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a casa, dopo 250 anni, il ritratto (in copia) di Baebia Bassilla, nobildonna
romana con Veleia nel cuore.
La sua città le dedica un angolo espositivo nell’Antiquarium
Baebia Bassilla a Veleia: una donna, una città
L’originale in bronzo, trovato durante gli scavi voluti da Filippo di Borbone, è esposto al Museo Archeologico Nazionale di Parma dal 1760
da domenica 8 marzo a domenica 3 maggio 2009
(prorogata fino a domenica 21 giugno)
Area archeologica ed Antiquarium della città romana di Veleia
località Rustigazzo di Lugagnano Val d’Arda (PC)
tutti i giorni dalle 9 alle 18 (fino al 15 marzo 9-15)
info 0523.807113
Bella, ricca, nobile e devota, Bassilla non era certo una romana
qualsiasi. La sua famiglia era molto nota non solo a Parma ma nell’intera
Regio Octava Aemilia e il cognomen della gens Baebia è inciso
più volte anche sulla Tabula Alimentaria redatta ai tempi di Traiano.
Vissuta alla fine del I sec. a.C. nel municipium di Veleia,
sull’Appennino piacentino, Bassilla è mossa da un così forte legame con
la città da far costruire, a proprie spese, il suggestivo portico ancora
parzialmente visibile nell’area archeologica.
Lo ricorda un’iscrizione rinvenuta lungo il portico occidentale del foro, una
grande lastra di marmo che recita “Baebia Bassilla, figlia di Tito, ha
offerto il calcidico ai suoi concittadini”.
Un gesto munifico ma non inusuale nel mondo romano. Per le famiglie facoltose
era quasi un obbligo donare i propri beni alla collettività, un atto da cui
traevano onore e prestigio, e che veniva spesso ricordato con iscrizioni o
statue celebrative.
Per questo quando a pochi passi dall’epigrafe venne trovato un busto onorifico
in bronzo raffigurante una giovane donna, quel ritratto dai lineamenti intensi e
tratti accurati fu subito messo in relazione con la figura di Bassilla.
Subito portata nel Ducale Museo di Antichità di Parma, oggi Museo Archeologico
Nazionale, istituito proprio per ospitare i materiali rinvenuti a Veleia, là
troneggia tuttora, di fianco ai grandi gruppi marmorei e ai prestigiosi reperti
emersi dagli scavi del 1760.
Adesso, dopo due secoli e mezzo, la statua torna a casa, seppure in copia
perfetta, in occasione della Giornata della Donna. Per festeggiarla, la
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna ha allestito un
angolo espositivo dedicato a “Baebia Bassilla a Veleia: una donna, una
città” che sarà inaugurato l’8 marzo nell’Antiquarium annesso alla zona
archeologica di Veleia a Lugagnano Val d’Arda (PC).
L’esposizione racconta la storia del reperto e della donna che raffigura
attraverso un piccolo apparato didattico: analogo pannello correda l’originale
in bronzo della statua, esposto a Parma.
Al termine della mostra, il materiale illustrativo rimarrà pubblicato nel sito
della Soprintendenza (www.archeobologna.beniculturali.it) dove sarà a
disposizione del pubblico
Il municipium di Veleia fu fondato in seguito alla conquista romana del II
secolo a.C. nel cuore del territorio della tribù ligure dei Veleiates o Eleates
sul luogo del preesistente centro indigeno di cui sono testimonianza le tombe
più antiche scoperte a nord-est del foro. La città si sviluppò su un sistema di
terrazze digradanti lungo la collina.
Il foro fu edificato su un ripiano artificiale ottenuto con un massiccio
sbancamento. Pavimentato ai tempi di Augusto in lastre di arenaria da Lucio
Licinio Prisco, uno dei massimi magistrati locali, è circondato su tre lati dai
resti di un portico su cui si aprivano botteghe e ambienti a destinazione
pubblica. Un imponente ingresso a duplice prospetto tetrastilo, inserito nel
colonnato del foro, ne consentiva l’accesso dalla terrazza più bassa.
A sud il complesso era chiuso dalla basilica, edificio a navata unica, dove
addossate alle pareti di fondo si levavano le dodici grandi statue in marmo di
Luni raffiguranti i membri della famiglia giulio-claudia, trasferite già nel
Settecento nel Ducale Museo di Antichità, oggi Museo Archeologico Nazionale di
Parma.
A monte, i resti dei quartieri di abitazione meridionale e di un edificio
termale sono sovrastati dalla terrazza su cui si erge -fin dal medioevo- la
pieve dedicata a S. Antonino.
Patrimonio culturale della regione fin dal 1760 (quando il Duca di Parma don
Filippo di Borbone ne avviò l’esplorazione a seguito del ritrovamento casuale,
nel 1747, dell’iscrizione bronzea della Tabula Alimentaria traianea) e da allora
oggetto di scavi e ricerche, Veleia è oggi uno dei centri archeologici più
importanti dell’Italia settentrionale