IL DIAVOLO & L'ACQUASANTA. TAROCCHI FANTASTICI
nell'ambito degli eventi per la celebrazione del Millenario della Basilica Cattedrale di Sarsina
mostra
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Cattedrale di Sarsina (FC) - InternoLa Cattedrale di Sarsina è un imponente edificio romanico a pianta basilicale, risalente al X-XI secolo.  Eretta su una preesistenza romana o paleocristiana, e per questo motivo ricca di reimpieghi lapidei romani, ospita al suo interno la tomba di San Vicinio, Vescovo famoso per la pratica di grande esorcista. È meta continua di pellegrini provenienti dall’Italia e dall’estero, che qui giungono non solo per l'insigne monumento ma soprattutto per ricevere la benedizione con la “catena di San Vicinio”, un collare metallico che una tradizione millenaria fa risalire al Santo. 
Nell'ambito delle celebrazioni del Millenario della Basilica Cattedrale, il Comitato Nazionale per il Millenario della Cattedrale, in collaborazione con il Comune di Sarsina, promuove la grande rassegna "Il Diavolo & L'AcquaSanta - Tarocchi Fantastici", curata da Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, e dall’Architetto Marisa Zattini. La mostra è allestita nelle sale del Museo Archeologico Sarsinate e resterà aperta al pubblico fino al 31 maggio 2009, data conclusiva dell’Anno giubilare.
La rassegna è dedicata ai Tarocchi e al loro complesso codice simbolico, che tanta parte ha nella riflessione magico-filosofica di alcune grandi personalità della cultura rinascimentale. In questa chiave, il ruolo esoterico del popolare gioco di carte, cui si sono interessati molti artisti e scrittori nel corso dei secoli, si disvela in tutta la sua portata e in tutta la sua capacità di suggestioni fantastiche.

Le formelle in terracotta di Ilario Fioravanti e la stele romana  Le tre opere moderne introducono il mosaico con il Trionfo di Dioniso
Due immagini dell'allestimento che coniuga opere d'arte contemporanee e i reperti millenari esposti nel museo

Protagonisti sono 22 artisti contemporanei – con un’attenzione particolare a quelli emergenti del territorio – invitati a realizzare un’opera raffigurante uno degli “Arcani Maggiori”. L’attribuzione è stata affidata al destino, essendo avvenuta sulla base di un sorteggio, che si è tenuto a Sarsina, sabato 8 marzo presso la sala conferenze del Centro Culturale.
«Nella rassegna organizzata da Marisa Zattini fioriscono, davvero, i “cento fiori” delle tendenze e degli stili - ha detto Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, commentando le 22 opere proposte dagli artisti incaricati di eseguirle - È giusto che sia così perché il Mistero di cui i Tarocchi sono specchio ed emblema sollecita tante interpretazioni quanti sono i sentimenti, i temperamenti, le esperienze di ognuno».
Poiché, come scrive Jodorowsky, i Tarocchi sono “camaleonti”, nel senso che ognuno può vederci quello che vuole, ogni artista ha interpretato l’Arcano attribuitogli, realizzando un’opera pittorica o polimaterica che lo rappresenti, nel formato pari a h 140x70 cm, mentre gli scultori hanno avuto libertà di formato per la realizzazione di opere “a tutto tondo”. In tal modo la mostra presenta le ventidue opere “diverse”, ma omogenee, che rappresentano, nelle varie cifre stilistiche, questi “Trionfi” (o Lame) dall’alto contenuto allegorico e simbolico.
I tarocchi degli eredi di Plauto - SarsinaGià dal titolo, la mostra guida il suo visitatore dentro i meandri della vita e della mente umana, che viene disconosciuta se la si indaga attraverso polarità contrapposte di manicheo valore. Il Diavolo e l’AcquaSanta altro non sono che due facce della stessa medaglia; una medaglia che ricorda all’uomo il suo essere “Giano bifronte”, pio e misericordioso perché consapevole di ciò che è malvagio e turpe. Le 22 carte sono metonimia dell’ambiguità esistenziale: ogni situazione non ha un proprio valore a priori, ma acquista senso e reale concretezza attraverso la personalissima interpretazione individuale: così, la Morte può non essere la fine ma la conditio sine qua non di una rinascita e di un rinnovamento e la Giustizia, lungi dal rappresentare garanzie di equità, può palesare le sfaccettate incongruenze dell’umano. Quello dei Tarocchi non è un semplice gioco, ma un’attitudine alla visione più eccentrica e originale coordinata dalla fantasia, intesa come capacità immaginifica e demiurga di mondi sempre nuovi. La “magia “ dell’Arcano contagia chi le carte le legge, così come chi ascolta i loro racconti e questo evento, dalla portata millenaria, ri-crea la stessa alchimia empatica. "IL DIAVOLO & L’ACQUASANTA - Tarocchi Fantastici" coinvolge lo spettatore all’interno di un contesto sui generis, reso ancora più inimitabile dalle celebrazioni del Millenario della Basilica di Sarsina; con le 22 opere in mostra si è riusciti nell’intento di dare un taglio originale, un “dialogo” che permette una visione altra a categorie di pensiero che sempre abiteranno la mente umana e cercheranno di regolare la sua infinita attesa e tensione verso l’agognato equilibrio.
Numerosi gli artisti invitati alla rassegna.  Lo scultore fiorentino Adriano Bimbi, cui è stato assegnato Il Matto, interpretato come macilento uomo stranito; il ravennate Stefano Mazzotti, che ha interpretato Il Bagatto in modo astratto e nostalgico; lo scultore tedesco Richard Hess, che ha rappresentato invece un’attonita Papessa e il pittore genovese Andrea Guastavino, una sontuosa Imperatrice. Il meldolese Enrico Lombardi, immagina L’Imperatore, attraverso un paesaggio metafisico dove bianche guglie si stagliano su uno sfondo nero seppia, il toscano Moreno Bondi, raffigura Il Papa, come figura inquietante e fantastica, il cesenate Luca Piovaccari, l’evanescenza dell’Amore, attraverso un’immagine e il suo doppio, specularmente riportata su un trasporto fotografico su fogli di acetato e Francesco Bombardi, anch’egli di Meldola, un imponente e suggestivo Carro, realizzato in ferro sbalzato e bronzo.

L'imponente scultura in terracotta di Aldo Rontini, "La Stella", dialoga con il Mausoleo di Rufus (seconda metà del I sec. a.C.)
L'imponente scultura in terracotta di Aldo Rontini, "La Stella", dialoga con il Mausoleo di Rufus (seconda metà del I sec. a.C.)

Silvano D’Ambrosio, nato in Francia ma forlivese di adozione, interpreta una Giustizia, che contraddicendo l’iconografia classica, inquieta l’osservatore; il forlivese Nicola Samorì, un suggestivo Eremita, realizzato in cera e contenuto in una lanterna sorretta Ilario Fioravanti. XVIII Arcano, La Lunada un candelabro antico; il faentino Nero (Alessandro Neretti), interpreta in modo originale La Fortuna; Bruto Pomodoro, milanese, figlio dello scultore Giò Pomodoro, raffigura con eleganza La Forza; l’argentina Ana Hillar, si esprime attraverso un pannello polimaterico che contempla la ceramica come mezzo espositivo, nella raffigurazione dell’Appeso. Mark Kostabi, nato a Los Angeles da famiglia estone, raffigura La Morte in modo apocalittico; il romano Pablo Echaurren, figlio del grande artista cileno Sebastian Matta, La Temperanza, richiamando l’icongrafia antica; il piemontese Ugo Nespolo, un ambiguo Diavolo; il cesenate Massimo Pulini, una spettrale Torre.  Aldo Rontini, di Brisighellea, La Stella, imponente scultura realizzata con terracotta; il forlivese Daniele Masini, La Luna, araldica e fiammeggiante; il faentino Alberto Mingotti, Il Sole, che scalda l’amore dei fidanzati; la tedesca Gesine Arps, L’Angelo intriso di misticismo; infine alla cesenate Paola Campidelli è stata attribuita la carta raffigurante Il Mondo, che l’artista ha realizzato ed interpretato attraverso la centralità di un serpente, un uroborus contemporaneo, e immagini apocalittiche raffiguranti i 4 elementi, in modo alchemico.
Di grande rilievo, inoltre, il contributo di Ilario Fioravanti, architetto e poliedrico artista cesenate, che ha realizzato 22 formelle in terracotta ingobbiata, raffiguranti tutti e 22 gli Arcani. Sua anche l’opera scultorea L’Indemoniato, un suggestivo bronzo “a tutto tondo”, icona ideale del progetto, che ha come soggetto un uomo inginocchiato dalla cui bocca fuoriescono sette diavoli muniti di zampe, code e artigli, ritagliati su lastra d’acciaio. Collocata nel giardino prospiciente il Museo di Arte Sacra, l'opera si fa icona ideale per questo progetto che dopo “mille anni” vuole ripercorrere le tappe fondamentali di un’umanità da sempre posta in quella zona di confine, vera e propria situazione-limite tra il Bene e il Male.

 

Promosso da:

Comitato Nazionale per il Millenario della Basilica Cattedrale di Sarsina, in collaborazione con il Comune di Sarsina e la Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Direzione del Museo Archeologico Nazionale di Sarsina. Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Forlì-Cesena

Quando:

da sabato 15 novembre 2008 a domenica 31 maggio 2009

Orari:

martedì-venerdì 8,30-13,30    sabato e domenica 9-18

Chiusura: tutti i lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio

Città:

Sarsina

Luogo:

Museo Archeologico Sarsinate

Indirizzo:

Via Cesio Sabino n. 39

Provincia:

Forlì-Cesena

Regione:

Emilia-Romagna

Informazioni:

Museo Archeologico Sarsinate, tel. 0547.94641

Organizzazione: IL VICOLO - Sezione Arte 
Via Carbonari, 16 - 47023 Cesena 
Tel. 0547 21386 - Fax 0547 27479 e-mail: arte@ilvicolo.com   http://www.ilvicolo.com
Ufficio stampa: IL VICOLO - Sezione Arte, Roberta Terrigno  tel. 0547 21386 arte@ilvicolo.com
DIOCESI DI CESENA-SARSINA, Francesco Zanotti tel. 335 396400  zanotti@corrierecesenate.it