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Il filo rosso che lega gli antichi abitanti del Fioranese a quelli odierni è la
loro terra. Per 7 millenni l'hanno arata e coltivata, impastata e manipolata,
traendone nutrimento e manufatti e, infine, ultima dimora. È alla terra e ai
reperti archeologici che ha restituito negli ultimi due secoli che il Comune di Fiorano Modenese, in collaborazione con la nostra soprintendenza e il Museo
Civico Archeologico Etnologico di Modena, dedica la mostra “Con la terra...
dalla terra”, al via nel Castello di Spezzano dal 13 maggio 2006.
Gruppo di vasi dall’insediamento neolitico
rinvenuto a Fiorano, Cave Fornaci Carani, databili alla fine del VI - inizio del
V millennio a C., momento in cui Fiorano è eponimo di una delle più importanti
culture del neolitico antico dell’Italia settentrionale: la “Cultura di Fiorano”
Dal Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena
Per la prima volta vengono esposte le testimonianze archeologiche più
significative rinvenute nel Fioranese a seguito di ricerche e scavi. Dai
pregevoli vasi neolitici della “Cultura di Fiorano”, rinvenuti da Fernando
Malavolti in un villaggio scoperto nelle Cave di Fornace Carani, ai corredi di
sepolture d’infanti dell’età del rame rinvenuti nelle stesse Cave, dai reperti
provenienti da un villaggio dell’età del bronzo (Cave Cuoghi) ai manufatti
scoperti in una fattoria etrusca (Cave San Lorenzo). Nella mostra sono inoltre
esposte testimonianze di età romana provenienti da due ville urbano-rustiche
documentate in località Cameazzo e la Malandrina e una tomba longobarda
ricomposta con i resti di una giovane donna sepolta con il corredo composto da
una collana in pasta vitrea e corniola ed una spilla in argento dorato con
castoni. L’età moderna è rappresentata con i reperti rinvenuti nei recenti scavi
condotti nel Castello di Spezzano che hanno restituito diversi manufatti tra i
quali è da segnalare una singolare scarpa di cuoio perfettamente conservata. La
mostra si chiude con significative ed inedite attestazioni della presenza a
Spezzano di fornaci che producevano ceramica graffita e invetriata da fuoco e
con un tesoretto di monete in lega d’argento scoperto nel 1882 a Spezzano, nel
muro della casa di Alfredo Rossi, mai esposto al pubblico.
I reperti, provenienti da 15 aree archeologiche su 87 documentate nel Fioranese,
offrono una concreta testimonianza del popolamento antico di questo territorio
nel corso di settemila anni, dal Neolitico Antico (fine VI-V millennio a.C.) all’ultimo
periodo dell’età moderna (XVII-XVIII secolo).
Uno dei più importanti aspetti del Neolitico antico nell’Italia
settentrionale, databile tra il VI ed il V millennio a.C., è rappresentato dalla
“Cultura di Fiorano”, denominazione coniata a metà del ‘900 da Fernando
Malavolti sulla base dei rinvenimenti da questi effettuati nelle cave di Fornaci
Carani a Fiorano. Negli scavi emersero i resti di un villaggio neolitico ed
alcune sepolture di infanti dell’età del rame (III millennio a.C.). All’età del
rame sono inoltre da riferire alcuni manufatti rinvenuti nelle cave San Lorenzo
e due punte di freccia raccolte alla fine dell’800 nel Fioranese.
Punte di freccia dell'età del rame, forse
pertinenti a corredi sepolcrali
Dal Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena
Nel corso dell’età del bronzo si diffusero nel modenese le
terramare, villaggi strutturati delimitati da argini e fossati. Due terramare
sono documentate nel Fioranese, una delle quali, identificata nella Cave Coghi,
ha restituito materiali databili alla fase centrale della media età del bronzo (XVI
sec. a.C.). Si segnala la presenza di una sporadica ascia in bronzo nelle Cave
delle Fornaci Carani.
Con la colonizzazione etrusca si diffusero nel Modenese numerose fattorie, una
delle quali, scoperta nel 1983 nella Cave San Lorenzo, è stata oggetto di uno
scavo archeologico che ha consentito di rilevare la pianta e assicurare alla
studio numerosi reperti in ceramica d’impasto (tegami, olle e boccali), in
bucchero (scodelle e tazze) ed in ceramica depurata (scodelle, tazze, brocche)
databili tra la fine del VII ed il VI secolo a.C. Tra i materiali rinvenuti si
segnala la presenza di un fondo di scodella in bucchero con incisa una lettera
dell’alfabeto etrusco e di due fusaiole.
Nel 183 a.C. con la deduzione della colonia romana di Mutina si
stanziarono nel territorio modenese numerosi coloni che vi edificarono edifici
rustici e impianti produttivi. Nel Fioranese sono attestati diversi insediamenti
da riferire a fattorie e a ville ubano-rustiche, due delle quali, individuate
lungo il torrente Spezzano nelle località Cameazzo e Cà Martini-La Malandrina
hanno restituito reperti databili dal II sec. a.C. al VI sec. d.C. Le indagini
archeologiche condotte su queste aree hanno consentito di recuperare numerosi
reperti, tra i quali si segnalano lastre di marmo per pavimenti, tessere di
mosaico, mattonelle fittili, tubuli fittili per il riscaldamento, monete,
ceramica da cucina e da mensa, anfore, oggetti in ferro ed in piombo e alcuni
pregevoli manufatti in bronzo: un braciere e una fibula zoomorfa.
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Fibula zoomorfa in bronzo del VI-VII secolo |
Braciere in bronzo di
età romana |
Gran parte degli insediamenti di età romana furono
abbandonati con l’arrivo, alla fine del VI sec. d.C., dei Longobardi, ai quali è
stata riferita una necropoli messa in luce in località Fornace Ape.
Significativa è la presenza di una tomba, datata alla fine del VI sec. d.C., che
ha restituito una sepoltura femminile con un corredo composto da una pregevole
fibula in argento dorato, con estremità a testa d’uccello, e una collana
composta da elementi in pasta vitrea (bianchi, versi e rossi), corniola e una
perlina di vetro “millefiori”. Della tomba longobarda si propone un’ipotesi
ricostruttiva della sepoltura e dell’abbigliamento.
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Collana longobarda in
pasta vitrea e corniola |
Fibula in argento
geminato in oro |
Il restauro del Castello di Spezzano ha portato alla luce numerosi reperti tra i
quali una singolare scarpa in cuoio e alcuni interessanti resti murari di epoca
medievale e moderna che fanno parte dell'antica struttura fortificata esistente
prima delle trasformazioni del Cinquecento, in particolare i resti della torre
sud-ovest crollata dopo il terremoto del 1503 e un muro di ciottoli e malta
rinvenuto nella corte. Scarti di cottura di ceramica, rinvenuti nell'area del
castello, inducono ad ipotizzare la presenza di una fornace attiva all'interno
del fortilizio nel XVII secolo.
Scarpa in cuoio del XVII secolo
Dalla Canonica di Spezzano provengono pregevoli reperti ceramici della fine del
XV secolo. A Spezzano, nella casa di Alfredo Rossi, è stato inoltre recuperato
un tesoretto composto da 36 monete in lega d'argento, per lo più di Francesco I
d'Este.
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Tesoretto del XVII secolo |
Ceramica graffita del
XV secolo |
Catalogo Scientifico
In occasione dell’inaugurazione della mostra verrà presentato il volume dal
titolo "Fiorano e la valle del torrente Spezzano. Archeologia di un territorio",
a cura di Donato Labate. Il volume, catalogo scientifico della mostra, edito
dalla casa editrice “ All’Insegna del Giglio” è inserito nella collana “Quaderni
di Archeologia dell’Emilia Romagna”. Il catalogo presentato da Maria Paola
Bonilauri (Assessore alla Cultura di Fiorano) e introdotto da Luigi Malnati
(Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna), si presenta come
un’esauriente rassegna dei più importanti rinvenimenti archeologici di Fiorano
Modenese, illustrati con i contributi: di Donato Labate (Carta Archeologica di
Fiorano), di Ilaria Pulini (Fernando Malavolti ed il Museo Civico Archeologico
Etnologico di Modena), di Alessandro Ferrari, Paola Mazzieri e Giuliana Steffè
(Neolitico ed età del rame), James Tirabassi (età del bronzo), Daniela Locatelli
(età etrusca), Francesco Benassi, Francesca Guandalini, Donato Labate, Carlo
Poggi e Maria Teresa Pellicioni (età romana), Pierpaolo Bonacini e Sauro Gelichi
(età medievale), Carlo Poggi, Xabier Gonzàlez Muro e Stefania Spaggiari (età
moderna).
Quaderno Didattico
Il percorso di mostra si completa con una sala didattica dedicata alle
ricognizioni di superficie; il progetto didattico rivolto alle scuole permette
di simulare una ricerca di superficie, partecipare al processo di analisi dei
dati e formulare deduzioni per ricostruire il popolamento del territorio nelle
epoche storiche, infine seguire il reperto dalla sua raccolta sul terreno al
laboratorio.
Con il quaderno didattico (a cura di Francesco Benassi e Stefania Spaggiari) si
vuole offrire uno strumento per comprendere l’importanza delle fonti e
illustrare l’attività dell’archeologo, partendo dalle indagini archeologiche
condotte sul terreno dove è documentata la villa romana di Cameazzo a Fiorano.
Catalogo e quaderno didattico in vendita al bookshop del Castello di Spezzano
Catalogo di mostra e quaderno didattico realizzati grazie al contributo di:
Nuova Ceramica Casa s.r.l. e S.A.T. Servizi Ambiente Territorio
Promosso da: |
Comune di Fiorano Modenese in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna e
il
Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena |
Quando: |
da sabato 13 maggio a sabato 2 dicembre 2006 |
Orari: |
sabato e domenica dalle 15 alle 19
novembre, sabato e domenica dalle 15 alle 18
Per gruppi visitabile tutti i giorni solo con prenotazione (tel.
0536.833412) |
Giorno di chiusura: |
16 settembre 2006 |
Inaugurazione: |
sabato 13 maggio 2006 alle ore 17,30 |
Costo biglietto: |
gratuito |
Prenotazione: |
obbligatoria per i gruppi, escluso sabato e domenica |
Città: |
Spezzano di Fiorano Modenese |
Luogo: |
Castello di Spezzano |
Indirizzo: |
Via del Castello n. 12 |
Provincia: |
Modena |
Regione: |
Emilia-Romagna |
Telefono: |
0536.833412 - 833418 |
Fax: |
0536.833431 |
E-mail: |
cultura@fiorano.it |
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Articolo di
Carla Conti,
informazioni scientifiche di
Donato Labate |
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