Claterna, archeologia di una città sepolta
Ozzano dell'Emilia, attività di scavo e ricerca 2018

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Alcune città hanno molte vite, una per ogni strato che viene in luce. Per sua fortuna Claterna ne ha solo una, più una seconda che si prefiggono di darle gli scavi e le ricerche sistematiche intraprese dal 2005 da Soprintendenza, Associazioni culturali, Amministrazioni Comunali e Università, grazie al sostegno finanziario di alcuni mecenati.
Da 1500 anni la città romana che dorme pressoché intatta sotto i campi della frazione Maggio di Ozzano dell'Emilia, a mezzo metro di profondità, è la protagonista di un grande progetto di studio e valorizzazione archeologica.
La campagna di scavo 2018 ha portato grandi novità per la conoscenza dell’antica città che si estende per 600 metri lungo la Via Emilia per 600 metri e per 300 metri a nord e sud della stessa strada consolare.
Per prima cosa, proseguendo il progetto già avviato, si è continuato a scavare nella domus del fabbro e nell'area dove l'anno scorso era stato individuato il  teatro; in seconda battuta, novità assoluta di quest'anno, è stata effettuata una ricerca geomagnetica su tutta la pianta della città.
Alla campagna di scavo 2018 hanno partecipato l'Università di Venezia Ca’ Foscari, l'Università degli Studi di Siena e gli studenti dell'esperienza di alternanza Scuola Lavoro, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e con il coordinamento dell’Associazione Culturale 'Centro Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi'.

Domus del fabbro. Abbiamo proseguito le ricerche nella nuova area aperta verso nord, quest’anno operando in profondità per raggiungere le fasi imperiali di I – III secolo d.C. La scoperta più importante è stata quella di un secondo peristilio, un’area cortiliva porticata sulla quale davano un pozzo e una cucina. Sono stati anche scoperti un altro cortile e altri ambienti, questi ultimi intonacati. Insomma: la domus prende sempre più forma e si conferma come un grande e complesso organismo architettonico.

Domus del fabbro (settore nord)
Il settore Nord della domus del fabbro con i nuovi ambienti scavati in profondità (foto da drone di Paolo Nanni)

Dal punto di vista della ricostruzione delle strutture, anche quest’anno si è proseguito nel progetto, aggiungendo nuovi ambienti, oltre alla ricostruzione di uno dei pozzi ritrovati negli anni precedenti. La sperimentazione continua con materiali e tecniche differenti, sempre però ispirate al sapere costruttivo degli antichi romani.

Ricostruzione delle strutture della domus
La ricostruzione delle strutture della domus del fabbro, riutilizzando materiali e tecniche antiche (foto di Paolo Nanni)

Teatro. Abbiamo proseguito le ricerche anche in questo settore, aprendo un’area molto grande di fianco a quella dell’anno scorso.

Settore di scavo del teatro
Lo scavo dell’area del teatro. Al centro dell’immagine le potenti strutture circolari delle sostruzioni lapidee (arenaria) della cavea, parte occidentale (foto da drone di Paolo Nanni)

La campagna è ancora in corso ma segnaliamo fin d’ora il ritrovamento di strutture di fondazione della cavea in grandi blocchi di arenaria che si stanno rivelando molto più profonde e ben conservate di quanto non fosse visibile l’anno scorso.

Strutture di fondazione del teatro
Strutture in grandi blocchi di arenaria facenti parte della fondazione del teatro (cavea) (foto di Maurizio Molinari)

Stiamo esplorando la parte bassa della cavea che sta restituendo tra l’altro anche materiali lapidei lavorati, come un grosso frammento di cornice. Stiamo inoltre esplorando la zona dell’orchestra e degli ingressi laterali che si trovano a profondità elevate in quanto parte della struttura fu parzialmente costruita sotto il livello di calpestio antico.
In sintesi: stiamo definendo la forma architettonica di un grande teatro, cosa che ci consentirà di proporne una ricostruzione ancora più dettagliata di quella che siamo in grado di fornirvi adesso (foto sotto).

Ipotesi ricostruttiva del teatro
Una delle ipotesi ricostruttive possibili per l’edificio teatrale di Claterna. I nuovi dati di quest’anno e quelli delle prossime campagne di scavo consentiranno di raggiungere un modello ricostruttivo sempre più attendibile (grafica 3D di Paolo Nanni)

Ricerche geomagnetiche ed edifici pubblici. Quest’anno abbiamo potuto avviare un progetto che sognavamo da molto tempo: quello dell’esplorazione estensiva della città attraverso le più moderne tecnologie geofisiche. Abbiamo trovato un ottimo interlocutore nell’Università di Siena, in particolare nel Prof. Stefano Campana, stimato e famoso ricercatore che vanta un’esperienza pluriennale nello specifico campo delle prospezioni su città e territori antichi e medievali. I risultati non si sono fatti attendere: l’integrazione tra le nuove prospezioni geomagnetiche condotte dall’Università di Siena (ben 16 ha sui 18 del totale urbano) su incarico della Soprintendenza di Bologna e la mappatura delle tracce aerofotografiche portata avanti in lunghi anni di ricerche ha generato un quadro quasi completo dell’area urbana e di parte del suburbio. Nuovi dati che ci permettono ora di individuare meglio, tra le tante altre particolarità, tutto il comparto pubblico (compresi alcuni edifici mai individuati prima) e la scansione interna del tessuto urbano. Un materiale di assoluto interesse che stiamo studiando nei particolari e che sarà oggetto di analisi nei prossimi mesi.

Prospezioni magnetotermiche (settore sud-ovest)
Parte delle prospezioni magnetometriche del sottosuolo di Claterna. Settore Sud – Ovest della città, con evidenza delle linee di anomalie dovute alla presenza di strade e edifici

Infine, le ricerche dirette dalla Soprintendenza in relazione al progetto di pista ciclabile che collegherà San Lazzaro di Savena a Castel San Pietro Terme hanno condotto alla scoperta di un grande mosaico e di potenti strutture proprio là dove le prospezioni e le foto aeree ci portavano a ritenere esistesse un grande edificio pubblico, probabilmente termale.
Un nuovo tassello nella costruzione dalla seconda vita di Claterna

Mosaico forse pertinente all'impianto termale
Mosaico decorato con motivi geometrici in bianco e nero facente parte probabilmente di uno dei grandi vani che formavano le terme pubbliche di Claterna. Si noti la scarsa profondità del ritrovamento e il buono stato di conservazione (foto di Cristina Falla)

Le indagini archeologiche a Claterna sono promosse dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e dall’Associazione Culturale 'Centro Ricerche Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi' con il finanziamento di CRIF SpA e il contributo Gruppo IMA SpA e RENNER Italia SpA.
Il progetto di alternanza scuola-lavoro è coordinato dai dieci Rotary Club di Bologna.
Le ricerche geomagnetiche sono state eseguite dall’Università degli Studi di Siena (Prof. Stefano Campana);  le indagini sul campo sono eseguite dall’Università di Venezia Ca’ Foscari.

Per presentare alla stampa i risultati della campagna di scavo 2018, venerdì 26 ottobre si è svolta a Claterna una visita guidata nell'Area archeologica, Stradello Maggio, Località Maggio di Ozzano dell’Emilia  (BO)
Dopo i saluti di Saura Sermenghi, Presidente dell'Associazione Culturale “Centro Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi”, che ha ribadito l'importanza strategica della ricerca scientifica per la salvaguardia del patrimonio culturale, la Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Cristina Ambrosini, ha per prima cosa ringraziato per il loro impegno tutte le le persone che a Claterna rendono concreta l'archeologia del territorio, dagli amministratori pubblici alle associazioni culturali, dagli studenti ai volontari. "Quello di Claterna -ha ricordato- non è solamente un progetto di ampio respiro che garantisce uno sviluppo di qualità ma un'esperienza che, oltre a ricadute sul piano turistico, aiuta il recupero del senso di comunità"
Anche il Sindaco del Comune di Ozzano dell’Emilia, Luca Lelli, ha voluto menzionare i tanti attori (aziende, sponsor, università) che "investono" su Claterna, ricordando che i lavori del Museo Città di Claterna sono in dirittura d'arrivo e non lagnandosi affatto per l'allungamento dei lavori della pista ciclabile causato dal ritrovamento del mosaico, quasi certamente pertinente all'impianto termale pubblico. "Claterna unisce", ha detto in rappresentanza del Comune Castel San Pietro Terme l'assessore Anna Rita Muzzarelli, che ha anche ribadito la passione e dedizione condivisa da tutti coloro che operano per la valorizzazione dell'antica città romana e la decisione di realizzare proprio in corrispondenza della zona archeologica una piazzetta di sosta lungo la pista ciclabile.
Alessandro Golova Nevsky, delegato dei dieci Rotary Club di Bologna che coordinano già dall'anno scorso il progetto di alternanza scuola-lavoro, ha sottolineato l'impegno e la disponibilità dei tanti studenti dei licei i istituti tecnici di Bologna che hanno aderito al progetto prodigandosi ben oltre i tempi stabiliti nelle operazioni di ricerca, scavo e prima pulitura dei reperti, anticipando fin d'ora la disponibilità a proseguire questa esperienza anche nel 2019.
L'intervento degli sponsor ha aperto una finestra sulla sempre più fondamentale sinergia tra pubblico e privato. Ma se Marco Mobili, Responsabile di R&D RENNER Italia, sponsor solo da quest'anno, ha auspicato il contributo della sua azienda nella valorizzazione del sito, Maurizio Liuti, Direttore Comunicazione CRIF, ha ricordato quanto sia marginale il ritorno d'immagine rispetto al privilegio di rimarcare i nostri 2000 anni di storia. "La nostra azienda -ha detto- poggia su una cultura millenaria, una peculiarità che ci rende unici e che viene invidiata dai nostri clienti sparsi in tutto il mondo
 

Presentazione della campagna di scavi 2018
26 ottobre 2018. Da sinistra, Maurizio Liuti, Marco Mobili, Anna Rita Muzzarelli, Luca Lelli, Saura Sermenghi, Cristina Ambrosini, Renata Curina, Alessandro Golova Nevsky e Claudio Negrelli