Fornaci romane nel percorso del Canale Emiliano Romagnolo
l'eccezionale scoperta archeologica a Ronta di Cesena
Home- Scavi/Valorizzazione - Fornaci di Ronta - Ronta di Cesena, 30 marzo 2006

Gli scavi di controllo eseguiti in previsione della realizzazione di una condotta delle acque del Canale Emiliano Romagnolo nel comprensorio di Cesena ovest hanno messo in luce un complesso di eccezionale importanza, con strutture di epoche diverse (sovrapposte) e con ambienti riferibili ad un impianto produttivo per la cottura di manufatti e, forse, ad una villa rustica. I resti dell’imponente complesso sono talmente importanti che si è deciso di deviare il tracciato locale della condotta per salvaguardare i manufatti.
Le indagini archeologiche sono condotte dalla società La Fenice Archeologia e Restauro di Bologna, sotto la direzione scientifica dell’archeologa Maria Grazia Maioli della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
Attualmente sono visibili due fornaci rettangolari di grandi dimensioni destinate alla cottura di laterizi (in particolare tegole e coppi), quattro ambienti delimitati da muri in embrici e pezzame laterizio, un grande vaso in terracotta (dolio) completamente interrato e resti di strutture murarie che mostrano, ben riconoscibili, le basi dei pilastri di un portico. E’ stata individuata anche una terza fornace (antecedente le altre due e in parte obliterata dalla fornace B) a riprova di un perdurare nel tempo del complesso produttivo. Evidentemente la vicinanza al fiume Savio, l’ampia disponibilità della materia prima e, non ultimo, l’espansione edilizia della zona a partire dall’età repubblicana con conseguente richiesta di manufatti, faceva del sito il luogo ideale per impiantare questo tipo di complessi.
La fornace più grande (A) misura m. 4,20 x 5 e ha il piano forato che presenta, al centro, una lacuna da cui si intravede la camera da fuoco sottostante, con pilastrini alti circa 2 metri che reggono il piano. Lo straordinario stato di conservazione di questa fornace consente di vedere sia le pareti della camera di cottura (con la parte inferiore ricavata direttamente dal terreno e concottata) che il prefurnio, posto sul lato corto e dotato di condotto per l’immissione del fuoco.

Particolare del piano forato della fornace maggiore (A)
Particolare del piano forato della fornace maggiore (A)

La seconda fornace (B), di m. 3,80 x 3, è caratterizzata da una camera da fuoco costruita con una successione di archetti e muretti su cui venivano posati i pezzi da cuocere, in questo caso necessariamente di grandi dimensioni, probabilmente tegole. Anche questa fornace presenta, sul lato corto, un prefurnio e, sul lato opposto, un camino per il tiraggio. La camera da fuoco raggiunge una profondità di m. 1,70 circa e non si discosta da quella della fornace A. E’ stato possibile constatare come anche questa fornace mostri i segni di almeno due fasi, dovute probabilmente alle opere di manutenzione cui erano sottoposti normalmente i forni .
Lo scavo ha inoltre evidenziato, sul lato Nord di questo forno, la presenza  di un possente muro, in embrici e puteali di reimpiego, con funzione di sostegno. Per tutto il perimetro della fornace sono visibili pani di argilla cruda posti con il probabile intento di ottimizzare la tenuta termica della camera da fuoco.
Altri elementi di eccezionale valore sono gli ambienti posti in luce, databili in base al materiale recuperato all’età repubblicana. Al momento sono stati scavati quattro ambienti, delimitati da muri in embrici e pezzame laterizio, i cui pavimenti si caratterizzano per tecniche di realizzazione diverse. L’ambiente C, con pavimento in cocciopesto, risulta essere intaccato dalla fornace B. Accanto a questo ambiente si sviluppa un vano con pavimento in terra battuta. Degni di nota sono gli altri due ambienti: si tratta di due piani collegati da un tratto in pendenza. Il pavimento, composto da mattoncini ricavati tagliando pezzi più grandi (ad es. tegole), mostra chiaramente l’impronta -in incrostazione calcarea bianca- di uno strumento circolare a dinamica rotante. Trovandoci di un complesso di fornaci laterizie, è possibile che si trattasse di una ventola per impastare l’argilla anche se impronte analoghe sono spesso riferibili a macchinari circolari utilizzati per la lavorazione delle olive (mole) o del vino (presse). Questi ambienti sono orientati Est-Ovst risultando perfettamente orientati con un cardine della centuriazione.

La vasca di lavorazione con pavimento a mattoncini: l'impronta circolare è evidente

La vasca di lavorazione con pavimento a mattoncini: l'impronta circolare è evidente

 

Articolo di Carla Conti, informazioni scientifiche di Maria Grazia Maioli e Corrado Caporali