FORMIGINE (MO), frazione Magreta – Gli scavi archeologici nella Chiesa della Natività di Maria Santissima individuano le fasi costruttive più antiche dell’edificio: la cappella palatina del castello dei Da Magreta, con sepolcreto dell’XI-XII secolo, e alcuni resti delle strutture di XIII-XIV secolo
Domenica 12 aprile 2015, dalle 9.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19
“Un millennio di storia sotto il pavimento”
apertura straordinaria della Chiesa e dell'Oratorio di Magreta con visite guidate gratuite condotte da archeologi, architetti e ingegneri
Chiesa della Natività di Maria Santissima
via Don Franchini n. 26
Formigine (MO), frazione Magreta
Ingresso dalle 9.30 alle 12 e
dalle 15.30 alle 19
visite guidate per gruppi di max 30 persone con prenotazione obbligatoria 059.554112 - 366 7311358
info parrocchiamagreta@gmail.com
La Chiesa della Natività di Maria Santissima a Magreta di Formigine apre una
finestra su un millennio della propria storia. Grazie ad ampie superfici vetrate
inserite nel pavimento, il pubblico può adesso ammirare i resti di altre due
chiese precedenti venuti in luce negli scavi archeologici: una cappella palatina
medievale con annesso sepolcreto dell’XI-XII secolo e una chiesa di XIII-XIV
secolo. Da ora la Chiesa di Magreta è una delle pochissime in Emilia-Romagna con
le antiche strutture a vista.
Terminati i lavori di consolidamento strutturale dell’edifico e in attesa del
restauro degli affreschi interni, la Parrocchia di Magreta e la Soprintendenza
Archeologia dell’Emilia-Romagna organizzano per domenica 12 aprile 2015
un’apertura straordinaria con visite guidate alla chiesa e all’oratorio.
Gli archeologi di “ArcheoModena” che hanno condotto gli scavi archeologici
illustreranno al pubblico i resti delle antiche strutture e quelli del vicino
Castello medievale di Magreta, venuti in luce negli scavi del 2001, mentre uno
staff di architetti e ingegneri descriverà gli interventi di consolidamento
realizzati.
L’appuntamento è dalle 9.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19 all’Oratorio della
Parrocchia della Natività di Maria SS. di Magreta, in Via Don Franchini 26
(visite per gruppi di max 30 persone, prenotazione obbligatoria al 059.554112
oppure 366 7311358)
“Due chiese erano già in Magreda ... Quella di S. Maria è la sola che ora
sussiste nella Pieve e nella Congregazione di Formigine”. Così nel XVIII
secolo, nel “Dizionario topografico-storico degli Stati Estensi”, Girolamo
Tiraboschi riassumeva i documenti che indicavano, alla fine del Duecento, la
presenza di una chiesa nei pressi del castello di Magreta, proprio dove è oggi
la Parrocchia della Natività di Maria Santissima.
Dopo il rinvenimento nel 2001 dei resti del castello medievale di Magreta, in
anni più recenti sono emersi anche quelli della chiesa più antica, con alcune
sepolture medievali.
L’attuale chiesa di Magreta, in stile neoclassico con impianto a croce latina a
navata unica, fu realizzata tra 1821 e 1823. L’edificio occupa parte dell’area
su cui sorgeva una precedente chiesa, di cui si conserva ancora la facciata
settecentesca.
Gli ultimi scavi hanno però appurato che, oltre alla chiesa settecentesca, si
sono conservati anche resti relativi a fasi costruttive molto più antiche. Sotto
al transetto della chiesa attuale sono state infatti messe in luce strutture
riferibili a un periodo compreso tra l’XI-XII e il XVII secolo.
Le indagini archeologiche, effettuate a più riprese dal novembre 2010 all’estate
2014, sono state condotte da Francesco Benassi della ditta ArcheoModena sotto la
direzione scientifica di Donato Labate della Soprintendenza Archeologia
dell’Emilia-Romagna.
Gli scavi hanno messo in luce una parte dell’impianto della più antica chiesa di
Magreta, una cappella palatina a pianta rettangolare, con strutture di
fondazione realizzate in ciottoli fluviali legati con malta, realizzata
all’interno della cinta del castello dalla famiglia Da Magreta (citata
già dall'XI secolo come signori di Magreta).
A questa fase appartiene anche un piccolo cimitero addossato all’esterno della
cappella, con tombe alla cappuccina e fossa con pareti in ciottoli fluviali. Il
ritrovamento di due fibbie in ferro risalenti al periodo compreso tra la fine
dell’alto e l’inizio del basso Medioevo, consente di fissare all’XI-XII secolo
la datazione della chiesa primigenia.
Tra il XIII e il XIV secolo, in una fase di profonda trasformazione del castello
di Magreta, la chiesa viene ampliata verso est con la costruzione di un nuovo
presbiterio (probabilmente absidato) e l’apertura di un portale di ingresso sul
lato ovest: risalgono a questo periodo i lacerti murari di fondazione realizzati
sopra il vecchio cimitero palatino e la base dell’antico altare rinvenuta al
centro del presbiterio.
Dietro l’altare maggiore dell’attuale chiesa, gli scavi hanno evidenziato
inoltre le tracce di una cappella laterale aperta nel corso del XVII secolo sul
muro perimetrale sud dell’edificio, già indicata nei documenti settecenteschi
come “Cappella del Rosario”. Sotto l’attuale pavimento sono infine emerse anche
alcune strutture sepolcrali a camera laterizia con volta a botte, databili tra
il XVI e il XVII secolo, pertinenti a importanti famiglie e notabili di Magreta. Tra queste è stata identificata
la tomba di Ludovico
Antonio Bartolamasi, Rettore della chiesa di Magreta, morto nel 1721, da cui proviene
una scarpa in cuoio, con zoccolo in legno, perfettamente conservata.
I recenti ritrovamenti archeologici si sommano ai resti del castello di Magreta
messi in luce negli scavi del 2001. Del castello medievale, collocato di fronte
all’antico ingresso della chiesa, sono visibili le fondazioni in ciottoli e
alcune strutture murarie di età basso medievale.
Gli interventi di consolidamento e restauro della Parrocchiale sono stati
finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e dalla Regione
Emilia-Romagna.
I lavori, seguiti dall’architetto Stefano Benedetti e dagli ingegneri Bruno
Dettori e Angela Braglia, sono realizzati sotto il controllo dell’ex Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, della
Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Bologna, Modena, Reggio
Emilia e Ferrara e della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna.
Per maggiori informazioni sugli scavi 2010-2011