Dipartimento di Salute Mentale Azienda USL di Ferrara e Centro Territoriale Permanente di Codigoro in collaborazione con Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
“Nell’atto
di creazione di ciascun individuo
l’arte nutre l’anima, coinvolge le emozioni e libera lo spirito,
e questo può incoraggiare le persone a fare qualcosa
semplicemente perché vogliono farlo.
L’arte può motivare tantissimo, poiché ci si riappropria,
materialmente e simbolicamente,
del diritto naturale di produrre un’impronta
che nessun altro potrebbe lasciare
ed attraverso la quale esprimiamo
la scintilla individuale della nostra umanità”
(da “Arteterapia in educazione e riabilitazione”, Bernie Warren)
L'arte-terapia è un trattamento psicologico che compare nella seconda metà del XX
secolo anche se in alcuni campi vanta origini più antiche. Nei manicomi arabi si
somministrava musica a scopo ansiolitico già dal IX secolo mentre il medico
francese Philippe Pinel usò la pratica teatrale per la cura dei dementi a
partire dal XVIII secolo.
Tratto saliente dell'arte-terapia è che se esiste una comunicazione non verbale
che passa nella relazione in modo più efficace e diretto, questa si manifesta in
modo più evidente quando si svolge un’attività artistica di qualsiasi tipo,
dalla danza al teatro, dalla musica al disegno.
Pier Giorgio Ragazzi e Carla Bolognini, insegnanti rispettivamente di
Italiano e Disegno, incaricati dal Centro Territoriale Permanente di Codigoro
quali esperti in realizzazione di progetti didattici rivolti agli adulti,
lavorano da anni con un gruppo di persone affette da patologie gravi del Centro
Diurno “Il Convento” Area San Bartolo (responsabile dell’Area è il medico
psichiatra dott. Gino Targa) del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL
di Ferrara.
I progetti didattici sono parte integrante del percorso terapeutico
riabilitativo rivolto agli utenti.
Il prof. Ragazzi ha iniziato circa 10 anni fa con un progetto di
alfabetizzazione al computer, affiancato 4 anni fa dalla prof.ssa Bolognini per
le attività grafico pittoriche.
L’intuizione che un soggetto, oltre che con le parole, si possa esprimere anche
graficamente è stata presto confortata dalla pratica e confermata dal dott.
Roberto Maria Boccalon, medico psichiatra esperto di arte-terapia.
Da allora i tre lavorano alla scelta e al commento degli elaborati, sia scritti
che pittorici, alla definizione dei progetti da realizzare e presentare
annualmente all’AUSL estense, confrontandosi anche con lo staff curante sulle
problematiche che scaturiscono in corso d’opera. I progetti sono presentati
dalla Prof.ssa Elisabetta Avanzi, Preside della Scuola Media di Codigoro, sede
del Centro Territoriale Permanente (educazione permanente degli adulti,
istituzione scolastica finanziata dallo stato).
Dopo tre anni di lavoro, gli operatori hanno pensato che per molti corsisti fosse venuto il momento di uscire dalla struttura per “incontrare” l’opera d’arte, ritenendo che possano essere in grado di presenziare alla magia della storia e respirare il profumo delle bellezze del passato. Che il tempo insomma fosse maturo per cercare di “vivere” o “fare rivivere” l’opera d’arte piuttosto che “subirla” come semplice spettatore.
Il fascino dell’archeologia e la disponibilità della direttrice Caterina Cornelio e di Alain Rosa e Valentina Guerzoni, del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, hanno permesso di dar vita ad un progetto assolutamente innovativo, dalla “Storia con le parole” a “Dentro la Storia”: un percorso che porta i corsisti a incontrare la storia, sia con l’uso della macchina fotografica che attraverso la conoscenza visiva e tattile dei reperti archeologici. Tu chiamala, se vuoi, Archeo-terapia. Il progetto coinvolge, nella prima fase, 16 corsisti di entrambi i sessi, di età compresa tra i 35 e i 55 anni, con una scolarizzazione che va dalle medie al liceo. Alcuni sono ex studenti, altri hanno operato nel settore commerciale o nel terziario; qualcuno ha già dato prova di capacità poetiche e descrittive veramente interessanti, altri di notevole predisposizione all’arte grafica.
Il
progetto si svolge in due fasi. Prima della vera e propria visita al museo, gli
operatori hanno scelto due miti che, per iconografia e raffigurazione sull’opera
esposta, sono più facilmente decodificabili e li hanno preventivamente spiegati
ai corsisti per prepararli ad una lettura consapevole dell’immagine.
Si tratta
dell’uccisione di Cassandra da parte di Clitennestra, raffigurata su una kylix
attica rinvenuta nella Tomba 264 e attribuita al Pittore di Marlay (430 a.C.), e
dell’immagine che ritrae Efesto (Vulcano per i romani) e la madre Era, opera del
Pittore Polion (420 a.C.), rappresentata sul cratere della Tomba 127.
Due miti, due drammi, due storie fin troppo comuni, e purtroppo attuali, che il
passato ci restituisce intatte, con tutta la loro carica di suggestiva poesia.
Ingentilite dalla mano dell’artista, la morte di Cassandra per mano della
vendicativa Clitennestra e il pessimo rapporto fra Efesto e sua madre ci
appaiono meno cruente e più comprensibili, se non proprio accettabili.
Nel corso della prima fase del progetto, i corsisti entrano in contatto con
il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. Giovedì 20 novembre, è prevista la
visita alla struttura museale, guidati dai due insegnanti e dagli operatori
del Centro Diurno, e assistiti dal personale tecnico-scientifico del Museo. Qui
possono
finalmente vedere ciò che gli è stato spiegato, mettere in relazione la
raffigurazione pittorica con il racconto mitologico, entrare nel percorso
storico dell’evento rappresentato e comprendere gli aspetti che hanno condotto
l’autore a realizzare l’immagine del mito.
Questo processo innovativo, non solo per i corsisti ma per gli stessi docenti ed
operatori, dovrebbe consentire di valutare fino a che punto un percorso di conoscenza
storica riesca a essere coinvolgente, traducendosi in partecipazione attiva.
(clicca qui per un breve resoconto della giornata)
La seconda fase -che realizzeremo il 3
dicembre 2008, in occasione della Giornata Internazionale dei diritti delle
persone con disabilità- permetterà ai corsisti di entrare in sintonia con il
reperto archeologico. Alcuni di loro avranno l’opportunità di scoprire cosa si
prova a tenere tra le mani un reperto storico, dopo averlo eventualmente lavato
e asciugato nel laboratorio di restauro del museo.
Questa fase rappresenta una novità assoluta e dagli esiti imprevedibili. Certo
non basta dare un coccio a una persona sofferente per aspettarci il miracolo
della guarigione, non é una panacea che risolve la malattia. Ma potrebbe
aiutare.
Racconta la direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Caterina
Cornelio, che fin da quando era studentessa lavare cocci ha sempre avuto un
effetto calmante. Per lei, il suono dell’acqua che scorre, il contatto con la
terra, l’odore del materiale sepolto da secoli, rappresentano un ritorno alle
origini che tranquillizza e rasserena.
Quello che per gli archeologi è poco più di un’intuizione potrebbe trovare un
riscontro scientifico? Lo diranno gli esperti.
Qui ci limitiamo ad osservare che il processo del singolo pezzo, sporco,
frammentato, ricoperto dalla patina del tempo e del passato, quasi vittima del
suo vissuto, che viene prima ripulito, poi riunito alle altre parti del tutto,
fino a tornare reperto intero, sembra quasi la metafora di un percorso
psicologico di recupero e ricostruzione.
“Pensiamo che poter toccare le opere d’arte, lavarle, tenerle fra le mani e
riportarle così nuovamente alla vita e all’antico splendore, come può accadere
all’uomo che cade ma si rialza, sia un’esperienza unica”, spiega la docente Carla Bolognini.
“Le opere del Museo Archeologico di Ferrara non sono morte, sono solo rotte, ma
con il nostro aiuto possono risorgere e ritornare a vivere, non più sepolte
dalla terra ma bagnate dalla luce e dalla nostra personale sete di sapere e
conoscenza”
Questo processo innovativo, non solo per i corsisti ma soprattutto per
docenti e operatori, potrebbe dar modo di valutare un percorso di partecipazione
attiva alla conoscenza storica. Un auspicio cui si affianca la speranza di
suscitare interesse nei nostri “ragazzi”. Se ciò avvenisse, già dal prossimo
anno si potrebbe ampliare la collaborazione tra il Centro Diurno di San Bartolo,
il Centro Territoriale Permanente di Codigoro e il Museo Archeologico Nazionale di
Ferrara.
Due reperti, due miti, due storie fin troppo comuni
Cratere attico a figure rosse, circa 420 a. C., attribuito a Polion. Tomba 127 Valle Trebba |
I problemi di Efesto
iniziano già dal concepimento. |
|
Kylix attica a figure rosse, 430 a.C., attribuito al Pittore di Marlay. Tomba 264 Valle Trebba |
|
Crudele, adultera,
assassina, Clitennestra è il prototipo dell’infamia femminile. “Quel
perfido mostro coprì se stessa d'infamia e tutte in futuro le donne,
anche se ce ne fossero di buone”, dice ad Ulisse l’ombra di Agamennone (Odissea,
Omero), il marito da lei ucciso al ritorno dalla guerra di Troia.
Massacrato a colpi di scure, insieme alla principessa troiana Cassandra
che Agamennone aveva portato con sé come preda di guerra e concubina.
Arma del delitto, un’ascia bipenne, simbolo del potere politico: un
oggetto impensabile in mano femminile. |
|
Giovedì 20 novembre 2008: com'è andata
Non si è sfiorata la Sindrome di Stendhal ma entusiasmo e interesse non sono
mancati. Per le opere esposte, per la bellezza del palazzo che ospita il museo,
con i suoi stucchi, i suoi affreschi e i suoi soffitti, per l'affetto con cui
sono stati accolti e anche, perché no, per l'avvenenza del nostro assistente
tecnico Alain Rosa che ha riscosso un notevole successo personale, ovviamente
tra le corsiste donna.
La prima visita guidata ai reperti attici del Museo Archeologico Nazionale di
Ferrara è andata benissimo: i 16 corsisti che vi hanno partecipato hanno
rivelato una capacità di decodifica del mito e di empatia con l’opera d’arte
veramente inaspettata.
Il mito, la storia, il racconto, l'immagine hanno mosso emozioni profonde,
andando a toccare ricordi accantonati o forse nascosti nelle pieghe dell'oblio.
Forse questo è un popolo che ha bisogno di eroi. Per sentirsi meno solo, per
condividere un'esperienza, per ripescare un vissuto, per attenuare il senso di
alienazione, dal momento che la comunità è incline a tenerlo a distanza, se non
a respingerlo. “La mia famiglia era come una guerra di Troia” ha raccontato una corsista di
fronte al racconto del poema omerico. Le tragedie non hanno tempo e il dolore è
antico quanto l’uomo. Siano dèi, eroi, personaggi del mito, non sono mai uomini
e donne qualunque né qualsiasi sono le loro storie.
Tante domande, tanta curiosità per un ambiente e per persone nuove. I corsisti
hanno scritto racconti, in alcuni casi molto "forti", ed eseguito elaborati
grafico-pittorici molto interessanti che speriamo di poter organizzare in
esposizione all'interno del museo. Appena entrata nel laboratorio del museo dove
lavoravano due restauratrici, una corsista ha subito sentito il bisogno di
toccare i cocci e provare a metterli insieme. Un gesto che si commenta da sé.
Un'altra, tra le più giovani del corso di disegno, ha elogiato l'insegnante
Carla Bolognini per aver avuto l'idea bellissima di portarla al museo. Piccoli
grandi passi di un percorso di condivisione.
Oltre al personale del museo, a questo primo incontro era presente anche
la Prof. Elisabetta Avanzi, Preside del Centro Territoriale Permanente di
Codigoro.
Riceviamo, e volentieri ospitiamo, una breve descrizione del Centro Diurno “Il Convento” Area San Bartolo di Ferrara, redatta dalla coordinatrice Dott.ssa Fabrizia Pizzale, preceduta da un breve commento di Franco Basaglia
“La salvezza del malato
mentale è quella di restare nelle nostre case, coinvolgendo nella sua
problematica la nostra vita reale, così che la sua presenza richiederà
strutture terapeutiche vicine a lui, psichiatri a domicilio, organizzazioni
comunitarie in cui possa sentirsi protetto, luoghi di lavoro dove possa trovare
un ruolo, una funzione che giustifichi -davanti a se stesso- la sua
presenza nel mondo”
(Franco Basaglia,1967)
Il Centro Diurno “Il Convento” è una struttura semiresidenziale del
Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Ferrara accoglie 55 persone.
Sorto nei primi anni settanta all'interno dell'OP. come spazio alternativo ai
reparti, come luogo dove era possibile per i pazienti e per gli operatori
esprimere le capacità relazionali presenti, mediate da attività pratiche di tipo
artigianale
Nel ' 76, spostato a San Bartolo, ha assunto via via la caratteristica di spazio
polifunzionale con attività di tipo occupazionale e ludico aperto sia ad utenti
interni sia esterni.
Attualmente situato al piano terra della zona “Frantz Fanon”, si articola su
vari momenti operativi che vengono a svolgere una funzione riabilitativa e
risocializzante per utenti psichiatrici gravi in carico alla Residenza " Il
Convento" e alle équipe territoriali del Dipartimento di Salute Mentale.
Le attività svolte vanno da semplici lavori di assemblaggio a complessi
manufatti artigianali; importante è il lavoro di recupero delle abilità sociali
ed il potenziamento delle competenze in ambito della cura del sé e dell'ambiente
domestico.
L'ambiente é confortevole e caldo, é previsto l'accompagnamento per e dal
centro, oltre alla possibilità di consumare la colazione ed il pranzo viene
fornita la cena ad una quindicina di utenti.
Dal 2001 è in atto una collaborazione con il Centro territoriale per la
formazione Permanente degli adulti e si è attivato un corso di computer e
disegno per un gruppo di utenti
La struttura favorisce ed integra collaborazioni con altri enti e istituzioni
per l’attivazione di percorsi riabilitativi e socializzanti
Lo staff considera il percorso riabilitativo in Centro Diurno come un momento
del trattamento più vasto del paziente, in stretta collaborazione con i colleghi
invianti del DSM e la famiglia.
Pertanto stimola la realizzazione della continuità terapeutica con l’équipe
inviante e la informazione- partecipazione delle famiglie al trattamento.
Il Centro offre momenti formativi e professionalizzanti in collaborazione con
Enti di Formazione Professionale, con il Centro Territoriale Permanente e con le
Cooperative Sociali.
Il Centro è sede di tirocinio formativo per gli allievi del Corso di Laurea in
“Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica” della Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università degli Studi di Ferrara; per gli studenti del Corso di
Laurea in Psicologia presso la Facoltà di Psicologia di Padova; per gli studenti
dell’Istituto di Stato “L.Einaudi” di Ferrara per il corso di operatore ad
indirizzo socio-sanitario; per gli allievi dei Corsi di Formazione Professionale
e di riqualificazione per OSS.
Dott.ssa Fabrizia
Pizzale
Coordinatrice Centro Diurno "Il Convento"