Fino a pochi anni fa, non c’era traccia dell’antica Chiesa di San Bartolomeo, con annesso
Ospitale, citata già in un atto del 1162. Si sapeva solo che era “Spinanamberti
de supra”, cioè a sud di Spilamberto, in direzione di Vignola.
Soprintendenza e Comune l'hanno cercata, prima in un'area destinata a interventi
edilizi, poi a sud-ovest, all'angolo tra la Vignolese e via S. Pellegrino, e
infine
a sud-est, all'angolo con il canale Diamante.
E qui finalmente l'atteso ritrovamento.
Ora il volume "L'Ospitale di San Bartolomeo a Spilamberto" racconta la cronaca
di una scoperta annunciata
Nell’ambito
della rassegna di incontri di Storia e Archeologica
SULLE ANTICHE VIE
Martedì 5 Novembre 2013 - ore 21
Spazio Eventi “Liliano Famigli”
Viale Rimembranze, 19
Spilamberto (MO)
presentazione del volume
L’OSPITALE DI SAN BARTOLOMEO A SPILAMBERTO
Archeologia, storia e antropologia di un insediamento medievale
a cura di Donato Labate e Mauro Librenti
Saluti
Francesco Lamandini, Sindaco di Spilamberto
Filippo Maria Gambari, Soprintendente per i Beni Archeologici
dell'Emilia-Romagna
Valerio Massimo Manfredi, Presidente della Fondazione di Vignola
Presentazione del Volume a cura di
Sauro Gelichi, Docente di Archeologia Medievale, Università Cà Foscari di
Venezia
Saranno presenti i curatori del Volume
Il volume documenta gli scavi condotti a Spilamberto tra il 2007 e il 2008
nell’Ospitale medievale di San Bartolomeo.
A seguito di una segnalazione del Gruppo Naturalisti di Spilamberto sono state
realizzate indagini preliminari che hanno accertato la presenza di resti
d'interesse archeologico.
Le successive indagini hanno portato in luce una chiesa medievale con annesso
cimitero, canonica, pozzi e altri edifici che sono stati riferiti all'antico
Ospitale di San Bartolomeo (XII-XIV secolo) anche grazie alla presenza di due
tombe di pellegrini sepolti con le insegne del pellegrinaggio.
L'Ospitale, appartenuto alla potente abbazia nonantolana, era ubicato lungo una
strada di pellegrinaggio che collegava Nonantola a Roma.
Uno dei pellegrini con il bordone e la conchiglia è ora esposto presso l'Antiquarium
di Spilamberto.
Il Volume potrà essere acquistato in occasione della presentazione e nei giorni successivi presso le edicole, librerie del territorio e l’URP del Comune di Spilamberto al prezzo di copertina di € 20
Il volume è realizzato con il contributo di Fondazione di Vignola e Banca Popolare dell’Emilia-Romagna
Clicca qui per andare alla pagina dedicata agli scavi del 2007-2008
Gli scavi dell’Ospitale di San Bartolomeo sono l'ennesima testimonianza del
successo di una prassi operativa ormai consolidata, quella dell'archeologia
preventiva. Anche il ritrovamento, propiziato dal Gruppo dei Naturalisti di
Spilamberto, è stato per molti aspetti particolare.
Fonti d'archivio lasciavano
supporre che San Bartolomeo fosse in quella zona di Spilamberto, ma dove
esattamente? La prima verifica nell'area in cui erano previsti i locali
interrati non dette alcun esito. Allora si indagò nell'area a sud-ovest, all’angolo
tra la Vignolese e via S. Pellegrino. Niente. Finché andando a ispezionare l’area a
sud-est, all'angolo tra il canale Diamante e via San Pellegrino, una serie di
trincee preliminari (ben 17) confermarono l'esistenza del sito, evidenziando
la presenza di edifici di età medioevale e di una necropoli connessa.
Lo scavo estensivo dell’area ha poi messo in luce un complesso pienamente
medioevale di carattere religioso, collegato alla viabilità con la Toscana, e
legato alla prime fasi di vita di Spilamberto dal tempo del Marchese Bonifacio,
alla fondazione del Castello ad opera dei Modenesi nel 1210, fino al XIV secolo
quando l'insediamento religioso sarà abbandonato.
Si tratta di un Ospitale collegato a una chiesa e a edifici
rurali, che a giudicare dai reperti rinvenuti fu utilizzato fino al XIV secolo.
Di grande interesse anche la necropoli affiancata alla chiesa, con oltre 40
tombe di cui due di pellegrini iacobiti, riconoscibili dalla conchiglia con cui
adornavano il proprio abbigliamento.
La storia di questo sito ha origine a cavallo dell’anno Mille. Il modello romano è
tramontato, l’arrivo dei Longobardi non sortisce gli effetti sperati,
risolvendosi in lotte contro l'Impero Romano d’Oriente (i Bizantini), il Papato
e infine i Franchi. Intanto il territorio si impaluda e le strade diventano
sempre più impraticabili. In questo contesto resta in piedi una sola rete,
quella della Chiesa: una rete fatta di monasteri, abbazie e pievi, una rete di
cultura e di governo oltre che di preghiera, una rete che è alla base della
rinascita dell’Italia a partire dall’XI secolo.
L’abbazia di Nonantola ne è uno dei pilastri più importanti e il più prossimo a
Spilamberto. L’Ospitale di San Bartolomeo diventa uno dei nodi di questa rete,
una piccola struttura che può svanire in pochi anni o svilupparsi in futuro
insediamento. Come poi in effetti accadrà: di lì a breve nasce il castello di
Spina Lamberti o forse è proprio con l’Ospitale che nasce Spina Lamberti.
La documentazione di scavo fotografa in modo fedele e con dettagli
sorprendentemente minuti la realtà di un Ospitale del XII-XIV secolo in un
territorio percorso da numerosi viaggiatori, posto tra la via Emilia e la
direttrice del Panaro attraverso l’Abetone, verso Lucca e Pistoia. La stessa
titolatura dell'Ospitale a San Bartolomeo apostolo (traslato a Benevento in età
carolingia) rimanda al patrono invocato contro le malattie cutanee e veneree
nonché protettore degli artigiani che usano coltelli e arnesi da taglio.
La fine dell’Ospitale nel XIV secolo potrebbe forse testimoniare la crisi
indotta su queste strutture situate lungo gli assi stradali dalla diffusione
della terribile Peste Nera, che nel Trecento colpisce anche Modena sterminando
almeno 8.000 cittadini e 10 Frati Minori: proprio la diffusione in molti Comuni
italiani di ordinanze che proibivano i viaggi in città colpite dalla peste porta
a un crollo dei traffici che si riflette sulle strutture di ospitalità collocate
lungo le strade.
Ancora una volta l’archeologia, nel suo rendere tangibile la storia attraverso
materiali e oggetti spesso comuni, riesce a “far parlare” anche insediamenti
minori e apparentemente periferici: le conchiglie del pellegrinaggio bastano da
sole a documentare le vivaci connessioni che percorrevano con una rete di fili
solidissimi tutta l’Europa medievale.
Promosso da: |
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Comune di Spilamberto e Gruppo Naturalisti di Spilamberto |
Città: | Spilamberto |
Luogo: | Spazio Eventi “Liliano Famigli” |
Indirizzo: | Viale Rimembranze, 19 |
Provincia: | Modena |
Regione: | Emilia-Romagna |
Quando: |
martedì 5 novembre 2013, alle ore 21 |
Ingresso: | gratuito |
Info: | Comune di Spilamberto Struttura Rapporti con il Cittadino tel 059 789941 info@comune.spilamberto.mo.it www.comune.spilamberto.mo.it anche su Facebook |
editing Carla Conti