Partendo dall'atto di donazione dell'area archeologica allo Stato (giovedì 8 giugno 1933 il Cav. Ing. Adolfo Branca-Aria 'consegna' al Re Vittorio Emanuele III l'intera area in cui la sua famiglia aveva operato scavi archeologici fin dal 1831), Maddalena Arone di Bertolino e Margherita Bragadin passano in rassegna la storia della famiglia Aria a decorrere dal 1745 e le vicende del castello e del suo parco monumentale (comprendente anche l'acropoli e la necropoli della città etrusca), determinato nel suo aspetto attuale dagli interventi realizzati da Giuseppe Aria dal 1850 al 1860.
Il Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Luigi Malnati, e l'attuale Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto, Paola Desantis, illustrano la vicenda della donazione attraverso gli atti d'archivio della Soprintendenza e la figura di Salvatore Aurigemma, primo Soprintendente nel 1924 della neonata Soprintendenza alle Antichità dell'Emilia Romagna che affrontò e brillantemente risolse il complesso problema dell'acquisizione allo Stato del museo e dell'area archeologica di Marzabotto.
Dopo il contributo di Giuseppe Sassatelli, che presenta la documentazione degli scavi ottocenteschi raccolta a cavallo degli anni ottanta del secolo scorso da Sassatelli stesso e da altri docenti del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna, tra i quali Anna Maria Brizzolara, Sandro de Maria e Daniele Vitali, il volume di chiude con la pubblicazione integrale e sistematica della gran mole di dati, fotografie, disegni e appunti di scavo conservati nei vari archivi e finora inediti. Si deve a Giulia Morpurgo e Annalisa Pozzi, giovani studiose del dipartimento stesso, il lavoro di ripresa, riordino, controllo e aggiornamento, con una ricerca ex novo in tutti gli archivi interessati, che ha consentito la pubblicazione integrale dei dati suddivisi per aree di scavo e con una sintetica schedatura che ne consente un inquadramento sia cronologico che topografico.
La preziosa collezione di antichità etrusche, con Acropoli, Necropoli e città etrusca di Marzabotto, di proprietà della famiglia Aria fino al 1933, sono una vivida testimonianza dell'antica civiltà che ha popolato questa parte di Appennino bolognese. Con la donazione allo Stato e la nascita dell'attuale Museo Nazionale Etrusco "Pompeo Aria" di Marzabotto, questo straordinario patrimonio di storia, arte, cultura e memoria non solo non è andato disperso ma si è anzi affermato nel tempo come uno dei più straordinari siti archeologici dell'Italia settentrionale, testimonianza unica nell'ambito della civiltà etrusca di conservazione dell'impianto originale della città, con le sue ampie strade che si incrociano ortogonalmente, suddividendo in modo regolare lo spazio urbano, orientato secondo i canoni dell'etrusca disciplina. Il visitatore che passeggia tra i resti dell'abitato sul vasto pianoro, sale alle costruzioni sacre dell'Acropoli, ammira le aree funerarie subito al di fuori della città dei vivi o le testimonianze ricche di suggestione raccolte nel museo ha davvero l'impressione di un viaggio nel tempo, di ritorno alla vita dell'importante centro urbano che prosperò dalla fine del VI alla metà del IV sec. a.C.
Promosso da: |
Associazione Dimore Storiche Bolognesi e Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna in collaborazione con Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna e Dipartimento di Archeologia dell'Università degli Studi di Bologna |
Città: | Bologna |
Luogo: | Aula G. Prodi del complesso di San Giovanni in Monte |
Indirizzo: | Piazza San Giovanni in Monte n. 2 |
Quando: | martedì 9 febbraio 2010, alle ore 16 |
Ingresso: | gratuito |
Provincia: | Bologna |
Regione: | Emilia-Romagna |