Il 28 gennaio saranno presentati gli scavi e il progetto di recupero del cortile
Non
solo la cinquecentesca fontana monumentale, quasi intatta sotto uno strato di
macerie, ma anche cospicui resti delle strutture dell’Abbazia del XIII secolo e
un tratto delle fortificazioni medievali costruite a cavallo dell’anno Mille.
Sono queste le scoperte più significative emerse dagli scavi nel cortile detto
“della spezieria”, all’interno del monastero di San Pietro a Modena
Le indagini archeologiche, finanziate dal parroco di San Pietro, Don Paolo
Malavasi, e preventive al progetto di recupero del complesso, avevano lo scopo
di verificare la consistenza dei depositi archeologici e di accertare lo stato
di conservazione della fontana monumentale al centro del cortile, costruita nel
primo Cinquecento e smantellata all’inizio dell’800.
Gli scavi hanno assodato non solo che la fontana si è in gran parte conservata
al disotto di un massiccio strato di macerie edilizie, ma anche l’esistenza di
nuove e significative testimonianze sia delle fortificazioni di Modena medievale
che di un’antica fase costruttiva del famoso complesso abbaziale di San Pietro,
la cui storia affonda le radici alla fine del X secolo.
I lavori di scavo, coordinati sul campo dall’archeologo Alberto Monti, si sono
svolti sotto la direzione scientifica del Soprintendente Luigi Malnati e di
Donato Labate della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
La scoperta più significativa è un grosso muro, ampio circa 1,5 metri e
profondo almeno due metri, realizzato con il riutilizzo di mattoni d’epoca
romana e rinvenuto a pochi decimetri di profondità. Quasi certamente si tratta
di un tratto delle fortificazioni dell’XI secolo, citate in un diploma del 1026
con il quale l’Imperatore Corrado II il Salico concedeva al vescovo di Modena la
possibilità di ampliare le mura della città. Si riferiscono a queste
fortificazioni anche i recenti ritrovamenti in Piazzale San Francesco dove è
riemerso un lungo tratto di muro proveniente da “rua Muro”, la strada che
conserva nel toponimo la memoria delle fortificazioni smantellate alla fine del
XII secolo a seguito di una nuova espansione delle mura cittadine.
Grazie a questo nuovo ampliamento, furono riedificati anche la chiesa ed il
cenobio benedettino di San Pietro, utilizzando come fondamenta le antiche
fortificazioni. Nel “cortile della spezieria”, in corrispondenza delle strutture
di difesa ormai defunzionalizzate, è infatti venuto in luce un grande edificio
con pavimento in cocciopesto, dotato di grandi pilastri, che potrebbe riferirsi
al refettorio o forse alla stessa Chiesa di San Pietro nella sua riedificazione
del XIII secolo. Questa struttura venne abbattuta alla fine del ‘400, in
occasione dell’edificazione del nuovo edificio sacro (l'attuale), per edificare
al centro di un nuovo ampio cortile la grande fontana ritrovata negli scavi
insieme ad alcune tombe ad inumazione, ossari ed altre strutture bassomedievali
e di età moderna.
Il progetto di recupero del complesso, affidato all’architetto Vincenzo Vandelli
e soggetto alle prescrizioni della Soprintendenza per i Beni Architettonici e
per il Paesaggio per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, prevede sia
il restauro dell’antica fontana che la valorizzazione di un tratto delle
fortificazioni.
Le indagini archeologiche hanno rappresentato un fruttuoso campo scuola per gli
studenti del Corso di Laurea in Scienze dei Beni Culturali dell’Università degli
Studi di Modena e Reggio Emilia e per alcuni studenti del Liceo Classico “L. A.
Muratori”.
In una conferenza programmata per il 28 gennaio prossimo dalla Parrocchia di San
Pietro e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna,
verranno presentati al pubblico gli esiti delle indagini archeologiche ed il
progetto di recupero del cortile della spezieria.
Per saperne di più http://www.archeobologna.beniculturali.it/modena_san_pietro/mura_fontana.htm
Per informazioni scientifiche: Donato Labate (339.7930338 donato.labate@beniculturali.it ), Alberto Monti ( albertom@iol.it )