Il territorio di Reggio Emilia celebra il suo
grande concittadino Gaetano Chierici nel bicentenario della nascita. Tra
febbraio e dicembre una mostra, pubblicazioni, escursioni, visite guidate, attività
didattiche ed educative, riallestimento di sezioni del museo e
intitolazione di spazi urbani.
E dal 19 al 21 settembre un Convegno scientifico internazionale
in prossimità
della ricorrenza della sua data di nascita, il 24 settembre 1819
Iscrizione obbligatoria tramite Eventbrite
Gaetano Chierici
(1819-1886). Prete, archeologo, insegnante, patriota
La complessità di un uomo lineare verso cui Reggio
Emilia e la cultura hanno un grande debito di riconoscenza
Lettore, sia tu retrivo o progressista, volta
pagina:
chi ti sta innanzi è prete e preistorico (passa la brutta parola),
che vuol dire per molti pregiudicato od apostata.
Veramente non mi sembra di essere né l’uno né l’altro,
perché non cerco né Adamo né i suoi antenati,
ma la verità, che vecchia o giovane è tutt’una,
e la ripudierei tutta quand’oggi essa medesima ripudiasse quel che fu ieri.
Dalle carte manoscritte di don Gaetano Chierici (Fondo
Chierici, Biblioteca Panizzi)
"Prete e preistorico". Non c'è solo autoironia nella definizione che
Gaetano Chierici dava di sé; c'è la convinzione che non ci fosse un reale contrasto fra Scienza e Fede e forse anche l'orgoglio di far parte di una Chiesa che nell'arco
di un secolo aveva espresso a Reggio Emilia generose figure di ecclesiastici
scienziati, dal naturalista Lazzaro Spallanzani al fisico Giovanni Battista
Venturi, dal matematico Nicolò Vergalli al pioniere della fotografia Ignazio
Natalini, dal biologo Bonaventura Corti all’archeologo Giampietro Secchi, al
nipote di questi, l’astronomo Angelo Secchi, suo amico e coetaneo.
Il
24 settembre 2019 ricorrerà il secondo centenario della nascita di don Gaetano
Chierici, illustre personaggio della cultura locale, nazionale ed
internazionale. La sua città celebrerà l'evento con una serie di
pubblicazioni, escursioni e iniziative di vario genere che culmineranno nell'importante
Convegno scientifico internazionale che si terrà dal 19 al 21 settembre.
Nato a Reggio Emilia il 24 settembre 1819 e qui morto nella notte fra l'8 e il 9
gennaio 1886 stroncato dai postumi di una pneumonite contratta mentre scavava
nei rigori dell'inverno bresciano, Gaetano Chierici è una di quelle figure tra scienza e fede,
coerenza e verità, rigore e metodo che ha fatto la storia della ricerca scientifica
contemporanea sia italiana che
europea. Un uomo che ha vissuto sulla sua pelle tutte le contraddizioni della sua epoca, esclusa quella con la propria coscienza.
Minato nel fisico dagli strapazzi di una malattia trascurata, aggravata da una caduta che
gli aveva lesionato il tendine della coscia destra, risolse sul letto di morte la
“questione paletnologica” su cui si scervellava da tempo, scrivendo su un
appunto «In Italia esistette un’età del rame. Quest’età s’interpone a quelle
della pietra e del bronzo».
Pienamente inserito nella sua epoca, Gaetano Chierici partecipò attivamente a
tutti i fermenti che animavano la società del suo tempo. Sacerdote per scelta e
vocazione, pur subendo negli anni ostracismi e punizioni, non rinnegò mai né
la fede né la Chiesa. Patriota, monarchico, liberale e antitemporalista, fu un
insegnante di vasta cultura sia nelle discipline umanistiche che in quelle
matematiche e non abbandonò mai, se non per superiore divieto, la propria
cattedra.
Si impegnò attivamente nelle prime istituzioni cattoliche a carattere sociale,
come testimoniano la sua lunga presenza nell’amministrazione dell’Istituto
Artigianelli e il suo scritto Elogio dell’Opera Pia dell’Infanzia, e animò
l’associazionismo culturale come provano gli incarichi ricoperti nella
Deputazione di Storia Patria e nel Club Alpino Italiano.
Ma Gaetano Chierici fu soprattutto un archeologo anche se la sua militanza in
questa disciplina occupò solo l’ultimo venticinquennio della sua vita. Partendo
dagli studi classici approdò alla paletnologia contribuendo a gettare le basi di
questa “novissima scienza”, in Italia sino a quel momento praticata quasi
esclusivamente da geologi e naturalisti. “Una specie di geologia storica
–dirà nel 1863 a un’adunanza del soci della Deputazione di Storia Patria-
Imperocchè a quel modo che il geologo nella qualità e sovrapposizione dei
terreni, che formano la crosta del globo, indaga le epoche della natura, il
paleontologo nell’ordine degli strati, che sembrano segni diversi dell’esistenza
dell’uomo, cerca di distinguere la successione delle genti e periodi della
civiltà”.
Grazie anche a Chierici, lo scavo stratigrafico si trasformò da metodo di
indagine puramente geologico in scavo stratigrafico culturale. Buona parte dei primi
paletnologi italiani svolsero la propria attività di ricerca proprio in Emilia.
Fu la vicinanza ai parmensi Pellegrino Strobel e Luigi Pigorini a favorirne la
“conversione” alla nuova disciplina, un sodalizio scientifico che Gabriel
de Mortillet, positivista ed esponente di punta della Paletnologia d’Oltralpe,
definirà con simpatia -e forse spocchia- “trio”. Ben presto, soprattutto in ambiti specifici
di ricerca (sono sue le definizioni della cultura neolitica dei “fondi di capanne”,
dell’eneolitico e della cultura terramaricola e il riconoscimento della presenza
etrusca in Val Padana), avrebbe superato i suoi iniziatori, divenendo maestro e
caposcuola riconosciuto.
Lo studio della preistoria mise il sacerdote Chierici nella scomoda condizione di
doversi misurare con temi allora “spinosi” come la questione dell’origine
dell’uomo, proprio negli anni in cui in Italia si diffondeva la traduzione
dell’opera di Charles Darwin. Pur accettando le conclusioni di antropologi e geologi che
le origini dell’uomo fossero molto più antiche di quanto indicato dalla
cronologia biblica tradizionale, Chierici respinse sempre la tesi della
“trasformazione della bestia in uomo” anche se questa sua posizione antidarwiniana
non gli impedì di trattare il tema dell’evoluzionismo nelle sue lezioni.
Più e meglio di chiunque, Chierici incarnò l’incontro fra la cultura umanistica
e quella scientifica, praticandole entrambe e trovando fra esse più di un punto
di contatto.
Sostenitore dello scavo stratigrafico, ebbe chiaro lo stretto rapporto che
deve esistere fra archeologia e scienze naturali (zoologia, botanica e
soprattutto geologia). La sua più importante realizzazione, una sorta di
laboratorio di un paletnologo negli anni in cui in Italia si affermava lo studio
delle più antiche culture umane, resta il Museo di Storia Patria da lui fondato,
tuttora intatto negli arredi e nell’ordinamento originari.
Per il valore del suo ordinamento, la collezione di paletnologia fu visitata dal
fior fiore degli studiosi europei di preistoria, da Rudolf Virchow a Gabriel de
Mortillet, da John Evans a Edouard Desor, da Ingwald Undset allo scopritore di
Troia Heinrich Schliemann, che considerarono la sosta a Reggio Emilia una tappa
obbligatoria nella propria formazione culturale. Né va taciuto il valore
aggiunto del "suo" Museo di Storia
Patria che può essere considerato anche un museo del Risorgimento, nel quale la realtà archeologica
locale si rispecchia in quella nazionale secondo un progetto di unificazione
che salvaguardi le peculiarità delle piccole patrie.
Il Museo di Storia Patria fondato da Gaetano Chierici
Gaetano Chierici fu anche l'ideatore della rivista scientifica dedicata alla
preistoria italiana (il Bullettino di Paletnologia Italiana) che nei primi anni
si stampava a Reggio e che si stampa tuttora; è anche grazie a questa rivista
che la
città e il suo museo furono per qualche tempo al centro del dibattito
scientifico internazionale. La direzione del Bullettino fornì ulteriori moventi
allo sviluppo del sodalizio tra il reggiano Chierici e i parmensi Pigorini e Strobel,
un "trio" che, almeno sulla carta,
non poteva essere peggio assortito. Il sacerdote Gaetano Chierici
esposto agli attacchi dell'anticlericalismo più becero (lui convinto patriota e antitemporalista
tanto da ottenere l'omissione dal suo nome del titolo di ecclesiastico secolare
«don» nel programma
del Bullettino), vicino al pensiero del cattolico liberale Vincenzo Gioberti. Pellegrino von Strobel, di nobile famiglia
tirolese, naturalista insigne, docente universitario e massone, che aveva
abiurato la fede cattolica convertendosi alla Chiesa evangelica entrando poi in Parlamento come esponente dell’Estrema Sinistra.
E Luigi Pigorini, senatore del Regno, direttore del Museo di Parma e poi
fondatore del Museo preistorico etnografico di Roma, titolare della prima
cattedra di Paletnologia in Italia (e tutto questo a 35 anni), capace di concepire e
realizzare grandiosi progetti culturali e inviso alla maggior parte
dei direttori dei musei di provincia a cui imponeva “scambi” di materiali
tutt’altro che equi.
Eppure una grande reciproca stima legò questi tre scienziati, come rivelano i
relativi carteggi, al punto che il protestante Strobel non esitò a prendere
pubblicamente posizione a favore del prete Chierici in occasione di uno dei più
violenti attacchi anticlericali da lui subiti. Quanto a Pigorini,
significativamente definito lo Squalus vorax, solo Chierici seppe resistere alle
sue pretese rispondendo con disarmante franchezza “gran peccato spogliare il
povero della sua camicia, più che togliere ad un ricco alcune delle sue tenute”.
Fotografia dei partecipanti al Congresso Internazionale di Archeologia tenutosi
a Bologna nel 1871 in cui compare Gaetano Chierici. Archivio fotografico dei
Musei Civici di Reggio Emilia
Gaetano Chierici ebbe contatti con i massimi scienziati del suo tempo, con
cui non esitò in alcuni casi a battibeccare -come con Cavedoni e Gozzadini- se
in disaccordo con le loro conclusioni. Collaborò con il geologo Charles Lyell
e con tutti i paletnologi sia italiani (da Giacomo Boni a Giuseppe Scartabelli ad Antonio Zannoni) che europei (da
Heinrich
Schliemann a Gabriel de Mortillet, da Edouard Desor ad Alexandre Bertrand), e
con tutti intrattenne fitte corrispondenze, ospitandoli spesso nel suo Museo. La
cultura positivistica di questi contatti si riverbera sull’ordinamento del suo
Museo. Particolarmente forte fu il legame con il fisico ed astronomo nonché
amico d'infanzia Angelo Secchi e, tramite questi, con lo zio Giampietro Secchi,
che a Roma dirigeva il Museo Kircheriano.
Altrettanto significativo il rapporto con la scuola italiana di psichiatria
operante al San Lazzaro di Reggio Emilia, in particolare con Enrico Morselli
che, nell’anno stesso in cui nasceva il Bullettino di Paletnologia, dava vita
alla Rivista Sperimentale di Freniatria, anche questa tuttora attiva.
L’interesse per l’antropologia si rispecchia nella cranioteca del Museo che
richiama nell'ordinamento anche rapporti con gli studi di fisiognomica di Cesare
Lombroso.
Gaetano Chierici fu anche il fondatore della Sezione Val d’Enza del Club Alpino
Italiano, sezione che unisce tra l'altro due province da sempre in competizione
come Reggio
Emilia e Parma.
Non meno importante fu il suo impegno per la causa dell’unità nazionale, che lo
portò a sottoscrivere, lui sacerdote, l’appello di Carlo Passaglia a Pio IX
perché rinunciasse spontaneamente al potere temporale. Anche la sua visione
politica si riverbera sull’ordinamento del suo Museo, in particolare sulla
sezione che documenta l’archeologia delle regioni d’Italia.
L’agonia del potere temporale della Chiesa avvelenò gli ultimi anni della sua vita. Guardato con sospetto sia dalla propaganda anticlericale che dalle gerarchie ecclesiastiche confidava a un amico di sentirsi tra due fuochi, “di qua i pusilli che per paura inferociscono contro chi, sulla porta del santuario, dà la mano alla scienza: di là i temerari che ripudiano chi, sul limitare della scienza, non immola la Fede”.
Ogni ombra, amarezza e polemica si sarebbero comunque dissolte nella sua ultima, grande acquisizione scientifica, quasi il suggello di una carriera intensissima anche se tutto sommato breve: l’individuazione di quella fase intermedia fra il neolitico e l’età del bronzo caratterizzata dall’uso contemporaneo di pietra, selce e rame a cui darà il nome di eneolitico. Sono le straordinarie scoperte nel sepolcreto di Remedello Sotto nel bresciano che gli consentono di risolvere la questione su cui si arrovellava da tempo, pur portandolo alla morte. Sul finire del 1885 l'imprudenza con cui aveva sfidato i rigori di un dicembre particolarmente inclemente, scavando addirittura sotto la neve, gli provoca una «pneumonite acuta» che ne causa il decesso nella notte fra l’8 e il 9 gennaio del 1886, a 67 anni. È di qualche giorno prima l'appunto manoscritto che risolve la “questione paletnologica” a cui pensava nonostante la grave infermità: «In Italia esistette un’età del rame. Quest’età s’interpone a quelle della pietra e del bronzo».
LE CELEBRAZIONI IN PROGRAMMA
Le celebrazioni promosse in occasione del bicentenario della nascita di don Gaetano
Chierici si articolano in diverse iniziative tese a evidenziare il valore
internazionale della sua opera, senza trascurare le ricadute nel contesto
cittadino e provinciale.
Per prima cosa sarà proposto un
Convegno scientifico internazionale
che richiami l'attenzione non solo sulla sua figura di scienziato europeo
pienamente inserito nel dibattito culturale del suo tempo ma anche sul museologo in grado di concepire e realizzare un museo pilota
nonché sui molti altri interessi della sua poliedrica personalità. Il convegno,
articolato in tre giornate di relazioni, comunicazioni e dibattiti dedicati agli
aspetti della vita, interessi e dell’attività scientifica di Gaetano Chierici,
si terrà dal 19 al 21 settembre 2019 in concomitanza con il giorno anniversario della sua nascita
(24 settembre 1819) che darà inizio alle celebrazioni. Tre le sessioni
previste: il paletnologo e l'archeologo (La fondazione della Preistoria in Italia in relazione con la scienza europea. Le
questioni scientifiche affrontate da Chierici e le principali acquisizioni del
suo lavoro paletnologico. La fondazione del “Bullettino” prima rivista dedicata
alla preistoria della Nazione. Le sue principali imprese di scavo. La scuola di
paletnologia da lui fondata. L'eredità delle sue teorie scientifiche ai giorni
nostri. Il comparativismo etnografico. Chierici, i Paletnologi e le Scienze
Naturali nella ricerca archeologica. L'archeologo classico e i suoi rapporti con
i principali studiosi del suo tempo. Il suo contributo al Corpus Inscriptionum
Latinarum. Il suo interesse pionieristico per l'archeologia medievale), il museologo, la tutela dei beni culturali nella seconda
metà del XIX sec. (Il ruolo della deputazione di Storia Patria nella nascita del Museo civico.
Sezioni conservate (Atrio, Collezione di Paletnologia, Portico dei Marmi) e
sezioni dismesse (Gabinetto degli illustri reggiani). Il Museo di Storia patria
di Reggio Emilia in relazione con la grandi realizzazioni museali contemporanee.
Il confronto con musei coevi, in cui come a Reggio si conservano arredo e
ordinamento originari (es. Collezione Scarabelli a Imola), o solo l'arredo e non
più l'ordinamento (Musei Civici di Modena e Bologna), o in cui si sia perduta la
testimonianza sia dell'arredo che dell'ordinamento (Musei di Parma e Pigorini di
Roma). Il contributo delle scienze naturali nell'ordinamento della collezione di
Paletnologia. Il riflesso della ideologia politica unitaria nell'ordinamento
della Collezione di Paletnologia) e infine il sacerdote, l'insegnante, il patriota, l'animatore
dell'associazionismo culturale (La famiglia Chierici fra impegno civico e interessi culturali. La chiesa
reggiana al tempo di Gaetano Chierici. L'impegno sociale e caritatevole del
sacerdote Chierici. L'insegnante nel Liceo cittadino e la nuova classe dirigente
formata da Gaetano Chierici. L'impegno in favore dalla causa nazionale unitaria
e i rapporti con Vincenzo Gioberti. L'adesione al manifesto di Carlo Passaglia.
La fondazione della sezione della val d'Enza del C.A.I. e il coinvolgimento
degli alpinisti reggiani nelle sue imprese di scavo).
Nell’ambito delle celebrazioni verrà poi proposto
Chierici e la sua terra, una serie di escursioni e altre
iniziative culturali in luoghi della provincia di Reggio Emilia legati ad
imprese di scavo di Gaetano Chierici. Le escursioni saranno organizzate in
collaborazione con il CAI e altre istituzioni e associazioni che svolgono
attività nel settore. I luoghi proposti sono la Tana della Mussina (dove
gli scavi di Chierici nel 1872 posero in luce un
deposito funerario dell’età del Rame, un sito di grande interesse
archeologico e naturalistico e di notevole suggestione - escursione riservata
ai convegnisti), Bismantova e Campo Pianelli
(Chierici effettuò ricognizioni e saggi sulla sommità della rupe anche se gli scavi più significativi
si svolsero a
Campo Pianelli, ai piedi meridionali della Pietra di Bismantova, dove fu
scoperta un'importante necropoli protovillanoviana i cui materiali sono
conservati nel Museo Chierici; l’area della necropoli è ancora oggi
perfettamente visibile ed accessibile), l'area archeologica e Museo della terramara
di Fodico di Poviglio (dove Chierici
condusse una serie di saggi in quella che oggi è nota come terramara di Santa
Rosa, oggetto di scavi sistematici da più di trent’anni. Il sito e il Museo
che conserva i materiali provenienti dagli scavi moderni hanno un valore
paradigmatico per lo studio delle terramare che fu un tema centrale della
ricerca dei paletnologi del XIX secolo, tra i quali Chierici ebbe un ruolo di
primo piano), l'area archeologica di Luceria (lo scavo del vicus di Luceria, condotto da Gaetano
Chierici per conto della Deputazione di Storia Patria, è all'origine del
Gabinetto di Antichità Patrie di Reggio Emilia. Il Comune di Canossa e la
Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio hanno di recente sistemato
un'area archeologica che fa perno su un segmento di strada romana acciottolata),
l'area archeologica e l'Antiquarium di Canossa (negli ultimi anni di vita Chierici
condusse campagne archeologiche nell’area del Castello che dimostrano il suo
non secondario interesse per l'archeologia medievale; i materiali ritrovati
vennero raccolti nell’ Antiquarium. La sua eredità fu raccolta da Naborre
Campanini, succedutogli nella responsabilità di direzione del Museo di Storia
Patria), il Museo Civico di Brescello (recentemente rinnovato, il Museo Civico documenta la
storia e l'archeologia di Brixellum. L'esposizione si integra con la
documentazione della Collezione di Paletnologia nei Musei Civici di Reggio
Emilia, che si compone dei materiali, per lo più di provenienza funeraria,
riportati alla luce nelle necropoli alle porte della città romana nel corso di
scavi seguiti da Albino Umiltà negli anni '60 del XIX secolo per conto di
Gaetano Chierici) oltre, naturalmente, al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia.
Particolare del disegno ricostruttivo di una terramara così come ipotizzato da
Gaetano Chierici. Archivio fotografico dei Musei Civici di Reggio Emilia
Si prevedono una serie di Pubblicazioni,
in primis gli Atti del Convegno e la Guida alle escursioni.
Si prevedono anche altre pubblicazioni a conclusione di lavori pluriennali
promossi dall'Amministrazione Comunale di Reggio Emilia quali la Valorizzazione del Fondo Gaetano Chierici conservato nella Biblioteca
“Panizzi” (in occasione delle celebrazioni verrà creata una nuova sezione della BDR-Biblioteca Digitale Reggiana contenente la riproduzione digitale di una
selezione di materiali tratti principalmente dal Fondo Chierici della Biblioteca
“Panizzi”. La BDR, offrirà l’opportunità di rendere consultabile on line parte
della documentazione relativa alla scienziato reggiano, affiancandola alle
principali fonti bibliografiche e documentarie sulla storia di Reggio) e un Volume a corredo della Carta delle Potenzialità Archeologiche del Comune di
Reggio Emilia a conclusione dei lavori promossi dall'Amministrazione Comunale in
collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per
l'area metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
Si procederà poi a una serie di Interventi sul Museo.
Il Museo di Reggio Emilia, e in particolare la Collezione di Paletnologia, saranno
sottoposti ad interventi miranti a ricostituire quegli aspetti originari
dell'allestimento che con il tempo si sono perduti.
Si prevede un restyling della Collezione (con interventi
illuminotecnici e sostituzione dei supporti espositivi con altri che evochino
nell'aspetto le tavolette in cartone grigio bordato di nero dei tempi di
Chierici), l'eventuale ricostituzione, ancorché in forma temporanea, del
Gabinetto degli illustri reggiani (nell'attuale locale libreria del Museo),
unica delle sezioni originarie del Museo di Storia Patria a non essere
sopravvissuta sino ai giorni nostri e infine il restauro e ripulitura delle colonne stratigrafiche di
terreno, dei campioni naturalistici e dei modelli, delle ricostruzioni di
contesti di scavo, di grande interesse storico e culturale poiché testimoniano
il metodo multidisciplinare adottato dal Chierici nelle sue ricerche.
Sarà poi allestita la mostra "Chierici.
Metodo e scienze all'origine degli studi di preistoria" articolata nelle
tre sezioni del contesto stratigrafico, dello scavo e del comparativismo
etnografico. L'esposizione prevede un'edizione reggiana ai Musei Civici di
Reggio Emilia, con inizio a settembre in concomitanza del convegno, e una romana
al Museo delle Civiltà di Roma, co-promotore dell'iniziativa.
Con l'intento di sanare una grave lacuna nella toponomastica cittadina si
provvederà a intitolare a don Gaetano Chierici
il largo che ha recentemente preso forma all'incrocio fra via L. Spallanzani e via A.
Secchi che, oltre ad essere contiguo al Palazzo dei Musei, è in relazione con
due strade che richiamano i due noti ecclesiastici/scienziati (di cui Secchi anche suo
intimo amico).
Non potrà mancare una targa commemorativa del sacerdote e scienziato sulla
sua abitazione in via S. Nicolò.
I servizi educativi dei Musei Civici di Reggio Emilia proporranno infine
alcune Attività didattiche ed educative.
Un percorso per la scuola primaria e secondaria che sarà finalizzato a mettere in
luce il valore della ricerca archeologica oggi, partendo dalle esperienze di
Chierici e facendo leva sul significato della sua eredità. Verrà realizzato una
postazione mobile interattiva in grado di simulare uno scavo archeologico, che
permetterà di comprendere attraverso la sperimentazione diretta e l'esperienza
da parte degli studenti, i principi dello scavo stratigrafico.
Un altro progetto per la scuola secondaria porterebbe ad esplorare e definire
il significato di museo oggi e la sua relazione con il pubblico, sottolineando
l'importanza che una collezione come quella di Chierici può avere per lo
sviluppo di pensieri futuri, anche in termini di museografia e museologia.
Fra le proposte sperimentali che i Musei, in collaborazione con la sezione
reggiana della Deputazione, rivolgono alle scuole rientrano i progetti
interdisciplinari: dall'intreccio di competenze e dalla relazione tra collezioni
diverse e oggetti di varia provenienza, nascono stimoli per la conoscenza e per
potenziare lo spirito critico del visitatore, attraverso la lettura di alcuni
temi da molteplici punti di vista.
Frammenti di un testamento spirituale: detti di Gaetano Chierici
Il sangue reggiano fa caldo il cuore, che in noi generalmente abbisogna non di stimolo ma di freno
Chierici e la Paletnologia
Il paletnologo fonda le sue induzioni soltanto sopra associazioni di
oggetti, che rappresentano un costume, un’arte speciale, un corredo dell’uomo
consentaneo a un dato grado di civiltà che non ha riscontro nel tempo storico.
Onde neppure qualunque associazione gli basta, potendosene formare delle
accidentali, che mescolano oggetti di origini disparate
La nuova scienza archeologica … può dirsi democratica, perché, mirando
essa a costruire la storia ne’ tempi oscuri o sol da vaghe tradizioni accennati,
non è preoccupata dalla grandezza di alcun popolo privilegiato, né ha da
scegliere e sfiorare monumento, ma dovunque, nel suo campo inesplorato, appaja
alcuna traccia dell’uomo, essa trova materia di osservazione e di studio
1879
E’ piccolo, ma abbastanza curioso il caso osservato cinque anni fa in un
torrente del nostro Sanpolo, dove la erosione d’una piena scoperse nelle ghiaje
alla profondità di mezzo metro uniti in un mucchietto un’ascia di pietra, due
fibule di bronzo etrusche, un denaro di Trajano, una forchetta di ferro, un
Crocefisso d’ottone e una medaglia della Concezione
1873
Comparativismo etnografico
Oltre i confini della colta Europa, vivono ancora i barbari e i selvaggi.
Questi già sono per iscomparire sotto l’invasione benefica e sempre più rapida
della civiltà: ma la natura provvida li ha conservati abbastanza, perché la
nuova scienza possa colla certezza di un fatto presente raccogliere la notizia
dei loro strani costumi e far tesoro d’ogni più minuta particolarità che serva
coi confronti a spiegare i misteriosi cimeli dell’alta antichità … Nelle loro
mani vediamo le frecce, i giavellotti, i coltelli armati e costrutti di schegge
o di spine di pesce, o di punte d’ossi: un ciottolo affilato col fregamento
serve loro da ascia e da scure, un sasso qualunque da mazza e da martello, due
pietre informi, fra le quali tritano i semi per cibarsene, è il loro mulino
Chierici e il museo
Così Monsignore riveritissimo, la mia città spende per cancellare le sue
memorie, mentre Modena più fortunata d’avere cittadini come Vostra Signoria
tanto gelosamente raccoglie e custodisce le proprie. Certamente non pochi qui se
ne dolgono e io pure ho detto quel che m’è sembrato dell’importanza, reggiana
certo non cosmopolitica, del monumento; ma queste voci sparse non sono intese e
sarebbe altra cosa se esistesse fra noi quella società archeologica che è
rimasta in progetto
A Celestino Cavedoni, 1858
Intanto chi raccoglie per un museo paletnologico non dee pensare di far
opera grata ai curiosi … ma sol dee curarsi di aggradire agli studiosi
1879
Le raccolte parziali di regioni circoscritte da tradizionali confini, come
sono più generalmente le province, possono più sicuramente e più prontamente
recare il vantaggio che la scienza ne aspetta. Le monografie archeologiche
provinciali comporranno la nazionale. Ciò tuttavia non esclude dai musei di
provincia antichità d’altri luoghi, le quali anzi giovano ai confronti e a
stringere i nessi delle monografie della nazione; ma la raccolta locale dev’essere
la base e il centro, a cui le altre parti rimangano subordinate
1879
L’adesione alla causa risorgimentale
Si tratta, amici cari, di vincere fittissimi ostacoli, l’imponenza delle
vecchie consuetudini, la disperazione della prepotenza, e forse i nostri petti
dovranno esporsi alle palle tedesche; fa duopo adunque di coraggio civile
insieme e militare e di costanza inflessibile.
1847
Ungarici fratres … Quid vobis proficit pugnare? … dilegium et servitudo
Ai soldati ungheresi e croati del presidio austriaco in città
Il voto testé emesso dal Nostro Popolo con libertà pari all’entusiasmo
sarà argomento di più all’Europa che queste Provincie intendono e vogliono
essere rette dal Nazionale Governo della Maestà Vittorio Emanuele … Il clero di
Reggio … ha portato coscienziosamente la sua pietra a questo Edificio. Lieto di
aver adempiuto ad un preciso dovere di buon cittadino, non può rimanersi dal
rivolgere calda supplica all’Uomo della Provvidenza … onde sia affrettato il
compimento del Comune Voto, e l’Annessione di queste Provincie al glorioso Regno
Sabaudo passi senza ritardo nel dominio dei fatti compiuti.
A Luigi Carlo Farini, 1860
Vi scrivo dal campo di Servirola, non campo di battaglia, dove si
ammazzano i vivi, ma di lavori agricoli e di studi pacifici, coi quali io tento
di far rivivere i morti
20 Settembre 1870, mentre i bersaglieri di Cadorna entrano a Porta Pia
Chierici e il clero liberale
In Religione reputo necessaria una riforma, che tutta riassumo
nell’abbandono degli artifici umani e tra questi del dominio temporale,
argomenti ad hominem del medio evo, divenuti sofismi or che è mutato
l’avversario. In politica principii moderati, azione risoluta: l’acquisto
dell’indipendenza nazionale è un diritto e un dovere, l’unità un bene, la
libertà utile o dannosa a misura della civiltà. In filosofia sento la necessità
del primo dato ontologico, la percezione immediata della realtà necessaria ed
infinita: nel resto non presumo aver un sistema, persuaso che il pensiero è per
dirigere l’azione, amo soltanto la verità che nasce da un bisogno e vi soddisfa.
In ogni ordine di cose poi stimo che molto si debba oggi rinforzare l’autorità e
che però pecchi ugualmente chi senza riserva ne propala gli abusi, e chi l’adula
1862
Ho pregato Dio, ho cercato ragioni per persuadermi di ciò che dovrei
dichiarare colla mia disdetta; ma, Eccellenza, ad onta di tutto questo il mio
animo sente un’invincibile ripugnanza a condannare quel che colla mia
sottoscrizione nella supplica al Pontefice con piena persuasione ho approvato …
Deh, non mi neghi la sua grazia, e non mi escluda dai suoi servizi; forse il
tempo e la tranquillità dell’animo, sempre disposto a riconoscere la verità, mi
condurranno a quelle convinzioni che ora non trovo. Intanto Ella mi consoli
rimettendomi nella facoltà di confessare: tornando dimani al mio officio, ai
parrocchiani, che appena si sarebbero accorti della mia assenza dal
confessionale nella domenica scorsa, sarebbe tolta ogni materia di sinistri
giudizi sulla mia persona
Al Vescovo, dopo la sottoscrizione dell’appello a Pio IX per la rinuncia al
potere temporale, e dopo le proibizioni di confessare e impartire l’istruzione
religiosa, 1863
Dinanzi a Dio pure sento, che non posso persuadermi d’aver errato in ciò
che ho detto riguardo alle condizioni presenti della Chiesa … e la coscienza mi
dice, che ho veramente rispettata sempre e venerata l’Autorità pontificale,
sebbene non abbia stimate sempre le persone, non però odiate, no: sarei pronto
ad aiutarle col mio sacrificio, ma parmi un gran male quel ch’essi fanno; la
religione per questa via d’artifizi non può durare; credo proprio che la verità
sola da se medesima si possa e debba sostenere e propagare: la religione di Gesù
è cara e può resistere ad ogni prova di ragione: di questo sono profondamente
convinto
Dal Testamento, 1865
Chierici e la Deputazione di Storia Patria
…in quel modo ch’ogni città ha la sua storia e studiasi di narrarla nelle
sue cronache… così ha pure i suoi monumenti che attestano la verità delle
domestiche tradizioni… ogni cosa, dove l’uomo ha lasciato un segno della sua
esistenza, è una parola vivente ch’egli manda alla posterità…
Da una lettera della Deputazione del 12 giugno 1862 firmata da Chierici
Scienza e fede
La Rivelazione e la Scienza hanno comune l’origine in Dio e perciò sono
connesse intrinsecamente; ma questa connessione intrinseca non toglie infatti la
loro mutua indipendenza logica la quale torna a maggior lustro della
Rivelazione. Le imperfezioni del linguaggio e dello spirito umano sono origini
feconde di oscurezze, di difficoltà e di ripugnanze apparenti fra la Rivelazione
e la scienza: ma la scienza progredendo del manifestare un accordo crescente se
non compiuto, colla Rivelazione, la quale ne sarà illustrata e confermata
1847/1848
Quando simili accordi colla tradizione escono spontanei da studi che
parvero diretti a distruggerla, se ne rallegra chi crede in quella finale unità
del vero, a cui dalla Provvidenza sono ordinati tutti i lumi della ragione e
della fede, e gli appassionati dissidii più non sembrano che gare di chi più
s’adoperi a raggiungere il fine comune: l’errore stesso esaurendosi, serve a
dimostrare la verità, come il male ad esercitare la virtù. Ma sento io pure,
Eccellenza, che noi preti dobbiamo aiutare, affrettare quest’accordo: ripudiarlo
è dividere l’uomo e privar la religione della sua gloria più splendida,
aspettarlo da chi ci va innanzi, e con mire talora oblique, è differirlo e
subire maestri in casa nostra, nel tempio stesso
Al Vescovo, 1882
Cammino fra due fuochi: di qua i pusilli che per paura inferociscono contro
chi, sulla porta del Santuario, dà la mano alla scienza: di là i temerari che
ripudiano chi, sul limitare della Scienza, non immola la Fede…Io passo illeso
finora, e parmi d’averne debito allo schietto intento del vero che mi guida fra
gli estremi. Non guardo né a destra né a sinistra…tiro innanzi come se
viaggiassi nel deserto e sol dovessi dar conto de’ miei passi al sole che mi
rischiara la via. Se avverrà che inciampi (e a chi non avviene?) stringerò con
gratitudine la mano che stendasi a sostenermi: chi… accorra per calpestarmi, mi
troverà in piedi e pronto, non a combattere, ma a continuare il mio cammino
Da appunti manoscritti
Chierici e l’insegnamento
Ampia facoltà si concesse allo scolare di esporre difficoltà e dubbiezze, ma
fu poco usata, sia per poca profondità nello studio da parte degli scolari, sia
perché l’insegnante, piuttosto che dar campo alle polemiche, ha cercato di
prevenirle. Uno solo nella 2.a classe dimostrasi propenso alla teoria del
positivismo fisico, e un altro nella 3.a al darwinismo. L’uno e l’altro hanno
potuto sperimentare, che nella scuola il dissenso d’opinione, purché ragionato,
non altera né la benevolenza né il voto del professore
1879/1880
Per verità in questo povero paese c’è gran bisogno, che alla gioventù si prepari un pascolo di studi utili o almeno innocenti e senza presunzione di riuscire si può tentare d’aprire una via qualunque
CHIERICI200, Celebrazioni del bicentenario della nascita di don Gaetano Chierici
Attualità di don Gaetano Chierici archeologo, museologo e maestro di impegno civile
Convegno di Studi
Reggio Emilia, Sala del Tricolore, Oratorio San Filippo, Palazzo dei Musei
19 – 21 settembre 2019
Iscrizione obbligatoria su Eventbrite
GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2019, SALA DEL TRICOLORE,
Piazza Prampolini 1
8.30 – 9.15 Registrazione e caffè di benvenuto
9.15 – 10.15 Saluti istituzionali
Sessione I
Il paletnologo e l’archeologo
Storia della Paletnologia
10.15-10.35 Alessandro Guidi, La figura di Gaetano Chierici nell’ambito degli
studi di preistoria italiani ed europei del XIX secolo
Il paletnologo
10.35-10.55 Giuseppe Sassatelli, Gaetano Chierici e il congresso di Antropologia
e Archeologia preistorica del 1871
10.55-11.15 Michele Cupitò, Filippo Maria Gambari, Giovanni Leonardi, Roberto
Marcuccio, Il carteggio fra Gaetano Chierici e Luigi Pigorini. Affinità e
contrasti nel processo di costruzione della scienza e della museografia
paletnologica italiana
11.15-11.30 Massimo Cultraro, Gaetano Chierici e Schliemann. Per dissotterrare
il mondo di Omero
11.30-11.45 Antonella Romani, Modernità, discontinuità e continuità del passato
preistorico nella teorizzazione di Gaetano Chierici, Michele Stefano De Rossi e
Giustiniano Nicolucci: un confronto
11.45-12.00 Angela Mutti, Pellegrino Strobel e Gaetano Chierici: lettere al
“professore” e all’“amico”
12.00-12.15 Manuela Catarsi, Chierici e Mariotti
12.15-12.30 Anna Dore, “Ottimo Chierici”, “Stimatissimo Professore”: don Gaetano
Chierici e gli archeologi bolognesi
12.30-12.45 Gianluca Pellacani, Cristiana Zanasi, I rapporti fra Gaetano
Chierici e i principali esponenti dell’archeologia modenese. Carteggi e
documenti d’archivio
12.45-12.55 Debora Trevisan, Gaetano Chierici “Maestro di Paletnologia” per i
ricercatori mantovani: storia della metodologia della ricerca archeologica
12.55 – 13.10 Discussione
Il metodo multidisciplinare
14.00-14.20 Mauro Cremaschi, Gaetano Chierici e il metodo multidisciplinare in
archeologia
14.20-14.40 Mark Pearce, L'atlante inedito di Chierici e le carte di
distribuzione dei ritrovamenti preistorici nel contesto europeo
14.40-14.55 Luca Maria Foresi, Grotta di Cala di Biagio nell’Isola di Pianosa (LI),
ampliato lo scavo di Gaetano Chierici a 150 anni dalle sue scoperte
14.55-15.10 Gabriele Nenzioni, Memorie dell’archeolitico. Le collezioni del
Museo Chierici e le prime fasi della ricerca sul paleolitico
15.10-15-20 Silvia Pellegrini, Stefano Lugli, Stefano Piastra, Le ricerche di
Fernando Malavolti sulle orme di Gaetano Chierici. I taccuini inediti
15.20-15.30 Gloria Capelli, Il rinvenimento archeologico del 30 marzo 1855 e il
precoce approccio metodologico di don Gaetano Chierici
15.30 – 15.55 Discussione
L’archeologo
16.20-16.40 Luigi Malnati, Donato Labate, Chierici e l’archeologia nell’ex
ducato estense: un modello. Tornare all’Ottocento?
Archeologia del Territorio
16.40-17.00 Iames Tirabassi, Gaetano Chierici e la difficile arte di
rappresentare un territorio con i mezzi e le tecnologie dell'Ottocento
17.00-17.15 Paolo Storchi, Gaetano Chierici e la topografia antica della
Provincia di Reggio Emilia
17.15-17.30 Giovanni Santelli, Don Gaetano Chierici e i Brescellesi (1863 –
1864)
17.30-17.45 Franca Zanichelli, Lorella Alderighi, Luca Maria Foresi, Pierpaolo
Traversari, Leopoldo Ponticelli apre a don Gaetano Chierici il mondo di Pianosa:
le tracce del passato nel nuovo museo dell’isola
17.45-18.00 Lorella Alderighi, Giuditta Grandinetti, La ripresa degli scavi di
Gaetano Chierici a Pianosa nell’area di Poggio Belvedere
Neolitico
18.00-18.20 Annaluisa Pedrotti, Paola Mazzieri, Iames Tirabassi, Il Neolitico di
Chierici
18.20-18.35 Fabio Cavulli, Chierici e la “cultura” dei fondi di capanna
18.35-19.00 Discussione
VENERDÌ 20 SETTEMBRE, SALA DEL TRICOLORE, Piazza Prampolini 1
Eneolitico
9.00-9.20 Raffaele Carlo de Marinis, Gaetano Chierici e la nascita degli studi
sull'età del
Rame in Italia
9.20-9.35 Gilberto Artioli, Ivana Angelini, Caterina Canovaro, Origine e
diffusione del rame in Italia durante l’Eneolitico: sviluppi
dell’interpretazione archeometallurgica da Chierici a oggi
9.35-9.50 Monica Miari, Cristina Anghinetti, Paolo Boccuccia, Paolo Bonometti,
Lucia Castagna, Rossana Gabusi, La successione dei suoli nell’alta pianura
reggiana: la serie stratigrafica di Cave Spalletti e nuovi dati sui rituali
funerari eneolitici in area padana
Età del bronzo
9.50-10.10 Andrea Cardarelli, Gaetano Chierici e la scoperta delle terremare
10.10-10.20 Mauro Cremaschi, Miti e realtà nella struttura delle terramare alla
luce di trentacinque anni di scavo nella terramara Santa Rosa di Poviglio
10.20-10.40 Discussione
Età del ferro
10.55-11.15 Roberto Macellari, Ritorno a Servirola. “Tornerò presto a Sanpolo:
non sono mai sazio di esplorare quel luogo, né sicuro di spiegarlo”
11.15-11.35 Dominique Briquel, Chierici e l’epigrafia etrusca. Ancora sullo
specchio Turri
11.35-11.55 Elisabetta Govi, Don Gaetano Chierici e Marzabotto
11.55-12.10 Giuseppe Maria Della Fina, “Mi avvicinerò a te per amarti di più, o
Italia, patria mia”: i viaggi di Gaetano Chierici (1844 – 1845)
12.10-12.25 Piera Melli, Chierici, Volterra e l’urna etrusca della Collezione di
Paletnologia
12.25-12.40 Lorenzo Zamboni, La “felice intuizione” di Gaetano Chierici: la
scoperta e la definizione dell’aspetto funerario di VI secolo a.C. nella pianura
emiliana
12.40-12.50 Silvia Fogliazza, Il dio nel pozzo. Nuove considerazioni sui culti
nel “pozzo del centro” a Servirola
12.50-13.00 Elisa Vecchi, “Found at Campaggine, near Reggio. Prof. Chierici
1879”. Nuovi dati sul ripostiglio di Campegine
13.00-13.20 Discussione
Età romana
14.10-14.30 Antonella Coralini, Abitare a Regium Lepidi. Il contributo di
Gaetano Chierici
14.30-14.45 Renata Curina, Dall’età romana all’alto medioevo. L’apporto di
Gaetano Chierici alla conoscenza storico-archeologica del territorio reggiano
14.45-14.55 Gloria Bolzoni, Gaetano Chierici e le necropoli di Brixellum
14.55-15.05 Simona Capellini, Carla Corti, Le lucerne: storia di una collezione
Medioevo
15.05-15.25 Sauro Gelichi, Chierici e i suoi amici. Sperimentazioni
archeologiche nel medioevo dell’Emilia (nella seconda metà dell’800)
15.25-15.40 Riccardo Belcari, Da Pianosa a Montecristo: Gaetano Chierici tra
catacombe e insediamenti monastici
15.40-15.50 Nicola Cassone, “I sepolcri di epoca barbarica” scoperti a Fabbrico
nel 1872. Una necropoli longobarda con sepoltura di cavalli nella bassa pianura
reggiana
15.50-16.20 Pausa caffè
Comparativismo etnografico
16.20-16.40 Mario Mineo, Osservare le famiglie dei barbari e dei selvaggi
viventi per capire usi, costumi e arti degli uomini più antichi
16.40-16.50 Anna Bertolini, Don Gaetano Chierici e il comparativismo
etnografico: le prime raccolte etnografiche nel Museo di Storia Patria. 1871
16.50-17.00 Georgia Cantoni, Il mondo in una mano. Il Museo di Gaetano Chierici
dagli albori del comparativismo etnografico al museo planetario
17.00-17.10 Francesco Paolella, Don Gaetano Chierici e la psichiatria a Reggio
Emilia
17.10-17.30 Discussione
17.40-19.00 Presentazione poster a Palazzo dei Musei
19.00 20.30 Visita al “Museo di Storia Patria” guidata da Roberto Macellari
SABATO 21 SETTEMBRE, ORATORIO SAN FILIPPO, via San Filippo 14/1
Sessione II
Il museologo, la tutela dei beni culturali nella seconda metà del sec. XIX
9.00-9.20 Fiamma Lenzi, Chierici e la museologia
Il museologo
9.20-9.35 Elisabetta Cova, Visti da Oltreoceano: il Museo Chierici e il
Milwaukee Public Museum
9.35-9.50 Claudio Franzoni, Gaetano Chierici e la memoria della città
9.50-10.05 Alessandro Furiesi, I rapporti fra Gaetano Chierici e Volterra.
Studi, acquisti e museologia
10.05-10.20 Giovanna Gambacurta, Mariolina Gamba, Il rapporto tra Gaetano
Chierici e Alessandro Prosdocimi nell’archeologia e nella politica museale
italiana del secondo Ottocento
10.20-10.35 Giulio Paolucci, Chierici tra le antichità della Toscana e quelle
della Lombardia
10.35-10.50 Andrea Antonioli, Don Chierici e il museo di don Francesco Renzi a
San Giovanni in Galilea
11.10-11.20 Roberto Macellari, La Collezione di Paletnologia ai tempi di
Gaetano Chierici
11.20-11.30 Attilio Marchesini, Il Gabinetto degli illustri reggiani nel Museo
di Storia Patria di Gaetano Chierici
11.30-11.40 Silvia Chicchi, La collezione salvata. Don Gaetano Chierici e la
raccolta naturalistica di Lazzaro Spallanzani
11.40-11.50 Alessandro Gazzotti, La città salvata. Testimonianze della Reggio
rinascimentale nel Museo di Storia Patria
11.50-12.00 Giada Pellegrini, Gaetano Chierici e il museo per i giovani:
un’eredità che si rinnova nell’esperienza educativa contemporanea
Politica degli scambi tra musei
12.05-12.25 Christine Lorre, Veronica Cicolani, “De la plaine du Pô au Château
de Saint-Germain-en-Laye: gènese et composition de la collection Chierici
L’ispettore dei monumenti e scavi
12.25-12.40 Cristina Ambrosini, Chierici e l’impegno per la tutela
12.40-12.55 Paolo Boccuccia, Annalisa Capurso, Don Gaetano Chierici e
l’archeologia dell’Ottocento
12.55-13.05 Francesco Muscolino, L'amministrazione delle Antichità e Belle Arti
nella Sicilia dopo l'Unità d'Italia
13.05-13.20 Discussione
Sessione III
L’impegno civile e religioso nel suo tempo
14.10-14.30 Alberto Ferraboschi, “Cooperare al nobile intento di ravvivare gli studi dei monumenti nazionali”. La paletnologia di Gaetano Chierici tra municipalismo e discorso nazionale
La famiglia
14.30-14.50 Elisabetta Farioli, “Son tuo fratello Gaetano, il Prete”: Chierici e
il fratello pittore Alfonso
14.50-15.00 Diego Menozzi, Gli studi di don Gaetano Chierici dalla scuola di
elementi al Seminario e al sacerdozio (1825 – 1842)
Il sacerdote
15.00-15.20 Sandro Spreafico, Il sacerdote Gaetano Chierici e la qualità del suo
cattolicesimo liberale
15.20-15.35 Ivan Orsini, Dentro al laboratorio omiletico di Gaetano Chierici
L’insegnante
15.35-15.50 Daniela Paini, Don Gaetano Chierici insegnante e maestro di vita
15.50-16.05 Iames Tirabassi, Gaetano Chierici e Pio Mantovani: il rapporto
maestro - allievo
Il patriota
16.05-16.20 Massimo Tarantini, Federalismo, preistoria e stratigrafia
etnografica in Gaetano Chierici
16.20-16.35 Pausa caffè
Il fondo Chierici e la biblioteca
16.35-16.55 Roberto Marcuccio, Il fondo Don Gaetano Chierici nella Biblioteca
Panizzi di Reggio Emilia: storia, ordinamento, nuclei costitutivi
16.55-17.10 Alberto Nobili, Le ricerche ed il contributo di Rocco Nobili al
Museo “Gaetano Chierici”
17.10-17.20 Roberto Marcuccio, La biblioteca del paletnologo
La Deputazione di Storia Patria
17.20-17.40 Giuseppe Adriano Rossi, Don Gaetano Chierici fondatore e socio
attivo della Sezione di Reggio Emilia della Deputazione di Storia Patria per le
Antiche Provincie Modenesi
17.40-17.55 Gabriele Fabbrici, Don Gaetano Chierici e i soci della Deputazione
per la salvaguardia dei beni culturali reggiani tra il 1860 e il 1886
Il Club Alpino Italiano
17.55-18.15 Giuliano Cervi, Gaetano Chierici e il Club Alpino Italiano
18.15-18.40 Discussione
18.40-19.00 Conclusioni e saluti finali
VENERDÌ 20 SETTEMBRE, PALAZZO DEI MUSEI, via Lazzaro
Spallanzani 1, ore 17.40
Poster
Storia della Paletnologia:
• Annamaria Carini, A Marzabotto “si distrugge e si nasconde”
• Nicolò Donati, Connessioni Liguri: gli interessi di don Gaetano Chierici per
la paletnologia ligure attraverso il suo epistolario
• Debora Trevisan, La corrispondenza tra Gaetano Chierici e i paletnologi
mantovani: il patriottismo e le ricerche archeologiche
• Letizia Aldrovandi, Gaetano Chierici: un precursore dei movimenti archeologici
della seconda metà del Novecento
Il metodo multidisciplinare:
• Ilaria Campioli, La fotografia e l'immaginario archeologico del XIX secolo. Il
caso di Gaetano Chierici
Archeologia del territorio:
• Gian Paolo Spinelli, Pianosa – La grotta dei due scheletri. La descrizione di
don Gaetano Chierici a confronto con quella di Raffaello Foresi
• Gloria Saccò, Simona Minozzi, La necropoli ligure di Genicciola. Nuovi dati
sugli scavi condotti da Gaetano Chierici in Lunigiana
Neolitico:
• Fabio Santaniello, Fabio Grimaldi, Annaluisa Pedrotti, Le "selci romboidali"
Età del bronzo:
• Georgia Cantoni, La terramara di Arceto, Reggio Emilia
Età del ferro:
• Enea Mazzetti, Storia di culture, storia di sepolture. Don Gaetano Chierici
tra Piceni e ”Medio-adriatici”
• Lucia Romoli, I bronzetti preromani di provenienza extra provinciale nella
Collezione di Paletnologia di Gaetano Chierici
• Sara Campagnari, Montese (MO) – Il Lago Bracciano. Un luogo di culto di
confine
Età romana:
• Carla Corti, Bilance e pesi da Regium Lepidi: i materiali della Raccolta
Chierici
Medioevo:
• Valentina Uglietti, Ancora sulla tomba di Mavarta. Il contesto archeologico
alla luce di una rilettura dei dati
• Nicola Cassone, Dallo scavo al Museo. Le ricerche di Don Gaetano Chierici nel
sito del “Castellazzo di San Bartolomeo (RE)“ ed un’epigrafe del 1645 conservata
nel Museo di Reggio Emilia
L’animatore dell’associazionismo culturale:
• Gruppo Archeologico Albinetano, Il volontariato culturale del XXI secolo
Il sacerdote:
• Debora Trevisan, La presenza di Chierici sullo scavo di Remedello, dal diario
inedito dell’asolano Luigi Ruzzenenti
Celebrazioni del bicentenario della nascita di don Gaetano Chierici promosse da Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi – Sezione di Reggio Emilia; Comune di Reggio nell’Emilia - Musei Civici e Biblioteca Municipale Panizzi; Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Reggio Emilia, Modena e Ferrara; Polo Museale dell’Emilia-Romagna; Museo delle Civiltà, Roma; Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna; Club Alpino Italiano, Milano; Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Firenze; Sapienza - Università di Roma; Dipartimento di Scienze della Terra “A. Desio” dell’Università degli Studi di Milano; Musée d’archéologie nationale (MAN)-Domaine national de Saint-Germain-en-Laye; Famiglia Chierici; Società Reggiana di Studi Storici
COMITATO PROMOTORE
Comune di Reggio Emilia / Musei Civici e Biblioteca Panizzi - referenti per
i Musei Civici di Reggio Emilia, con sede a Reggio Emilia, via Spallanzani 1, la
direttrice Elisabetta Farioli, l'archeologo Roberto Macellari, e la funzionaria
Georgia Cantoni; referenti per la Biblioteca Panizzi, con sede a Reggio Emilia,
via Farini 3, il dirigente Giordano Gasparini, e il funzionario Alberto
Ferraboschi
Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi – Sezione di
Reggio Emilia, con sede a Reggio Emilia, corso Garibaldi 59, nelle persone
del presidente Giuseppe Adriano Rossi e di Aurelia Fresta,
consigliere-segretario
Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la provincia
metropolitana di Bologna e le province di Reggio Emilia, Modena e Ferrara,
con sede a Bologna, via IV Novembre 5, nelle persone della Soprintendente
Cristina Ambrosini e dell'archeologa Monica Miari
Polo museale dell'Emilia Romagna, con sede a Bologna, via Belle Arti 56,
nelle persone del soprintendente Mario Scalini e di un suo delegato
Museo delle Civiltà, con sede a Roma, piazza Guglielmo Marconi 10, nelle
persone del direttore Filippo Maria Gambari e dell'archeologo Mario Mineo
Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione
Emilia-Romagna, con sede a Bologna in via Galliera 21, nella persona del
presidente Roberto Balzani e della funzionaria Fiamma Lenzi
Club Alpino Italiano, con sede a Milano, via E. Petrella 19, nella
persona del presidente della Sezione di Reggio Emilia, Massimo Bizzarri
Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, con sede a Firenze in via
della Pergola 65, nella persona della presidente Monica Miari e di Mauro
Cremaschi (rappresentante)
Sapienza – Università di Roma, Dipartimento di Scienze dell'Antichità con
sede a Roma, piazza Aldo Moro 5, nella persona di Andrea Cardarelli, professore
Ordinario di Preistoria e Protostoria
Musée d'archéologie nationale (MAN) – Domaine national de
Saint-Germain-en-Laye con sede in Chateau – Place Charles de Gaulle, 78100
Saint-Germain-en-Laye, nelle persone del direttore Hilaire Multon e di Cristine Lorre,
capo curatore per le collezioni dette di “Archeologia comparata” del MAN
Società Reggiana di Studi Storici, con sede in Reggio Emilia, piazza
Vallisneri 1, nelle persone del presidente Davide Dazzi e della vicepresidente Angela Chiapponi
Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze della Terra ‘A.
Desio’ nella persona di Mauro Cremaschi, quale rappresentante
Eugenio Chierici, rappresentante della famiglia Chierici
COMITATO SCIENTIFICO
Alessandro Guidi, Università Roma 3 (Storia della paletnologia)
Filippo Maria Gambari, Museo delle Civiltà, Roma (Chierici e Pigorini)
Mauro Cremaschi, Università Statale, Milano (Chierici e il metodo
multidisciplinare)
Mario Mineo, Museo delle Civiltà, Roma (Comparativismo etnografico e
scambi tra musei)
Iames Tirabassi, già Musei Civici, Reggio Emilia (Archeologia del
territorio)
Annaluisa Pedrotti, Università di Trento (Neolitico)
Raffaele Carlo de Marinis, Università Statale, Milano (Eneolitico)
Andrea Cardarelli, Università La Sapienza Roma (Età del Bronzo)
Luigi Malnati, già Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per
la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Ferrara e Reggio
Emilia (Archeologia classica)
Roberto Macellari, Musei Civici, Reggio Emilia (Età del Ferro)
Sauro Gelichi, Università di Venezia (Medioevo)
Elisabetta Farioli, Musei Civici, Reggio Emilia (Chierici museologo)
Fiamma Lenzi, Istituto Beni Culturali Emilia-Romagna (Chierici museologo)
Christine Lorre, Musée de Saint Germain en Laye, Paris (Politica degli
scambi fra musei)
Monica Miari, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la
città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia
(Chierici ispettore degli scavi e monumenti)
Annalisa Capurso, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per
la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Ferrara e Reggio
Emilia (Chierici ispettore degli scavi e monumenti)
Paolo Boccuccia, Museo delle Civiltà, Roma (Chierici ispettore degli
scavi e monumenti)
Sandro Spreafico, Deputazione Storia Patria-Sezione di Reggio Emilia,
(Chierici sacerdote)
Maria Rosa Ferraroni, Liceo Classico Scientifico “Ariosto-Spallanzani”,
Reggio Emilia (Chierici insegnante)
Alberto Ferraboschi, Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia (Chierici
patriota)
Roberto Marcuccio, Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia (Il fondo Chierici e
la sua biblioteca presso la Biblioteca Panizzi)
Giuseppe Adriano Rossi, Deputazione Storia Patria-Sezione di Reggio
Emilia (Chierici e la Deputazione)
Giuliano Cervi, Comitato Scientifico Nazionale del Club Alpino Italiano
(Chierici e il CAI)
Eugenio Chierici, Famiglia Chierici, Reggio Emilia (L’uomo e la famiglia)
Iniziative del programma "Chierici e la sua terra"
ANCORA A CANOSSA. La ricerca archeologica 2018/2019 - venerdì 15 febbraio 2019 a Canossa (RE)