Reggio Emilia dedica una mostra alla Via Emilia romana e al suo eponimo fondatore, il console Marco Emilio Lepido
On the road. La Via Emilia, 187 a.C. – 2017
Storie, personaggi, spaccati sociali e modi di vivere dell'antichità raccontati da reperti archeologici unici provenienti da importanti musei nazionali e dalle collezioni della città, con l’aiuto del cinema e del digitale
Reggio
Emilia, Palazzo dei Musei
Via Lazzaro Spallanzani n. 1
dal 25 novembre 2017 al 1 luglio 2018
Inaugurazione sabato 25 novembre, con Luca Vecchi, sindaco di
Reggio Emilia, e Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti
Alle ore 10, nella Sala degli Specchi del teatro Municipale Romolo
Valli, incontro a inviti con ulteriori interventi del rappresentante della
Regione Emilia-Romagna e dei curatori Luigi Malnati, Roberto Macellari e
Italo Rota.
Alle ore 11.15, al Palazzo dei Musei, taglio del nastro e apertura
al pubblico della mostra
Un uomo, il suo nome, la sua strada, una città. È un percorso lineare
quello che lega Marco Emilio Lepido alla Via Emilia e al capoluogo di Reggio
Emilia.
Mentre Modena e Parma festeggiano i 2200 anni della loro fondazione (183
a.C.), Reggio Emilia celebra con una grande mostra la Via tracciata nel 187
a.C. da Marco Emilio Lepido, il console romano che giocò un ruolo
fondamentale nel dare forma istituzionale al Forum che da lui poi prese il nome
di Forum o Regium Lepidi.
La mostra “On the road. La Via Emilia, 187 a.C. – 2017”, allestita nel Palazzo
dei Musei di Reggio Emilia dal 25 novembre 2017 al 1 luglio 2018, propone una
riflessione a 360 gradi sulla storia della Via Emilia, sul suo Fondatore e sul
significato dell’importante arteria nella contemporaneità.
Reggio Emilia è l'unica città della regione che conserva nel proprio nome il
ricordo del suo fondatore; e la regione Emilia-Romagna è probabilmente l'unica
al mondo a derivare il proprio nome da quello della strada su cui si impostava
l'intero popolamento del suo territorio.
Da limes, cioè linea di confine fra l'Italia romana e un nord abitato da
popolazioni “altre”, la Via Emilia sarebbe presto diventata non solo asse
portante delle comunicazioni padane ma collante di genti di lingua, idee e
culture diverse, contribuendo alla formazione di una società aperta e rivolta al
futuro.
La mostra dedica una particolare attenzione alla figura di Marco Emilio Lepido,
il geniale costruttore che, sgominati Celti e Liguri, decise la costruzione di
una lunghissima strada che collegasse le colonie di Rimini e Piacenza: una
strada che avrà alterne fortune nel corso dei secoli ma che non sarà mai
abbandonata.
L’esposizione si sviluppa nelle tre sedi di Palazzo dei Musei, Palazzo
Spalletti Trivelli e Museo Diocesano e in altri luoghi del centro storico
coinvolti a vario titolo nel circuito tematico della mostra. Fra questi il
Municipio, che rende omaggio alla figura del suo fondatore accogliendo il
visitatore con la scultura settecentesca di Marco Emilio Lepido, ora restaurata
da Angela Allini di Opus Restauri con il contributo del Lions Club Marco Emilio
Lepido di Reggio Emilia, oppure l'incrocio fra la Via Emilia e via Crispi (che
ricalca il tracciato di una strada romana obliqua riportata in luce di recente
sotto palazzo Busetti) dove una riproduzione 3D della statua del console
(realizzata da Geis–Geomatics engineering innovative solutions) segnala
l'itinerario verso Palazzo dei Musei.
Nella sede del Museo Diocesano viene approfondito il tema del primo
Cristianesimo lungo la Vai Emilia (Via Aemilia, Via Christi ) mentre
Palazzo Spalletti Trivelli, sede del gruppo bancario Credem, ospita una
sezione dedicata all’edilizia romana sullo sfondo dei resti del foro della città
tuttora conservati nei sotterranei dell'istituto di credito (Regium Lepidi
underground).
Ma la mostra vera e propria è ospitata nel Palazzo dei Musei, un percorso
che coinvolge l’intero edificio con installazioni, ricostruzioni 3D, proiezioni
e l’esposizione di oltre 400 reperti provenienti da importanti musei nazionali e
da collezioni della città che illustrano le sette aree tematiche: L'Emilia prima
dell'Aemilia, Via Emilia-SS9, Marco Emilio Lepido e la sua città, Ruote zoccoli
e calzari, La buona strada, Racconti per l'eternità, Est modus in rebus.
L'allestimento, curato dall’architetto Italo Rota, punta a restituire alla
sensibilità contemporanea i preziosi reperti archeologici esposti, inserendoli
in ricostruzioni virtuali dell'antica strada romana e contestualizzandoli con
l’aiuto di spezzoni di celebri film peplum. Si può rivivere
l'affascinante storia della Via Emilia attraverso le vicende dei suoi
protagonisti mentre una serie di installazioni multimediali, sovrapponendo la
Via Emilia storica a quella contemporanea, consentono di cogliere con
immediatezza persistenze, differenze e analogie.
La mostra “On the road. La Via Emilia 187 a.C. – 2017” è promossa dai Musei
Civici di Reggio Emilia, dal Segretariato regionale del Ministero dei beni e
delle attività culturali e del turismo per l'Emilia-Romagna e dalla
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di
Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, in collaborazione con
la Regione Emilia-Romagna, con il contributo di Credem e Iren e il patrocinio di
Anas.
Curata da Luigi Malnati, Roberto Macellari ed Italo Rota, si avvale di un
Comitato scientifico composto da Giovanni Brizzi, Annalisa Capurso, Francesca
Cenerini, Antonella Coralini, Mauro Cremaschi, Renata Curina, Maurizio Forte,
Maria Luisa Laddago, Daniela Locatelli, Roberto Macellari, Luigi Malnati, Giada
Pellegrini, Elisabetta Pepe, Marco Podini e Paolo Sommella.
L'esposizione “On the road. La Via Emilia, 187 a.C. – 2017” nel Palazzo
dei Musei
La mostra coinvolge tutto il Palazzo dei Musei, a partire dalla
valorizzazione delle collezioni storiche al piano terra come il Chiostro dei
marmi romani (allestito in forma di giardino archeologico agli inizi del XX
Secolo per ospitare i numerosi reperti architettonici romani rinvenuti nella
necropoli di San Maurizio) e il Portico dei marmi dove sono esposti in sequenza
i monumenti funerari riportati alla luce dal XV secolo ad oggi fra Villa Ospizio
e San Maurizio, vera e propria Via Emilia dei defunti, che ogni viandante
avrebbe percorso in arrivo o in uscita da Regium Lepidi. Di notevole
impatto la ricostruzione in 3D della città romana realizzata in realtà aumentata
dalla Duke University di Durham (USA).
Il percorso vero e proprio della mostra parte dal primo piano con la sezione La
Via Emilia prima della Via Aemilia. Introdotti da un fregio della Basilica
Aemilia di Roma che rappresenta Marco Emilio Lepido come costruttore di città,
l'esposizione di reperti provenienti dal Reggiano documenta il tracciato
stradale in età preromana, quando si manifesta un primo utilizzo del percorso
che attraversa il territorio da est a ovest nella fascia di media pianura,
vettore di cultura scritta che fa del territorio reggiano uno dei più
precocemente interessati dalla diffusione della scrittura di tutta l'Italia
settentrionale.
Il secondo piano espone alcuni importanti manufatti che introducono il tema
della Via Emilia. Si va dal grande cippo miliare con intestazione a Marco Emilio
Lepido proveniente dal Museo Archeologico di Bologna, una delle rare
testimonianze del console costruttore di strade, ad uno dei quattro vasi in
argento da Vicarello che indica le stazioni intermedie e le relative distanze
dell'itinerario tra Cadice e Roma (comprese le città lungo la Via Aemilia), per
la prima volta uscito dal Museo Nazionale Romano; dalla scultura
dell'agrimensore proveniente dal Museo della civiltà romana di Roma a un
rarissimo lituo in bronzo da Sant'Ilario d'Enza, l'insegna dell'augure,
magistrato/sacerdote addetto alle fondazioni urbane e al tracciamento delle
strade.
I magnifici reperti sono arricchiti da proiezioni che rappresentano l'unicità e
l'eccezionalità della Via Emilia, dalle misure e numeri della lunghezza della
strada alle sue ortogonalità, dalle distanze tra le città ai tempi di
percorrenza, fino al dialogo tra la via Emilia e le altre direttrici di
collegamento che in tempi recenti l'hanno affiancata ma mai soppiantata come la
ferrovia storica, quella ad Alta velocità, l’autostrada e perfino le rotte
aeree.
Nella sala centrale del terzo piano, lunga quasi 50 metri, ci si immerge in un
viaggio nello spazio e nel tempo che propone il passato (sotto) e il presente
(sopra) della Via Emilia. Il percorso “di sotto” espone i materiali archeologici
relativi alla fondazione e utilizzazione della strada in età romana congiungendo
i due capolinea contrapposti, Rimini (Ariminum) ad est con la
ricostruzione dell'Arco di Augusto che corrisponde all'innesto della Via Aemilia
alla Via Flaminia e l'esposizione del corredo funerario di uno dei primi coloni
romani della città, e Piacenza (Placentia) ad ovest con i rilievi di uno
spettacolare fregio d'armi che coronava un monumento funerario. Il percorso è
scandito da sette 'teatrini' che propongono i temi del Limite, del Ponte, delle
Sepolture, del Commercio, del Foro, della Locanda e della Casa, incrociando le
altre città attraversate dalla Via consolare, le vie trasversali, le vie d’acqua
e le loro storie rappresentate dalla sequenza dei cippi miliari, dalle
iscrizioni e dai frammenti delle pile pertinenti ai ponti della Strada consolare
e dalle dediche a divinità protettrici della strada e dei viandanti.
Il percorso “di sopra” racconta invece l'attualità della strada grazie a
un’installazione multimediale a soffitto, con riprese effettuate al livello zero
della Via Emilia di oggi: il presente che si fa storia delle comunità e delle
persone.
La sala dedicata a Regium Lepidi illustra la figura di Marco Emilio Lepido nelle
sue molteplici sfaccettature di politico lungimirante, generale vittorioso,
trionfatore sui Liguri dell'Appennino tosco-emiliano e di costruttore di strade
e di città (Mutina, Parma, Luni e Regium Lepidi).
La ricostruzione al vero di una tenda consolare ospita il suo busto, unico
ritratto fisiognomico, opera di rara potenza espressiva proveniente dal Museo
archeologico nazionale di Luni, città fondata dal triumviro Marco Emilio Lepido
nell'anno 177 a.C., concesso in prestito dal Polo museale della Liguria.
Altre due sale laterali trattano il tema dell'Archeologia lungo la Via Emilia, a
cominciare dai sepolcreti e in particolare dagli affacci delle sepolture sulla
strada, concepiti come cortine di monumenti che avrebbero dovuto richiamare
l'attenzione dei viandanti sulle famiglie e figure più autorevoli della città.
Ne sono limiti cronologici gli inizi del primo millennio a.C., quando gli
Etruschi creano nella Cispadana un sistema di comunicazioni che possiamo ben
definire un'Emilia prima dell'Aemilia, e il Medioevo, quando le vie dei
pellegrinaggi spezzano con il sistema delle Romee l'antica unitarietà della Via
consolare.
Dopo aver toccato i temi del viaggio e dei mezzi di trasporto, indagati
dall’antichità fino ai nostri giorni mediante esposizione anche di pezzi
originari, la mostra si chiude con una ricostruzione in basoli originari in
trachite di un segmento urbano di Via Emilia, che documenta il sovrapporsi di
più Vie Emilie a partire da quella pavimentata da Augusto imperatore, e quella
di un carro romano messo in relazione con i basoli che recano i solchi prodotti
dal traffico veicolare romano nel cuore di Regium Lepidi.
Gli altri eventi
La mostra è affiancata da una serie di iniziative promosse da vari enti e
istituzioni culturali fra cui quelle dei dieci Comuni reggiani depositari di
materiali archeologici che propongono eventi collegati al tema della Via Emilia,
dalle passeggiate sulle strade della centuriazione alle visite a ponti e
segmenti di vie antiche, da convegni scientifici ad attività divulgative e
didattiche.
In occasione della mostra saranno realizzati progetti educativi sul tema della
viabilità e dell'incontro tra culture e popoli diversi e incontri con archeologi
e storici dell'antichità di Università, Soprintendenze e Musei che tratteranno
il tema della viabilità antica e contemporanea nel Reggiano, in Emilia,
nell'Impero romano.
Oltre alle visite guidate alla mostra e a Musei e siti di interesse archeologico
in città e in altri luoghi del Reggiano, sono in programma workshop e seminari
per studenti di topografia, archeologia e antichistica inerenti i temi della
mostra, con il coinvolgimento di urbanisti e architetti del paesaggio.
La mostra fa parte del grande progetto di promozione della cultura e del territorio '2200 anni lungo la Via Emilia' www.2200anniemilia.it promosso da tre città –Reggio Emilia, Parma e Modena a cui si aggiungerà Bologna in un secondo momento-, due Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio –quella per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e quella di Parma e Piacenza- e dalla Regione Emilia-Romagna
INFO MOSTRA
ON THE ROAD – VIA EMILIA 187 A.C. - 2017
BIGLIETTO intero 5 euro - ridotto 3 euro
ORARI: dal martedì al venerdì 10-13; sabato, domenica e festivi 10-19; lunedì
chiuso
orari speciali in occasione di eventi e festività:
www.musei.re.it
LABORATORI DIDATTICI: Dipartimento educazione Musei Civici di Reggio Emilia
telefono 0522.456805
VISITE GUIDATE PER GRUPPI: Cooperativa Le Macchine Celibi
PACCHETTI TURISTICI in collaborazione con ITINERE – Club di Prodotto Reggio
Tricolore - info@itinere.re.it – telefono +39.0522.1696020
Nella foto a colori: Frammento di intonaco figurato dallo scavo di palazzo Mongardini (RE) - Scavi 2009. Foto Carlo Vannini