"I CAVALIERI" DI ARISTOFANE
alla necropoli orientale della città etrusca di Marzabotto
in collaborazione con Compagnia d’Arte “Teatro Perché” di Bologna
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2 luglio 2007. La Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna ringrazia il folto pubblico che ha partecipato alle rappresentazioni dei "Cavalieri" di Aristofane, quasi 600 spettatori nell'arco delle tre serate

Comunicato stampa

Tre serate di teatro nella suggestiva cornice della necropoli orientale della città etrusca di Marzabotto, dove va in scena una  satira politica di impressionante attualità.

Teatro nella necropoli di Marzabotto: un'immagine della rappresentazione dell'anno scorsoDa venerdì 29 giugno
a domenica 1 luglio 2007
alle ore 21.15
la Compagnia d'Arte Teatro Perchè di Bologna
mette in scena
”I cavalieri” di Aristofane
per la regia di Gabriele Marchesini
ingresso € 5,00 - info 051. 6780511

Le tre rappresentazioni teatrali saranno precedute da una visita guidata gratuita al Museo Nazionale Etrusco "Pompeo Aria" e agli scavi condotta dalla direttrice Paola Desantis con inizio alle ore 18.30
Figlia di un vivace impegno politico, “I cavalieri” è un’inesausta rappresentazione del malcostume demagogico, con vibranti accuse personali e un’assoluta prevalenza della tematica civile, la cifra più caratteristica della ‘commedia antica’.
Rappresentata ad Atene nel 424 a.C. questa commedia valse ad Aristofane il primo premio alle Lenee di quell'anno. La favola è il pretesto per attaccare il partito democratico ateniese e in particolare il suo capo, il conciapelli Cleone, generale protagonista della guerra del Peloponneso. Aristofane non mette in scena cose e persone che vuole colpire ma vi allude con trasparenti caricature e allegorie fantasiose, intessute di casi bizzarri e grotteschi.
Il popolo ateniese è rappresentato nella figura di Demo, un vecchio rimbambito, facilmente tiranneggiato dai più astuti dei suoi servi. Cleone veste i panni del suo schiavo Paflagone che punta soltanto a ottenere quattrini e potere per sé, sfruttando con le lusinghe le debolezze del padrone e facendogli credere di curare gli interessi domestici. Altri due schiavi, fedeli e malcontenti, nei quali si celano i generali Nicia e Demostene, cercando il modo per liberare la casa dal rivale, si rivolgono a un venditore di salsicce che passa per la strada. Il salsicciaio (Agoracrito) è una figura ancora più bassa e volgare di Paflagone, è totalmente privo di istruzione e competenza della cosa pubblica ma ha la lingua lunga, coscienza elastica e faccia di tolla: dunque è proprio il tipo adatto per signoreggiare sul popolo.
Così impostata la commedia si sviluppa come un lungo contrasto tra Paflagone e Agoracrito, che cercano di sopraffarsi facendo a chi urla più forte e di guadagnarsi le grazie di Demo con invenzioni di ogni genere. Il salsicciaio è sostenuto dal coro dei cavalieri, una milizia cittadina scelta tra i giovani aristocratici nei quali il conservatore Aristofane vedeva i custodi dei sani principi del buon tempo antico.
Come mai -potremmo chiederci- prendono le parti dell'ignobile salsicciaio? E perchè, quando alla fine Agoracrito  ottiene la vittoria con arti ancora peggiori di Paflagone, Demo compare in scena ringiovanito dalle cure del nuovo servo e la commedia si chiude trionfalmente in una prospettiva di benessere e di pace? È stato risposto che, in un mondo corrotto, per battere gliLa necropoli orientale di Marzabotto, palcoscenico delle tre serate di teatro avversari bisogna usare le loro stesse armi e che per aver successo con il popolo conviene essere il più bassi possibile, proprio come il salsicciaio. E che il popolo, a sua volta, non è poi così babbeo come si crede: vuole essere adulato e servito ma quando i demagoghi si ingrassano se li mangia in un boccone. In realtà, Aristofane gioca con le sue stesse invenzioni, un sottile pessimismo aleggia nella sua comicità e gli impedisce di credere che ci sia rimedio ai mali presenti. Ma il poeta non vuole essere coerente, vuole solo e soprattutto sfogare la sua passione partigiana e il suo odio per Cleone. La sua finezza ironica lo mantiene al di sopra della mischia e la commedia, indipendentemente dal momento storico in cui è nata, rimane una delle più divertenti satire politiche di ogni tempo. 

Lo spettacolo di Marzabotto rientra nel “Progetto Dioniso” che coinvolge Provincia di Bologna, Comune di Marzabotto, Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Bologna, Centro Teatrale Universitario dell’Università di Ferrara e Compagnia d’Arte “Teatro Perché” di Bologna, con la direzione artistica di Gabriele Marchesini e la consulenza scientifica di Angela Maria Andrisano.
Le tre serate di teatro si svolgono in concomitanza con il festival dell’Occidente “Kainua” che si tiene nel parco vicino alla stazione di Marzabotto

Promosso da:

Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Museo Nazionale Etrusco "Pompeo Aria" di Marzabotto, Comune di Marzabotto e Compagnia d’Arte “Teatro Perché” di Bologna in collaborazione con la Provincia di Bologna, la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Bologna e il Centro Teatrale Universitario dell’Università di Ferrara

Quando: da venerdì 29 giugno a domenica 1 luglio 2007
Costo biglietto: euro 5,00
visita guidata gratuita prima degli spettacoli con inizio alle ore 18,30
Città: Marzabotto
Luogo: Necropoli orientale della città etrusca
Indirizzo: Via Porrettana Sud n. 13
Provincia: Bologna
Regione: Emilia-Romagna
Curatore: Angela Maria Andrisano - Angela Baviera
Informazioni: URP Comune di Marzabotto tel. 051.6780511

articolo di Carla Conti