PARMA – Il Soprintendente Filippo Maria Gambari presenta il volume che illustra una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi anni, una vasca lignea del XV sec.a.C. rinvenuta a Noceto nel 2004
ACQUA E CIVILTÀ
NELLE TERRAMARE
La vasca votiva di Noceto
Mercoledì 25 maggio 2011, alle ore 18
Parma, Casa della Musica
Piazzale San Francesco 1
Intervengono LUCA SOMMI, Assessore alla Cultura
del Comune di Parma, FABIO FECCI, Assessore alla Sicurezza del Comune di Parma,
e GIUSEPPE PELLEGRINI, Sindaco del Comune di Noceto
Presenta il volume FILIPPO MARIA GAMBARI, Soprintendente ai Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna
Sono presenti gli autori Maria Bernabò Brea e Mauro Cremaschi
Una
delle più spettacolari e importanti scoperte dell’archeologia italiana ed
europea. Così gli esperti hanno definito il
ritrovamento nel territorio di Noceto
di una gigantesca vasca di legno del XV sec. a.C., un vero e proprio bacino
artificiale probabilmente destinato alla deposizione di offerte votive.
A pochi anni dalla scoperta, Maria Bernabò Brea (Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna) e Mauro Cremaschi (Dipartimento di Scienze
della Terra dell'Università di Milano) pubblicano i dati nel volume “Acqua e
civiltà nelle Terramare. La vasca votiva di Noceto” che sarà presentato a Parma
dal Soprintendente archeologo Filippo Maria Gambari mercoledì 25 maggio, alle
ore 18, alla Casa della Musica in Piazzale San Francesco 1.
Il libro illustra i primi risultati degli scavi e degli studi condotti fino ad
oggi su questa straordinaria testimonianza archeologica venuta in luce
casualmente nel 2004 in località Torretta di Noceto, nel parmense. La grande
vasca di legno non solo rappresenta una poderosa opera di ingegneria e
carpenteria di una comunità terramaricola dell'età del Bronzo ma è anche
portatrice di significati collegabili alla sfera del sacro. Si tratta di un
reperto risalente a 3500 anni fa, eccezionalmente ben conservato grazie alle
particolari condizioni del terreno, una scoperta che rivoluziona le nostre
conoscenze sulla protostoria e sulle credenze religiose della civiltà delle
terramare.
Poter disporre della gran mole di dati acquisiti con scavi e ricerche è un
evento di somma importanza.
La vasca di Noceto fu probabilmente utilizzata dal XV al XIV secolo a.C. Il
dato eccezionale di questo reperto risiede non solo nelle sue dimensioni (si
tratta di una vasca rettangolare di circa 22 metri per 13, profonda almeno 4) e
nelle caratteristiche costruttive (che testimoniano capacità progettuali e
carpentieristiche estremamente evolute) ma soprattutto nella sua ubicazione, nel
suo utilizzo e nel tipo di materiali rinvenuti al suo interno. Una volta
riempita d’acqua (operazione di per sé complessa), nella vasca furono infatti
deposti svariati oggetti –vasellame in ceramica, animaletti fittili, attrezzi in
legno, ciottoli di fiume, ossa animali e altro– attentamente selezionati e
altrettanto accuratamente posizionati. Questi e altri fattori hanno persuaso
Maria Bernabò Brea e Mauro Cremaschi che la vasca di Noceto non sia stata
costruita per esigenze funzionali ma sia stata invece creata e realizzata con
scopi rituali.
Le indagini archeologiche e naturalistiche tuttora in corso, impediscono di
scrivere il finale stabilendo, come scrivono gli autori, se la vasca sia stata
realizzata per celebrare un evento particolare, un personaggio eminente o
un’usanza legata alle attività produttive delle genti che la costruirono.
Il prosieguo degli studi e della collaborazione tra Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Emilia-Romagna, Università degli Studi di Milano e Comune di
Noceto continuerà a raccontare l’avvincente storia di questo reperto e degli
uomini che l’hanno costruito.