Polo Museale dell’Emilia-Romagna, Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, Università di Bologna Dipartimento Storia Culture Civiltà
Marzabotto (BO). L’alimentazione secondo gli Etruschi: le risorse dell’ambiente, il consumo dei cibi e gli aspetti simbolici dei banchetti in onore dei defunti in una mostra collegata ai temi di Expo 2015
A tavola con gli Etruschi di Marzabotto
Quando Fufluns vegliava sui banchetti. Dal prezioso vasellame d’importazione greca usato nei simposi alle stoviglie d’ogni giorno, dalle risorse alimentari alla lavorazione delle materie prime, un viaggio tra usi, costumi e rituali degli abitanti di Marzabotto di 2500 anni fa
MARZABOTTO
(BO)
Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” e antica città di Kainua
Via Porrettana Sud n. 13
info 051 932353
dal 17
maggio 2015 al 10 gennaio 2016
negli orari di apertura del museo
Ingresso € 3,00 – gratuito per under 18 e la prima domenica di ogni mese
Info 051.932353
sar-ero.museonazionaletrusco@beniculturali.it
www.archeobologna.beniculturali.it
Su tutto vegliava Fufluns, divinità degli alberi e della fecondità,
signore del vino e del delirio mistico. Il suo regno, il simposio; la sua icona,
una coppa da vino (kantharos).
Dionysos per i Greci, Bacco per i Romani, il più gaudente degli Dei
testimonia quanto da sempre il cibo, al di là della sua funzione nutritiva,
abbia espresso altri valori, simbolici e sociali.
Collegata al tema di Expo Milano, la mostra “A tavola con gli Etruschi di
Marzabotto” illustra con reperti corredati da pannelli, didascalie e schede di
sala, alcuni aspetti specifici dell'alimentazione degli etruschi: le risorse
dell’ambiente, le modalità del consumo del cibo e i suoi aspetti simbolici
collegati ai banchetti in onore dei defunti.
Lo straordinario bronzetto raffigurante Fufluns è il testimonial di un
viaggio alla scoperta di un popolo raffinato descritto dagli antichi come
godereccio e mondano, perennemente a tavola mentre stuoli di schiavi servono
cibi succulenti versando vino in grandi coppe.
Il viaggio parte dalla terra, non a caso generosa come attesta la sezione
dedicata alle risorse alimentari integrata da recenti studi paleobotanici. A
Marzabotto si coltivavano orzo, farro e grano in quantità, si producevano fichi
e legumi, si allevavano maiali e ovini, si cacciavano cervi e selvaggina, si
importavano olio e vino.
Sulle tavole dei ricchi regnava l’abbondanza. I cuochi preparavano carne
arrostita o bollita condita con salse a base di cereali, verdure e spezie. La
carne, cibo di lusso il cui consumo era legato e precisi rituali, si mangiava
con focacce, uova e verdure e il pasto era chiuso da frutta e dolciumi. Il vino
era miscelato con acqua e insaporito con spezie, miele o formaggio grattugiato.
Il tutto servito in raffinato vasellame da mensa, piatti, vassoi e stoviglie
addobbavano la tavola, il vino era attinto da grandi crateri e versato nei
calici e nelle tazze dei singoli commensali.
Accanto ai vasi etruschi, la mostra concentra l’attenzione sui preziosi vasi
attici decorati e sui servizi in bronzo poi deposti nelle tombe per consentire
al defunto di banchettare nella sua nuova vita nell’aldilà. Vengono dalle
necropoli di Kainua le ceramiche attiche e a vernice nera di VI-IV sec. a. C.
tra cui spiccano crateri, kylikes (coppe) e uno straordinario
kantharos bifronte con teste di menade e satiro.
Cuore della sezione dedicata al simposio sono le due sepolture di V secolo a.C.
rinvenute nel 1969 a Sasso Marconi. Arricchite per l’occasione di pannelli che
illustrano gli aspetti simbolici della complessa ideologia del banchetto
dell'aldilà, le due tombe presentano corredi dotati di tutti gli elementi più
significativi del servizio da vino, dalla ceramica attica ai grandi recipienti e
utensili in bronzo.
Mutuato integralmente dalla pratica greca -salvo che per la presenza delle
donne- l’adesione all’ideologia del banchetto è ampiamente attestata a
Marzabotto nel suo valore simbolico, legato in particolare al culto di Dioniso,
che si esprimeva nella ritualità della preparazione e del consumo del vino, e in
intermezzi di musica, danza, poesia e giochi.
Oltre alle testimonianze della fine ceramica d’importazione, restano i
contenitori come tazze e brocche in ceramica comune prodotte in abbondanza nei
laboratori della città, usati nel quotidiano specie per il consumo del più
tipico dei loro piatti a base di fava, piselli o ghiande.
Il percorso tra le varie sale del museo evidenzia l’uso dei diversi recipienti
fittili di produzione locale, di forma chiusa o aperta, utilizzati per contenere
o consumare alimenti liquidi e solidi. Alcune anfore commerciali venute da
oltremare e una macina per il grano consentono di approfondire i temi dei
prodotti d'importazione e della lavorazione delle materie prime mentre la
presenza di pozzi e bacili (louteria) introducono alle modalità di
sfruttamento domestico delle risorse idriche.
Al vino e alla sua divinità emblematica, Dionysos, è dedicata la vetrina
della sala III contenente la statuetta in bronzo raffigurante Fufluns (il
Dioniso etrusco) nudo e con il kantharos in mano, rinvenuta
nell’Ottocento a Sasso Marconi, e alcuni vasi attici dalle necropoli della città
etrusca di argomento dionisiaco
orari Museo
Dal 1 aprile al 31 ottobre da Martedì a Domenica dalle 9 alle 18.30
Dal 1 novembre al 31 marzo da Martedì a Domenica dalle 9 alle 17.30
Chiuso il lunedì, Natale e Capodanno
La mostra è inserita nel progetto Semi che l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna dedica ai temi di Expo Milano 2015 mettendo in rete più di 100 musei e luoghi d’arte per dare vita a un racconto collettivo fatto di itinerari ed eventi speciali distribuiti su tutto il territorio regionale
Inaugurazione domenica 17 maggio 2015, ore 11
Visite guidate gratuite alle ore 16 di domenica 17 maggio (Paola Desantis), domenica 24 maggio (Matteo Tirtei), domenica 31 maggio (Malik Franzoia), domenica 7 giugno (Siriana Zucchini), domenica 14 giugno (Riccardo Vanzini) e nelle domeniche del 21 e 28 giugno (Paola Desantis)
Marzabotto (Kainua)
è l’unico esempio al mondo di città etrusca regolare e pianificata giunta a noi
ancora perfettamente leggibile in tutti i suoi settori.
A Marzabotto gli Etruschi avevano non solo progettato la città secondo un
modello assunto direttamente dal mondo greco (seppur "mediato" dall'etrusca
disciplina), ma i legami culturali e commerciali con l’Ellade erano
quotidianamente alimentati tramite il fiume Reno (che all'epoca sfociava nel
ramo spinete del Po), il porto di Spina e l’Adriatico.
Di questa grecizzazione sono segno evidente non solo la ceramica attica, la cui
presenza nei corredi tombali connota la completa acquisizione dell'ideologia del
vino e del banchetto nell'Aldilà, ma anche reperti splendidi come la testa di
kouros in marmo greco o la grande kore in bronzo che propongono la possibilità
di una produzione anche locale atteggiata fedelmente al mondo greco ma tradotta
in stilemi specificamente etruschi.
Risale ai primi anni del Duemila la scoperta del grande tempio urbano dedicato a
Tinia (sommo dio degli Etruschi corrispondente allo Zeus dei Greci) che ha
cambiato il volto della città.