Le mummie di Roccapelago su Italia 1
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Ufficio stampa SBAER
22 settembre 2011

lunedì 26 settembre 2011: il servizio è stato visto da 1.967.000 spettatori, con uno share del 9.67%, un dato molto positivo. Grazie a tutti

Domenica 25 settembre, dalle ore 21.25, la trasmissione "Mistero" (Italia 1) dedica un ampio servizio all'eccezionale ritrovamento avvenuto all'inizio dell'anno nella cripta della Chiesa della Conversione di San Paolo Apostolo a Roccapelago di Pievepelago, sull'Appennino modenese

La troupe di Italia 1, assistita da personale della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, ha effettuato le riprese martedì 20 settembre a Ravenna, con l'antropologo Giorgio Gruppioni nel Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali dell'Università degli Studi di Bologna (sede di Ravenna),  e mercoledì 21 settembre sul luogo del rinvenimento, a Roccapelago di Pievepelago,  con l'archeologo della Soprintendenza Luca Mercuri

Una delle mummie "naturali" rinvenute nella cripta della Chiesa di Roccapelago (foto Paolo Terzi)Arrivano su un network nazionale le mummie rinvenute all'inizio del 2011 sull'Appennino modenese: decine di corpi, con abiti, scarpe, cuffie e altri oggetti personali, perfettamente conservati grazie a un raro processo di mummificazione spontanea, favorito dalle particolari condizioni ambientali del luogo di sepoltura. Un microclima secco e ventilato ha consentito la mummificazione naturale di circa un terzo dell’intera comunità, un caso unico nell’Italia settentrionale
Domenica 25 settembre, a partire dalle ore 21.25, l'emittente Italia 1 dedica un ampio servizio di circa 15 minuti, nell'ambito della trasmissione Mistero, all'eccezionale scoperta archeologica avvenuta nella Chiesa della Conversione di San Paolo Apostolo, a Roccapelago di Pievepelago.
Le riprese sono state effettuate martedì 20 settembre, a Ravenna,  e mercoledì 21 settembre sul luogo del rinvenimento, nella cripta e nei dintorni della chiesa di Roccapelago. Oltre ai tecnici, la troupe era composta dalla presentatrice Nicole Pelizzari, dall'autore Candido Francica e dal redattore Alberto Pattacini.
Le riprese di martedì si sono svolte all'interno del Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali dell'Università degli Studi di Bologna, sede di Ravenna, nel laboratorio dove sono conservate le mummie. Qui l'antropologo Giorgio Gruppioni  ha illustrato prospettive e problematiche di uno studio multidisciplinare di straordinario interesse; erano presenti alcuni membri del suo staff tra cui Federica Annuzzo e i tesisti Simona Gugnali, Antonino Vazzana, Valentina Drudi e Giulio Cosseddu.
Mercoledì ci si è spostati nel suggestivo borgo di Roccapelago dove l'archeologo della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Luca Mercuri, ha spiegato le modalità del rinvenimento, dalla scoperta della botola della cripta all'impressionante visione della catasta di corpi che riempiva quasi integralmente l'ambiente voltato utilizzato come fossa comune dal XVI al XVIII secolo. Erano presenti l'antropologa che ha seguito lo scavo, Vania Milani, e i volontari dell'Accociazione Pro-Rocca.
Il servizio in onda domenica prossima su Italia 1 segue di un giorno il convegno "Suggestioni fra le torri. La Rocca a Pelago fra identità del passato e vocazioni del presente" in programma per sabato 24, a partire dalle ore 10, nella Chiesa di Roccapelago. Parlaranno delle vicende storiche che hanno connotato il complesso architettonico di Roccapelago gli storici Paolo Mucci e Chiara Vignudini, l'architetto che ha curato il restauro della chiesa Andrea Sampieri, gli archeologi della Soprintendenza Donato Labate e Luca Mercuri e l'antropologo Giorgio Gruppioni. Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15, visite guidate con l'architetto Andrea Sampieri, l'archeologa Barbara Vernia e gli antropologi Vania Milani e Mirko Traversari

Gli scavi archeologici hanno portato in luce i resti del castello medievale di Obizzo da Montegarullo, sette tombe a sepoltura multipla ma soprattutto una cripta usata come fossa comune tra il XVI e il XVIII secolo.
Qui sono stati trovati circa 300 inumati, di cui un centinaio mummificati. Si tratta di mummie naturali che presentano ancora pelle e capelli, e che sono state deposte una sull’altra, vestite con tunica e calze, avvolte in sudari con crocifissi, medagliette votive e persino una rara lettera “componenda” per attrarre su di sé la protezione divina
A scavo concluso, le mummie erano state trasferite al Laboratorio di Antropologia di Ravenna dove archeologi, antropologi, entomologi, archeobotanici e studiosi di tessuti stanno cercando di ricostruire non solo vita, attività, cause di morte e peculiarità genetiche di questa comunità ma forse i volti stessi dei defunti.
Da qualche mese la cripta è sempre visibile da una finestra vetrata ricavata nel pavimento della chiesa ed è accessibile al termine del percorso del  Museo "Sulle orme di Obizzo di Montegarullo", aperto il sabato e la domenica dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 18, ma anche a richiesta telefonando per info e prenotazioni al 0536 71890 (ingresso a offerta libera)

Per saperne di più, vai alla cartella stampa del 22 giugno 2011

Per informazioni:
Carla Conti (Odg 83183) Ufficio stampa della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
sba-ero.stampa@beniculturali.it  - www.archeobologna.beniculturali.it
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