Parma, Museo Archeologico Nazionale
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Ufficio stampa SBAER
14 settembre 2009

 

Dal 22 settembre 2009, grazie a un comodato ventennale concesso da Fondazione Cariparma

 

Il Museo Archeologico Nazionale di Parma espone una delle più ragguardevoli collezioni di scarabei egizi d'Europa

 

La Fondazione l’aveva acquistata dal collezionista Franco Magnarini nel 2008
429 scarabei-sigillo che si sommano alla ventina già esposta nella sezione egizia

 

Piccolo scarabeo sigillo in steatite con invetriatura grigiastra. La montatura in oro originale è estremamente raraPiccoli, formidabili amuleti, simbolo di rinascita Keperi e immagine del dio creatore, accompagnavano il proprietario in vita e in morte. Gli scarabei egizi erano minuscole sculture che riproducevano l’insetto: sul dorso la testa, le elitre e le zampe, sul ventre, talvolta, un decoro, il marchio con cui imprimere l’argilla umida. Questi erano gli scarabei sigillo, portafortuna e al tempo stesso suggelli con cui chiudere casse, cofanetti, giare o papiri.
Dal 22 settembre il Museo Archeologico Nazionale di Parma potrà esporre una delle più prestigiose collezioni di scarabei sigillo attualmente esistenti, la Collezione Magnarini, 429 esemplari, di cui 80 reali, datati dal 2100 al 525 a.C.
Grazie ad una convenzione tra Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Fondazione Cariparma, che l’aveva acquistata da Franco Magnarini nel 2008, la preziosa collezione troverà posto nella sezione egizia, di fianco alla ventina di scarabei (di cui sette “del cuore” e almeno due “reali”) già presenti nel museo. Con l’arrivo di questi esemplari, il Museo di Parma potrà mostrare al pubblico una delle più ampie collezioni di scarabei sigillo a livello nazionale e tra le più importanti d’Europa.
La collezione comprende esemplari di dimensione variabile dai 5 ai 30 millimetri, per lo più ottimamente conservati. Gli scarabei più antichi risalgono alla metà del Primo Periodo Intermedio (2100 a.C. circa), i più recenti all’Epoca Tarda (728-525 a.C.) Sono realizzati con diversi materiali (lapislazzulo, corniola, steatite, paste colorate e invetriate) e presentano sulla base piatta un ampio ventaglio di decorazioni, elementi lineari, geometrici, animali, figure umane, vegetali, motti, cartigli. Appassionato studioso di questi oggetti, Franco Magnarini aveva composto negli anni la ragguardevole collezione, partendo da un primo nucleo di una sessantina di esemplari, proprietà di famiglia; la collezione è stata pubblicata nel 2004 in un “Catalogo ragionato” edito da BAR, Oxford.
Per numero, ampiezza dell’arco cronologico, materiali e tecniche di produzione, varietà iconografica e rarità di alcuni esemplari, la collezione Magnarini di scarabei-sigillo è stata dichiarata dal Ministero di “eccezionale interesse artistico archeologico” nel 2000. Acquistata da Fondazione Cariparma, è stata concessa al Ministero in comodato ventennale rinnovabile, con la precisa finalità di favorirne al massimo la fruizione da parte del pubblico. A questo scopo è stato predisposto uno schermo a navigazione digitale touchscreen in grado di mostrare a video ogni singolo esemplare nei minimi dettagli, fornendo al tempo stesso diverse chiavi di lettura degli scarabei e dell’intera sezione egizia. Il sistema consente diversi livelli di approfondimento, da quello più tecnico che riporta integralmente il testo del Catalogo, al più divulgativo, a quello nettamente didattico, studiato apposta per le classi elementari che frequentano assiduamente la sezione egizia.
Il nuovo allestimento è stato curato da Roberta Conversi, Responsabile della sezione egizia del museo, in collaborazione con la Direttrice Maria Bernabò Brea e con Francesca Magri di Fondazione Cariparma. Una parte dei testi è stata curata dallo stesso Magnarini che ha anche riproposto integralmente la schedatura fatta nel suo catalogo.  Per rendere fruibile la collezione anche al pubblico straniero, è stata predisposta la versione inglese dei testi, grazie alla collaborazione con la Prof.ssa Gillian Mansfield dell'Università degli Studi di Parma.

Museo Archeologico Nazionale
PARMA, Palazzo della Pilotta
tel. 0521.233718 - fax 0521.386112
sba-ero.museoarchparma@beniculturali.it
orari: martedì - domenica 9-14, chiuso Lunedì (gli orari sono soggetti a cambiamenti: si consiglia di telefonare per conferma, tel. 0521.233718)
Ingresso € 2,00 - ridotto € 1,00

per approfondimenti: http://www.archeobologna.beniculturali.it/Parma/scarabei_sigillo.htm
Roberta Conversi, roberta.conversi@beniculturali.it , tel. 0521.233718

Il Museo Archeologico Nazionale ha sede nello storico Palazzo della Pilotta, realizzato tra il ‘500 e il ‘700 dai Farnese.
Fu istituito nel 1760 da Filippo di Borbone per accogliere i reperti provenienti dagli scavi della città romana di Veleia (PC) -in particolare la “tabula alimentaria” scoperta nel 1747- che si uniscono alle precedenti collezioni raccolte dalle famiglie Gonzaga e Farnese.
Sotto il Ducato di Maria Luigia nasce il Museo “moderno” che si arricchisce della collezione Egizia e di ritrovamenti archeologici provenienti da scavi effettuati in città come il tesoretto dal Teatro Regio.
Dopo l’Unità d’Italia il Museo diventa un importante centro di studi della preistoria grazie al Direttore Luigi Pigorini, il fondatore della paletnologia italiana, e a Pellegrino Strobel, Professore di Scienze Naturali, che avviano gli studi sulle “terramare”, i villaggi sorti nella pianura padana durante l’età del bronzo.
Al Museo sono esposte sculture di età romana -in parte provenienti dalle collezioni dei Farnese e dei Gonzaga di Guastalla-, ceramiche greche, italiche ed etrusche, urnette, specchi e bronzetti etruschi, la collezione egizia -con sarcofagi, vasi canopi, rilievi e papiri funerari, bronzetti votivi, amuleti, scarabei e ushabti-, il medagliere, con monete e medaglie, e la collezione dalla città romana di Veleia (PC), tra cui le 12 statue in marmo della famiglia dell’imperatore Augusto, due notevoli ritratti bronzei e la celebre tabula alimentaria.
Le sezioni dedicate all'Archeologia del Parmense coprono un arco temporale che va dalla preistoria all’alto medioevo. Nella sezione preistoria e protostoria della provincia di Parma sono esposti materiali paleolitici, mesolitici, neolitici, dell’età del Rame e del Bronzo tra cui una sepoltura neolitica con corredo funerario e reperti in bronzo, corno di cervo, ambra e legno, provenienti dalla terramara di Castione Marchesi. Altre sezioni sono dedicate ai materiali di età romana rinvenuti a Parma -statue, frammenti architettonici, mosaici, oggetti di bronzo, epigrafi funerarie, un tesoro di gioielli e di monete del III sec.d.C.- e ad alcuni gioielli provenienti da tombe longobarde.