Dalla mezzanotte di sabato 22 alla sera di domenica 23 giugno, gli Etruschi rivivono tra Marzabotto e Labante, con ludi, libagioni, antichi suoni e curiosità
Aspettando il solstizio in compagnia degli Etruschi
La veglia notturna, l'avvento dell'alba, il rito di fondazione della città di Kainua e la curiosa storia del falco della notte...
Sabato 22 giugno, dalla
mezzanotte, Una notte al Museo in compagnia degli Etruschi. Aspettando il solstizio
MARZABOTTO (Bologna), Città etrusca di Kainua, via Porrettana Sud n. 13
Domenica 23 giugno, dalle ore
10.30, L’acqua degli uomini, l’acqua degli dei
CASTEL D’AIANO (BO), Grotte di Labante, frazione San Cristoforo di Labante
Domenica 23 giugno, dalle ore
16, Gli Etruschi maestri di idraulica
MARZABOTTO (Bologna), Città etrusca di Kainua, via Porrettana Sud n. 13
info 051.932353
Ingresso gratuito. Si consiglia di portare torcia, plaid e repellente per
insetti
L’iniziativa chiude l’edizione 2013 delle ArcheoloGITE BOLOGNESI
Perché
i sacerdoti etruschi costruivano le città sul punto d’incrocio degli assi
celesti? Lo sapevate che tutte le tombe e i monumenti sacri della città di
Kainua sono realizzati con il travertino estratto dalle Grotte di Labante? E
come mai dal 1 agosto 1882, il Comune di Caprara sopra Panico cambia il proprio
nome in Marzabotto?
A queste e altre domande darà risposta la lunga notte etrusca tra sabato 22 e
domenica 23 giugno, che inizierà poco dopo la mezzanotte al Museo Nazionale
Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto per poi spostarsi in mattinata alle Grotte
di Labante e concludersi nel tardo pomeriggio di nuovo a Marzabotto
In occasione del solstizio, l’antica città di Kainua rivive il momento magico
della sua fondazione al termine di una notte in compagnia degli Etruschi, tra
incontri, visite guidate, curiosità, rievocazioni storiche, suoni e bevande
antiche
Anche quest’anno, i traghettatori della notte hanno a disposizione un
programma variegato che inizia nel museo poco dopo la mezzanotte. Qui gli
antenati etruschi accolgono il pubblico mentre il
coro Farthan di Marzabotto esegue per la prima volta “La canzone di Kainua”,
musica di Elide Melchioni su testo di ispirazione etrusca di Corrado Re e Dario
Pedrazzini.
All'una, durante la visita guidata condotta da Paola Desantis e Tiziano
Trocchi, le immagini dei personaggi più significativi del museo tornano in vita
per raccontare l'intreccio delle loro storie sull'antico pianoro
Verso le tre di notte, il Soprintendente per i Beni Archeologici
dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, si produce in un curioso quanto
documentato excursus sull'origine del nome odierno della città che fu l'Etrusca
Kainua. Un passato appassionante che vale la pena di ripercorrere, restituendo
all'archivio storico di Marzabotto -distrutto dalla guerra- le sue perdute
pagine di storia
Dopo la veglia di solstizio, fra ludi e libagioni, verso le quattro ci si
sposta nell’area centrale della città, presso il decussis, dove Antonio
Gottarelli illustra i riti etruschi di fondazione nella magia della prima aurora
dell’estate.
La levata del sole sarà accolta da un concerto di Igor Niego con musiche antiche e suggestioni
etrusche
La domenica mattina ci si sposta alle Grotte di Labante (frazione San
Cristoforo di Labante di Castel d'Aiano) da cui gli Etruschi di Marzabotto
traevano la particolare pietra che caratterizza i loro monumenti sacri e
funerari.
Alle ore 10,30 Paola Desantis e Fabrizio Finotelli guidano il pubblico alla
scoperta degli straordinari aspetti archeologici e geologici della grotta, nata
dall’acqua e utilizzata fin dal tempo degli Etruschi, per poi spostarsi verso le
11,30 al molino di Povola per una visita guidata
Nel pomeriggio si torna al museo e all’area archeologica di Marzabotto
dove, alle 16, gli studenti di Marzabotto e il popolo di Kainua danno vita ai
gesti quotidiani e agli antichi riti degli Etruschi, “di tutti i popoli il più
religioso”, come scriveva Tito Livio (V, Historiae, I, 67), nonché maestri eccelsi di idraulica
Dopo il concerto di Giovanni Maselli, che alle 18.30 esegue una scelta di brani
dal XV al XVIII secolo con riferimenti al tema dell’acqua, la no-stop si chiude
con un brindisi offerto dal Comune di Marzabotto
La partecipazione è libera e gratuita; è gradita la prenotazione al tel.
051.932353.
Nelle giornate di sabato 22 e domenica 23 giugno il museo resterà aperto con
orario continuato e ingresso gratuito
L’iniziativa chiude l’edizione 2013 delle ArcheoloGITE BOLOGNESI e si svolge in
concomitanza con il Festival Kainua, curato dalla locale Pro Loco, che si tiene nel Parco
Urbano di Marzabotto, per la regia di Maria Paone
L'iniziativa è promossa dalla Soprintendenza
per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Museo Nazionale Etrusco “Pompeo
Aria” di Marzabotto, e dalla Provincia di Bologna in collaborazione con Comune
di Castel D’Aiano e Pro Loco di Labante, Comune e Pro Loco di Marzabotto,
Istituto Comprensivo di Marzabotto, Gruppo Archeologico Bolognese, Stefano
Muratori, Coop Reno di Marzabotto, Bar del Museo.
"Una notte in compagnia degli Etruschi" è un progetto della Direzione del Museo
Nazionale Etrusco di Marzabotto, del Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà
dell’Università di Bologna e di Corrado Re, in collaborazione con Associazione
Teatro Marzabotto in Scena, Methlum Kainual APS, De Bello Italico,
moroeventi.com. Coordinamento e Regia dell'animazione teatrale al Museo Corrado
Re e Andrea Moretti.
La planimetria urbana di Marzabotto è un chiaro esempio di fondazione
etrusco ritu, cioè di città delimitata e disegnata come proiezione terrena del
templum celeste, così come prescritto dall’etrusca disciplina. È lampante
l’esistenza di un vero e proprio piano urbanistico, elaborato teoricamente e
concretamente applicato al terreno con un’unica operazione e in un solo momento,
coincidenti la fondazione della città, perlomeno nelle sue linee essenziali.
La conferma definitiva è venuta dal ritrovamento, tra il 1963 e il 1965, di
quattro ciottoli di fiume infissi nel terreno vergine, di cui uno inciso sulla
sommità con una croce orientata secondo i punti cardinali. Si tratta del
decussis, un cippo ricco di valenze simboliche che attesta che, proprio in quel
punto, gli officianti addetti alla divisione della città definirono i principali
assi stradali. Il cippo con decussis è il segno materiale che Marzabotto fu
fondata seguendo le meticolose disposizioni previste dal rito di fondazione
delle città etrusche, rito che prevedeva la ripartizione preliminare dello
spazio urbano, inteso come proiezione sul terreno dell’ideale templum celeste.
Gli aùguri cominciavano col delimitare una porzione di cielo consacrata proprio
in funzione del rito (e definita con il termine significativo di templum)
all'interno della quale trarre gli auspici dedotti dal volo degli uccelli che la
attraversavano, dai fenomeni meteorologici che in quel perimetro potevano
verificarsi, o da altre manifestazione considerate provenienti dalle divinità.
Erano poi individuati il centro della città stessa e delle principali direttrici
viarie scavando fosse in cui venivano deposte offerte e sovrapposti cippi che
fungevano sia da punti di riferimento che da luoghi sacrali.
Veniva poi tracciato con un aratro dal vomere di bronzo un solco continuo che
disegnava il perimetro delle mura, interrotto solo là dove si sarebbero aperte
le porte delle città; il solco diventava subito linea inviolabile per tutti gli
uomini e attraversarlo equivaleva ad attaccare la città. Lungo tutto il
perimetro delle mura correva inoltre, tanto all'esterno quanto all'interno,
un'ampia fascia di terreno (il pomerium) che non doveva essere né coltivata né
edificata e che era dedicata alla divinità. Una solenne cerimonia di sacrificio
inaugurava la città così prefigurata.
La fondazione di Roma a opera di Romolo e Remo così come ce l'hanno tramandata
le leggende è un'applicazione puntuale del rito etrusco: i gemelli che osservano
il volo degli uccelli per decidere chi dei due dovesse dare il nome alla città,
il solco tracciato da Romolo, l'uccisione di Remo che, saltando all'interno del
perimetro, profana i sacri confini e ''invade" la nuova fondazione.