"SONO UNITE IN CIEL LE SFERE" DELL'ENSEMBLE "ARMONIA DELLE SFERE"
 Al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, il 21 febbraio 2010
concerto inaugurale a cura di Bal'danza
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«Chi avrà ottenuto la sorte di praticare, o studiare sotto la scuola del famosissimo signor Bernardo Pasquini, o chi almeno l’avrà inteso o veduto suonare avrà potuto conoscere la più vera, bella e nobile maniera di suonare, e di accompagnare, e con questo modo così pieno avrà sentita dal suo cimbalo una perfezione di armonia meravigliosa» (Francesco Gasparini da trattato L’armonico pratico al cimbalo del 1708).
Nel 2010 ricorrono gli anniversari di due importanti compositori: Bernardo Pasquini, morto nel 1710, e  Alessandro Scarlatti, nato nel 1660.
Per questo l’Associazione Culturale Bal’danza ha scelto di inaugurare la seconda stagione di musica e arte al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara con un concerto che include due brani di entrambi gli artisti. Anche quest'anno l'iniziativa è promossa da Associazione Culturale Bal'danza in collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.

Ferrara
domenica 21 febbraio 2010 alle ore 11
presso la Sala delle Carte geografiche
del Palazzo di Ludovico il Moro
in via XX settembre 122

In programma
SONO UNITE IN CIEL LE SFERE

l'Ensemble  "Armonia delle Sfere"
Miho Kamiya soprano
Daniele Salvatore flauti dolci (contralto, basso) e traversiere
Stefano Rocco tiorba, chitarra barocca
Silvia Rambaldi clavicembalo

eseguirà

Alessandro Scarlatti (1660 – 1725)
Clori mia, Clori bella   Cantata per soprano, flauto dolce e basso continuo

Toccata 3a (allegro, adagio, giga/allegro)
per flauto e basso continuo

Bernardo Pasquini (1637-1710)
Sono unite in ciel le sfere    Aria per soprano e basso continuo

Partite sopra l’aria delle Folia da Espagna   per cembalo e tiorba

George F. Handel  (1685 – 1759)
Mi palpita il cor   Cantata per soprano, flauto e b.c., HWV 132 b

No se emendarà jamas    Cantata per soprano, chitarra e basso, HWV 140

Bernardo Pasquini
Sonata VIII a due bassi (In die Beati Aloisii)

Sonata II per basso continuo

Crudel vorrai che mora   Aria per soprano e basso continuo

Alessandro Scarlatti  
Varie introduzioni, toccate e follie
…    per cembalo e tiorba

Ardo è ver per te d’amore   Cantata per soprano, flauto dolce e basso continuo

Bernardo Pasquini fu un importante compositore di opere, oratori, cantate e musica tastieristica. Originario di Massa di Valdinievole (7 dicembre 1637), in Toscana, dopo i primi studi si trasferì a Ferrara e, nel 1650, a Roma. Fu allievo di Antonio Cesti e grande ammiratore delle opere di Palestrina e di Girolamo Frescobaldi di cui trascrisse Il primo libro delle fantasie. Ancora giovane entrò al servizio del principe Borghese e fu organista di svariate chiese romane, tra le quali le Basiliche di Santa Maria Maggiore e di Santa Maria in Ara Coeli. Fu compositore e direttore dei concerti di Cristina di Svezia, del Principe Colonna, del Cardinale Benedetto Pamphilj e del Cardinale Pietro Ottoboni. Per le conversazioni romane nelle corti principesche e cardinalizie, Pasquini compose le sue Cantate da camera; nel 1679 dedicò a Cristina di Svezia l’opera Dov'è amore è pietà e nel 1687, per l’incoronazione di Giacomo II di Inghilterra, compose musica per un coro di 100 elementi e un’orchestra di 150 strumenti diretta di Arcangelo Corelli. Famoso in tutta Europa, nel 1664 suonò alla corte di Luigi XIV. Fu clavicembalista e insegnante ricercato: fra i più noti discepoli Bernardo Gaffi, Georg Muffat, Johann Philipp Krieger, Domenico Scarlatti. Nel 1706 venne ammesso all’Accademia dell’Arcadia col nome di Protico Azetiano, con Arcangelo Corelli e Alessandro Scarlatti. Morì a Roma il 21 novembre 1710 e fu sepolto nella Basilica di San Lorenzo in Lucina. Il suo sepolcro monumentale fu realizzato dal nipote Felice Ricordati di Buggiano. Bernardo Pasquini scrisse interessantissime sonate per solo basso continuo e per due bassi continui in cui è notata solo la parte grave del brano e la realizzazione compositiva è lasciata alla creatività degli esecutori. Le Sonate VII per due bassi e II per basso solo, provenienti da un manoscritto londinese del 1704, sono state realizzate rispettivamente da Daniele Salvatore e da Silvia Rambaldi.
Le arie vocali in programma provengono invece da un manoscritto conservato alla Biblioteca Marciana di Venezia nel quale compaiono brani tratti dall’opera L’Idalma overo chi la dura la vince (1680, Libretto di Giuseppe Domenico de Totis).

Alessandro Scarlatti nacque a Palermo nel 1660 e visse un’esistenza itinerante tra Roma e Napoli, dove si spense nel 1725. Ancor mezzo secolo dopo, Charles Burney nel suo Viaggio musicale in Italia, lo elogiava con queste parole: «fondò la gloria della scuola napoletana di contrappunto che produsse eminenti musicisti». Numerosissime sono le fonti della musica per tastiera di Alessandro. Tra queste si segnala un lungo manoscritto, datato 1715, conservato alla British Library di Londra, che contiene ‘lezioni’ per suonare il cembalo, regole per accompagnare e piccoli preludi (varie introduttioni) per ‘mettersi nel tono delle composizioni’. Il trattato è arricchito da brevi toccate, danze e variazioni sulla follia: composizioni che costituiscono ad un tempo modelli di stile, tracce per l’improvvisazione ed esercizi per affinare la tecnica tastieristica fino ai più alti gradi di virtuosismo. Le musiche di Alessandro ci sono pervenute in fonti notevolmente divergenti: talvolta diverse composizioni sono fuse assieme, talaltra alcune sezioni sono ampliate e talaltra ancora intervengono indicazioni come «si può finire qui, o seguitare appresso ad arbitrio» o «se la si vuol più lunga segue appresso». Tali indicazioni, che invitano a creare liberi collegamenti tra le composizioni e ad ornare a piacere, possono essere applicate anche ai due brani strumentali di Scarlatti presenti in questo programma. Rielaborazioni di alcune pagine particolarmente espressive originali per clavicembalo, un omaggio alla ‘bella maniera di sonare’ e alla cantabilità napoletana, entrambi i brani sono resi con l’apporto di un diverso strumento: il flauto dolce nella Toccata, la tiorba nelle Introduzioni, toccate e follie.
La cantata Clori mia, Clori bella, composta nella tipica struttura alternata recitativo/aria col da capo/recitativo/aria col da capo, dimostra quanto importante sia stata l’influenza della musica italiana sul giovane Händel.
La cantata Ardo è ver per te d’amore proviene da un manoscritto veneziano che contiene 13 cantate di Alessandro Scarlatti e rende giustizia riguardo l’attribuzione della nostra cantata, in precedenza conosciuta solo attraverso una partitura incompleta conservata a Napoli. Come la precedente è composta nella stessa struttura alternata.

George Frideric Handel (Halle. 1685 – Londra, 1759) è considerato uno dei più grandi musicisti del Settecento. Come compositore ci ha lasciato più di 600 lavori; oltre 40 opere per il teatro, 30 fra oratori, serenate ed odi, quasi 300 fra cantate da camera e musica sacra, oltre ad un grande numero di composizioni strumentali. Handel è stato uno dei più grandi compositori di musica per scena in assoluto, grazie all’eccezionale padronanza nello stile dell’opera seria italiana e all’originalità dei suoi oratori inglesi. Egli si distinse per la capacità di assimilare tutti i linguaggi musicali praticati al suo tempo e raggiunse un tale grado di celebrità da essere onorato in vita, forse l’unico fra i compositori, con una statua eretta nel 1738 a Londra nei Vauxhall Gardens.
La cantata Mi palpita il cor è tratta dal corpus superstite e piuttosto nutrito di lavori handeliani composti nella tipica struttura alternata recitativo/aria col da capo/recitativo/aria col da capo, preceduta in questo caso da un ulteriore recitativo ed arioso. Composta intorno al 1712, è sopravvissuta in quattro differenti versioni, una per soprano, oboe e b.c., due per contralto (con l’oboe, una, col traversiere l’altra) e una, sempre per contralto, parte col traversiere parte con l’oboe. Le parole della cantata sono quelle di un giovane sconcertato dall’inizio dell’innamoramento: «mi palpita il cor né intendo perché», canta nel primo recitativo. La cantata rappresenta un fine esempio di vocalismo barocco.
La cantata “spagnola” No se emenderà jamas, composta a Roma nel settembre 1707 e strutturata in aria col da capo/recitativo/aria col da capo, è per soprano, chitarra e basso continuo. Il testo è amoroso. La seconda aria recita: « I miei occhi ti dicono/in muta passione/lamenti senza lacrime/parole senza voce./Come solo amarti/il mio amore pretenda/solo d'adorarti/appagato io son». Interessante l’aspetto ritmico “spagnoleggiante” della composizione che alterna frequentemente accentuazione binaria e ternaria.


Ferrara. Sala delle Carte Geografiche del Museo Archeologico Nazionale. Concerto della stagione 2008-2009

‘Armonia delle sfere’ è un ensemble musicale nato a Bologna e costituito da artisti provenienti da diversi ambiti della musica antica (rinascimentale e barocca) che si aggregano in formazioni variabili in funzione dei diversi programmi proposti: in duo l’ensemble si è esibito presentando l’integrale delle sonate per flauto dolce di Handel, mentre con due diverse formazioni in trio ha eseguito l’integrale delle Dodici Sonate di Mancini per flauto dolce e basso continuo.
Con gli allievi dei corsi di musica antica del Conservatorio di Bologna ha collaborato a far rivivere il suono degli antichi strumenti della Collezione del Maestro Luigi Ferdinando Tagliavini nell’ambito della manifestazione “Bologna si rivela” tenuta a S. Colombano, sia nel 2009 che nel 2010.
Il gruppo ospita musicisti formatisi presso prestigiose istituzioni accademiche nazionali e internazionali, molti dei quali svolgono attività didattica presso vari Conservatori e Istituti italiani, e, come concertisti, sono impegnati nella realizzazione di eventi, anche discografici, sia come solisti sia collaborando con altre formazioni.
Per questa occasione l’organico si è modellato intorno a un progetto nato per le ricorrenze che nel 2010 interessano due importanti compositori: Bernardo Pasquini (1637 – 1710) ed Alessandro Scarlatti (1660 – 1725).

 

Promosso da:

Associazione Bal’danza in collaborazione con Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna e Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna

Quando: domenica 21 febbraio 2010, ore 11
Città: Ferrara
Luogo: Sala delle Carte Geografiche del Palazzo di Ludovico il Moro, sede del Museo Archeologico Nazionale
Indirizzo: Via XX Settembre n. 122
Provincia: Ferrara
Regione: Emilia-Romagna
Info: tel. 0532 66299
 

 

pagina a cura di Carla Conti, informazioni di Romano Valentini (Direttore di Bal'danza)