Chiesa di San Francesco in Modena: lavori di consolidamento e restauro (*)
Home - Comunicati stampa - Allegato per cartella stampa (14 febbraio 2008)

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Relazione di Graziella Polidori, architetto
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia

La chiesa di San Francesco è di proprietà dell’omonima Parrocchia.
Nel novembre 2004 si sono verificate cadute di intonaco dal soffitto voltato della navata centrale dell’edificio. L’analisi ravvicinata della situazione, eseguita con cestello elevatore, ha evidenziato la presenza di numerose lesioni di diversa origine e sezione.
Al fine di evitare i possibili pericoli derivanti da nuovi distacchi di parti d’intonaco dalla volta, il parroco ha provveduto a far installare una rete metallica di protezione all'altezza delle catene (a circa 13 metri dal pavimento) dei due archi delle prime campate della navata centrale, zona maggiormente interessata dalla presenza di crepe, dalla quale si erano verificati i precedenti distacchi. Per prevenire eventuali cadute di piccoli frammenti di intonaco, la rete è stata coperta con teli di plastica; in tal modo è stata mantenuta l'accessibilità e la fruibilità della chiesa senza pericolo per i frequentatori.
A cura della proprietà sono stati effettuati alcuni sondaggi all’interno dell’edificio per verificare la consistenza delle fondazioni e la qualità del terreno; è stato predisposto un accurato rilievo delle strutture che ha portato alla scoperta di una struttura portante nascosta all’interno dei pilastri e della muratura sovrastante oggi visibile. I risultati, non confortanti, hanno reso necessaria la stesura di un progetto di consolidamento, redatto a cura del tecnico incaricato dalla proprietà e autorizzato dalla Soprintendenza.
La relazione progettuale evidenzia che i “pilastri hanno un'inclinazione che varia da pilastro a pilastro, misurata all'altezza della catena cioè a m. 12,67 dalla pavimentazione, va da un minimo di cm. 12 ad un massimo di cm. 30. Queste rotazioni potevano dipendere da un cedimento plastico del terreno, per altro riscontrabile visibilmente dai numerosi rigonfiamenti del pavimento della chiesa. Questi effetti visibili imponevano la necessità di capire le cause del fenomeno che li aveva provocati, al fine di impedire non solo l'ulteriore progredire degli stessi, ma di mettere in assoluta sicurezza le strutture statiche della chiesa”.
I lavori strutturali autorizzati sono volti al consolidamento delle murature lesionate, nonché delle strutture a volta danneggiate e come emerge dalla relazione tecnica allegata all’istanza, “hanno il compito essenziale di migliorare la collaborazione delle strutture murarie per ottenere una risposta adeguata ai carichi e alle sollecitazioni statiche”.
Sempre a cura della proprietà, sono state eseguite le necessarie analisi geologiche e geotecniche necessarie per eseguire il progetto di consolidamento delle fondazioni teso a ripristinare gli equilibri che consentono di raggiungere un buon livello di sicurezza statica. I risultati delle indagini hanno consentito di predisporre il progetto di consolidamento delle stesse. I lavori previsti in questa ultima fase e autorizzati dalla  Soprintendenza competente (Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna), hanno riguardato anche la rimozione della attuale pavimentazione in piastrelle in gres realizzata negli anni 60 del Novecento, in avanzato stato di degrado causato da avvallamenti e macchie di umidità. Tale rimozione ha consentito di predisporre un impianto di riscaldamento ancora in fase di realizzazione, al di sopra del quale verranno posti in opera, mantenendo la stessa quota del piano pavimentale, elementi in cotto dello stesso tipo di quelli presenti nella zona absidale. I lavori di questa ultima fase comprendono anche il restauro del paramento murario esterno caratterizzato da un leggero strato di intonachino sagramato.

(*) L’autorizzazione dei lavori e la relativa vigilanza si sono svolte a cura della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia