L'ORATORIO DELLA CROCETTA
tra storia e restauri
mostra
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L’ORATORIO DELLA CROCETTA TRA STORIA E RESTAURI
Pinacoteca Civica ”Il Guercino”
Via Matteotti n. 16
Cento (FE)
20 aprile - 26 giugno 2011

Oratorio della Crocetta - San Domenico (part.), Affresco del XV secoloPerfettamente calata nel clima quaresimale durante il quale è stata inaugurata, la mostra "L’Oratorio della Crocetta tra storia e restauri" rende conto dei più recenti studi e dei lavori di restauro che nel corso di un decennio hanno riportato alla fruizione di pubblico e fedeli uno dei più antichi oratori centesi, un piccolo luogo di grande suggestione che probabilmente fin dal tardo Medioevo è stato meta di pellegrini e devoti.
Allestita in previsione dell’imminente uscita (probabilmente a maggio) di un bel volume che illustra il delicato intervento di recupero e gli studi che ne sono conseguiti, l’esposizione porta all’attenzione del pubblico la vicenda, i documenti e i ritrovamenti di scavo (monete, una fibbia ed anellini di abiti appartenuti ad un inumato, frammenti di affresco), fornendo un quadro complessivo del valore artistico e storico dell’Oratorio della Crocetta di Penzale.
In occasione della mostra, e in seguito su appuntamento, anche l’oratorio potrà essere visitato per completare l’esperienza di riscoperta di una delle più significative testimonianze della pittura ad affresco e della devozione popolare del territorio. Così, mentre le teche e i pannelli della mostra saranno allestiti nelle sale della Pinacoteca cercando un sottile dialogo con le opere esposte in permanenza, gli affreschi originali del sec. XV restaurati accoglieranno il pubblico all’interno dell’antica architettura, che molti studiosi hanno definito vero gioiello di spiritualità e cultura, e che ora ha pienamente ritrovato la sua capacità di indurre raccoglimento e contemplazione.
Una particolare attenzione è dedicata alla documentazione del restauro, fortemente voluto dall’Associazione Crocetta Onlus, promotrice della mostra e del volume, che grazie al coinvolgimento diretto dei cittadini e delle istituzioni si è a lungo prodigata per reperire le risorse necessarie a salvare l’Oratorio dal gravissimo degrado nel quale era lentamente scivolato.
L’iniziativa è realizzata grazie alla collaborazione tra Assessorato alla Cultura del Comune di Cento, Archivio Storico Comunale di Cento, Ministero per i Beni e le Attività Culturali (attraverso le due Soprintendenze competenti, quella per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, e quella per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna) Archivio Arcivescovile di Bologna.

Gli scavi archeologici nell'Oratorio
di Chiara Guarnieri (Archeologa della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna)
A poco più di un quinquennio dalla raccolta di saggi "L’Oratorio della Crocetta: scoperte e prospettive di ricerca", è prossimo all’uscita un nuovo volume –cui questa mostra s’ispira- come una proposta di bilancio dei risultati raggiunti in un decennio di impegno per il restauro dell’Oratorio della Crocetta. Un punto fermo, dunque, ma non una parola conclusiva sulle vicende che riguardano la Crocetta, e non solo perché oggi l’Oratorio è divenuto una meta di persone interessate ai tesori artistici del nostro territorio, oltre che punto di riferimento per appuntamenti religiosi della parrocchia di Penzale.
Ci sono anche altre ragioni: non si può mettere la parola ‘fine’ perché quanto salvato dal degrado va preservato per il futuro, e valorizzato, non solo con ulteriori studi ma anche mettendo a disposizione della cittadinanza e di tutti, i ritrovamenti, dai reperti numismatici ai frammenti d’affresco, ancora non accessibili al pubblico.
Un capitolo si chiude, con la gratitudine per chi vi ha contribuito, un altro si apre, con la speranza di trovare almeno altrettanta generosità e dedizione.
L’attuale aspetto della Crocetta, ad aula unica rettangolare ed abside poligonale, viene tradizionalmente attribuito alla fine del XIV secolo, anche se risultano evidenti ampi rifacimenti, riguardanti soprattutto la facciata, realizzati tra la fine del XIX e il XX secolo. Al suo interno è conservato un ciclo di affreschi che rappresenta la SS. Croce, la Madonna in trono e varie figure di Santi, tutte comprese all’interno di riquadri, alcuni dei quali datati 1491, 1492, 1503.
Il luogo ove è stato costruito l’Oratorio è conosciuto anche come Tomba del Castaldo denominazione che riveste un certo interesse visto il significato del toponimo “tomba”, indicante un alto morfologico.
La scelta di questo luogo, certamente non ottimale, rimarrebbe senza una motivazione se non si ipotizzasse che questa piccola altura fosse in una posizione importante, probabilmente in un crocevia di strade. Secondo questa interpretazione il nome dell'Oratorio non sarebbe quindi riferibile al culto della SS. Croce, ma bensì alla sua collocazione topografica. Recentemente, anche sulla base dell'iconografia della decorazione affrescata superstite, da Mons. Antonio Samaritani è stata avanzata l’ipotesi che la Crocetta fosse in un punto intermedio di collegamento viario tra l’asse Bologna-Ferrara e quello che collega il Brennero a Lucca, passando per Verona e Modena . La mancanza di qualsiasi elemento datante non permette di fornire un’attribuzione cronologica sicura alle strutture; ci si deve pertanto basare sulle notizie desumibili dalle fonti scritte. L’edificio appare menzionato per la prima volta nel 1390 in un documento, peraltro giudicato non pienamente attendibile; il medesimo documento parla inoltre di un ingrandimento dell'Oratorio, che sembrerebbe sottendere l’esistenza di una precedente struttura.
L’indagine archeologica ha portato alla luce fosse sottostanti l’attuale pavimento che erano state riempite quasi unicamente da frammenti decorati con figure di santi. Tale rinvenimento ci fornisce due notizie: testimonia innanzitutto l’esistenza di un ciclo di affreschi anteriore a quello attualmente presente all’interno dell’Oratorio, quasi certamente appartenente all’edificio del Periodo I, e attribuibile al pieno XIV secolo . In secondo luogo si evidenzia un altro elemento di notevole interesse costituito dall’anomala composizione di questi strati che permette di ipotizzare che sia avvenuta una sorta di selezione delle macerie, forse per permettere la conservazione all’interno dello spazio sacro, delle precedenti raffigurazioni.
Sono state rinvenute, inoltre, nove monete, tra le quali le più recenti riportano ad un orizzonte cronologico inquadrabile nella prima metà del XV secolo.
Senza dubbio, quindi, siamo in grado di distinguere due periodo nella storia costruttiva dell’oratorio della Crocetta.
Pertinente a quest’ultima fase è l’unica sepoltura rinvenuta all’interno dell'Oratorio.
Si tratta di una fossa scavata nella nuda terra, che occupava lo spazio tra la navata e l’abside. La sepoltura appartiene ad un uomo dell’apparente età di 50-55 anni. L’inumato si presentava in posizione supina, sul volto era stato appoggiato un coppo, mentre i piedi erano adagiati su due mattoni. Sullo sterno è venuta in luce una fibbia in bronzo, relativa con ogni probabilità ad una cintura piuttosto spessa ed alta in cuoio che stringeva una veste; alla cintura doveva essere fissato un piccolo sacchetto chiuso da un laccio, la cui presenza è indiziata da una serie di anellini in bronzo di 1 centimetro di diametro di cui ne sono stati recuperati in scavo trentaquattro; vista la mancanza di oggetti nelle sue vicinanze è suggestivo ipotizzare che potesse contenere una reliquia, evidentemente in materiale deperibile. Rimane da chiarire l’orientamento anomalo della sepoltura posta in direzione N - S, quindi disassata rispetto all'altare. Tale posizione induce a pensare che fosse voluta: si può forse ipotizzare una particolare devozione della persona verso uno dei santi le cui figure occupano la parete sud ovest dell’oratorio verso cui è rivolta la sepoltura (S.Giacomo, S.Giobbe, S.Francesco, S.Martino). Doveva certamente trattarsi di un individuo particolarmente legato a questo luogo, tanto da avere l’onore ad esservi seppellito; era certamente un fervente devoto, dedito alla preghiera, così come parrebbe ipotizzabile dall’analisi osteologia dei resti scheletrici, che hanno restituito delle malformazioni evidenti a carico delle articolazioni.
Dalle fonti sappiamo che l’Oratorio fu acquisito della Confraternita della Croce dopo il 1454, anno di istituzione del sodalizio.
L’intervento archeologico condotto all’interno dell’Oratorio ha evidenziato la presenza di due distinti momenti costruttivi (Periodi I e II), il più recente dei quali corrisponde (tranne che per limitati interventi di età moderna) all’edificio così com’è visibile tuttora.
Nel Periodo II, l’Oratorio assume l’aspetto che ancora oggi sostanzialmente conserva. Il nuovo edificio si sovrappone e amplia quello preesistente, mantenendone l’orientamento. In particolare lungo il lato ovest, la nuova costruzione quasi ricalca il vecchio perimetro, allargandolo di poco, tanto che due dei basamenti del Periodo I vengono parzialmente inglobati dalla nuova muratura.
La morfologia del terreno rendeva forse meno stabile il vecchio edificio, le nuove murature si collocano immediatamente all’esterno di quelle più antiche, che vengono rasate a livello del pavimento o spoliate in varia misura; il mutamento più consistente si colloca nella parte sud, dove l’edificio viene prolungato di circa un terzo della lunghezza originaria e dotato di un’abside poligonale (USM 87). E’ pertinente a questa fase anche una sepoltura venuta in luce al centro dell’aula.

I reperti monetali rinvenuti nell’Oratorio della Crocetta durante gli scavi del 2003 sono tutti in mistura di rame a basso contenuto argenteo e di piccolo taglio: si tratta complessivamente di 8 denari e 1 quattrino, le emissioni sono circoscritte nell’arco di un cinquantennio, tra 1370 fino a poco dopo il 1420.
L’area di produzione delle specie presenti si estende da Bologna, a cui si assegnano ben sei delle nove monete rinvenute, alle città di Milano, Firenze e Ancona, documentate ciascuna da un solo esemplare. E’evidente come rinvenimenti sporadici di questo tipo diano un quadro solo parziale della circolazione monetale del tempo, che comportava nel suo insieme la presenza di moneta in metallo prezioso, destinata alle transazioni importanti ed estere ed alla tesaurizzazione, insieme a coniazioni a base di rame che assolvevano le necessità del piccolo commercio quotidiano
Nel bolognese in questi anni circolavano bolognini “grossi” di buon argento del peso di circa un grammo, accanto a denari assai svalutati nel peso e nel contenuto metallico, chiamati per contrapposizione “piccioli”; il grosso era pari ad un soldo ed il picciolo ne rappresentava la dodicesima parte .La moneta più diffusa nel sito della Crocetta (sei esemplari sui nove rinvenuti) è appunto il denaro coniato dalla zecca di Bologna , definito dalle fonti anche “picciolo”.
Come confermano i rinvenimenti del Penzale, questo tipo di picciolo fu prodotto in gran copia e circolò a lungo; originariamente battuto in qualità di unico sottomultiplo del bolognino grosso, con l’avvento del XV secolo fu mantenuto in uso accanto al quattrino, con il quale condivideva la funzione di moneta spicciola per il commercio minuto.
L’indicazione più recente viene fornita dal denaro di Bologna con i nuovi tipi dello stemma della città e del leone rampante, attribuibile ad un breve periodo di autonomia politica, tra 1422 e 1424.
La diffusione di queste coniazioni nei territori emiliani al di là dell’Appennino si deve principalmente alla maggior praticità del loro taglio nei confronti dei minuscoli denari, ormai troppo poveri di metallo, con scarso potere d’acquisto e poco maneggevoli, inadatti anche per i piccoli commerci quotidiani. Anche per ovviare a questo inconveniente, all’esordire del XV secolo la zecca di Bologna si risolverà a battere quattrini propri.
Il “quattrino” era stato introdotto a Firenze, per la prima volta nel 1337, con il valore di quattro denari toscani; tuttavia, poiché il denaro bolognese aveva un contenuto d’argento quasi doppio rispetto a quello toscano, il quattrino fiorentino ebbe valore di corso pari a due denari bolognesi.
Gli ultimi studi hanno analizzato uno scheletro (T.US 11), rinvenuto durante gli scavi archeologici condotti nell’anno 2003. In base allo studio archeologico lo scheletro è stato datato agli inizi del XV secolo. Le diagnosi di sesso e di età sono state eseguite seguendo le indicazioni dell’European Anthropological Association). In particolare la diagnosi dell’età alla morte è stata formulata analizzando lo stato di modificazione della sinfisi pubica (e il grado di obliterazione delle suture craniche esterne. La sua statura, calcolata sulle diverse ossa lunghe presenti, è risultata compresa tra 166.0-168.6 cm (secondo il metodo di MANOUVRIER) e tra 168.1-175.9 cm.(secondo il metodo di TROTTER e GLESER). Tale statura risulta decisamente superiore a quella stimata sugli inumati di sesso maschile della serie bolognese altomedievale di S.Petronio (media staturale secondo MANOUVRIER:163.1 cm)

 

Promosso da:

Comune di Cento, Assessorato alla Cultura, Archivio Storico Comunale, Associazione C.R.O.C.E.T.T.A. Onlus, Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna e Archivio Arcivescovile di Bologna

Quando: da mercoledì 20 aprile a domenica 26 giugno 2011
Inaugurazione mercoledì 20 aprile, ore 18.45
Orari: venerdì, sabato e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30
Biglietto: ingresso libero
Visite guidate: Visite guidate per gruppi di almeno 5 persone e scolaresche potranno essere richieste presso l’Ufficio IAT del Comune di Cento, tel.051 6843334 – informaturismo@comune.cento.fe.it
Città: Cento
Luogo: Pinacoteca Civica "Il Guercino"
Indirizzo: Via Matteotti n. 16
Provincia: Ferrara
Regione: Emilia-Romagna
Per informazioni: COMUNE DI CENTO
Assessorato alla Cultura
Piazza Guercino, 39 - 44042 Cento (Fe)
Tel. +39 051 6843387 - Fax +39 051 6843398
tassinari.a@comune.cento.fe.it

  informazioni scientifiche dott.ssa Chiara Guarnieri
editing Carla Conti