Ricucendo dati e testimonianze archeologiche degli ultimi decenni, la mostra ricompone l'immagine complessiva del territorio di San Pietro in Casale nell'arco di tempo compreso tra la fine del I sec. a.C. e l'inizio del IV secolo d.C.
Villa Vicus Via
Archeologia e storia a San Pietro in Casale
Museo Casa Frabboni
Via Matteotti n. 137
San Pietro in Casale (BO)
1 ottobre 2016 - 31 gennaio 2017
martedì 10-12; giovedì e venerdì 15-19; sabato e domenica 10-12 e 15-19
Iniziative collegate alla mostra
Fin dal titolo, questa mostra denuncia gli innumerevoli problemi di
interpretazione dei numerosi e ricchi rinvenimenti nell’area gravitante attorno
a San Pietro in Casale che gli studiosi hanno avuto nel valutare quanto emerso
nel tempo. Via, villa, vicus? (e potremmo aggiungere anche
mansio, le stazioni di sosta e di posta che i romani costruivano lungo gli
itinerari viari).
Negli ultimi decenni il territorio di San Pietro in Casale ha restituito
molte significative testimonianze archeologiche, frutto delle indagini dirette
dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città
metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Si è
trattato per lo più di rinvenimenti fortuiti collegati alla realizzazione di
edifici, infrastrutture o servizi, e più raramente di scavi programmati e
campagne di ricognizione di superficie condotte con l’apporto del Gruppo
Archeologico Il Saltopiano, da anni impegnato con Comune e Soprintendenza nel
promuovere questo significativo patrimonio.
La mostra archeologica Villa Vicus Via. Archeologia e storia a San Pietro
in Casale si iscrive a pieno titolo in questo percorso di
valorizzazione.
Curata da Tiziano Trocchi, Raffaella Raimondi ed Eleonora Rossetti e promossa
dall’Unione Reno Galliera e dal Comune di San Pietro in Casale in collaborazione
con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città
metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, la
mostra presenta l’importante patrimonio di età romana proveniente da questa
porzione di pianura bolognese e ricucendo dati e testimonianze archeologiche
riesce a restituire un’immagine a tutto tondo di questo territorio nel periodo
compreso tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del IV sec. d.C.
Cuore di questo racconto è il Vicus di Maccaretolo, un abitato inserito
in un tessuto insediativo antico esteso anche ai territori limitrofi e
caratterizzato dalla presenza di un'importante Via di traffico e di
numerosi impianti produttivi, come la Villa rustica rinvenuta presso il
Centro Sportivo di San Pietro in Casale.
Esponendo i reperti in sezioni tematiche, la mostra racconta alcuni degli
aspetti più significativi della vita della civiltà romana in un contesto rurale,
dall'ambito sacro a quello funerario, dagli aspetti produttivi e commerciali
alla vita quotidiana.
Tra gli oggetti più eclatanti si segnalano un puteale in pietra con dedica ad
Apollo e al Genio di Augusto, un'ara votiva con dedica a Liber pater e
Libera, un sarcofago lapideo della seconda metà del II secolo d.C.,
un’applique in bronzo con il ratto di Europa e due minuscole, commoventi gemme con
decorazione a intaglio, un diaspro verde con figura di donna e una corniola
rossa con un insetto a otto zampe, forse uno scorpione.
Il percorso espositivo è arricchito dalla mostra fotografica "Il tempo e
la luce" che documenta i reperti monumentali conservati in collezioni museali
civiche e private provenienti in particolare dal territorio di Maccaretolo.
Completano l’esposizione un dettagliato
catalogo e un ricco calendario di
incontri di approfondimento.
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a sin. Gemma in diaspro verde ovale con figura femminile
(I-II sec. d.C.) |
Museo Casa Frabboni in
Via Matteotti n. 137 a
San Pietro in Casale (BO)
1 ottobre 2016 - 31 gennaio 2017
martedì 10-12; giovedì e venerdì 15-19; sabato e domenica 10-12 e 15-19
Aperture straordinarie: 1 novembre, 8 dicembre, 26 dicembre, 6 gennaio dalle 15
alle 19
Chiuso Natale e Capodanno
Ingresso gratuito
Visite guidate con laboratori didattici per le scuole e visite guidate per
gruppi: prenotazione obbligatoria al Servizio Musei Unione Reno Galliera tel. 051 8904821 - 366 5267569
musei@renogalliera.it
www.renogalliera.it (info dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18)
Il catalogo della mostra, edito per i tipi All'Insegna del Giglio, è in
distribuzione presso il Museo Casa Frabboni
Il panorama insediativo antico di questa fascia di territorio bolognese si
presenta quanto mai ricco e denso di testimonianze soprattutto a partire dalla
romanizzazione della Pianura Padana e in particolare in corrispondenza delle
fasi di maggior fioritura di questo lungo e articolato processo storico che ha
interessato tutto il territorio regionale, ovvero tra la tarda Repubblica ed i
primi due secoli dell’Impero. In questa fase il territorio della regione venne
stabilmente organizzato e sistematicamente messo a coltura tramite il
tracciamento e la messa in opera della centuriazione che, grazie a strade e
canali irrigui, ha costituito uno straordinario strumento di gestione
ambientale, economica e politica al tempo stesso di questa grande e fertile
pianura. Qui sono stati progressivamente insediati coloni, molto spesso veterani
provenienti dalle fila delle legioni che formavano l’esercito romano, fenomeno
che prese proporzioni importanti soprattutto dall’età triumvirale in poi e
particolarmente in età augustea.
Capisaldi di questa espansione territoriale furono ovviamente le colonie –le
città- che si dislocarono nella maggior parte dei casi lungo il tracciato della
Via Emilia e funsero da centri di gestione e organizzazione del territorio sia
dal punto di vista economico che politico. Bologna (Bononia), che già
era stata importante città etrusca e poi occupata da genti celtiche, fu
certamente il principale di questi centri e il territorio che la mostra prende in esame
faceva parte a pieno titolo dell’agro di questa città.
Sappiamo che questo comparto territoriale in specifico rivestì una particolare
importanza, per la presenza di un percorso viario, solo parzialmente rimesso in
luce dall’archeologia e citato dalle fonti storiche: l’antica Via Emilia
Altinate (o Via Annia) che congiungeva Bologna all’attuale territorio padovano.
La presenza di quest’asse stradale dovette fungere da elemento catalizzatore, sia
per una capillare occupazione territoriale agricola, che pure si mantenne grosso
modo entro gli schemi determinati dalla suddivisione centuriale, sia per lo
sviluppo di altre attività economiche che potevano essere funzionali alle città
che la via metteva in comunicazione tra loro.
In questo contesto storico non stupisce la presenza a San Pietro in Casale, in
località Maccaretolo, di un centro abitato (vicus), probabilmente di
notevoli proporzioni, che è stato oggetto di rinvenimenti di altissimo valore
storico-testimoniale sin dai primi recuperi del XVI secolo: un puteale in pietra
con dedica ad Apollo e al Genio di Augusto, la stele dei Cornelii, la stele di
Quinto Manilio Cordo, vari resti architettonici e scultorei, tra cui una statua
di togato, appartenenti a imponenti monumenti sepolcrali del tipo a edicola
cuspidata, tutti reperti oggi esposti presso il Museo Civico Archeologico di
Bologna. A questi si è aggiunto nel 1988 il ritrovamento di un sarcofago lapideo
della seconda metà del II secolo d.C. oggi esposto nel percorso della mostra, in
un allestimento appositamente realizzato e destinato a rimanere permanente.
Sarcofago lapideo della seconda metà del II secolo d.C.
Le campagne di ricognizione di superficie e gli scavi programmati anche in anni
recenti hanno senz’altro confermato l’importanza di questo centro, mettendone in
luce la vocazione fortemente produttiva, con molta probabilità legata alla
lavorazione dei metalli, ma forse anche di altri materiali di pregio, da
destinare ad un bacino commerciale di dimensione certamente sovra-regionale. Le
testimonianze dell’epigrafia confermano l’importanza del centro che, in
particolar modo in età augustea, dovette conoscere una fioritura notevolissima,
così come tutto il territorio circostante.
Ed è proprio di questo che la mostra vuole occuparsi: attraverso una ricucitura
dei dati sinora noti e delle testimonianze disponibili, sia di ambito rurale che
legate al centro abitato, si vuole restituire un’immagine complessiva di questo
territorio così ricco di fermenti e presenze tra loro differenziate durante il
periodo romano, tanto da poter offrire una complessità e molteplicità di punti
di vista, che pochi altri settori della nostra pianura possono proporre per lo
stesso periodo.
Il centro del “racconto” sarà quindi l’abitato di Maccaretolo con le sue
eccezionali testimonianze, inserito in un tessuto insediativo complessivo, che,
includendo le realtà agricole, come ad esempio la grande villa rustica rinvenuta
presso il Centro sportivo “E. Faccioli” di San Pietro in Casale, darà conto
dell’interazione e dell’integrazione tra i vari soggetti economici e politici
presenti e operanti nel territorio.
Uno dei reperti più interessanti e significativi proveniente dal settore NW
dell’area di scavo dell’abitato di Maccaretolo è rappresentato da un’applique
in bronzo raffigurante il profilo sinistro di un toro su cui siede una
figura femminile panneggiata. Di questa si conservano le due gambe, la destra
scoperta e più in alto rispetto alla sinistra in una posizione di precarietà e
sbilanciamento, tale da portare la sua mano destra ad aggrapparsi ad uno dei due
corni dell’animale, presumibilmente in movimento e con andamento al trotto visto
il dettaglio della zampa alzata, così come della coda attorcigliata.
Applique in bronzo con raffigurazione del ratto di Europa (scavi Maccaretolo)
Sebbene il reperto sia in parte lacunoso, la composizione iconografica porta
ad identificare i protagonisti della rappresentazione come Europa (la giovane
seduta sull’animale) e Zeus (in sembianze di toro) nella raffigurazione
conosciuta come il “ratto di Europa” riferibile dell’omonimo mito greco.
Questo narra come il dio, invaghitosi della giovane, figlia del re di Tiro
Agenore, decise con l’inganno, e attraverso la sua trasformazione in un toro
bianco, di rapire la ragazza portandola sull’isola di Creta. Dall’unione dei
due, nacquero tre figli tra cui Minosse, futuro re di Creta.
La rappresentazione iconografica di tale soggetto ebbe nel mondo antico una
produzione artistica di largo successo sin dal VII sec. a.C., non solo nelle
produzioni in metallo ma anche in quelle fittili e lapidee; in età romana
particolarmente significativo è la ricorrenza del tema all’interno della
produzione musiva. Il medesimo soggetto è riproposto in regione anche per una
presumibile applique in metallo, rinvenuta in una tomba della necropoli romana
di Pian Di Bezzo di Sarsina, databile tra il I e il II sec. d.C.
L’esemplare di Maccaretolo, benché simile, si distanzia dalla rappresentazione sarsinate per la pregiata lavorazione del metallo, l’attenzione ai dettagli e la
delicatezza delle forme e del movimento che, unitamente ai particolari
iconografici, portano a datare il manufatto alla seconda metà del I sec. d.C.
Il quadro generale dell'esposizione non è comunque limitato al solo territorio
comunale -che pure ne costituisce il focus- ma si dilata con
testimonianze a campione, estendendosi anche ad alcuni comuni limitrofi, come
Bentivoglio, Galliera e San Giorgio di Piano, per evidenziare la complessità
dell’assetto territoriale in cui si inquadrano i materiali archeologici esposti
in mostra.
Proprio da un complesso cultuale individuato in quest'ultimo comune, località
Cinquanta, proviene l'ara in marmo pregiato con dedica a Liber pater e Lib(era?).
Rinvenuta probabilmente nel corso del 1800 e reimpiegata nelle mura del cimitero
di San Giorgio di Piano, da lì passo in seguito in vari altri edifici fino al
recupero definitivo e al restauro operato dalla Soprintendenza. Secondo
l'interpretazione corrente, l’epigrafe onora la coppia divina Libero e Libera,
accomunata dall’antica matrice italica, esemplificata anche dall’appellativo
pater, e da prerogative di tutela della fecondità, sia umana che della
natura.
Sabato 24 settembre 2016, ore 19.00
San Pietro in Casale | Centro sociale ricreativo culturale “E. Faccioli”
(via Massarenti 19)
Cibus: a tavola con i Romani. Cena a base di piatti della cucina classica
romana a cura di Federica Badiali
Prenotazione obbligatoria entro il 21/9 al Servizio Musei Unione Reno
Galliera | Costo € 15,00
Domenica 25 settembre 2016, ore 20.30
Bentivoglio | Centro culturale TeZe (via Berlinguer 7)
We love archaeology. Archeologia partecipata e volontariato. Altre radici,
stessa passione
Relatori Caterina Cornelio Cassai, Valentino Nizzo, Tiziano Trocchi,
Funzionari SABAP-BO
Giovedì 6 ottobre 2016, ore 20.45
Galliera | Sala consiliare del Municipio (Piazza Eroi della libertà 1, San
Venanzio di Galliera)
Morte nell'arena. L'arte gladiatoria tra storia e leggenda
Relatrice Federica Guidi, funzionaria del Museo Civico Archeologico di
Bologna
Mercoledì 19 ottobre 2016, ore 20.45
Castel Maggiore | Sala dei Cento, presso il Distretto sanitario (Piazza 2
Agosto 1980, 2)
Misurare la terra. Viabilità e centuriazione nell'agro bononiense
Relatrice Renata Curina, funzionaria SABAP-BO
Lunedì 24 ottobre 2016, ore 20.45
San Giorgio di Piano | Sala consiliare del Municipio (via Libertà 35)
Divinità e culto. Aree ed edifici sacri nel territorio di Bologna romana
Relatrice Daniela Rigato, docente al corso di Storia antica Università
di Bologna
Mercoledì 9 novembre 2016, ore 20.45
Bentivoglio | Centro culturale TeZe (via Berlinguer 7)
In agro pedes. Necropoli e ritualità funeraria
Relatore Tiziano Trocchi, funzionario SABAP-BO
Martedì 15 novembre 2016, ore 20.45
Argelato | Emil Banca, Sala Enzo Spaltro (via Argelati 10)
La donna e la moda al tempo dei Romani
Relatrice Francesca Cenerini, docente di storia sociale e di epigrafia,
corso Storia antica Università di Bologna
Mercoledì 30 novembre 2016, ore 20.45
Castello d'Argile | Sala polifunzionale (via del Mincio 1)
La storia delle acque di pianura, dai Romani all'attualità
Relatrice Alessandra Furlani, responsabile comunicazione Bonifica Renana
Sabato 14 gennaio 2017, ore 20.45
Pieve di Cento | Teatro A. Zeppilli (Piazza A. Costa 17)
Anfitrione, commedia di Plauto
a cura della compagnia teatrale Fil di ferro, regia di Ferruccio Fava
Mercoledì 18 gennaio 2017, ore 20.45
San Pietro in Casale | Sala consiliare “Nilde Iotti” del Municipio (via
Matteotti 154)
Villa Vicus Via. Archeologia e storia a San Pietro in Casale. Bilancio e
prospettive
Relatrice Raffaella Raimondi, archeologa e curatrice della mostra
Supporto progettuale e tecnico per l’allestimento: Silvia Gaiba,
Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di
Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, e Fabio Lambertini,
Agenter
Realizzazione dell’allestimento: Ditta Fortini Vito e figlio snc
Apparati didattici: Tiziano Trocchi, Raffaella Raimondi, Eleonora
Rossetti
Prestiti: Museo Civico Archeologico di Bologna
Copyright immagini: Museo Civico Archeologico di Bologna, Soprintendenza
Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le
province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Museo Archeologico Nazionale di
Napoli, Soprintendenza Pompei, Archivio fotografico Comune San Pietro in Casale
– Fondo “Daniele Lelli”
Restauri: Micol Siboni (Laboratorio di restauro della Soprintendenza
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le
province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara), Florence Caillaud
Mostra fotografica Il tempo e la luce: Circolo fotografico Punti di
Vista, Artistigando
Stampa fotografie: Studio fotografico GiEmmeBi
Catalogo a cura di Tiziano Trocchi e Raffaella Raimondi, Edizioni All’Insegna
del Giglio
Coordinamento e segreteria: Giorgia Govoni, Unione Reno Galliera
Si ringraziano Centergross, Emil Banca, Coop Reno, Bonifica Renana, L’Angelica, Lions Club San Pietro in Casale
Inaugurazione sabato 1 ottobre 2016
ore 16 - Sala consiliare "Nilde Iotti", Municipio di San Pietro in
Casale, Via Matteotti 154
Presentazione della mostra
con interventi di
Claudio Pezzoli, Sindaco del Comune di San Pietro in Casale
Anna Maria Masetti, Assessora alla Cultura del Comune di San Pietro in
Casale
Belinda Gottardi, Presidente Unione Reno Galliera
Luigi Malnati, Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la
città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Raffaella Rimondi, Eleonora Rossetti, Tiziano Trocchi, curatori della
mostra
ore 17.30 - Museo Casa Frabboni, Via Matteotti 137
Inaugurazione della mostra
Segue aperitivo
All’interno della sala B del Museo Archeologico Nazionale di Sarsina è stata esposta di recente un’applique
bronzea (cm.14,7 x13) raffigurante una fanciulla, Europa, seduta su un toro.
L'applique in bronzo è stata
rinvenuta fra il corredo della tomba n. 25, indagata negli anni Ottanta del
secolo scorso nella necropoli romana in località Pian di Bezzo di Sarsina.
Il
soggetto iconografico è stato riconosciuto solamente in fase di restauro del
reperto.
SARSINA (FC)
Museo Archeologico Nazionale
Via Cesio Sabino n. 39