PRO LOCO e COMUNE DI RUSSI, Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna e GRUPPO RAVENNATE ARCHEOLOGICO |
giovedì
15 agosto 2013
la Villa Romana di Russi è aperta dalle 9 alle 19.30
(chiusura biglietteria ore 19)
A Ferragosto, tuffatevi nel passato!
dalle ore 15,30 alle 19,30
ultimo ingresso ore 19
Le Ferie di Augusto
La Villa Rustica di Russi torna a vivere come duemila anni fa con rievocazioni in costume, laboratori artigianali, visite guidate, omaggi a tema e un fresco ristoro
Complesso della
Villa Romana
Via Fiumazzo n. 25 a Russi (RA)
ingresso € 2,00 - ridotto € 1,00
consigliato repellente contro insetti
Per info:
Pro Loco: 0544 587670 (martedì e venerdì dalle 10 alle 11.30) proloco@comune.russi.ra.it
Comune di Russi Uff. Cultura: 0544 587641
Villa Romana: 0544 581357
Il termine Ferragosto deriva da feriae Augusti, la festività istituita
nel 18 a.C. dall'imperatore Ottaviano Augusto per celebrare i raccolti e la fine
dei principali lavori agricoli. Non c'è dunque luogo migliore del complesso
rustico della Villa Romana di Russi, nel ravennate, per ricordare l'origine
pagana di questa giornata festiva che il calendario cattolico assegnerà poi
all'Assunzione di Maria.
Giovedì 15 agosto, dalle 15.30 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 19), gli amici della Pro Loco di Russi in collaborazione con il Comune, il Gruppo Ravennate Archeologico
e la Soprintendenza
per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna organizzano un originale Ferragosto
nell'area archeologica che conserva i resti del complesso residenziale e
produttivo di età romana sviluppatosi per far fronte alle esigenze alimentari
della flotta militare romana che, dall'epoca di Augusto, aveva sede a Ravenna.
Durante il pomeriggio i volontari rievocheranno la vita quotidiana nella Villa Rustica così
come si svolgeva duemila anni fa, proponendo visite guidate, laboratori
interattivi di mosaico, creta, cibus (la storia del pane corredata da una
piccola pubblicazione) e postazioni di ristoro con frutta esistente al tempo dei
Romani (uva, pere, mele, pesche) o importata in seguito (anguria) e con una bevanda
fresca simile alle misturae bibendi, molto gradita ai visitatori.
L'area archeologica sarà allestita in modo da ricreare tradizioni e momenti
della vita pubblica e privata degli antichi abitanti del complesso.
I volontari, in abbigliamento
d’epoca, presidieranno le aree del sito in cui si svolgevano attività
particolari, illustrando il proprio mestiere, uso e funzione dei tanti oggetti
utilizzati e la funzione della struttura in cui si trovano, rispondendo alle
domande dei visitatori.
Un
fresco ristoro
rinfrancherà gli spiriti dalle fatiche della giornata.
Giovedì 15 agosto (ferragosto) la
Villa Romana è aperta dalle 9 alle 19.30 (chiusura biglietteria ore 19)
Ingresso € 2,00 - ridotto € 1,00
Informazioni presso: Pro Loco di Russi tel.0544587670 il martedì e il venerdì
mattina dalle ore 10 alle 11.30 oppure Villa Romana tel. 0544581357
Un ringraziamento particolare al personale di vigilanza della Villa Romana di Russi per l'impegno profuso: senza la loro disponibilità quest'evento non sarebbe stato possibile
clicca qui per andare alla pagina dedicata ai musei e zone archeologiche SBAER aperti a Ferragosto
L'origine della festività del Ferragosto è da ricercare nell'etimologia del
termine. Ferragosto deriva dalla locuzione latina feriae Augusti, ovvero
'riposo di Augusto', e indicava una festività istituita dall'Imperatore
Ottaviano Augusto nel 18 a.C.
Il Ferragosto allora durava un intero mese e si sommava alle feste che già
cadevano nel medesimo periodo come ad esempio i Consualia, per celebrare
i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. In quest’ultimo senso le
ferie di agosto consentivano ai lavoratori della terra di riprendersi dopo le
grandi fatiche profuse nel corso dei giorni e delle settimane precedenti.
Nella Roma di Augusto il Ferragosto era gioia, festa di piazza e popolo: si
allestivano corse di cavalli e di animali da tiro, in quei giorni gli asini e i
muli non venivano utilizzati per trainare carri e faticare sui campi ma erano
condotti per le strade agghindati con fiori, riconoscimento della loro
importanza e utilità nel lavoro e per l’economia dell’uomo.
Nell'occasione, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio
una mancia: l'usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu
resa obbligatoria dai decreti pontifici.
(Tratto da QuotidianoArte.it del 13
agosto 2012)
La villa rustica di Russi conobbe il massimo splendore tra il I e il II
sec. d.C. quando il complesso venne completamente ristrutturato, anche
scenograficamente, da un proprietario probabilmente arricchitosi vendendo le
eccedenze agricole alla flotta militare romana che, dall'epoca di Augusto, aveva
sede a Ravenna.
È in questo periodo che la villa, gestita da un liberto con mansioni di fattore
(procurator) al comando di un gran numero di schiavi, esce dall’autosufficienza
per diventare una macchina da sesterzi.
Le dimensioni della cucina comune testimoniano che vi si potesse cucinare per un
gran numero di persone, quale doveva essere il personale della villa nei momenti
di maggiore impegno come l'aratura, la semina e la mietitura (generalmente di
cereali) e, per quanto riguarda il vino, la potatura delle viti, la raccolta
e pigiatura dell'uva.
Dei due magazzini presenti nella villa, quello di dimensioni maggiori, collegato
al torcularium, era destinato alla conservazione delle anfore vinarie mentre
l'altro, con un piano interno soprelevato, serviva per conservare i prodotti più
delicati e sensibili all'umidità, come le granaglie.
Il proprietario (dominus) viveva in villa saltuariamente, più che altro per
controllare i momenti clou delle fasi produttive. Il suo alloggio era comunque
lussuoso, con sala da pranzo (triclinium), stanza per ricevere (tablinum),
impianto termale e pavimenti a mosaico.
Lo scavo di alcuni pozzi ha restituito una buona campionatura di ceramiche da
mensa e un discreto numero di vasi, pentole e tegami esposti nell’Antiquarium
Comunale della Rocca, appena riaperto al pubblico. Molto importanti anche i
resti vegetali e le ossa di animali rinvenute che documentano, con buona
divisione cronologica, le diverse fasi di occupazione legate alle vicende della
vicina Ravenna.
Dopo un periodo di decadenza coincidente con l’allontanamento della flotta
militare, la villa è parzialmente rioccupata quando la corte imperiale si
trasferisce a Ravenna (V e il VI sec.) per poi essere definitivamente
abbandonata in epoca medievale. Già sul finire del VII secolo d.C., l’area è
ampiamente incolta mentre boschi ed acque si riappropriano del territorio: le
ossa di castoro rinvenute testimoniano un ambiente ricco di acqua corrente ma
totalmente privo di presenze umane.
Pagina a cura di Carla Conti, informazioni del Gruppo Ravennate Archeologico