Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Soprintendenza per i beni storici, artistici ed
etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza e Associazione Allievi del
Liceo Classico Romagnosi di Parma
in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza
contro le donne
Parma, 25 novembre
2014, alle ore 10.30
Teatro Farnese
Palazzo della Pilotta,
Piazza della Pilotta
Donne mie
liberamente tratto da Lisistrata di Aristofane
Rappresentazione a cura di Franca Tragni,
Giovanna Bertani e Gabriella Manelli
Arrangiamento musicale a cura di Alice Bassi
Lo spettacolo è interpretato dal Teatro della Memoria, composto da allievi del
Liceo Classico G.D. Romagnosi di Parma
Lo spettacolo è gratuito ma è obbligatoria la prenotazione al centralino del Museo Archeologico Nazionale di Parma, tel. 0521233718 (fino a esaurimento posti).
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Associazione Allievi del Liceo Ginnasio G.D.Romagnosi di Parma, d’intesa con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e la Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici di Parma e Piacenza, propone al pubblico con il proprio gruppo di teatro una rielaborazione di Lisistrata, un classico di Aristofane. La regia di Franca Tragni, importante regista e attrice di teatro, da sempre attenta ai temi dei diritti, del sentire e della condizione femminile, sottolinea ancora una volta la forza delle donne, protagoniste con diversi personaggi delle sue interpretazioni teatrali.
Da molti ritenuta una delle migliori opere di Aristofane, Lisistrata è
una commedia di assoluta modernità.
Qui le donne non covano debolezze o complessi d'inferiorità, non
spendono tempo in lamenti patetici, ma intuendo l'importanza di una solida
collaborazione, anche con donne di città diverse, riescono a imporre agli uomini
la propria volontà. «Se cediamo, se gli diamo il minimo appiglio, non
ci sarà più un mestiere che queste, con la loro ostinazione, non riusciranno a
fare. Costruiranno navi, vorranno combattere per mare […]. Se poi si mettono a
cavalcare, è la fine dei cavalieri», canta allarmato il coro dei vecchi.
Ma lo sciopero del sesso ha il migliore degli obiettivi: la pace. L’astinenza è
dura sia per gli uomini che per le donne, e Lisistrata deve lottare per tenere
unite le compagne. Se anche gli uomini riuscissero a strappare l'atto con la
forza, esse avrebbero comunque vinto, compiendo l’atto senza partecipazione.
Così le donne resistono, tra mille difficoltà, e quando arriva la firma della
pace è una liberazione per entrambi i sessi.
Lisistrata fu rappresentata alle Dionisie del 411 a.C. e, a giudicare
dalla sua originalità, compattezza e vibrante comicità, potrebbe anche aver
vinto l’agone.
L’Atene di quell’anno vive le conseguenze della sconfitta della spedizione di
Sicilia, una tappa della lunga guerra che vede contrapposte Atene e Sparta e che
è passata alla storia sotto il nome di Guerra del Pelonneso.
L’entusiasmo e la fiducia popolare erano crollati: ben 40mila ateniesi erano
periti nella disfatta e nel terrore si innescano, uno dopo l’altro, programmi
oligarchici. Nel maggio si era impadronito del potere, trasfigurando la
struttura democratica della città, un ristretto Direttorio (i Cinquecento),
scavalcato dopo appena due mesi dalla cosiddetta Costituzione di Teràmene, che
aveva offerto un illusorio ritorno alla libertà democratica.
Aristofane denuncia la stanchezza e la confusione che turbano la città e
attraverso il personaggio di Lisistrata inventa, crea, immagina una possibile
via d’uscita dal vicolo cieco in cui gli Ateniesi si erano infilati. Lisistrata
è altera nella sua femminile sensibilità, determinata e insieme trepida; è
consapevole e coerente, ardita e commossa, paziente ed ironica. E architetta un
intrigo: lo sciopero dell’amore da parte delle donne può indurre gli uomini a
pensare, a considerare l’ottusità del loro agire che gli impedisce di percorrere
strade diverse dalla guerra.
Pur nei modi tipici della commedia, in cui momenti di esilarante comicità si
alternano ad altri grotteschi, Lisistrata e le sue compagne mettono in luce le
contraddizioni, l’illogicità delle scelte degli uomini e danno voce a un sogno:
la pace in una visione panellenica e, perché no, una maggiore comprensione fra
donne e uomini. Nella commedia il sogno si realizza, ma nella realtà?
La rappresentazione si tiene nel Teatro Farnese, gioiello dell’architettura seicentesca, reso disponibile grazie alla collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Parma e Piacenza.
Lo spettacolo è gratuito ma è obbligatoria la prenotazione al centralino del Museo Archeologico Nazionale di Parma, tel. 0521233718 (fino a esaurimento posti).
L'iniziativa è promossa dalla Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza e dall'Associazione Allievi Liceo G.D.Romagnosi di Parma
Perché "Lisistrata". I ragazzi del Teatro della Memoria, allievi ed
ex allievi del Liceo Romagnosi di Parma
Le donne, queste sconosciute: nei secoli sono state raccontate, angeli
benefici o tentatori non importa, tutti hanno sempre detto il bello e il brutto.
Ma loro?
Le loro parole sono state sempre un sussurro perso nei mille brusii del mondo.
Non hanno mai avuto “una stanza tutta per sé”, volte a distribuire, volenti o
nolenti, il pane del loro corpo, a profondere il loro amore/cura a padri,
mariti, figli e amanti. Ma la fantasia, imbrigliata nelle maglie di una rete
sottile e tenace di doveri e di aspettative altrui, ha infine aperto un varco e
le loro voci si sono dispiegate nell’aria. Queste voci danno sostanza a dolori,
paure, desideri e sogni sopiti per secoli sotto la coltre della buona educazione
e del “questo non sta bene”.
Le donne hanno sofferto e soffrono della loro marginalità nelle scelte
importanti, del misconoscimento dei loro talenti, del dissidio fra il loro
essere biologico e l’impellente necessità di individuarsi come persone pensanti
e capaci, delle conseguenze delle azioni degli uomini pronti sempre alle sfide
della violenza e delle guerre.
Le vicende di Lisistrata, l’eroina di Aristofane, divisa fra il sostegno del
coro di vecchie e l’ostilità di quello dei vecchi, cittadini di un’Atene che può
essere una qualsiasi città d’oggi turbata dalla sorda rivalità dei sessi,
intrecciano agli antichi avvenimenti i sentimenti, le angosce, le riflessioni di
fronte ai disastri della Storia voluta dagli uomini. Una figura emblematica e
misteriosa, il fantasma della Donna, spia, osserva, commenta le azioni ed i
gesti dei personaggi, insinuando la sua voce in tutto ciò che accade in scena.
Pagina a cura di Carla Conti