MEDIOEVO SVELATO
Storie dell'Emilia-Romagna attraverso l'archeologia
Lapidario del Museo Civico Medievale
Via Manzoni
BOLOGNA
17 febbraio - 17 giugno 2018
inaugurazione venerdì 16 febbraio 2018, alle ore 18
Da una parte l’Emilia, tributo alla strada romana costruita nel 187 a.C. dal
console Marco Emilio Lepido; dall’altra la Romagna, dove Ravenna assurge al
rango di ultima capitale dell’Impero Romano d’Occidente (402-476 d.C.).
Emilia e Romagna: un matrimonio recente (la Regione è istituita nel 1970) ma un
fidanzamento lunghissimo e non sempre pacifico.
Nel 7 d.C. l’imperatore Augusto definisce i confini delle 11 regioni
d'Italia chiamando questa “Regio VIII Aemilia”. I contorni sono più o
meno quelli attuali ed è all'interno di questo limes geografico che ricama la storia, modificando
usanze, articolando mestieri, differenziando dialetti, mettendo radici persino
nella gastronomia, con il culto emiliano del suino e quello romagnolo
dell’ovino, il castrato in particolare. Tradizioni che sanciscono i confini
fluidi ma tangibili che nell'alto Medioevo separavano le terre
occidentali, soggette alla conquista longobarda, da quelle orientali
della Romagna bizantina.
L’Emilia-Romagna fornisce uno spazio di ricerca privilegiato per analizzare la
delicata fase che traghetta il mondo antico verso l’età moderna, con tutto il
suo portato di innovazione e conservazione. Una transizione che si riverbera in
ogni aspetto della vita politica, economica, sociale e culturale, rappresentando
un momento decisivo nella costruzione di nuovi assetti di potere e nuove
identità. Da global a local, diremmo oggi, dalla globalizzazione dei romani ai
particolarismi del medioevo.
Grazie all’archeologia e alle intense ricerche che hanno interessato questa
regione negli ultimi 40 anni, possiamo accostarci in modo inedito e originale al
lungo periodo che va dal IV-V secolo agli inizi del Trecento.
La parola spetta agli oggetti: dal missorium d’argento cesenate (piatto
di uso simbolico-celebrativo) che testimonia la vita agiata di un possidente
terriero nella tardantichità alle fibule di età Gota rinvenute a Imola, dagli
strepitosi reperti longobardi recuperati nella necropoli di Ponte del Rio di
Spilamberto al servizio liturgico in argento di età bizantina (piattello più
sette cucchiai) proveniente da Classe, dai bicchieri in legno rinvenuti a Parma
al bacino (piatto) in maiolica recuperato dalla facciata della chiesa di S.
Giacomo Maggiore, ogni reperto (più di 300) racconta con nuove chiavi di lettura questo lungo
e complesso percorso storico.
Bologna si inserisce nel programma culturale che celebra i 2200 anni lungo la
Via Emilia con un’importante
mostra archeologica sul medioevo emiliano-romagnolo.
Dal 17 febbraio al 17 giugno 2018 il capoluogo felsineo ospita al
Lapidario del Museo Civico Medievale l'esposizione Medioevo svelato. Storie
dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia, un viaggio nel tempo di quasi un
Millennio che racconta le trasformazioni delle città e del territorio e
l’affermarsi dei nuovi ceti dirigenti goti, bizantini e longobardi.
Promossa da Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e Istituzione Bologna Musei, Musei Civici d'Arte Antica, in collaborazione con Segretariato Regionale del MiBACT per l'Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza, Complesso Monumentale della Pilotta e Polo Museale dell'Emilia-Romagna, la mostra è curata da Sauro Gelichi (Università Ca’ Foscari Venezia) e da Luigi Malnati (Soprintendenza Bologna).
Partendo da un’istantanea sulle città nell’alto Medioevo, profondamente
ridimensionate rispetto alla vitalità dei secoli precedenti e contrapposte al
dinamismo del nuovo emporio commerciale di Comacchio (FE), lo sguardo si allarga
alla riorganizzazione delle campagne dove fioriscono castelli, villaggi, borghi
franchi, pievi e monasteri.
La narrazione termina ciclicamente con la rinascita delle città in età comunale.
A questa fase Bologna fornisce un contributo eccezionale con lo straordinario
recupero -dalla collocazione originaria- dei bacini (piatti) in maiolica datati
agli inizi del XIV secolo, rinvenuti alla sommità della chiesa di San Giacomo
Maggiore durante i lavori di restauro dell’edificio. Oltre a testimoniare una
vocazione decorativa specificamente programmata e realizzata in città, uno di
questi piatti riporta il ritratto emblematico di frate Simone, identificabile
molto probabilmente con l’omonimo sindaco del convento di San Giacomo.
L’esposizione, articolata in sei sezioni, offre un quadro delle vicende che
percorrono il territorio regionale dalla Tarda Antichità (IV-V secolo) al pieno
Medioevo (inizi del Trecen-to).
La I sezione è incentrata sul tema della Trasformazione delle città, ossia
sull’evoluzione dei centri di antica fondazione in rapporto ai cambiamenti
socio-economici e all’organizzazione delle nuove sedi del potere, sia laico che
ecclesiastico, fino al VI secolo. La II sezione, imperniata sulla Fine delle
ville, prende in esame l’insediamento rurale di tipo sparso, già tipico delle
fattorie di età romana, fino all’evoluzione databile al VI-VII secolo.
L’ideologia funeraria di VI-VII secolo caratterizza la III sezione dedicata a
Nuove genti, nuove culture, nuovi paesaggi: in questo periodo l’Emilia-Romagna
mostra una sostanziale continuità tra età romana e gota mentre appare fortemente
marcata la differenza fra i territori soggetti ai Longobardi (Emilia) e quelli
sottoposti ai Bizantini (Romagna).
Allo sfarzo di alcuni manufatti afferenti alle sepolture fanno riscontro i pochi
materiali recuperati nei contesti urbani regionali della IV sezione dedicata a
Città ed empori nell’alto Medioevo: qui spicca per vitalità e capacità economica
il più grande emporio del nord Italia nel secolo VIII, Comacchio (Ferrara),
strategico centro lagunare aperto, vocato allo smistamento e trasporto di beni e
merci mediterranei destinati alle terre del Regno longobardo.
Con la V sezione, Villaggi, castelli, chiese e monasteri: la riorganizzazione
del tessuto insediativo, vengono evidenziate le nuove forme d’insediamento (VIII-XIII
secolo), quali i castelli, i villaggi di pianura, talvolta fortificati, i borghi
franchi, le chiese rurali, perfettamente integrate nella rete itineraria e il
ruolo dei monasteri, incaricati del perpetuarsi della memoria dei defunti e
della trasmissione della cultura.
Il cerchio si chiude con la VI sezione, Dopo il Mille: la rinascita delle città,
che ripropone il tema dell’evoluzione dei centri urbani, questa volta esaminati
nella nuova fase di età comunale.
"Medioevo
svelato" allarga all’intera Emilia-Romagna il raggio di azione del progetto
"2200 anni lungo la Via Emilia" offrendo al pubblico una promozione particolare
legata alla Card Musei Metropolitani Bologna: grazie a una convenzione tra i
Comuni di Bologna, Modena, Parma e Reggio Emilia, i possessori della Card
avranno diritto all'ingresso con biglietto ridotto alle mostre
Mutina splendidissima (Modena, Foro
Boario, 25 novembre 2017 - 8 aprile 2018) e On the
road. Via Emilia 187 a.C. - 2017 (Reggio Emilia, Palazzo dei Musei, 25
novembre 2017 - 1 luglio 2018). Reciprocamente, i possessori di biglietto delle
due esposizioni di Modena e Reggio Emilia avranno diritto alla riduzione sul
titolo d'ingresso per la mostra al Museo Civico Medievale di Bologna.
Nel caso di Parma, l'accordo prevede un impegno congiunto per la comunicazione
del nuovo Spazio “Aemilia 187 a.C.”, che sarà inaugurato a dicembre 2017 nel
sottopasso Ponte Romano e resterà accessibile gratuitamente. A tutti coloro che
presenteranno un biglietto di ingresso per il Museo Archeologico Nazionale di
Parma sarà inoltre riconosciuta la tariffa ridotta per visitare la mostra
Medioevo svelato.
Mostra: Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia
A cura di: Sauro Gelichi e Luigi Malnati
Promossa da Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la
città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
e Istituzione Bologna Musei, Musei Civici d'Arte Antica, in collaborazione con
Segretariato Regionale del MiBACT per l'Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna,
Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione
Emilia-Romagna, Università Ca' Foscari VeneziaSoprintendenza
Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e
Rimini, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di
Parma e Piacenza, Complesso Monumentale della Pilotta e Polo Museale
dell'Emilia-Romagna, con il sostegno di Gruppo Hera, Banca di Bologna,
Coop Alleanza 3.0
Periodo: 17 febbraio – 17 giugno 2018 - inaugurazione venerdì 16 febbraio 2018 h
18.00
Sede: Museo Civico Medievale, via Manzoni 4, 40121 Bologna
Orari di apertura: fino al 28 febbraio 2018 dal martedì al venerdì h 9.00–18.30 / sabato,
domenica e festivi h 10.00–18.30 / chiuso lunedì feriali
Orari di apertura: dal 1 marzo 2018 dal martedì alla domenica h 10.00–18.30 / chiuso lunedì feriali
e 1°
maggio
Ingresso: intero € 5 - ridotto € 3 - gratuito Card Musei
Metropolitani Bologna e la prima domenica del mese
Informazioni: Museo Civico Medievale, via Manzoni 4 a Bologna
tel. +39 051 2193916 / 2193930
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteantica
Facebook: Musei Civici d'Arte Antica - Twitter: @MuseiCiviciBolo