Comunicato stampa del 26 luglio 2012
Si è conclusa alla fine di luglio la campagna di scavo 2012 nell'area
dell'antica città romana di Claterna.
Le novità più importanti riguardano la fase più antica di una domus già indagata
nel 2011: se dalla campagna dell'anno scorso erano riemersi piani
dell'edificio del V-VI secolo d.C., quest'anno si è andati ancora più a ritroso,
intercettando una domus romana situata nello stesso luogo ma molto più antica, risalente alla fine dell’età repubblicana
(ovvero al
I secolo a.C.)
Entro un ambiente rettangolare di m 3,85 x 3,40 si sviluppa una
pavimentazione in ‘cocciopesto’ (in termine tecnico: battuto cementizio a base
fittile) decorato da tessere musive bianche e nere, che compongono un motivo
decorativo di tipo geometrico. Già individuato per una piccolissima porzione
durante le precedenti campagne di scavo, il pavimento appare ora per la prima
volta completamente scoperto: fortunatamente si trova in uno stato di
conservazione abbastanza buono e perfettamente leggibile nel disegno. Le file di
tessere bianche e nere compongono un fine reticolo di quadrati, al centro dei
quali sono collocati motivi a rosetta oppure singole tessere. Al centro
dell’ambiente compare un campo tondo (una sorta di ‘emblema’) decorato con un
motivo interno a rombi, mentre all’esterno il cerchio viene valorizzato
dall’inserzione di alcune crustae (lastrine marmoree) di forma triangolare. La
tecnica costruttiva è quella ricorrente per questo tipo di pavimentazione: al di
sopra di un vespaio isolante in ciottoli era steso uno spesso strato di
cocciopesto ottenuto da un impasto di calce e frantumi di laterizi, da cui
deriva la tipica colorazione rossastro-rosata. Nel cocciopesto ancora fresco
venivano inserite le singole tessere musive, che solitamente componevano motivi
geometrici a ‘tappeto’.
Il pavimento appena scoperto nel settore 11 sembra collegarsi assai strettamente
ad alcuni simili ritrovati nella ‘domus dei mosaici’ (settore 12 a sud della via
Emilia), in particolare ad un esempio già individuato durante gli scavi
Mansuelli - Bollini tra gli anni Cinquanta e i Sessanta del secolo scorso, poi
ricoperto.
Come sempre, pubblichiamo una sorta di "giornale di scavo" che vi consentirà di vivere con noi le emozioni del lavoro di indagine e ricerca archeologica
Bollettino n. 1 - 02/07/2012
Riprendono gli scavi archeologici a Claterna: un'antica residenza romana nel corso del tempo
Sono ripresi oggi gli scavi di Claterna. Si avvia la seconda campagna di scavo
del progetto triennale “Un'antica residenza romana nel corso del tempo: scavi
archeologici di valorizzazione del settore 11”, coordinato dall'Associazione
Civitas Claterna e diretto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell'Emilia Romagna (archeologa Paola Desantis).
Foto di gruppo accanto al cartellone di cantiere
L'apporto di finanziatori privati è determinante: il progetto triennale è
finanziato quasi interamente CRIF S.p.A. di Bologna, che opera nel settore
finanziario ed è supportato da IMA S.p.A. e da CUTICONSAI.
Lo scavo è condotto da archeologi professionisti (Maurizio Molinari e Alessandra
Tedeschi) coordinati dal Segretario Scientifico dell’Associazione Civitas
Claterna, Claudio Negrelli. Come per la prima campagna del progetto triennale si
sottolinea la partecipazione di un nutrito gruppo di studenti dell'Università
Ca' Foscari di Venezia - Dipartimento di Scienze dell'Antichità (Insegnamento di
Archeologia Medievale - Prof. Sauro Gelichi, campagna di scavo coordinata dal
Dott. Claudio Negrelli) e di altre Università; l’ospitalità dei partecipanti è
garantita dalla presenza della foresteria di recente inaugurata presso il centro
visite di Villa Torre del Parco dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi della
Badessa.
Va sottolineato infine l’apporto dei gruppi di volontariato locale che
sostengono le attività dell’Associazione (Gruppo Città di Claterna, Gruppo per
la Valorizzazione dei Beni Ambientali e Culturali della Valle del Sillaro,
Gruppo Archeologico Trebbo Sei Vie)
Studenti al lavoro nel settore 11
Anche quest’anno la presenza degli studenti universitari, appartenenti sia al corso triennale, sia al corso Magistrale in Beni Culturali, impone una particolare attenzione agli aspetti didattici e formativi, essendo lo scavo del settore 11 particolarmente idoneo allo scopo. La stratificazione qui depositatasi nel corso di circa 2000 anni si presenta infatti di alta complessità, racchiudendo in sé quasi l'intera vicenda del centro urbano, dal momento formativo (II secolo a.C.) alle ultime fasi di vita (V-VI secolo), dopo le quali Claterna sembra subire un rapido abbandono.
Durante la campagna 2011, le
esplorazioni archeologiche si sono concentrate sulla porzione di un edificio i
cui momenti di vita più recenti risalgono al periodo tardoantico (V – VI secolo
d.C.), alle soglie dell’età altomedievale. La campagna di scavo attuale, in
programma fino alla prima settimana di agosto, si propone di esplorare le più
antiche fasi di vita del medesimo edificio (una domus), fino a
raggiungerne le pavimentazioni e i muri appartenenti all’età imperiale (I-II
secolo d.C.) e repubblicana (I secolo a.C.). In particolare, nella seconda parte
della campagna 2012, si cercherà di mettere in luce una pavimentazione in
cocciopesto decorato da tessere musive, tipica delle prime fasi edilizie di
Claterna.
I primi giorni di attività sull’area di scavo (la settimana scorsa) hanno
riguardato l’organizzazione del cantiere, con il sostanziale apporto dei
volontari, che hanno contribuito al diserbo ed al ripristino dell’area.
Oggi sono stati ricevuti gli 11 studenti universitari che compongono il primo
turno (prime due settimane di luglio). Circa una metà di essi ha già partecipato
l’anno scorso, a testimonianza del buon successo e dell’alto livello formativo
del progetto Claterna. L’altra metà ha scelto Claterna come prima esperienza
‘sul campo’: questo ci fa molto piacere, convinti della bontà del nostro
approccio metodologico allo scavo stratigrafico.
Una volta espletate alcune procedure in merito alla sicurezza in cantiere, agli
studenti è stata data una prima informazione sulle specificità archeologiche
dell’area di scavo, il settore 11. In seguito si è svolta una visita guidata
sull’intero sito archeologico di Claterna, in modo da fornire le coordinate
storiche della città nel contesto territoriale di appartenenza. Organizzate le
squadre di lavoro, si è proceduto da metà mattina al delicato lavoro manuale di
pulizia delle superfici archeologiche del settore 11, preliminare alla vera e
propria ripresa dello scavo stratigrafico. Nel pomeriggio il primo laboratorio
di studio e disegni dei manufatti archeologici, una delle componenti più
importanti del nostro progetto formativo.
Panoramica dello scavo nel settore 11
Venerdì 6 luglio è terminata la prima settimana degli scavi inerenti il progetto di valorizzazione del settore 11, seconda campagna.
Gli studenti universitari, coordinati dall'archeologo Claudio Negrelli e dagli archeologi professionisti Maurizio Molinari e Alessandra Tedeschi, hanno ripulito l’area di scavo e rimesso in luce i settori occupati dalle unità insediative tardoantiche, esplorate l’anno scorso
Come da programma, le prime operazioni di scavo hanno riguardato un approfondimento stratigrafico entro un settore limitato, con lo scopo di scoprire una pavimentazione più antica in cocciopesto decorato da tessere musive bianche e nere (già individuata in profondità durante le precedenti campagne), e con essa le prime fasi di edificazione della domus del settore 11.
Lo scavo procede attraverso l’asportazione di una serie di piani di calpestio in semplice terra battuta intercalati a riporti di argilla. Ciò ha portato, durante gli ultimi giorni della settimana, all’individuazione del perimetro della stanza pavimentata in cocciopesto decorato, che pare delimitata da una muratura in pezzi di tegole di reimpiego (una tecnica molto diffusa a Claterna in tutte le epoche). Altre porzioni di pavimentazione si cominciano ad intravvedere qua e là, ma occorre attendere che lo scavo stratigrafico si compia nella piena correttezza metodologica per una visione completa del nostro ambiente. Solo allora sarà possibile attribuire una datazione più certa per quella che al momento sembra essere una struttura edilizia di fine età repubblicana (I secolo a.C.?), forse parte di una delle prime domus di questo settore della città.
Come di consueto, gli studenti sono stati suddivisi in gruppi di lavoro dediti non solo allo scavo stratigrafico manuale, ma anche al rilievo diretto, grafico e fotografico, con particolare attenzione agli aspetti didattici e metodologici. Successivamente i rilievi saranno rielaborati in ambiente CAD e finalmente inseriti entro la piattaforma GIS riguardante l'intero sito archeologico, integrandosi così con la documentazione proveniente da precedenti ricerche e con l'archivio dell'intero progetto "scoprire Claterna".
Anche allo studio dei materiali archeologici prelevati dallo scavo è stata dedicata parte dell'attività in programma. Durante questa settimana si sono svolte lezioni di disegno dei manufatti archeologici, che sono poi stati siglati e catalogati per i successivi approfondimenti di studio.
Le operazioni di pulizia iniziale delle superfici archeologiche
Bollettino n. 3 -16/07/2012
Venerdì 13 luglio è terminata la seconda settimana degli scavi inerenti il
progetto di valorizzazione del settore 11.
Le novità più importanti provengono dall’area dedicata all’approfondimento
stratigrafico volto a scoprire la fase più antica della domus, quella forse
risalente alla fine dell’età repubblicana ovvero al I secolo a.C. Entro un
ambiente rettangolare di m 3,85 x 3,40 si sviluppa una pavimentazione in
cocciopesto (in termine tecnico: battuto cementizio a base fittile) decorato da
tessere musive bianche e nere che compongono un motivo decorativo di tipo
geometrico.
L’ambiente pavimentato con cocciopesto decorato. Al centro si osserva quanto
rimane di una fondazione muraria successiva, che in parte ne copre l’emblema
centrale
Già individuato per una piccolissima porzione durante le precedenti campagne di scavo, il nostro pavimento ci appare ora per la prima volta completamente scoperto: fortunatamente si trova in uno stato di conservazione abbastanza buono e perfettamente leggibile nel disegno. Le file di tessere bianche e nere compongono un fine reticolo di quadrati, al centro dei quali sono collocati motivi a rosetta oppure singole tessere. Al centro dell’ambiente compare un campo tondo (una sorta di ‘emblema’) decorato con un motivo interno a rombi, mentre all’esterno il cerchio viene valorizzato dall’inserzione di alcune crustae (lastrine marmoree) di forma triangolare. La tecnica costruttiva è quella ricorrente per questo tipo di pavimentazione: al di sopra di un vespaio isolante in ciottoli era steso uno spesso strato di cocciopesto ottenuto da un impasto di calce e frantumi di laterizi, da cui deriva la tipica colorazione rossastro-rosata. Nel cocciopesto ancora fresco venivano inserite le singole tessere musive, che solitamente componevano motivi geometrici a ‘tappeto’.
Particolare della decorazione a reticolo di quadrati
Il pavimento appena scoperto nel settore 11 sembra collegarsi assai
strettamente ad alcuni simili ritrovati nella ‘domus dei mosaici’ (settore 12 a
sud della via Emilia), in particolare ad un esempio già individuato durante gli
scavi Mansuelli - Bollini tra gli anni Cinquanta e i Sessanta del secolo scorso,
poi ricoperto. Come nel caso della ‘domus dei mosaici’, il nostro pavimento si
inserisce all’interno di un vero e proprio edificio residenziale le cui
componenti sono ancora del tutto da chiarire. È possibile che il vano di cui
faceva parte prospettasse su di uno spazio porticato assieme all’interno corpo
di fabbrica cui apparteneva, ma ancora non ci possono essere certezze al
riguardo. Quel che è certo è che già fin dalla prima età imperiale il nostro
ambiente subì una serie di radicali trasformazioni, tanto da essere frazionato
ed allargato, fino a che la stessa pavimentazione decorata perse completamente
la sua funzione per poi essere coperta da un semplice piano di battuto di
argilla. La complessa vicenda edilizia della domus e come si articolassero le
varie sue stanze sono a questo punti gli interrogativi sui quali si focalizzerà
la seconda parte della nostra ricerca.
Per i prossimi giorni è atteso il sopralluogo dei restauratori della
Soprintendeza per i Beni Archeologici (Antonella Pomicetti), in modo da attuare
le procedure per la prima corretta conservazione della pavimentazione in
cocciopesto.
Bollettino n. 4 -23/07/2012
Lunedì 16 luglio ha avuto inizio la prima settimana del secondo turno degli
scavi inerenti il progetto di valorizzazione del settore 11.
Dopo una prima visita guidata sull'area archeologica della città romana,
necessaria introduzione alle problematiche storico-archeologiche del sito, il
nuovo gruppo di studenti provenienti dall'Università Ca' Foscari di Venezia e da
altre Università (in tutto 13 per questo secondo turno, cui vanno aggiunti i
volontari), ha preso contatto con lo scavo archeologico del settore 11,
proseguendo l'esplorazione degli ambienti più antichi della domus. Una
cura particolare è dedicata agli aspetti didattici della ricerca: ciascun
partecipante deve essere consapevole dei temi di studio affrontati e delle
caratteristiche del progetto, il cui fine ultimo, va ricordato, è quello di una
proposta museale ricostruttiva di ambienti e di funzioni.
Panoramica di scavo con gli studenti del II turno |
Una delle strutture murarie che delimitano l’ambiente a cocciopesto |
Venerdì 20 luglio è così terminata la terza settimana di scavo. Come già
accennato, le novità più importanti stanno emergendo dall’area dedicata
all’approfondimento stratigrafico volto a scoprire la fase più antica della
domus, quella forse risalente alla fine dell’età repubblicana ovvero al I secolo
a.C.
Una volta scoperta completamente la pavimentazione in cocciopesto decorato
(tessere musive bianche e nere che compongono un motivo decorativo di tipo
geometrico, con emblema centrale), ci si sta dedicando a mettere in luce le
strutture murarie che delimitavano tale ambiente e gli altri attigui. Sta
prendendo corpo una fase edilizia ben definita nelle sue dimensioni e nelle sue
strutture: le basi murarie che rimangono ai livelli di fondazione ed ai primi
corsi di alzato mostrano il costante impiego di mattoni integri, nella forma del
cosiddetto ‘sesquipedale cisalpino’ (cm 30 x 45), mentre il corpo di fabbrica
all’interno del quale era inserita la stanza pavimentata a cocciopesto sembra
affacciarsi su di uno spazio originariamente porticato. Si definiscono in questo
modo, con precisione sempre maggiore, le ipotesi di lavoro su cui sarà più
opportuno concentrare gli sforzi interpretativi futuri; inoltre lo scavo è stato
ulteriormente allargato anche agli ambienti attigui, al fine di chiarire
l’articolazione di questo specifico settore dell’edificio.
Parallelamente al lavoro di scavo si procede ad una prima progettazione dei
necessari ed urgenti lavori di primo restauro della pavimentazione in
cocciopesto, della quale un preciso rilievo (grafico e fotografico, oltre al
rilievo ‘a contatto’) mostra gli antichi procedimenti e le piccole irregolarità
di realizzazione. L’usura della superficie appare inoltre differenziata per
zone: non è ancora chiaro se ciò sia dovuto a segni di usura oppure alle
conseguenze del crollo (con incendio) cui fu soggetto questo settore della domus
già alle soglie dell’età imperiale.
Particolare della decorazione centrale della pavimentazione in cocciopesto
decorato
Prosegue anche con gli studenti del secondo turno il lavoro di lavaggio, disegno e catalogazione dei materiali archeologici. Non solo per utili e doverose finalità didattiche, ma anche al fine di costruire quella banca dati che, in un futuro non troppo lontano, si spera di mettere a profitto in un lavoro di studio, di musealizzazione e di proposta al pubblico dei risultati di queste interessanti campagne di scavo.
Bollettino n. 5 -27/07/2012
Venerdì 27 luglio è terminata la seconda campagna di scavo in seno al
progetto triennale di valorizzazione del settore 11 di Claterna. Durante
l’ultima settimana di cantiere, fino ai primi di agosto (una volta ripartiti gli
studenti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia), ci si è dedicati soprattutto
alla ricopertura dell’area di cantiere in modo tale da garantirne una perfetta
conservazione fino al prossimo anno.
Per tentare un breve bilancio della campagna 2012, occorre partire senz’altro
dalla scoperta delle fasi più antiche della domus, quelle per intenderci
appartenenti alla tarda età repubblicana. Durante l’ultima settimana di scavo è
stata scoperta completamente una pavimentazione in cocciopesto decorato (tessere
musive bianche e nere che compongono un motivo decorativo di tipo geometrico,
con emblema centrale), che faceva parte di un ambiente di pregio di cui sono
stati individuati i perimetrali murari e le varie fasi d’uso. Ciò ha permesso di
intuire la presenza di un corpo di fabbrica più vasto, all’interno del quale era
inserita la stanza pavimentata a cocciopesto, che sembra dovesse affacciarsi su
di uno spazio originariamente porticato.
Panoramica di fine scavo con, in primo piano, la pavimentazione in cocciopesto
Un secondo dato importante proviene dal parallelo approfondimento della
ricerca in settori attigui rispetto all’area già impostata nella precedente
campagna del 2011. Si sono potuti così esplorare una serie di ambienti ancora
intensamente abitati durante la media e la tarda età imperiale, ottenuti forse
per frazionamento di un preesistente porticato.
Si definiscono in questo modo, con precisione sempre maggiore, le ipotesi di
lavoro su cui sarà più opportuno concentrare gli sforzi interpretativi futuri; è
infatti importante sottolineare che le successive fasi del progetto vedranno la
realizzazione di ipotesi ricostruttive degli ambienti e delle diverse situazioni
incontrate durante gli scavi. Insomma un tentativo di valorizzazione dell’area
che, oltre ai necessari restauri, preveda anche una proposta al pubblico
didattica e immediatamente comprensibile.
In conclusione va sottolineato un ultimo aspetto: quello riguardante
l’esperienza formativa degli studenti universitari in Conservazione e
Archeologia. I risultati didattici estremamente positivi che anche la campagna
2012 è riuscita a raggiungere, sia dal punto di vista degli organizzatori, sia
da quello universitario, incoraggia senza dubbio a proseguire su questa strada,
aprendo alla partecipazione degli studenti anche la terza fase del progetto,
quella appunto dedicata alla restituzione delle ‘antiche stanze’ in seno al
parco archeologico di Claterna.
Dunque ancora un sentito ringraziamento a quanti hanno consentito questa
esperienza (Associazione Civitas Claterna, Comune di Ozzano Emilia,
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, IMA, CUTICONSAI e
tutti gli altri sponsor), in particolare al maggior finanziatore del progetto:
la CRIF di Carlo Gherardi.
La conferenza stampa del 26 luglio 2012; nella foto a destra, il Sindaco di
Ozzano Emilia, Loretta Masotti, e il Soprintendente per i beni Archeologici
dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari
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