Città di Castenaso e Museo Civico Archeologico di Bologna
d'intesa con Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
Giovanni Gozzadini e la scoperta del Villanoviano
dal 25 ottobre 2014 al 2 giugno 2015
martedì e domenica 15.30-18.30 / da mercoledì a sabato 9-13
al
MUV - MUSEO DELLA CIVILTA’ VILLANOVIANA
Via Tosarelli 191 a Villanova di Castenaso (BO)
info: 051780021 - muv@comune.castenaso.bo.it
Curata da Anna Dore, per il Museo civico archeologico di Bologna, e Paola Poli, per il MUV, la mostra "GIOVANNI GOZZADINI E LA SCOPERTA DEL VILLANOVIANO” ruota attorno a un nucleo principale di reperti presi in prestito dal Museo civico archeologico di Bologna dove sono conservati dalla morte del conte Giovanni Gozzadini che li aveva rinvenuti tra il 1853 ed il 1855 nella propria tenuta di campagna a Villanova, proprio nell'area dove poi sorgerà il MUV.
Brocca con ansa configurata e tazza monoansata di VIII secolo a.C.
Il percorso della mostra permette al visitatore di ammirare una serie di
ceramiche legate sia al rituale funerario che al banchetto, unitamente ad alcuni reperti metallici
riconducibili ad altre attività.
Una vetrina è dedicata al contenitore della sepoltura: vasi biconici e relative scodelle
di copertura, accanto al contenuto dei cinerari stessi (ossa combuste e appliques in osso, ovvero decorazioni applicate al letto funebre su cui veniva
bruciato il defunto).
La vetrina 2 presenta una serie di ceramiche legate alla pratica aristocratica
del banchetto: tazze, piattelli, coppe, olle, ollette, bicchieri, boccali, vasi
a diaframma.
La vetrina centrale è occupata dal vasellame ceramico pregiato, 3 pezzi unici:
una tazza cratere baccellata, una brocca con ansa zoomorfa ed un’altra con ansa
configurata.
L'allestimento delle Vetrine 3 e 4 segue il più fedelmente possibile la
disposizione presente all'interno delle tavole grafiche di Giovanni Gozzadini,
pubblicate nei 2 volumi "Di un sepolcreto etrusco scoperto presso Bologna" e
"Intorno ad altre settantuna tombe del sepolcreto etrusco scoperto presso a
Bologna e per far seguito alla descrizione già pubblicata", di cui vengono
presentati gli originali recentemente acquistati dal MUV sul mercato antiquario, editi rispettivamente nel 1854 e nel 1856 proprio a
ridosso della scoperta della necropoli. Si tratta soprattutto di reperti
metallici, in bronzo ma anche in ferro, riconducibili alla filatura e alla
tessitura, alla toeletta sia maschile che femminile e all'ornamento personale.
Di particolare pregio tre pezzi pressoché unici: una tazza cratere baccellata, una
brocca con ansa zoomorfa ed una brocca con ansa configurata.
Tavole ottocentesche estratte dalle pubblicazioni del sepolcreto di Villanova
L'allestimento della mostra replica fedelmente la disposizione dei materiali
così come appaiono nei disegni
VILLANOVA DI CASTENASO E LA SCOPERTA DEGLI ANTICHI ETRUSCHI
La scoperta
Il 18 maggio 1853, presso Villanova, nella tenuta del Conte Giovanni
Gozzadini, studioso e appassionato di storia ed antichità locali, vennero alla
luce le prime tracce di un antico sepolcreto. Questa scoperta segnò un momento
importantissimo per la storia degli studi archeologici, non solo nel bolognese.
Si trattava infatti della prima vistosa attestazione di quella cultura di
incineratori che proprio da questa scoperta prese il nome di “villanoviana”.
Con felice intuizione, il Gozzadini indicò l'appartenenza di queste
testimonianze al popolo etrusco ma il mondo scientifico, lungi dall'accettare la
tesi del fortunato dilettante, scatenò una dura polemica sull'identità etnica,
durata svariati decenni. Solo molti anni dopo si giunse a riconoscere che la
cosiddetta "cultura villanoviana" altro non era se non la manifestazione del
popolo etrusco nella sua fase di formazione.
I protagonisti
La ricerca nei possedimenti di Villanova ebbe sostanzialmente l’aspetto
di un’avventura privata, gestita nell’ambito della sfera familiare in tutte le
sue fasi, dallo scavo, al restauro, al disegno, allo studio scientifico dei
materiali recuperati. Lo scavo fu infatti seguito con grande attenzione dallo
stesso Gozzadini, coadiuvato dalla moglie, Maria Teresa di Serego Allighieri, in
veste di disegnatrice e restauratrice dei materiali che via via venivano
recuperati.
I Gozzadini rappresentavano nell’ambito dell’alta società bolognese un punto di
riferimento per la vita culturale e la loro dimora una sorta di salotto nel
quale si ritrovavano “i migliori ingegni che vissero a Bologna, o vi
transitarono”. In particolare il conte, dopo questa prima fortunata impresa
archeologica, divenne personaggio di assoluta rilevanza nell’ambito
dell’archeologia bolognese, ricoprendo varie ed importanti cariche fra cui
quella di Commissario Governativo per i Musei e gli Scavi dell’Emilia e delle
Marche (il corrispettivo di un odierno Soprintendente) e quella di Direttore
Generale del Museo Civico di Bologna, che tenne fino alla morte, avvenuta nel
1888.
Le tombe e i materiali
La nostra conoscenza della necropoli di Villanova è purtroppo fortemente
limitata dalla perdita di numerosi dati, dovuta all’inesperienza del Gozzadini.
Gli appunti di scavo contengono infatti solo la descrizione delle caratteristiche
strutturali di ciascuna tomba e un elenco generico degli oggetti di corredo, ma
non li tiene distinti tomba per tomba, perdendo così la possibilità
di un'analisi approfondita del sepolcreto dal punti di vista della composizione
sociale. Inoltre non fu realizzata una pianta generale della necropoli, di
cui quindi si conosce lo sviluppo solo per grandi linee.
Gli scavi misero in luce complessivamente 193 sepolture: 179 a incinerazione e
14 a inumazione. Le inumazioni erano in semplice fossa, mentre le tombe ad
incinerazione presentavano diverse tipologie, con una variabilità legata anche
all’evoluzione cronologica.
L'ossuario contenente le ceneri ed accompagnato dal corredo poteva essere
deposto in una semplice buca oppure in una cassetta con le pareti formate da
lastre di pietra, in un pozzetto rivestito di ciottoli, in un fossa
quadrangolare rivestita di ciottoli, in un grande vaso di ceramica (dolio).
I materiali, entrati in un primo momento a far parte del museo privato del
Gozzadini, furono ceduti all’Amministrazione cittadina felsinea dopo la sua morte e sono
attualmente conservati presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.
I reperti conservati sono notevoli sia per quantità che per qualità ed alcuni di
particolare prestigio confermano l’esistenza di sepolture di individui
importanti, sia uomini che donne.
Sia le strutture tombali che i materiali dei corredi permettono di collocare lo
sviluppo del sepolcreto fra l'inizio dell'VIII e la fine del VII secolo a. C.,
con una maggiore concentrazione di tombe nell’ultimo periodo, a partire dal 750
a. C.
Il MUV – Museo della civiltà Villanoviana ha sede nei luoghi in
cui il conte Giovanni Gozzadini a metà dell’Ottocento scoprì i primi resti di
una delle principali culture della prima età del ferro italiana, a cui attribuì
il nome internazionalmente noto di “Villanoviano”.
Il museo ospita la necropoli villanoviana del VII sec. a.C. scoperta nel 2006 a
Marano di Castenaso, che per la ricchezza e la complessità delle tombe
rappresenta un caso emblematico di sepolture villanoviane aristocratiche di area
bolognese in fase orientalizzante.
Accanto alle monumentali stele funerarie in pietra arenaria e calcare, fra cui
spicca la cosiddetta e ormai famosa “Stele delle Spade”, caratterizzata da una
complessa decorazione a bassorilievo, si possono ammirare i rispettivi corredi
funerari.
Alla monumentalità esterna delle sepolture, rappresentata dalle stele in pietra
lavorata, corrisponde una monumentalità interna, che si concretizza nella
quantità e nella qualità degli elementi del corredo funerario.
Alla raffinatezza delle sculture esterne fa riscontro la ricercatezza nella
lavorazione del bronzo, dell’argento e dell’oro che, assieme all’ambra, all’osso
e alla pasta vitrea, componevano preziose parures di gioielli.
Il tema del banchetto, rito sociale tipico dell’aristocrazia del tempo, resta
centrale nei corredi funerari. Pregevoli vasi in bronzo per contenere bevande,
si affiancano ai tanti recipienti in ceramica usati per bere -come le tazze - o
per presentare e consumare i cibi -come i piatti e le scodelle- formando servizi
imponenti, che dovevano ribadire, durante il rito, il rango elevato dei titolari
di queste sontuose sepolture.
Ufficio Stampa MUV: dott.ssa Marina Sindaco
tel. 051-780021
marina.sindaco@comune.castenaso.bo.it
Il Comune di Castenaso intende valorizzare il MUV – Museo della civiltà
Villanoviana come vera e propria istituzione culturale del territorio e punto di
riferimento sul Villanoviano. Sta pertanto pianificando per il prossimo triennio
una serie di esposizioni temporanee a tema archeologico, volte a promuovere la
civiltà villanoviana partendo proprio dalle ricche testimonianze emerse, nei
secoli passati e sino ai giorni nostri, nel suo comprensorio.
Le iniziative espositive hanno un titolo unitario “CASTENASO VILLANOVIANA: SCAVI
ARCHEOLOGICI DAL 1853 AI GIORNI NOSTRI” e puntano a creare collaborazioni
importanti con le altre realtà museali della provincia bolognese che attualmente
ospitano i materiali rinvenuti nel tempo a Castenaso: Bologna, Budrio e San
Lazzaro di Savena.
L’idea progettuale si svilupperà in tre anni. Il 1° anno, in collaborazione con
il Museo Civico Archeologico di Bologna, si concretizza in questa mostra
archeologica che ha come tema i primi scavi di Giovanni Gozzadini nel suo podere
di campagna a Villanova; il 2° anno, in collaborazione con il Museo Civico
Archeologico e Paleoambientale di Budrio, sarà incentrato sugli scavi di Elsa
Silvestri degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso (necropoli delle Scuole Medie
di Castenaso, tracce dell’insediamento in via Tosarelli/via Gramsci) e su quelli
frutto della collaborazione tra la Soprintendenza, il Museo Civico di Bologna e
l’Istituto di Archeologia dell’Università di Bologna (necropoli di Ca’
dell’Orbo); il 3° anno, in collaborazione col Museo della Preistoria di
San Lazzaro di Savena, verterà sugli scavi realizzati con la direzione
scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna tra
il 1988 e il 1990 nello stesso sito già indagato a suo tempo dal conte Giovanni
Gozzadini.
Figura di spicco dell’archeologia bolognese, Giovanni Gozzadini (Bologna, 15
ottobre 1810 – Ronzano, 25 agosto 1887) lega
indissolubilmente il suo nome alla scoperta della necropoli di Villanova,
entrata a far parte della storia archeologica nazionale ed europea.
Di antico e illustre lignaggio, dopo studi giovanili a carattere eminentemente
storico, riveste importanti cariche politiche ed anima, insieme alla moglie
Maria Teresa, uno dei circoli culturali bolognesi più in vista.
Gli scavi a Villanova ne decretano l’ingresso ufficiale nel campo delle ricerche
archeologiche, mentre la conoscenza con la famiglia Aria gli consente di
intraprendere campagne di scavo nell’etrusca Marzabotto.
Diviene Senatore del Regno e Presidente della Deputazione di Storia Patria per
le Province di Romagna, istituita nel 1860.
Altre cariche pubbliche si aggiungono in seguito, come la direzione del Museo
Civico Archeologico di Bologna e l’Ispettorato agli Scavi e Monumenti presso la
Direzione Generale dei Musei e Scavi di Antichità.
Nel 1871 presiede a Bologna il V Congresso di Antropologia e Archeologia
Preistoriche.
Nel corso della sua lunga attività lascia numerose opere scientifiche, che danno
conto della molteplicità di scoperte che si andavano effettuando in quegli anni
cruciali a Bologna e nel territorio circostante.
La mostra è stata presentata alla stampa nel corso di una conferenza che si è tenuta Mercoledì 22 ottobre 2014, alle ore 12, presso il MUV – Museo della civiltà Villanoviana (via Tosarelli, 191 – Villanova di Castenaso). Sono intervenuti Giorgio Tonelli, Assessore alla cultura del Comune di Castenaso, Paola Giovetti, Direttore del Museo Civico Archeologico di Bologna, Tiziano Trocchi, Funzionario della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Rita Rimondini, Direttore del MUV, Anna Dore, Funzionario del Museo Civico Archeologico di Bologna, e Paola Poli, conservatore MUV
presentazione al pubblico e inaugurazione sabato 25 ottobre 2014, alle ore 16.30
Intervengono Stefano Sermenghi, Sindaco del Comune di Castenaso,
Giorgio Tonelli, Assessore alla cultura del Comune di Castenaso, Paola
Giovetti, Direttore del Museo Civico Archeologico di Bologna, Marco
Edoardo Minoja, Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna,
Fiamma Lenzi, IBC Emilia-Romagna, Servizio Musei. Sono
presenti il conte Giovanni Gozzadini e la moglie Maria Teresa
dell'Associazione 8Cento
A seguire visita guidata alla mostra a cura di Anna Dore,
Funzionario del Museo Civico Archeologico di Bologna, e Paola Poli,
conservatore del MUV
Al termine buffet offerto dal Centro sociale Casa Sant'Anna di Villanova
Domenica 26 ottobre 2014 (ore 17), visita guidata gratuita alla mostra
DA DOMENICA 1 FEBBRAIO 2015 VISITE GUIDATE GRATUITE (alle ore 16.30) AL
MUV - Museo della civiltà Villanoviana E ALLA MOSTRA OGNI PRIMA DOMENICA DEL
MESE
Un nuovo appuntamento al MUV per la domenica pomeriggio da segnare in agenda!
A partire da domenica 1 febbraio, ogni prima domenica del mese, si può
partecipare gratuitamente a una visita guidata condotta dall'archeologo (alle
ore 16.30), alla scoperta non solo dell'allestimento permanente del MUV, con i
corredi e le stele del sepolcreto orientalizzante di Marano, ma anche alla
mostra "Giovanni Gozzadini e la scoperta del Villanoviano".