I
letti triclinari, l’armadio per le stoviglie, il tavolino a tre gambe per
appoggiare il cibo, la piccola mensola con il servizio da gioco, le pareti
affrescate e, sotto i piedi, il pavimento musivo decorato, cifra stilistica della stanza da
pranzo romana. Dopo duemila anni, torna a rivivere il triclinium della domus di
via Finamore: dal 27 settembre, al Museo Archeologico Sarsinate, sarà possibile
“entrare” nel luogo conviviale per eccellenza degli antichi romani grazie alla
ricostruzione, in scala reale, di quanto emerso dagli scavi urbani del 1988.
Il progetto nasce da un pavimento già esposto nel museo, un vasto e complesso
mosaico con figura centrale di Ercole ebbro. La presenza della soglia in pietra
ha permesso di riposizionare la porta d’ingresso mentre gli affreschi e le
decorazioni policrome parietali sono state ricreate sulla base dei resti di
affresco rinvenuti nello scavo; è stato anche ricostruito un ampio lacerto di
muro, visibile anche in sezione, in modo da poter apprezzare le tecniche
edilizie di età romana. I mobili sono stati riprodotti ispirandosi ad oggetti ed
affreschi rinvenuti a Pompei mentre i materiali collocati nella ricostruzione
sono quelli rinvenuti nello scavo del triclinium della domus di via Finamore.
Completano la scena e la rendono ancora più suggestiva alcune figure femminili a
grandezza naturale, tratte da affreschi pompeiani.
Ristrutturato verso la fine del II sec. d.C. e distrutto da un incendio nella
seconda metà del III, il triclinium della domus di via Finamore ebbe vita breve.
La ricostruzione che presentiamo per le Giornate Europee del Patrimonio (27 e 28
settembre) restituisce al pubblico di ogni latitudine la visione di uno spazio
sociale per eccellenza, luogo di giochi, danze e convivi; per l’occasione, il
museo resta aperto dalle 10 alle 21.
Il progetto di Gian Pasquale Petrarca è stato realizzato dallo studio sarsinate
“Artemisia” di Tamara Bosi e Valentina Tonetti, sotto il coordinamento
scientifico di Chiara Guarnieri, direttrice del Museo Archeologico Nazionale di
Sarsina con la collaborazione di Elisa Brighi. Fondamentale il sostegno della
Fondazione Susanna Torri di Mercato Saraceno