Tamo. Tutta l'Avventura del Mosaico
Ravenna - Complesso di San Nicolò - Via Rondinelli 2
Dal 21 maggio 2011
Calco in mosaico della Dormitio Virginis, da Santa Maria Maggiore, Roma
(originale del XII° secolo). Musei Vaticani Roma
Il progetto “TAMO” di RavennAntica presentato a Venezia
il 18 aprile 2011
La nuova cittadella del mosaico viene inaugurata con una esposizione permanente
il 20 maggio, nella splendida cornice di San Nicolò
Lunedì 18 aprile, presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia è stato
presentato il nuovo atteso progetto “TAMO. Tutta l’Avventura del Mosaico”,
promosso da Fondazione RavennAntica, dal Comune di Ravenna, dalla Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia-Romagna e dal
Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna.
Ravenna, Venezia e Roma, indissolubilmente legate dall'arte musiva, si uniscono
idealmente all'interno di questa esposizione: Roma, con la ricca decorazione
delle basiliche paleocristiane, Ravenna, con lo splendore dei mosaici
giustinianei fino ad arrivare al trionfo del tardo bizantinismo di Venezia,
ancora oggi massima sede di produzione dei materiali musivi esportati in tutto
il mondo, nella continuità della grande tradizione culturale della vetreria
bizantina.
Il progetto scientifico della mostra è stato illustrato dal curatore, il
Professor Carlo Bertelli.
Erano inoltre presenti: Elsa Signorino, presidente Fondazione RavennAntica,
Liana Melchior in rappresentanza della Ditta Angelo Orsoni e Philip Rylands,
direttore della Collezione Peggy Guggenheim.
Annunciato da tempo e al centro dell’impegno della Fondazione RavennAntica, sta
per sorgere nel cuore di Ravenna un grande centro espositivo innovativo,
versatile e multiforme dedicato al mosaico. L’inaugurazione è in programma il 20
maggio, cui seguirà l’apertura al pubblico il giorno successivo.
Il Complesso di San Nicolò - dal 2004 teatro di grandi mostre archeologiche
allestite da RavennAntica - cambia volto per far scoprire ai ravennati e al
pubblico italiano e internazionale un approccio originale e affascinante
all’arte musiva nella città dei mosaici. Il complesso diventa una vera e propria
cittadella dove trovano sede un’esposizione permanente di mosaici che coprono
un arco temporale che va dal I° al XIII° secolo d.C. e che raccontano l’insieme
della grande storia, tradizione e cultura musiva non solo di Ravenna e del suo
territorio, ma di tutta l’area del Mediterraneo anche grazie alle ricostruzioni
e agli strumenti multimediali; uno spazio riservato a esposizioni temporanee;
due laboratori didattici teoricipratici con attività formative per le
istituzioni scolastiche, in grado di coniugare divertimento e apprendimento a
beneficio di ragazzi e docenti.
L’esposizione permanente - allestita nella navata di San Nicolò - racconta
l’affascinante storia del mosaico attraverso sei sezioni o percorsi tematici
tutte dedicate ai pavimenti in mosaico e alle superfici musive parietali; sono
protagonisti e narratori: la luce, fantastica complice delle tessere musive; i
contesti in cui i mosaici venivano utilizzati, come la domus, il palatium e
l’ecclesia; le tecniche e gli strumenti per il mosaico, fra cui si segnalano in
particolare i preziosi cartoni dell’Istituto d’arte per il Mosaico ravennate e
il prestigioso prestito di storici calchi inediti provenienti dai Musei
Vaticani, ed infine i materiali utilizzati per realizzare il mosaico. In
quest’ultima sezione - ricavata nell’abside di San Nicolò - sono esposte le
paste vitree dell’ottocentesca fornace Angelo Orsoni di Venezia, che da decenni
eccelle a livello mondiale nella produzione di smalti in pasta vitrea per la
realizzazione di mosaici policromi e a foglia d’oro. Il nome di Orsoni è, fra
l’altro, legato alla realizzazione di importanti opere come il Trocadèro, Il
Teatro de l’Opéra e la Basilica del Sacro Cuore di Parigi,
la Cattedrale di Saint Paul a Londra, la Sagrada Familia a Barcellona, i
restauri della Basilica di San Marco a Venezia e a molti altri capolavori musivi
della cultura architettonica araba ed orientale.
Fra le opere originali esposte a TAMO, citiamo in particolare mosaici
provenienti dallo straordinario sito archeologico della Domus dei Tappeti di
Pietra con ricchissima stratigrafia, di cui si ammiriamo in particolare un
intrigante ed inedito mosaico con originalissimo motivo geometrico rinvenuto in
un edificio palaziale di V° secolo. Proviene da una domus di età romana
sottostante il Palazzo di Teodorico di Ravenna,
una porzione di opus sectile relativa all’aula absidata e alcuni mosaici del
portico meridionale con scene di circo. Altri mosaici arrivano dalla chiesa di San Severo, grande
basilica nel territorio di Classe, e dalla vicina città di Faenza, in
particolare dalla domus augustea di Via Pasolini e dalla ricca residenza del V°
secolo rinvenuta in Via Dogana, da cui proviene il mosaico del vestibulum con il
riquadro di scena di presentazione delle armi ad Achille e riquadri con
rappresentazioni di soldati.
Mosaico policromo con riquadro raffigurante scena di presentazione delle armi ad
Achille (V° secolo d. C.) proveniente da Faenza (scavo di via Dogana)
Il progetto TAMO è affidato ad un comitato scientifico presieduto dal Professor
Carlo Bertelli e composto da Giovanna Bucci, Chiara Guarnieri e Paolo Racagni.
L’allestimento è curato dall’architetto Paolo Bolzani. L’intero percorso è
connotato da nuove soluzioni tecnologiche multimediali applicate all'arte, tra
cui ricostruzioni animate e tridimensionali, allestimenti interattivi e
soluzioni in mix-media.
TAMO non è quindi un museo nel senso tradizionale del termine, piuttosto un
viaggio affascinante, per vivere tutta l’avventura del mosaico.
È anche un
laboratorio virtuale di ricerca sulle grandi evoluzioni delle tecniche musive,
dalle origini ai giorni nostri. Un laboratorio ed insieme uno spazio espositivo
capace di sollecitare tutti i sensi del visitatore, con una fruizione emozionale
e coinvolgente.
Gli oggetti esposti sono supportati da ausili informatici e audiovisivi, tali
da consentire ai visitatori di scegliere l’itinerario di visita, selezionando
liberamente i materiali e seguendo percorsi soggettivi, attori della visita
attenti ed attivi.
È anche uscito un volume dedicato alla secolare
storia del mosaico nei suoi multiformi aspetti, edito da Skira e curato dall’archeologa Giovanna Montevecchi,
con contributo tra gli altri dell'archeologa Chiara Guarnieri della
Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, che servirà
da ulteriore strumento alla conoscenza di questo policromo e luccicante universo
composto di tessere.