Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, Comune di Brisighella, Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, Università degli Studi di Bologna, Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna, Speleo GAM Mezzano e Gruppo Speleologico Bolognese - Unione Speleologica Bolognese
Il rapporto millenario tra l'uomo e la Vena
del Gesso.
Un nuovo museo dedicato alla lunga storia che da sempre ha legato l'uomo al
caratteristico minerale del territorio di Brisighella
Rocca di Brisighella
Via Rontana 64
Brisighella (RA)
Per info: ufficio cultura del Comune 0546.994415 o Pro Loco 0546.81166
È stato
inaugurato venerdì 27 maggio 2016 il Museo dell’Uomo
e del Gesso ospitato nella Rocca di Brisighella.
Sempre il 27 maggio ma alle ore 20.30
archeologi e speleologi hanno incontrato il pubblico nella Biblioteca Comunale in
Viale G. Pascoli n. 1 per parlare de "Le cave di lapis specularis nella
Vena del Gesso Romagnola"
Il Museo illustra il millenario rapporto tra l’Uomo e l’aspro
paesaggio della Vena del Gesso che si distingue per le sue peculiari
caratteristiche geologiche.
L’ambiente è caratterizzato dalla presenza di numerose grotte e cavità che
furono utilizzate dall’uomo fin dall’età protostorica ma che continuarono ad
essere frequentate, seppure sporadicamente, anche per tutto il Medioevo e l’Età
Moderna.
Il percorso museale attraversa la lunga storia del rapporto dell’uomo
con questo territorio e con il minerale che lo caratterizza.
La scala di accesso alla Torre Manfrediana della Rocca è una passeggiata nella
storia che, partendo dalla frequentazione delle grotte della Vena del Gesso in
età Protostorica per motivi funerari e di culto, attraversa l’età Romana
-con lo sviluppo dell’attività estrattiva del prezioso lapis specularis,
il vetro di pietra- per arrivare al Medioevo e al Rinascimento, con il fenomeno
dell’incastellamento che vede le creste gessose protagoniste della costruzione
di rocche e castelli.
La sala alta della Torre Manfrediana espone i reperti archeologici ritrovati
nella Vena del Gesso e risalenti a queste tre diverse fasi di frequentazione.
La Torre Veneziana (sulla sinistra) è tutta dedicata al Medioevo e al
Rinascimento e spiega la funzione e l’uso dei locali visitati nel percorso
espositivo. Infine, in fondo al cortile interno, si può visitare la cannoniera e
approfondire la conoscenza della funzione difensiva delle opere fortificate.
Schema delle sale espositive del museo all'interno della Rocca di Brisighella
Il Museo dell'Uomo e del Gesso, che costituisce una “stazione” di un più
ampio museo diffuso sul territorio, è un percorso cronologico che illustra la
presenza dell’uomo in questo territorio attraverso
le testimonianze archeologiche.
Una vetrina è dedicata all’insediamento umano nell’area del Gesso. Un'attenzione
particolare è riservata alla Grotta dei Banditi, probabilmente fra le più
frequentate dall’età Protostorica fino al pieno Medioevo; altri rinvenimenti,
tra cui un mattone bollato di età romana e monete di diversa provenienza,
testimoniano la continuità della presenza umana nell’area.
Una
seconda vetrina è dedicata alla grotta della Lucerna, la prima cava di
estrazione del lapis specularis rinvenuta in Italia. Questo minerale (un
gesso secondario caratterizzato da una grande trasparenza) era utilizzato in età
romana per realizzare pannelli da finestre e non solo. L’esplorazione della cava
della Lucerna ha restituito numerosi reperti che riportano a un periodo che va
dal I al V sec. d.C., tra cui la lucerna da cui la grotta ha preso il nome.
La terza vetrina ha come tema il rinvenimento dell’edificio romano del rifugio
di Cà Carnè. Si tratta di un’abitazione realizzata in terra cruda e legno
costruita alla fine del l a.C., successivamente crollata e ricostruita,
per poi essere definitivamente abbandonata attorno alla metà del II d.C.
Le sue caratteristiche costruttive -è uno dei pochi esempi di costruzione in
materiali deperibili in area appenninica-, i materiali rinvenuti al suo interno
e la vicina presenza delle cave di lapis specularis la fanno riconoscere
come il luogo dove poteva risiedere stagionalmente chi sovrintendeva a qualche
titolo il lavoro di estrazione di questo minerale.
La quarta vetrina raccoglie i reperti provenienti dalla scavo del castello
medievale di Rontana, situato a poche centinaia di metri da Cà Carnè, tra cui
boccali di fabbricazione faentina e un richiamo per uccelli in argento.
La Rocca di Brisighella è aperta nei seguenti orari
ORARIO ESTIVO da maggio a settembre: prefestivi e festivi 10,00 – 12,30 e 15 –
19,00.
mese di aprile e ottobre: prefestivi e festivi: 10,00 – 12,30 e 15,00 – 18,00.
ORARIO INVERNALE da novembre a marzo: prefestivi 14,30 – 16,30 e festivi 10,00 –
12,30 e 14,30 – 16,30.
Chiusura di Rocca, Torre dell’Orologio e museo Ugonia nei seguenti giorni: 1
gennaio e 25 dicembre.
Biglietto Unico Rocca + Museo Civico Giuseppe Ugonia € 3,00 – Romagna Visit card
permette l’ingresso gratuito alla Rocca, per info:
www.romagnavisitcard.it
Info: Ufficio Cultura 0546.994415
mail:
cultura@comune.brisighella.ra.it
www.brisighella.org
Venerdì 27 Maggio, ore 20,30
Biblioteca Comunale in Viale G. Pascoli n. 1 a Brisighella (RA)
Le cave di lapis specularis nella Vena del
Gesso Romagnola
Incontro con il Pubblico
Intervengono
Chiara Guarnieri
Il lapis specularis: le ultime scoperte
Piero Lucci
Il sito web sul lapis specularis
Maria Luisa Garberi, Giovanni Belvederi
Ricostruzione tridimensionale della cava di lapis
specularis presso Cà Torresina
Massimiliano Costa
Lapis specularis,
un’altra eccellenza nel Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola
“Lapis duritia marmoris, candidus atque translucens.”
Così Plinio il Vecchio descrive nella sua Storia Naturale il lapis
specularis: una pietra “con la durezza del marmo, candida e trasparente”, in
realtà un gesso secondario, facilmente lavorabile a lastre piane.
I romani ne facevano ampio uso come valida e più economica alternativa al vetro.
Un importante distretto minerario si trovava anche “in Bononiensis Italiae
parte breves”, poco lontano da Bologna.
Nell’ultimo decennio sono state individuate vicino a Brisighella diverse cave in
cui si è praticata in età romana l’estrazione del gesso speculare: quelle nella
Vena del Gesso Romagnola sono le prime mai scoperte in Italia.
I siti scoperti, i reperti recuperati, le modalità di scavo, i luoghi di
destinazione e di uso del materiale, sono oggetto di studi approfonditi e sono
il risultato di una proficua collaborazione
tra Soprintendenza Archeologia Emilia-Romagna, Università di Modena-Reggio
Emilia, Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola e Federazione
Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna.
I risultati sono stati presentati in due convegni internazionali. Il primo
svolto a Faenza nel 2013 e il secondo a Cuenca in Spagna nel 2015, entrambi in
collaborazione con la “Asociación “Lapis Specularis” - Madrid”.
La lucerna integra rinvenuta all'interno della grotta che ha dato il nome alla
grotta stessa