Symposium per il duemiladuecentesimo anniversario della fondazione della Via Emilia
VIA EMILIA
NOSTRA
Riflessioni sul principale monumento della Regione Emilia-Romagna
11 dicembre 2013
Sala Conferenze dell’ex Tribunale, via Emilia San Pietro n.12 a Reggio Emilia
ore 9,30 – 13
saluti del Sindaco Vicario Ugo Ferrari
Paolo Barbaro - Un passaggio nel paesaggio: fotogenia della Via Emilia
Alberto Salarelli - La strada del gusto: considerazioni gastronomiche
sulla Via Emilia e dintorni
Renato Rizzi - Opera da requiem
Carlo Quintelli - La linea di progetto
ore 14,30 – 18,30
Filippo Maria Gambari - La Via Emilia prima della via Emilia
Giovanni Brizzi - La Via Emilia: storia di una vocazione
Franco Farinelli - Mesopolis: origine e crisi del sistema urbano emiliano
Dibattito Per un manifesto della Via Emilia
Veduta area di un tratto della Via Emilia, la consolare romana che da 2200 anni
congiunge Rimini a Piacenza, dando il nome all'intera Regione
A più di due millenni dalla fondazione del tracciato stradale della Via Emilia,
che in contemporanea alla trama della centuriazione definirà la matrice formale,
oltre che economica, insediativa e antropologica, del contesto della Regione
Emilia-Romagna -una grande architettura territoriale, secondo la definizione di
Lucio Gambi- appare opportuna l’organizzazione di un tributo, in termini di
riflessioni e testimonianze scientifiche, riguardante questa straordinaria
strada storica.
Una strada poleogenetica, capace cioè di generare un sistema urbano policentrico
a sviluppo lineare che nei secoli ha determinato una forte scansione insediativa
dove peculiarità, autonomia, carattere comune e complementarietà hanno trovato
una naturale vocazione organica anche se spesso oggi rilevabile più in termini
potenziali che nella realtà dei fatti.
Tributare ci costringe dunque a riflettere sulla sostanza della cosa, in questo
caso una strada consolare che per le proprie caratteristiche originarie ma
sopratutto per la capacità di resistere ai lunghi tempi storici, evocando
Braudel, mantiene un ruolo strutturante ribadito nell’indotto degli sviluppi
infrastrutturali paralleli -ferroviari, autostradali ed oggi della ferrovia ad
alta velocità-quale imprinting direzionante la conformazione dell’intera
struttura dello spazio regionale.
Ma l’infrastruttura in questo caso si caratterizza innanzitutto per la
reciprocità di scambio con il territorio, secondo una relazione dove la funzione
dell’attraversare prevale su quella del collegare.
Nell’intercalato tra città e campagna, oggi sempre più in crisi causa i processi
opportunistici della conurbazione, ritroviamo diversi gradi e forme di
aggregazione insediativa, e quindi di significato, che la Via Emilia è in grado
di suscitare attraversando, coinvolgendo e denotando i luoghi.
Rispetto a questa sua funzione semantica, oltre che per il ruolo primigenio di
fattore strutturante, non possiamo allora non attribuirle il primato di
“principale monumento della Regione Emilia Romagna” dove, etimologicamente, “memini”
ci invita a riflettere sulla memoria, su ciò che non possiamo dimenticare per
quanto riguarda la storia del nostro abitare, e “moneo” per l’insegnamento che
ne deriva rispetto alla responsabilità delle trasformazioni future dei luoghi,
tra architettura e paesaggio, genti ed eventi, sul lungo corso della Via Emilia.
La Via Emilia
Il 2013 rappresenta per la Regione Emilia-Romagna e per le sue città una data
significativa, poiché ricorrono 2200 anni dalla costruzione della via Emilia,
realizzata nel 187 a.C. da Marco Emilio Lepido, della nobile gens Aemilia,
nel primo anno del suo consolato.
L'Emilia è l'unica regione che deve il suo nome a una strada e ciò dice molto
riguardo all'importanza e al ruolo che tale via ha avuto per la storia e lo
sviluppo del territorio.
La via Emilia rappresenta innanzitutto l'asse su cui si è basata la
centuriazione che ha caratterizzato gran parte della Pianura Padana. Come altre
vie, essa ebbe valenza strategica perché consentiva di spostare agevolmente gli
eserciti; sulla via Emilia, poi, sono sorte città che rappresentavano il
capolinea di strade provenienti da Roma e dal versante appenninico e il punto di
partenza per le vie dirette al nord.
Da Rimini a Piacenza, la via Emilia si raccordava con la Flaminia. Seguendo un
tracciato diagonale, a Piacenza intercettava la via Postumia che collegava
Genova ad Aquileia; ben presto essa costituì la spina dorsale dell'Italia
settentrionale.
Ci pare dunque opportuno dedicare a questo
anniversario la giusta attenzione poiché molto di quello che oggi è la nostra
regione è conseguenza della presenza di questa via di comunicazione.