A Forlì una mostra ricorda le figure dei Direttori dei tre Musei archeologici più significativi e prestigiosi del comprensorio forlivese, veri pionieri dell'archeologia che hanno dedicato la propria vita alla salvaguardia delle antichità
Santarelli, Mambrini, Aldini: curatori delle antichità
La mostra è organizzata dalla Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna e dai Comuni di Forlì, Forlimpopoli e Galeata ed è curata da Cristina Ambrosini (dirigente del Servizio Pinacoteca e Musei del Comune di Forlì), Silvia Bartoli (per il Museo di Forlimpopoli), Caterina Mambrini (per il Museo di Galeata), Monica Miari e Annalisa Pozzi (archeologhe dela Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna)
sabato 21 dicembre 2013,
sabato 28 dicembre 2013 e lunedì 6 gennaio 2014
visite guidate e laboratori per famiglie a cura di Carolina Ascari Raccagni
La partecipazione è gratuita con prenotazione obbligatoria.
Info e prenotazioni ai Musei San Domenico, Tel. 0543 712659
museisandomenico.forli@comune.forli.fc.it
www.cultura.comune.forli.fc.it
Forlì, Musei San Domenico
Piazza Guido da Montefeltro 12
dal 28 settembre 2013 al 6 gennaio 2014
dal martedì al venerdì 9.30–13 e 15-17.30
sabato e domenica 10–18
chiuso il lunedì
Ingresso libero
info 0543 712609 0543 712602
musei@comune.forli.fc.it
Tre studiosi, tre uomini di grande cultura, veri e propri ‘pionieri’
dell’archeologia. Forlì dedica una mostra alle figure di Antonio Santarelli,
mons. Domenico Mambrini e Tobia Aldini, Direttori dei tre Musei archeologici più
significativi e prestigiosi del comprensorio forlivese e ‘numi tutelari’ delle
memorie storiche delle loro comunità, che alla ‘cura’ delle antichità hanno
dedicato la propria vita, con passione, tenacia e abnegazione assoluta.
La mostra, frutto della collaborazione tra i Comuni di Forlì, Forlimpopoli e
Galeata e la Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, è
l’occasione per fare conoscere il lavoro paziente, meticoloso e silenzioso da
loro svolto, attraverso l'esposizione di una selezione di materiali del
patrimonio dei musei promotori (Museo Archeologico “Antonio Santarelli”, Museo
Archeologico “Tobia Aldini” e Museo Archeologico “Mons. Domenico Mambrini”). Un
patrimonio che, per quanto riguarda Forlì e Forlimpopoli, non sarebbe ad oggi
altrimenti visibile mentre nel caso di Galeata costituisce una parte di quanto
esposto nel nuovo museo archeologico, recentemente allestito a Pianetto di
Galeata.
Oltre a reperti e testimonianze dei ritrovamenti avvenuti durante le attività di
scavo dei tre protagonisti che, pur se in contesti e periodi storici diversi,
sono stati determinanti per la conservazione e la valorizzazione del vasto
patrimonio archeologico del territorio forlivese, l'esposizione comprende
documenti d'archivio (pubblicazioni, corrispondenze, relazioni, appunti, disegni
e schizzi) e rimandi alla vita, agli incarichi pubblici e ai riconoscimenti dei
tre studiosi, qui per la prima volta presentati al pubblico.
ANTONIO SANTARELLI
Antonio
Santarelli nasce a Forlì il 22 aprile 1832.
Frequenta il Ginnasio a Forli e nel 1853 "sostiene a pienezza dei voti la laurea
nella facoltà legale" alla Pontificia Università di Bologna. Nel 1861 ottiene
l'abilitazione all'esercizio del notariato sugli atti del Comune e sino al 1880
ricoprirà la carica di Segretario generale del Comune di Forlì, dalla quale si
dimetterà per ragioni di salute, con autentica sofferenza e rammarico, come si
legge nei documenti esposti in mostra.
In questo stesso anno matura in lui la consapevolezza di dedicarsi maggiormente
agli studi storico artistici, agli scavi e al suo "progetto museale".
Divenuto Direttore del Museo Civico e dal 1892 anche della Pinacoteca, dà prova
di singolari competenze nel raccogliere, ordinare, conservare e valorizzare i
reperti archeologici, le opere d'arte e i beni oggetto di donazioni. Non vive
questa come un'attività di routine, ma da subito promuove la conoscenza delle
raccolte forlivesi in via di formazione.
Nel corso della sua vita riceve numerose e prestigiose nomine e onorificenze
accademiche.
Le numerosissime attestazioni di stima che ricorrono nel suo carteggio aiutano a
comprendere meglio la profondità e la vastità degli interessi di Santarelli, a
cui tanti illustri amici
ricorrevano spesso per le loro ricerche, affidandosi per i loro studi alla sua
riconosciuta competenza e alle sue puntuali e precise indicazioni, che
risultavano preziose anche in ambiti apparentemente lontani ed estranei alla sua
formazione, come la storia dell'arte che egli studiò con il fervore appassionato
dell'autodidatta, meritandosi l'apprezzamento di Adolfo Venturi, testimoniato da
una lunga corrispondenza seguita alla loro collaborazione per la realizzazione
dell'ordinamento della Pinacoteca di Forlì nel 1893.
I1 continuo confronto e il ricco scambio di contenuti scientifici che si cela
dietro i toni amichevoli e confidenziali della ricca corrispondenza epistolare
di Santarelli, la sua opera di conservazione delle patrie memorie e l’impegno
profuso nell’attività di studio e ricerca, la collaborazione a giornali e
riviste, la produzione di una ricca pubblicistica specializzata, rappresentano
gli strumenti con cui egli contribuì a creare la sensibilità per la salvaguardia
dei beni culturali nel ro paese, in un momento storico in cui mancava un preciso
progetto culturale.
DOMENICO MAMBRINI
Domenico
Mambrini, nato a Galeata nel 1879, entrò ben presto nel Seminario vescovile di
San Sepolcro dove fu ritenuto meritevole dell'ammissione al prestigioso collegio
Capranica di Roma. Quando lasciò Roma aveva 23 anni e aveva conseguito due
lauree, una in Filosofia, l'altra in Diritto canonico. Gli scenari che si
stavano delineando sul suo orizzonte avrebbero forse potuto portarlo verso altri
destini, ma Mambrini scelse la sua Galeata.
Nel 1907 fu nominato Arciprete nel suo paese natale e iniziò a prodigarsi per la
sua comunità.
Appassionato di storia e di archeologia, condusse studi approfonditi sui
documenti conservati presso l'Archivio storico di Galeata e consultò gli archivi
dei centri che entrarono in relazione con la cittadina.
Non trascurò le indicazioni e le tradizioni popolari e, sulla scia da esse
fornita, procedette all'analisi sistematica del territorio. Fu in questo modo
che riuscì a costituire il primo nucleo del museo di Galeata, intorno al primo
decennio del Novecento. La raccolta di antichità locali fu sistemata nelle sale
adiacenti la pieve di S. Pietro in Bosco "affinché gli oggetti di ogni età
narrassero la storia del paese e dell'intera vallata, fin dove la Pieve
estendeva la sua giurisdizione".
Nell'ambito delle scoperte archeologiche, dobbiamo al Mambrini l'esatta
ubicazione della città romana di Mevaniola, in seguito al rinvenimento di
frammenti musivi nel 1934.
Nel 1942 Mambrini riuscì ad ampliare gli orizzonti dell'archeologia galeatese in
quanto, dietro suo interessamento, fu condotta, nell'ottobre del 1942, una breve
campagna di scavo, ad opera dell'Istituto archeologico germanico di Roma,
nell'area del cosiddetto "Palazzo di Teodorico".
Mambrini, ormai da tempo minato dalla malattia, non vide la fine del conflitto
mondiale; la sua vita terrena giunse infatti a termine il primo dicembre del
1944.
Alla morte dell'arciprete e nel rispetto della sua tacita volontà, l'intera
raccolta venne donata dai nipoti all'Amministrazione comunale, che individuò nel
seicentesco Palazzo del Podestà la sede idonea per accoglierla. Qui confluirono
pure l'ingente patrimonio ecclesiastico, la quadreria, la biblioteca storica con
preziosi volumi, una collezione di ceramiche di età medievale e moderna e un
corpus di oggetti metallici e armi.
TOBIA ALDINI
Tobia
Aldini nasce a Forlimpopoli il 4 febbraio 1935.
Diplomatosi presso l'Istituto Magistrale "Valfredo Carducci", dal 1966 si dedica
all'insegnamento. La passione che egli nutre fin da adolescente per
l'archeologia e gli studi storici lo spinge a forgiare in piena autonomia un
proprio percorso formativo e, successivamente, a prendere parte alle importanti
campagne di scavo avviate in quegli anni a Forlimpopoli, prima fra tutte quella
che, fra il 1959 e il 1960, porta alla scoperta e al recupero di parte delle
strutture della primitiva cattedrale popiliense celate al di sotto della rocca.
Nell'agosto 1969 è presente sullo scavo della domus nella proprietà Vitali,
lungo la circonvallazione Emilia.
Nel 1971 Tobia Aldini viene nominato dall'Amministrazione comunale di
Forlimpopoli Direttore onorario del Museo Archeologico Civico. La nomina segna
una svolta per il museo e, soprattutto, dà nuovo impulso alla ricerca, allo
studio e alla valorizzazione del patrimonio archeologico locale.
Al lavoro di cura e di tutela, sempre attento e diligente, nei confronti delle
collezioni antiche già acquisite e custodite nelle suggestive sale del museo, il
maestro Aldini fin da subito affianca la ricerca 'sul campo' avviando, sotto la
direzione scientifica della Soprintendenza alle Antichità dell'Emilia e della
Romagna, regolari campagne di scavo.
Nel 1974 Aldini inaugura una felicissima stagione di scoperte nella città e nel
territorio. Gli scavi da lui condotti restituiscono le fornaci di Forum Popili.
La scoperta fa acquisire ad Aldini fama e stima presso gli studiosi e il mondo
accademico. Ancora, nel 1976, si deve a lui la scoperta di uno dei siti
preistorici più importanti dell'area romagnola, quello del Podere Canestri.
A queste scoperte seguiranno altri significativi rinvenimenti.
I materiali confluiscono nelle collezioni archeologiche comunali arricchendole
considerevolmente tanto che, sotto la sua direzione, il museo di Forlimpopoli
diviene una delle più prestigiose istituzioni nel contesto romagnolo e
regionale.
Il 10 agosto 2003 Tobia Aldini scompare prematuramente. Nel maggio del 2004
l'Amministrazione comunale, per il lavoro svolto nei trent'anni della sua
direzione e per l'impegno profuso nella valorizzazione del patrimonio storico
cittadino, intitola alla sua memoria il Museo Archeologico Civico di
Forlimpopoli.
La mostra è stata inaugurata giovedì 26 settembre al termine della conferenza “I Beni Archeologici in Italia: la lunga vita di un Regolamento. Cento di questi anni!”, con Filippo Maria Gambari
eventi collegati alla mostra
LE RADICI DEL PRESENTE
Ciclo di conferenze di archeologia promosse da cooperativa “Tre civette”
e Musei Civici
Sala del Refettorio dei Musei S. Domenico di Forlì
Ingresso libero
Relatori di altissimo livello per le tre conferenze con visita guidata finale alla mostra “Santarelli, Mambrini, Aldini: curatori delle antichità”
sabato 12 ottobre 2013, ore 16.30
“Il libro e la pietra”
relatore Luciano Canfora, Docente di Filologia Greca e Latina
presso l'Università di Bari e coordinatore scientifico della Scuola Superiore di
Studi Storici di San Marino
ore 18: Visita guidata alla mostra “Santarelli, Mambrini, Aldini:
curatori delle antichità”
sabato 19 ottobre 2013, ore 16.30
“Un'archeologia per il nostro domani. Conoscere,
conservare, ricostruire e narrare reperti architetture e paesaggi antichi”
relatore Paolo Carafa, Docente di Archeologia e Storia
dell'Arte Greca e Romana presso l'Università La Sapienza di Roma
ore 18: Visita guidata alla mostra “Santarelli, Mambrini, Aldini:
curatori delle antichità”
sabato 26 ottobre 2013, ore 16.30
"Etruschi, popoli italici e Risorgimento"
relatore Giuseppe Sassatelli, Docente di Etruscologia e
Archeologia Italica presso l'Università di Bologna
ore 18: Visita guidata alla mostra “Santarelli, Mambrini, Aldini:
curatori delle antichità"
Per info: Tre Civette Soc. Coop.
www.cooptrecivette.com
Tel: 328.7073651 - 328.7073653
sabato 7 dicembre 2013,
ore 16,
visita guidata alla mostra condotta da Annalisa Pozzi (Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna) e Silvia Bartoli (Direttrice del Museo
Archeologico di Forlimpopoli)
Prenotazione consigliata presso Amphora Soc. Coop.
333 7204218