I reperti vengono proposti al pubblico all’interno della sconsacrata chiesa dedicata a Sant’Apollinare, pieve romanica di XIV-XV secolo situata nel cuore del centro storico di San Giovanni in Persiceto. Questa suggestiva opera architettonica fa da sfondo ideale ad un percorso espositivo che accompagna il visitatore in un vero e proprio “cammino” a ritroso nel tempo, partendo dall’età medievale, inoltrandosi nell’epoca romana, fino a raggiungere la prima età del Ferro con i ritrovamenti etruschi e di fase villanoviana orientalizzante.
I risultati presentati nella mostra sono frutto della collaborazione tra studiosi di varie discipline e forniscono un quadro complesso della frequentazione di una parte di territorio ancora oggi densamente urbanizzato, oltre ad approfondimenti interessanti non solo dal punto di vista archeologico ma anche sotto il profilo ambientale e faunistico.
"Il tempo svelato... da Felsina a Bononia: lo scavo di via D'Azeglio"
da sabato 19 giugno a domenica 31 ottobre 2010
Chiesa di
Sant'Apollinare
Via Sant'Apollinare n. 4
San Giovanni in Persiceto (BO)
aperta sabato 17.00-19.30 e domenica 10.00-12.30 e
17.00-19.30
ingresso gratuito
Aperture straordinarie e serali in
occasione della Fiera (19-27 giugno 2010)
Possibilità di visite guidate a gruppi e scolaresche su
prenotazione
Per informazioni e prenotazioni:
Segreteria del Museo Archeologico Ambientale
tel. 0516871757 fax 051823305
e-mail: maa@caa.it
www.museoarcheologicoambientale.it
Lo
scavo di via D'Azeglio è un vero e proprio stargate su Bologna etrusca e
preromana, oltre che il racconto di più di 2000 anni di storia, quella che va
dall’VIII-VII sec. a.C. al rinascimento. In questo lunghissimo arco di tempo
quest'area di Bologna appare sempre popolata e, in alcuni periodi, probabilmente
sede di importanti attività religiose e produttive.
Pur danneggiate da escavazioni di età moderna effettuate per realizzare diversi
sottoservizi (luce, acqua, gas, telefono, etc), le indagini archeologiche hanno
dato esiti straordinari: non tanto per i materiali recuperati, alcuni certamente
di grande pregio ma nessuno unico, quanto per la mole di informazioni che sono
state in grado di fornire sulla storia di questo settore della città.
L’intervento di scavo è stato realizzato nel settore meridionale del centro
storico della città di Bologna, immediatamente all’interno degli odierni viali
di circonvallazione che ricalcano grosso modo l’ultima cinta muraria
dell’impianto urbano.
Le indagini hanno messo in evidenza una importante sequenza insediativa che,
senza soluzione di continuità, va a coprire un ampio arco cronologico
riconducibile a ben definiti periodi storici compresi tra il villanoviano e
l’età rinascimentale.
L’analisi dei dati di scavo, in correlazione con quanto già conosciuto
attraverso i vecchi rinvenimenti, mostra un quadro dello sviluppo
dell’insediamento antico dell’area che si caratterizza in maniera specifica a
seconda delle epoche storiche di riferimento. I precedenti riscontri
archeologici documentavano già una consistente frequentazione, soprattutto per
il periodo villanoviano, etrusco e celtico, mentre per le fasi di età romana e
successive il territorio risultava connotato da un insediamento suburbano
strettamente correlato al centro abitato di Bononia prima e alla città
medievale/rinascimentale poi.
L’aver potuto procedere ad un’indagine archeologica stratigrafica estensiva in
un settore nodale per la conoscenza dello stanziamento umano locale nel corso
del tempo, in particolare per l’età villanoviana-etrusca e celtica, ha permesso
di approfondire e sviluppare alcuni aspetti ritenuti problematici in passato, e
ha fornito un quadro più organico e articolato dello sviluppo insediativo del
territorio.
La mostra espone un'ampia selezione dei materiali rinvenuti nel corso delle
indagini archeologiche. Vaghi, verghette, vasi biconici, ossa lavorate, tazze,
boccali, bicchieri, ciotole, lucerne, monete, rocchetti, fusaiole e pesi da
telaio, un lacerto di mosaico in tessere bianco e nere oltre a tegole, mattoni e
anelli di pozzo. Di grande impatto visivo una matassa in ‘filo’ in bronzo
attorcigliato a cerchio, mattonelle di alare decorate a stampiglie, protomi di
alare decorate a stampiglie e soprattutto una piccola gemma su cui è incisa la
scritta “ROMA".
La fisionomia urbanistica che si evidenzia dallo scavo di via d’Azeglio tra la
fine del VII e gli inizi del IV secolo a.C. sembra indicare per tale ambito una
collocazione tra i settori più popolati del centro abitato e non marginale
rispetto ad esso, connotato da un carattere prevalentemente insediativo con una
dislocazione spaziale delle strutture rilevate, che suggeriscono un’attenta
programmazione e pianificazione di questo comparto territoriale. Meno
significativa per la minore densità di strutture riscontrata, ma altrettanto
importante per lo sviluppo insediativo dell’area, risulta la frequentazione
riconosciuta per il periodo celtico; anche per questo momento storico sembra
percepirsi un’attività edilizia che presuppone una certa sistemazione degli
spazi occupati, anche se più rarefatta e disorganica.
Diversa connotazione assume invece il territorio oggetto di indagine nella fase
di passaggio all’età della colonizzazione e nelle epoche successive. In età
romana, infatti, l’area si colloca in prossimità del perimetro cittadino, in un
ambito territoriale riconosciuto come il suburbio meridionale della colonia,
connotato da un tessuto insediativo rarefatto e dai caratteri per il momento
piuttosto sfumati; l’alternarsi di edifici abitativi a possibili impianti di
carattere produttivo, intercalati forse da ampi spazi liberi, come sembrano
indicare le analisi polliniche effettuate, ora si associa alla presenza di
strutture di natura pubblica, a carattere utilitario e religioso; il dato emerso
dalle verifiche attuate induce a considerare che anche questo comparto
extraurbano fosse interessato da una pianificazione urbanistica, se non di tutto
il suburbio, almeno di alcuni settori quali quelli posizionati in linea con gli
isolati principali dell’impianto cittadino. Se per l’età tardo antica e
altomedievale le attestazioni di una frequentazione stabile del territorio non
risultano particolarmente significative, anzi i dati recuperati nel corso delle
indagini sembrano testimoniare un precoce abbandono di questo settore
territoriale, a partire dal XII secolo si verifica una lenta ripresa
dell’occupazione di tipo insediativo; la riorganizzazione di questa particolare
area sembra essere legata alla realizzazione del nuovo sistema difensivo che
dovette essere messo in opera nel corso di un lungo arco di tempo e alla
fondazione del monastero di S. Procolo.
La stratigrafia riconosciuta nello scavo di via D’Azeglio permette pertanto di
fornire nuovi elementi di conoscenza sull’assetto topografico della zona e
aggiungere nuovi spunti per approfondire la ricerca scientifica di tutte le
componenti che contraddistinguono l’insediamento umano nel corso del tempo e
l’ambiente che lo circonda.
Bologna, Via D'Azeglio angolo Via Tagliapietre - Veduta dell'area di scavo
Inaugurazione della mostra
archeologica
Sabato 19 giugno ore 11,00
Presentazione della mostra presso il cortile del Palazzo Comunale di San Giovanni in Persiceto (Bo), a seguire visita guidata presso la chiesa di Sant’Apollinare
Con interventi di
Luigi Malnati, Soprintendente Archeologo dell’Emilia-Romagna
Fiamma Lenzi, Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione
Emilia-Romagna
Renato Mazzuca, Sindaco del Comune di San Giovanni in Persiceto
Wolfango Horn, Presidente dell’Istituzione per i Servizi Culturali “C.
Zavattini”
Silvia Marvelli, Direttore del Museo Archeologico Ambientale di San Giovanni in
Persiceto