Le indagini archeologiche nella cripta e sul sagrato della Cattedrale di Reggio Emilia
Home - Comunicati stampa - Allegato per cartella stampa (18 aprile 2008)

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Gli scavi nella cripta restituiscono i resti di un mosaico di età tardoantica, strutture di epoca successiva ed elementi architettonici collegati alle fasi più antiche della cattedrale, tra cui gli accessi alla cripta già individuati all’interno della navata centrale.
Le indagini archeologiche sul sagrato riportano in luce il fronte esterno con porta di accesso della struttura circolare altomedievale già rinvenuta all’interno della Cattedrale e numerose sepolture riferibili a vari periodi storici.

Il complesso progetto di recupero avviato nel 2002 dal Comitato per il Restauro della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Reggio Emilia ha visto il coinvolgimento diretto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso l’intervento di ben tre Soprintendenze di settore (Beni Archeologici, Beni Architettonici, Beni Artistici/Storici) che hanno operato in stretta collaborazione con la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. I lavori di recupero hanno fornito - e continuano a rappresentare - una straordinaria opportunità per indagare in modo approfondito una delle più antiche ed importanti chiese della città.
Le indagini archeologiche si sono svolte fin dall’inizio sotto la Direzione Scientifica di Renata Curina, archeologa della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
In un primo tempo, gli scavi hanno interessato l’interno della cattedrale e, in particolare, la navata centrale e le due laterali; dal 2007 le indagini hanno riguardato il sagrato e la cripta.
Gli scavi sul sagrato della cattedrale, iniziati nel settembre 2007 e tuttora in corso, sono svolti dalla Società Cooperativa AR/S Archeosistemi di Reggio Emilia.
Allo stato attuale delle indagini, la fase più antica è stata individuata nell’area antistante il portale maggiore. È stata nuovamente intercettata la struttura muraria circolare rinvenuta nel corso degli scavi effettuati all’interno della navata centrale e risalente ad un periodo compreso tra il X e il XII secolo; di notevole interesse il riconoscimento di un’apertura, forse il portale di accesso, ipotesi avvalorata dalla presenza di due stipiti in pietra. Questo accesso è stato chiuso, in un secondo tempo, con un tamponamento in muratura, tuttora visibile; è probabilmente da ricondurre a questa fase anche la presenza di un pozzo in mattoni, rinvenuto sul lato sinistro del portale.

Appartengono al periodo altomedievale anche numerose sepolture; al momento le più antiche rinvenute sono quelle relative ad un sepolcreto che doveva svilupparsi davanti alla chiesa e che probabilmente proseguiva per buona parte anche verso la piazza. Le tombe, tutte a camera rettangolare in muratura, hanno copertura alla cappuccina e contengono due o più individui, deposti senza corredo. Mentre in corrispondenza dei portali minori le sepolture si trovano quasi a ridosso dell’attuale facciata, davanti al portale principale si riscontra una sorta di area di rispetto priva di sepolture.
Una successiva fase edilizia (XIII secolo) vede l’avanzamento di una campata della facciata della cattedrale e la costruzione di basamenti e strutture murarie ai lati e di fronte al portale. In corrispondenza degli accessi laterali sono stati inoltre rinvenuti resti di pavimentazioni in ciottoli e laterizi da ricondurre ad una sistemazione esterna all’edificio di culto.
Appartengono a questa fase alcune sepolture ad inumazione in nuda fossa, di cui una abbastanza singolare. Si tratta di una tomba contenente quattro deposizioni, non contemporanee, in cui l’ultimo inumato in ordine di tempo si presenta sepolto con quattro “conchiglie del pellegrino”, simbolo dell’avvenuto pellegrinaggio a Santiago di Compostela.
Le tombe più recenti, risalenti al XIV-XV secolo, sono state trovate subito sotto la pavimentazione attuale e sono caratterizzate da una profonda camera rettangolare in muratura con copertura alla cappuccina; all’interno erano deposti numerosi individui.
La struttura cronologicamente più recente è costituita da un imponente complesso murario, parallelo alla facciata: frammenti ceramici recuperati nella fossa di fondazione inducono a riconoscere in questa struttura un portico rinascimentale, tuttavia mai completato.

Sempre nel corso del 2007 sono iniziati gli scavi all’interno della cripta, eseguiti dalla società ARAN Progetti, sotto la direzione scientifica dell’archeologa Renata Curina.
Gli scavi, ancora in corso, hanno finora interessato la Cappella dei Caduti e la porzione centrale e meridionale del transetto. Le indagini archeologiche hanno rimesso in luce le stratificazioni ancora conservate sotto la pavimentazione realizzata durante la ristrutturazione della cripta (1923), portando in evidenza strutture e pavimentazioni collegate sia alle varie fasi costruttive della cattedrale che ad edifici di epoca precedente.
Nell’area del transetto sono stati riportati in luce i basamenti delle colonne che sostengono le volte a crociera del soffitto della cripta. La prosecuzione delle indagini, con sondaggi esplorativi mirati, potrà fornire dati utili alla comprensione e ricostruzione delle diverse fasi di crescita della cripta e soprattutto chiarirà la sua originaria ubicazione. In tal senso possiamo ipotizzare un primo assetto localizzato nell’odierna porzione centrale, in prossimità dei due antichi accessi rinvenuti sia durante gli scavi effettuati in passato nella navata centrale, che nel corso dell’odierna campagna di scavo. In un secondo tempo tali accessi hanno perso la propria funzione di passaggio con una tamponatura che li ha trasformati in piccoli vani, fino ad essere totalmente obliterati, in un momento successivo, con un deposito di macerie.
L’asportazione del piano pavimentale nella Cappella dei Caduti ha portato in luce alcuni ossari di epoca più antica. I saggi effettuati in profondità hanno inoltre permesso di riconoscere le differenti fasi di crescita del sito, dall’epoca romana fino all’edificazione dell’attuale cappella. Sono stati portati in luce resti di piani pavimentali musivi, databili tra il III e il IV secolo d.C., posti a circa m. 2,5 dell’attuale piano della cripta. Si tratta con ogni probabilità della porzione di cornice di un vano dalle dimensioni piuttosto ampie, viste le dimensioni della figura animale (una pernice) e delle figure geometriche; un altro lacerto musivo ha restituito parte di una figura umana maschile di cui non è ancora possibile definire l’attribuzione.

Su questo vano mosaicato si impostano resti di strutture murarie, in ciottoli e argilla, di età altomedievale e medievale. Le indagini hanno messo in evidenza anche i rispettivi piani pavimentali in terra battuta con buche di scarico, testimonianza che potrebbe indicare un insediamento abitativo esterno al luogo di culto.
Le ultime fasi riguardano presumibilmente le fasi di costruzione della cattedrale, individuate dal rinvenimento di piani di cantiere interessati da buche per la lavorazione della calce e la messa in opera di ponteggi; sono state individuate anche alcune sepolture probabilmente esterne alla cattedrale documentata da due tombe ad inumazione in cassa.
 

Informazioni scientifiche di Renata Curina (renata.curina@beniculturali.it), AR/S Archeosistemi (tecnico@archeosistemi.it), ARAN Progetti (v.parodi@libero.it )
web-site page: http://www.archeobologna.beniculturali.it/aree_reggiano/cattedrale_reggio_emilia.htm