Gli scavi nella cripta restituiscono i resti
di un mosaico di età tardoantica, strutture di epoca successiva ed elementi
architettonici collegati alle fasi più antiche della cattedrale, tra cui gli
accessi alla cripta già individuati all’interno della navata centrale.
Le indagini archeologiche sul sagrato riportano in luce il fronte esterno con
porta di accesso della struttura circolare altomedievale già rinvenuta
all’interno della Cattedrale e numerose sepolture riferibili a vari periodi
storici.
Il complesso progetto di recupero avviato nel 2002 dal Comitato per il
Restauro della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Reggio Emilia ha visto il
coinvolgimento diretto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
attraverso l’intervento di ben tre Soprintendenze di settore (Beni Archeologici,
Beni Architettonici, Beni Artistici/Storici) che hanno operato in stretta
collaborazione con la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. I lavori di recupero
hanno fornito - e continuano a rappresentare - una straordinaria opportunità per
indagare in modo approfondito una delle più antiche ed importanti chiese della
città.
Le indagini archeologiche si sono svolte fin dall’inizio sotto la Direzione
Scientifica di Renata Curina, archeologa della Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Emilia-Romagna.
In un primo tempo, gli scavi hanno interessato l’interno della cattedrale e, in
particolare, la navata centrale e le due laterali; dal 2007 le indagini hanno
riguardato il sagrato e la cripta.
Gli scavi sul sagrato della cattedrale, iniziati nel settembre 2007 e tuttora in
corso, sono svolti dalla Società Cooperativa AR/S Archeosistemi di Reggio
Emilia.
Allo stato attuale delle indagini, la fase più antica è stata individuata
nell’area antistante il portale maggiore. È stata nuovamente intercettata la
struttura muraria circolare rinvenuta nel corso degli scavi effettuati
all’interno della navata centrale e risalente ad un periodo compreso tra il X e
il XII secolo; di notevole interesse il riconoscimento di un’apertura, forse il
portale di accesso, ipotesi avvalorata dalla presenza di due stipiti in pietra.
Questo accesso è stato chiuso, in un secondo tempo, con un tamponamento in
muratura, tuttora visibile; è probabilmente da ricondurre a questa fase anche la
presenza di un pozzo in mattoni, rinvenuto sul lato sinistro del portale.
Appartengono al periodo altomedievale anche numerose sepolture; al momento le
più antiche rinvenute sono quelle relative ad un sepolcreto che doveva
svilupparsi davanti alla chiesa e che probabilmente proseguiva per buona parte
anche verso la piazza. Le tombe, tutte a camera rettangolare in muratura, hanno
copertura alla cappuccina e contengono due o più individui, deposti senza
corredo. Mentre in corrispondenza dei portali minori le sepolture si trovano
quasi a ridosso dell’attuale facciata, davanti al portale principale si
riscontra una sorta di area di rispetto priva di sepolture.
Una successiva fase edilizia (XIII secolo) vede l’avanzamento di una campata
della facciata della cattedrale e la costruzione di basamenti e strutture
murarie ai lati e di fronte al portale. In corrispondenza degli accessi laterali
sono stati inoltre rinvenuti resti di pavimentazioni in ciottoli e laterizi da
ricondurre ad una sistemazione esterna all’edificio di culto.
Appartengono a questa fase alcune sepolture ad inumazione in nuda fossa, di cui
una abbastanza singolare. Si tratta di una tomba contenente quattro deposizioni,
non contemporanee, in cui l’ultimo inumato in ordine di tempo si presenta
sepolto con quattro “conchiglie del pellegrino”, simbolo dell’avvenuto
pellegrinaggio a Santiago di Compostela.
Le tombe più recenti, risalenti al XIV-XV secolo, sono state trovate subito
sotto la pavimentazione attuale e sono caratterizzate da una profonda camera
rettangolare in muratura con copertura alla cappuccina; all’interno erano
deposti numerosi individui.
La struttura cronologicamente più recente è costituita da un imponente complesso
murario, parallelo alla facciata: frammenti ceramici recuperati nella fossa di
fondazione inducono a riconoscere in questa struttura un portico rinascimentale,
tuttavia mai completato.
Sempre nel corso del 2007 sono iniziati gli scavi all’interno della cripta,
eseguiti dalla società ARAN Progetti, sotto la direzione scientifica
dell’archeologa Renata Curina.
Gli scavi, ancora in corso, hanno finora interessato la Cappella dei Caduti e la
porzione centrale e meridionale del transetto. Le indagini archeologiche hanno
rimesso in luce le stratificazioni ancora conservate sotto la pavimentazione
realizzata durante la ristrutturazione della cripta (1923), portando in evidenza
strutture e pavimentazioni collegate sia alle varie fasi costruttive della
cattedrale che ad edifici di epoca precedente.
Nell’area del transetto sono stati riportati in luce i basamenti delle colonne
che sostengono le volte a crociera del soffitto della cripta. La prosecuzione
delle indagini, con sondaggi esplorativi mirati, potrà fornire dati utili alla
comprensione e ricostruzione delle diverse fasi di crescita della cripta e
soprattutto chiarirà la sua originaria ubicazione. In tal senso possiamo
ipotizzare un primo assetto localizzato nell’odierna porzione centrale, in
prossimità dei due antichi accessi rinvenuti sia durante gli scavi effettuati in
passato nella navata centrale, che nel corso dell’odierna campagna di scavo. In
un secondo tempo tali accessi hanno perso la propria funzione di passaggio con
una tamponatura che li ha trasformati in piccoli vani, fino ad essere totalmente
obliterati, in un momento successivo, con un deposito di macerie.
L’asportazione del piano pavimentale nella Cappella dei Caduti ha portato in
luce alcuni ossari di epoca più antica. I saggi effettuati in profondità hanno
inoltre permesso di riconoscere le differenti fasi di crescita del sito,
dall’epoca romana fino all’edificazione dell’attuale cappella. Sono stati
portati in luce resti di piani pavimentali musivi, databili tra il III e il IV
secolo d.C., posti a circa m. 2,5 dell’attuale piano della cripta. Si tratta con
ogni probabilità della porzione di cornice di un vano dalle dimensioni piuttosto
ampie, viste le dimensioni della figura animale (una pernice) e delle figure
geometriche; un altro lacerto musivo ha restituito parte di una figura umana
maschile di cui non è ancora possibile definire l’attribuzione.
Su questo vano mosaicato si impostano resti di strutture murarie, in ciottoli e
argilla, di età altomedievale e medievale. Le indagini hanno messo in evidenza
anche i rispettivi piani pavimentali in terra battuta con buche di scarico,
testimonianza che potrebbe indicare un insediamento abitativo esterno al luogo
di culto.
Le ultime fasi riguardano presumibilmente le fasi di costruzione della
cattedrale, individuate dal rinvenimento di piani di cantiere interessati da
buche per la lavorazione della calce e la messa in opera di ponteggi; sono state
individuate anche alcune sepolture probabilmente esterne alla cattedrale
documentata da due tombe ad inumazione in cassa.
Informazioni scientifiche di Renata Curina
(renata.curina@beniculturali.it),
AR/S Archeosistemi
(tecnico@archeosistemi.it), ARAN Progetti
(v.parodi@libero.it )
web-site page:
http://www.archeobologna.beniculturali.it/aree_reggiano/cattedrale_reggio_emilia.htm