Claterna 2018: prende sempre più forma l’antica città romana
Risultati sorprendenti dalle ricerche geomagnetiche effettuate dall'Università di Siena, nuovi ambienti individuati nella ‘domus del Fabbro’ e nel teatro e un grande mosaico, quasi certamente pertinente all'impianto termale, venuto in luce lungo il percorso della nuova pista ciclabile
E intanto continua l'attività di archeologia sperimentale con gli studenti del progetto di ‘alternanza scuola lavoro’ coordinato dai Rotary Club di Bologna
Il foro, il teatro, le domus private, le officine artigianali, e
ora quasi certamente anche l’impianto termale. L’antica città romana di
Claterna definisce ogni anno di più la sua forma urbis svelando i
propri segreti e confermando le ipotesi ricostruttive proposte nel corso delle
varie campagne di scavo.
Le ricerche e i sondaggi sistematici dell’ultimo decennio hanno permesso di
disegnare un quadro pressoché completo della città romana che giace
‘sepolta’ a pochi centimetri di profondità lungo la Via Emilia, nel territorio
di Ozzano dell’Emilia, tra Bologna e Imola.
Ogni campagna porta con sé nuove sfide e prove. Quella appena conclusa ha
operato su tre fronti: la domus del fabbro e il teatro,
in prosecuzione al progetto 2017-2019, e la ricerca geomagnetica su tutta
la pianta della città, una novità assoluta. Docenti e studenti dell’Università
di Venezia Ca’ Foscari e dell’Università di Siena e ragazzi impegnati in
esperienze di alternanza Scuola Lavoro hanno lavorato da giugno a settembre
sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e
paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio
Emilia e Ferrara e con il coordinamento dell’Associazione Culturale 'Centro Studi Claterna
Giorgio Bardella e Aureliano Dondi'.
Molte e interessanti le novità emerse dalle ricerche 2018.
Nella Domus del fabbro, sono proseguite le ricerche nella nuova area
aperta verso nord, operando più in profondità per raggiungere le fasi imperiali
di I – III secolo d.C. La scoperta più importante è stata quella di un secondo
peristilio, un’area cortiliva porticata dotata di pozzo sulla quale affacciava
una cucina. Sono stati anche scoperti un altro cortile e altri ambienti, questi
ultimi intonacati.
La domus insomma sta prendendo sempre più forma, confermandosi come un
grande e complesso organismo architettonico.
Abbiamo continuato anche quest’anno il progetto di ricostruzione delle strutture
antiche, aggiungendo nuovi ambienti e riedificando uno dei pozzi ritrovati negli
anni scorsi. La sperimentazione continua con materiali e tecniche differenti,
sempre però ispirate al sapere costruttivo degli antichi romani.
Abbiamo proseguito le ricerche anche nel settore del Teatro, aprendo un’area
molto vasta di fianco a quella dell’anno scorso. Le indagini sono ancora in
corso ma va segnalato il ritrovamento di strutture di fondazione della cavea, in
grandi blocchi di arenaria, che si stanno rivelando molto più profonde e ben
conservate di quanto non fosse emerso l’anno scorso.
L’esplorazione della parte bassa della cavea ha restituito anche materiali
lapidei lavorati, come un grosso frammento di cornice, mentre sono iniziate
quest’anno le indagini nella zona dell’orchestra e degli ingressi laterali che
si trovano a profondità elevate in quanto parte della struttura è stata
parzialmente costruita sotto il livello di calpestio antico.
Queste scoperte stanno definendo la forma architettonica di un grande teatro,
consentendoci in futuro di proporne una ricostruzione sempre più dettagliata.
Ricerche geomagnetiche ed edifici pubblici. La campagna di scavo 2018 ci ha
consentito di avviare un progetto sognato da tempo: l’esplorazione estensiva
della città attraverso le più moderne tecnologie geofisiche. Abbiamo trovato un
ottimo interlocutore nell’Università di Siena, in particolare nel Prof. Stefano
Campana, stimato e famoso ricercatore che vanta un’esperienza pluriennale nello
specifico campo delle prospezioni su città e territori antichi e medievali.
I risultati non si sono fatti attendere: l’integrazione tra le nuove prospezioni
geomagnetiche condotte dall’Università di Siena (ben 16 ettari sui 18 del totale
urbano) e la mappatura delle tracce aerofotografiche portata avanti in lunghi
anni di ricerche ha prodotto un quadro quasi completo dell’area urbana e di
parte del suburbio. Questi nuovi dati ci permettono ora di individuare meglio,
tra le tante altre particolarità, individuato meglio tutto il comparto pubblico, compresi alcuni
edifici mai individuati prima, e la scansione interna del tessuto urbano. Un
materiale di assoluto interesse che stiamo studiando nei particolari e che sarà
oggetto di analisi nei prossimi mesi.
Ultima ma non meno importante novità di quest’anno è la scoperta legata alla
realizzazione della pista ciclabile che collegherà San Lazzaro di Savena e
Castel San Pietro Terme: le ricerche dirette dalla Soprintendenza hanno
intercettato un grande mosaico e potenti strutture proprio nel luogo dove le
prospezioni e le foto aeree inducevano a ritenere che esistesse un grande
edificio pubblico, probabilmente termale.
Scavi e indagini future confermeranno o chiariranno la natura di questa
costruzione.
Le indagini archeologiche a Claterna sono promosse dalla Soprintendenza
Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le
provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e dall’Associazione
Culturale 'Centro Ricerche Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi' con il finanziamento di CRIF SpA e il contributo
Gruppo IMA SpA e RENNER Italia SpA.
Il progetto di alternanza scuola-lavoro è coordinato dai dieci Rotary Club di Bologna.
Le ricerche geomagnetiche sono state eseguite dall’Università
degli Studi di Siena (Prof. Stefano Campana); le indagini sul campo
sono eseguite dall’Università di Venezia Ca’ Foscari.
Informazioni scientifiche di
Renata Curina, archeologa della Soprintendenza Archeologia, belle arti e
paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio
Emilia e Ferrara
(renata.curina@beniculturali.it)
Claudio Negrelli, responsabile scientifico dell'Associazione Culturale 'Centro
Studi Claterna
Giorgio Bardella e Aureliano Dondi'
(claudionegrelli@gmail.com )
Maurizio Molinari, referente scientifico dell’Associazione Culturale
'Centro Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi'
(molinariemme@libero.it )
Claterna
Claterna è la città romana che giace ‘sepolta’ a pochi centimetri di
profondità lungo la Via Emilia, nel territorio di Ozzano dell’Emilia, tra
Bologna e Imola.
Claterna nasce nel II secolo a.C. con una duplice funzione: da un lato è un
importante snodo viario all’incrocio fra via Emilia, torrente Quaderna e una via
transappenninica, forse la Flaminia minor, dall’altra come centro di mercato e
servizi.
Nel I secolo a.C. Claterna, come tante altre città italiche, diventa un
municipium con competenza sul vasto territorio compreso fra i torrenti Idice e
Sillaro. Dopo il periodo di massimo splendore collocabile nella prima età
imperiale, la città sopravvive fino alla tarda antichità (V-VI secolo d.C.),
seppure notevolmente ridimensionata, per poi venire totalmente abbandonata fino
al completo oblio.
Fin dall’Ottocento, l’antica città romana di Claterna è stata un campo
d’indagine privilegiato per l’archeologia emiliano-romagnola. L’unicità di
Claterna è dovuta al fatto di non aver avuto una continuità storica analoga a
quella degli altri centri sorti lungo la via Emilia (da Rimini a Piacenza) e
questa assenza di stratificazione ha offerto la possibilità di indagare la città
nella sua estensione e configurazione originale, senza le modifiche intervenute
nel tempo. A partire dagli anni 80, la Soprintendenza ha intrapreso la
progressiva acquisizione dell’ampia superficie su cui si estende l’antica città
romana e dal 2005 si è dato vita a un grande progetto di studio e valorizzazione
con enti locali e associazioni culturali.
L’obiettivo delle ricerche e dei sondaggi sistematici intrapresi nell’ultimo
decennio è di chiarire alcuni aspetti topografici (i suoi limiti,
l’articolazione interna, gli spazi pubblici e sacri quali foro, basilica,
edifici templari e teatro) e cronologici (dalla fondazione e dall’eventuale
origine preromana al declino) dell’antica città e di valorizzare alcuni spazi
per consentire al pubblico di visitare le evidenze archeologiche più suggestive,
come la Casa del fabbro e la Domus dei mosaici.
Informazioni scientifiche di
Renata Curina, archeologa della Soprintendenza Archeologia, belle arti e
paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio
Emilia e Ferrara e Direttore dell’area archeologica di Claterna (renata.curina@beniculturali.it)
Claudio Negrelli, referente scientifico dell’Associazione Culturale 'Centro Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi'
(claudionegrelli@gmail.com )
Maurizio Molinari, referente scientifico dell’Associazione Culturale 'Centro Studi Claterna Giorgio Bardella e Aureliano Dondi'
(molinariemme@libero.it)
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