DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LE ANTICHE PROVINCIE MODENESI
La seduta di studio del 20 maggio dedicata alle ultime novità e ricerche in campo archeologico nel territorio modenese
SARA CAMPAGNARI e DONATO LABATE (archeologi
SABAP-BO)
Gli scavi archeologici nel Modenese nel 2016
GIANLUCA BOTTAZZI (archeologo)
Di un capitello tardo antico reimpiegato nella
chiesa di Rastellino
sabato 20 maggio 2017, ore 16
AEDES MURATORIANA
Via Pomposa n. 1
Modena
ingresso libero
La seduta di studio della Deputazione di Storia
Patria per le Antiche Provincie Modenesi del 20 maggio prevede due
comunicazioni/conferenze
dedicate alle ultime novità in campo archeologico del Modenese,
la prima curata dagli archeologi della Soprintendenza, Sara Campagnari e
Donato Labate, e la seconda dall'archeologo Gianluca Bottazzi.
Campagnari e Labate illustreranno gli scavi archeologici realizzati
nell’ambito della città e della sua provincia nel corso del 2016, seguiti dalla
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna
e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
Di particolare interesse, soprattutto per gli specialisti del settore, è la
scoperta in località Corletto (frazione di Modena tra Marzaglia e Baggiovara) di un
insediamento di età Neolitica con resti di
strutture abitative e tombe, venuto alla luce in seguito ai controlli eseguiti
dalla Soprintendenza in aree soggette ad attività estrattive.
Sepolture a inumazione di età Neolitica (un adulto e un bambino) rinvenute nella
Cava Gazzuoli, in località Corletto di Modena
Per quanto riguarda l'età romana, è stato possibile studiare l'evoluzione
della via Emilia dalla sua fondazione nel 187 a.C. a oggi, grazie a
ben sei indagini collegate alla realizzazione di tre rotonde nelle località di Fossalta, Bruciata e Cittanova.
Un interesse straordinario hanno poi rivestito gli scavi preventivi condotti
all'interno del Duomo di Modena per la sepoltura dei vescovi di Modena, Benito
Cocchi e Antonio Lanfranchi. Questi scavi hanno consentito di mettere in luce i
resti strutturali sia della primitiva basilica ad corpus di San Geminiano (fatta
costruita nel V secolo dal vescovo Teodulo sulla tomba del santo), sia della
successiva cattedrale longobarda edificata nel corso dell'VIII secolo.
Anche all’interno dell’abbazia di San Pietro sono venuti in luce i
resti della chiesa del XIII secolo, demolita alla fine del ’400 per realizzare
quella nuova ancor oggi esistente.
Gli scavi effettuati nel 2016 nella provincia di Modena derivano in massima parte
dalle indagini archeologiche preliminari contemplate nella pianificazione
comunale, come a Formigine, dove sono state messe in luce le strutture
dell’ospitale costruito in prossimità della chiesa di Colombaro, e a Mirandola.
Qui, l’adozione della Carta delle Potenzialità
Archeologiche (a partire dal 2015) ha reso possibile effettuare un'intensa attività di indagini
preliminari sia nel centro storico che nel territorio circostante, in
concomitanza con la ricostruzione post-sisma 2012.
Numerosi interventi di scavo sono anche derivati dall'applicazione della procedura
di verifica preventiva dell’interesse archeologico, finalizzata alla verifica
di fattibilità di un’opera pubblica e disciplinata dall’art. 25 del nuovo
Codice dei Contratti. Tra i tanti interventi, spiccano i rinvenimenti nel
territorio di Castelfranco Emilia, legati all’evoluzione del tracciato della via
Emilia e delle strutture del Forte Urbano, e quelli di Soliera, dove i
pur scarsi resti dei castra di Limidi e di Campogalliano rinvenuti hanno
comunque permesso di confermare archeologicamente parte del tracciato delle strutture
perimetrali delle cosiddette “Montagnole degli Estensi”. Ultimi ma non meno
importanti, i rinvenimenti avvenuti a Carpi nell'ambito dei lavori per la
realizzazione della rotatoria di via Guastalla, riferibili a
un’area artigianale di epoca etrusca e a fornaci di età moderna.
La seconda conferenza, curata da Gianluca Bottazzi, sarà dedicata alla studio di
un capitello tardo antico reimpiegato nella chiesa di Rastellino.
Mutina fu in età romana una città "splendidissima" e già prima dell'epoca
augustea fu, con ogni probabilità, la sede del governatore della provincia
della Gallia Cisalpina. I corsi d'acqua e le paludi che la difesero fino alla
“guerra di Modena” del 43 a.C. e nei secoli successivi provocarono alluvioni
disastrose che deposero metri e metri di sedimenti. Il loro accumulo ha
consentito di preservare significative testimonianze delle sue necropoli
monumentali, che continuano da secoli ad affiorare in superficie grazie a
scoperte occasionali e a scavi archeologici organizzati (basti citare, per gli
ultimi anni, il monumento di Vetilia e quelli lungo la via romana del parcheggio
Novi Park).
Non molti invece gli elementi architettonici dei principali edifici
pubblici e di spettacolo di questa importante città romana (il Capitolium, la
basilica civile, le terme, il teatro e l'anfiteatro) sopravvissuti in
situ probabilmente perché in parte reimpiegati
nella prima basilica paleocristiana (quella intra moenia, non localizzata) e
nella basilica cimiteriale dedicata al vescovo Geminiano (post 385 - 390 d.C.).
Gli elementi di reimpiego in ambito cittadino, in arrivo da altri centri oppure da
Mutina portati altrove, non sono numerosi: difficilmente riusciremo a
ricostruire queste situazioni tra età costantiniana, goto-bizantina e
longobarda, così come durante la successiva età franca, post carolingia e
canossana. In età matildica la ricerca delle “belle prede” (pietre) avviene in
parallelo alla costruzione della cattedrale lanfranchiana (1099-1106) e al
riutilizzo dei sarcofagi romani modenesi da parte dei Canossani nel castrum di
Canossa.
Proprio in questo quadro va inserito il notevole capitello di età romana (già noto ma mai valorizzato) riutilizzato come fonte battesimale nella
chiesa di Rastellino (Modena), località che nel Medioevo faceva parte della diocesi di Modena e
che era dotata di un castrum in possesso dei marchesi di Canossa, dei loro
vassalli e della non lontana abbazia di San Silvestro di Nonantola.
DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LE ANTICHE
PROVINCIE MODENESI
AEDES MURATORIANA
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MODENA
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Presidente Angelo Spaggiari