare in tale dibattito il contributo di un'esperienza vissuta.
Fermo restando, infatti, il principio di affidare unitariamente alla responsabilità di un
unico Ministero, che si avvalga di propri organi centrali e periferici, così come
riconosce la proposta che scaturisce dalla Commissione bicamerale, la guida di interessi
di estrema rilevanza sul piano interno e internazionale, la collaborazione di Enti locali
è opportuna e, oseremmo dire, persino irrinunciabile. Lavoriamo per i cittadini, con i
cittadini. Se lo leggiamo in questi termini, il provvedimento Bassanini, lungi
dall'apparir allarmante, appare in realtà capace di istituzionalizzare rapporti già
collaudati, anche se regolati sinora solo da convenzioni. Certo a patto che non si
pretenda di scindere gli aspetti economici della questione da quelli amministrativi e
scientifici, tra i quali non esiste in realtà una linea di demarcazione. Ma questo non si
verificherà finché ci saranno dialogo e rispetto reciproco tra diverse Amministrazioni,
unità d'intenti e regole studiate e sottoscritte congiuntamente.
Lo stesso atteggiamento di apertura abbiamo sempre tenuto - e le collaborazioni
sollecitate a questo stesso periodico ne sono prova - nei rapporti con le Università, le
Scuole di Specializzazione in Archeologia, con gli Istituti di ricerca, con chiunque si
accosti con animo di ricercatore alla disciplina che professiamo.
Il documento diffuso qualche mese fa da Pontignano da un gruppo di docenti universitari,
di cui si era peraltro già manifestata l'avversione nei confronti delle Soprintendenze,
che rivela scarsa conoscenza della complessa attività che queste svolgono, oltre che
delle norme che già regolano i loro rapporti con gli Istituti di ricerca, documento che
ha suscitato la risentita reazione di alcuni nostri valorosi colleghi, non porta, in
realtà, alcun serio contributo al dibattito su quelli che dovrebbero essere i metodi
dell'operare della comunità scientifica.
Portiamo anche in questo caso al tavolo della discussione argomenti concreti: la
convenzione sottoscritta assieme all'Istituto per i Beni Ambientali, Culturali e
Naturalistici della Regione Emilia-Romagna per la redazione di una Carta del rischio
archeologico regionale, progetto congiuntamente presentato a Roma, nel Complesso di S.
Michele, in occasione della Settimana dei Beni Culturali, e a Ferrara, al Salone del
Restauro; quella siglata col Servizio Cartografico Geologico della Regione Emilia-Romagna
per la costituzione di una Carta delle stratigrafie archeologiche. Con l'Ateneo di Bologna
è da tempo in corso una stretta collaborazione che vede il Dipartimento di Archeologia
impegnato in attività di scavo e didattiche a Marzabotto e a Monterenzio. Di recente
abbiamo peraltro istituito, sottoscrivendo col magnifico Rettore un'apposita convenzione,
anche un tirocinio, per gli allievi della Scuola di Specializzazione in Archeologia,
finalizzato, oltre che alla loro formazione, alla tutela, alla conservazione e alla
valorizzazione del patrimonio archeologico. L'Università di Ferrara collabora sia agli
scavi paleontologici di Pianoro (Bologna) e Monte Poggiolo (Forlì) che a quelli del porto
tardoantico e bizantino di Classe; la Statale di Milano alla catalogazione dei corredi
villanoviani di Verucchio nonché allo studio della ceramica a vernice nera da Piacenza e
Parma.
Col mondo dell'impresa siamo pronti a costruire quei legami che auspica il nostro
Ministero. Ed è in corso di svolgimento la gara per l'istituzione presso i nostri
principali Musei e Zone archeologiche dei servizi aggiuntivi.
Nel frattempo il visitatore usufruisce di visite guidate nel Museo Nazionale di Ferrara e
in quello di Parma, che, aperti anche il pomeriggio, si accingono ad accogliere il
pubblico con aperture sperimentali serali.
Vivo apprezzamento ha riscosso lo stand dedicato al lavoro svolto dalla Soprintendenza
allestito nei padiglioni della Fiera di Forlì in occasione del XIII Congresso
Internazionale di Scienze Pre- e Protostoriche, una panoramica ampliata in seguito,
ponendo in particolare l'accento sulle attività di restauro, per il Salone del Restauro
di Ferrara.
Agli ispettori onorari, fedeli compagni di viaggio nel difficile cammino
dell'Amministrazione, abbiamo dedicato un Convegno, ospitato con cordiale liberalità dal
Comune di Budrio, in cui si è fatto il punto sul nuovo ruolo che questa figura
istituzionale è chiamata a svolgere, in accordo con l'Ufficio periferico cui fa capo,
nelle mutate condizioni culturali in cui si esercita oggi l'opera di tutela.
Le "Schede di Archeologia", strenna di fine d'anno, continuano a costituire
occasione per un appuntamento, con i colleghi e gli amici, che è ormai felice
consuetudine.
Qualcuno osserverà anche in questo caso che l'esempio emiliano-romagnolo non è
esportabile. La collaborazione ha qui sicuramente radici storiche. Ma può costituire un
modello da cui trarre spunto per soluzioni che rispondano ad altre esigenze e tradizioni.
Non mancano, del resto, esempi di interessanti forme di collaborazione nemmeno in altre
regioni. E noi siamo persuasi che il lievito a quel rinnovato interesse che si sta
manifestando a vari livelli, regionali, comunali, circoscrizionali per le risorse
culturali l'abbiano fornito, nonostante le carenze, la solitudine in cui hanno a lungo
operato, le sbilanciate strutture, proprio le Soprintendenze.
Per questo non dubitiamo che quella Commissione che è al lavoro con il compito di
studiare una legge di riassetto del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali vorrà,
dovrà infine, sentire anche noi.
Mirella Marini Calvani
"Archeologia dell'Emilia-Romagna" ricorda con commozione due Maestri recentemente scomparsi, Mauro Cristofani e Sabatino Moscati, e, nel rimpianto del loro grande insegnamento, si unisce al dolore delle famiglie.