Da sabato 22 ottobre 2016 a domenica 26 febbraio (prorogata) tornano a Savignano, dopo oltre 150 anni dal ritrovamento, le asce del ripostiglio della Lovara
Il Comune di Savignano sul Panaro, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e il Comune di Modena, Museo Civico Archeologico Etnologico, vi invitano all'inaugurazione della mostra
Sulla sponda del Panaro 4.000 anni fa
Museo dell'Elefante e
della Venere
c/o Centro Civico di Savignano sul Panaro (MO)
Via Doccia, 72
Ciclo di conferenze collegate alla mostra
(gennaio-febbraio 2017)
La mostra è aperta dal 22 ottobre 2016 al 26
febbraio 2017
dal lunedì al sabato 9-12 • domenica e festivi 14.30 - 18.30
Ingresso gratuito
Info: Biblioteca comunale 059 731439
La mostra è realizzata
con il contributo di Fondazione di Vignola
A più di 150 anni dal ritrovamento, tornano a Savignano sul Panaro le asce
del ripostiglio della Lovara. Per l’occasione il Comune di Savignano, il Museo
Civico Archeologico Etnologico di Modena e la Soprintendenza Archeologia, belle
arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena,
Reggio Emilia e Ferrara promuovono la mostra “Sulla sponda del Panaro 4000
anni fa”, realizzata con il contributo della Fondazione di Vignola.
La collaborazione fra i Musei Civici di Modena e il Comune di Savignano sul
Panaro è ormai una consuetudine consolidata con le recenti iniziative di
valorizzazione del mosaico romano di Melda di Sotto
e della celebre “Venere” paleolitica. Alla base di
questa virtuosa rete fra enti ci sono da una parte il ruolo di riferimento per
l’archeologia che il Museo Civico di Modena ha avuto per l’intera provincia fin
dall’Ottocento, dall’altra la forte caratterizzazione del Comune di Savignano
sul Panaro come “Città dell’Archeologia”.
Fulcro della mostra, le 96 asce del ripostiglio, in gran parte conservate presso
il Museo Civico di Modena, che furono fortunosamente ritrovate nel 1864 in un
piccolo appezzamento nel Podere Mambrina, al tempo noto con il nome di Lovara.
Il
rinvenimento, che il famoso archeologo savignanese Arsenio Crespellani descrisse
dettagliatamente, è attribuibile all’antica età del bronzo ed è databile tra il
2000 e il 1900 a.C.
I ripostigli sono accumuli di oggetti generalmente metallici (soprattutto in
bronzo) interi o frammentati, riposti intenzionalmente nel sottosuolo o comunque
in situazioni che ne rendono complesso e talvolta impossibile il recupero. In
antico il metallo era un bene prezioso e l’occultamento di significative
quantità di manufatti in bronzo può essere spiegato come una forma di
tesaurizzazione o il risultato di un atto votivo, in relazione a qualche tipo di
culto.
Nel caso del ripostiglio della Lovara si tratta di un consistente numero di
oggetti, tutti della stessa classe, cioè asce, alcune apparentemente mai usate,
altre con evidenti tracce di utilizzo. Il peso complessivo del ripostiglio
supera i 39 chilogrammi, una quantità corrispondente all’epoca a un rilevante
valore economico: un tesoro arrivato fino a noi e di cui la mostra illustra il
significato e le possibili motivazioni che indussero a seppellirlo quattro
millenni or sono.
Oltre alle asce del ripostiglio, la mostra espone altri rinvenimenti dell’area
savignanese e del territorio limitrofo databili al periodo delle terramare, che
si colloca tra il 1650 e il 1150 a.C.: in particolare sono visibili i materiali
dei villaggi dell’età del bronzo di S. Anastasio, di Castiglione (da cui
proviene anche una splendida spada in bronzo, nella foto a sinistra), di
Trinità e di Bazzano.
La mostra, affidata alla direzione scientifica del Prof. Andrea Cardarelli
dell’Università Sapienza di Roma, sarà accompagnata anche da alcuni eventi quali
un ciclo di quattro conferenze (la prima delle quali tenuta
proprio dal Prof. Andrea Cardarelli in concomitanza dell’inaugurazione che si
terrà il giorno 22 ottobre presso il Museo dell’Elefante e della Venere alle ore
15) e alcune dimostrazioni di metallurgia sperimentale, durante le quali
saranno riproposte le tecniche originali di fusione e di lavorazione di alcuni
degli oggetti in bronzo esposti nella mostra.
Ciclo di conferenze collegate all'esposizione
Sala consiliare del Municipio di Savignano sul Panaro, Via Doccia n. 64
Sabato 14 gennaio 2017, ore 17.00
L’Emilia tra 5000 e 4000 anni fa
Maria Bernabò Brea, Presidente dell’Istituto Italiano di Preistoria e
Protostoria
Sabato 21 gennaio 2017, ore 17.00
3500 anni fa a Savignano sul Panaro: tra
terramare di pianura e villaggi dell’Appennino
Andrea Cardarelli, Sapienza – Università di Roma, Dipartimento di
Scienze dell’Antichità
Sabato 11 febbraio 2017, ore 17.00
Gli Etruschi e il Panaro. Il territorio di
Savignano sul Panaro nell’Età del Ferro
Sara Campagnari, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio
per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e
Ferrara
Altre iniziative collegate all'esposizione (scadute):
DOMENICA 23 OTTOBRE, ORE 15, 16 e 17
Visite guidate alla mostra e dimostrazioni di fusione del bronzo
DOMENICA 6 NOVEMBRE, ORE 15
Visita guidata alla mostra e laboratorio per bambini e adulti “Metallurghi
si nasce o si diventa?”
DOMENICA 20 NOVEMBRE, ORE 15
Visita guidata alla mostra e laboratorio per bambini e adulti “Braccialetti
di 4000 anni fa”
INAUGURAZIONE SABATO 22 OTTOBRE 2016, ALLE ORE 15
Museo dell'Elefante e
della Venere
c/o Centro Civico di Savignano sul Panaro (MO)
Via Doccia, 72
Intervengono:
Germano Caroli, Sindaco di Savignano sul Panaro
Valerio Massimo Manfredi, Presidente Fondazione Vignola
Luigi Malnati, Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la
città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Cristiana Zanasi, Curatrice Museo Civico Archeologico Etnologico di
Modena
A seguire conferenza di Andrea Cardarelli, Sapienza - Università di
Roma, curatore scientifico della mostra: “Il
ripostiglio di Savignano: un tesoro sepolto o un’offerta votiva di 4000 anni fa?”
Ore 17.00 Visita alla mostra
Ore 17.30 Dimostrazione di fusione del bronzo, a cura dell'Associazione Archeoexpert