Forlì - Uno stargate sulla città in età romana nella mostra "Vivere a Forum Livi"
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Ufficio stampa SBAER
7 novembre 2013

Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Fondazione RavennAntica

Vita e piaceri in una domus dell’antica Forum Livi. In mostra più di 150 reperti provenienti dallo scavo effettuato nel 2003-2004 nella parte nordoccidentale di Forlì, restaurati e proposti al pubblico per la prima volta.
Il più spettacolare un mosaico triclinare del II secolo, i più singolari una placca da cinturone militare e un insolito oggetto interpretato come un’arnia

L'insolito oggetto in terracotta identificato, sulla base di esemplari simili, come un'arnia per apicolturaVivere a Forum Livi. Lo scavo di via Curte

dal 9 novembre 2013 al 12 gennaio 2014

Forlì (FC), Palazzo del Monte di Pietà
Corso Garibaldi 37

ingresso gratuito

9 novembre - 23 dicembre: martedì-venerdì 9-12, sabato-domenica 10-13 e 16-19
24 dicembre - 12 gennaio: martedì-venerdì 16-19, sabato-domenica 10-13 e 16-19
chiusa: 25 dicembre, 1 e 6 gennaio

Il pezzo più curioso è certamente un’arnia per l’apicoltura, quello più spettacolare un mosaico triclinare di II secolo recentemente restaurato. Ma lo scavo effettuato tra il 2003 e il 2004 in via Curte, a Forlì, più che reperti ha fornito informazioni. Indagando estensivamente e con le tecniche più moderne gli strati di età romana, ha permesso di ricostruire i principali livelli abitativi dell’area, dalla prima occupazione alla metà del I sec. a.C. fino all’età altomedievale.
Finora di Forlì romana si sapeva poco e non restava molto: ora la mostra “Vivere a Forum Livi. Lo scavo di Via Curte”, grazie allo studio dei materiali e documenti di scavo, offre uno spaccato significativo della vita quotidiana della città in età romana.
Allestita nel Palazzo del Monte di Pietà fino al 12 gennaio, l’esposizione presenta più di 150 reperti proposti al pubblico per la prima volta. La mostra corre su due binari tematici: da un lato la storia urbana di Forlì in età romana, con particolare riguardo alle domus, dall’altro l’approfondimento dei diversi aspetti della vita quotidiana.
L’area di via Curte fu urbanizzata attorno alla metà del I sec. a.C. quando venne costruito un edificio residenziale e impiantate alcune attività artigianali fra cui una fornace per la cottura di vasellame. Tra la fine del I sec. a.C. e l'inizio del I sec. d.C., la fornace fu demolita, il terreno livellato e tutto il materiale venne riutilizzato per ampliare l’edificio residenziale che fu anche arricchito da un triclinio e una corte interna con pozzo.
Questa sistemazione durò fino al II sec. d.C. quando il triclinio venne sostituito da uno più ampio (m. 6x6), decorato con il mosaico visibile nella mostra. La domus sarà poi abbandonata all'inizio del IV secolo, subendo crolli, devastazioni e parziali spoliazioni delle murature. L’area verrà ancora occupata per qualche tempo (ma senza riguardo per il mosaico che è anche forato con pali di legno e usato come piano per un focolare), fino al definitivo abbandono alla fine del V secolo.
L’indagine archeologica ha restituito cospicuo materiale laterizio, frammenti di affreschi, esagonette, mattoncini per opus spicatum, e una gran quantità di lastrine di marmo, sia bianco che policromo, provenienti dal bacino del Mediterraneo.
La mostra espone per la prima volta il mosaico del triclinio, finora conservato nei magazzini della Pinacoteca Civica di Forlì: composto da tessere in bianco e nero a motivo geometrico, per una superficie di 20 mq, è allestito per l’occasione con copie dei letti tricliniari.
Gli oggetti rinvenuti negli scavi raccontano abitudini e vita quotidiana in una domus di età romana.
Rimandano al mondo femminile i pesi da telaio e gli aghi in bronzo per cucire, la scrittura è attestata dagli stili in osso, i commerci da alcune monete mentre l’ozio del dominus è testimoniato dalle pedine in pasta vitrea usate sulla tabula lusoria.
Tra i reperti più interessanti ci sono i resti di tre bottiglie con i bolli dei fabbricanti Caius Salvius Gratus e Lucius Aemilius Blastius (forse usate per la misurazione dei liquidi) e la placca di un cinturone militare del IV secolo.
Veramente insolito un oggetto sulla cui identificazione gli archeologi hanno dibattuto a lungo: si tratta di un contenitore in terracotta di forma quasi cilindrica riconosciuto, con le dovute riserve e basandosi sul confronto con esemplari simili rinvenuti in scavi greci, come un’arnia.
Nel mondo romano l’apicultura era un’attività di grande rilevanza economica: la cera veniva usata per molto scopi mentre il miele era impiegato non solo come dolcificante ma anche come farmaco e cosmetico.
La mostra è completata da disegni ricostruttivi, plastici e modellazioni 3D; entro Natale sarà disponibile il volume "Vivere a Forum Livi. Lo scavo di di via Curte", pubblicazione scientifica dello scavo curata da Chiara Guarnieri, della collana DEA, Documenti ed Evidenze di Archeologia della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
La mostra è promossa da Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e Fondazione RavennAntica in collaborazione con Ante Quem, Comune di Forlì, Ravenna 2019 città candidata capitale europea della cultura, e con il sostegno di Assicoop Romagna Futura, Unipol Assicurazioni, Coop Adriatica e Gruppo Hera


CARTELLA STAMPA

Venerdì 8 novembre inaugura la mostra "Vivere a Forum Livi. Lo scavo di Via Curte"
Venerdì 8 novembre, alle ore 17, presso il Palazzo del Monte di Pietà di Forlì, verrà inaugurata la mostra Vivere a Forum Livi, che illustra la vita quotidiana nell’insediamento urbano di Forlì in epoca romana e verte sui materiali archeologici scoperti nel 2004, in occasione di uno scavo condotto in via Curte, l’unico in città che ha restituito una sequenza abitativa che dall’età repubblicana si estende all’età tardo antica.
L’esposizione è promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, dalla Fondazione RavennAntica e dalla Casa Editrice Ante Quem, con il sostegno di Assicoop Romagna Futura - Unipol Assicurazioni, Coop Adriatica, il Gruppo Hera e con il patrocinio del Comune di Forlì.
Si rinnova così la collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e la Fondazione forlivese, già concretizzatasi nella mostra “Il Monte prima del Monte” del 2009 ed ancor più nella musealizzazione degli scavi sulla Forlì medievale condotti sotto il Palazzo del Monte di Pietà, collaborazione determinata dalla comune convinzione che solamente attraverso lo studio della storia cittadina - fin dalle sue fasi più antiche - sia possibile comprenderne l’evoluzione passata e lo sviluppo futuro.
Questo progetto espositivo vede uniti sia enti culturali che realtà economiche del nostro territorio, con lo scopo di disvelare e mettere in valore il patrimonio culturale come fattore di rafforzamento identitario, nell’ambito della candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura, fortemente sostenuta anche dalla città di Forlì attraverso la costituzione di un Comitato Artistico-Organizzativo e di appositi working groups su alcuni temi strategici alla candidatura per contribuire allo sviluppo di una progettualità culturale a livello romagnolo.
Due i temi affrontati dalla mostra: il primo relativo alla storia urbana di Forlì in età romana, con particolare riguardo alle domus; il secondo volto ad approfondire i diversi aspetti della vita quotidiana, attraverso i materiali venuti in luce con l’indagine archeologica, gli elementi costruttivi, gli arredi, l’illuminazione.
Tra gli oggetti esposti, si segnala la presenza del mosaico del triclinio, fino ad oggi conservato presso i magazzini della Pinacoteca civica di Forlì e mai esposto al pubblico, che per l’occasione sarà allestito con copie dei letti tricliniari.
Il restauro di questo mosaico, della dimensione di 20 mq e costituito da tessere in bianco e nero a motivo geometrico, è stato effettuato dal Laboratorio di Restauro di RavennAntica e finanziato dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.
In mostra saranno presenti anche i disegni ricostruttivi, delle modellazioni 3D e dei plastici realizzati in occasione della mostra “La Domus del Triclinio” che, nel 2003 a Ravenna, attirò quasi 60.000 visitatori.
In questa cornice la Fondazione RavennAntica propone alle Scuole del territorio forlivese un interessante percorso di visita e un laboratorio didattico alla scoperta degli antichi romani, dal titolo: Banchetto a Forum Livi.
Si segnala che alle prime classi che si prenoteranno, l’attività didattica sarà offerta gratuitamente dagli sponsor dell’evento. In particolare, alle prime 10 classi da Coop Adriatica e Assicop Romagna Futura – Unipol Assicurazioni, alle successive 20 classi dal Gruppo Hera.
Il catalogo della mostra Vivere a Forum Livi. Lo scavo di Via Curte è pubblicato dalla Casa Editrice “Ante Quem”.
Informazioni:
Titolo mostra: Vivere a Forum Livi. Lo scavo di Via Curte
Luogo espositivo: Palazzo del Monte di Pietà, Corso Garibaldi 37, Forlì
Inaugurazione: venerdì 8 novembre, ore 17
Periodo: 9 novembre 2013 – 12 gennaio 2014
Orari di apertura: dal 9 novembre al 23 dicembre: martedì-venerdì 9-12; sabato e domenica 10-13 e 16-19; dal 24 dicembre al 12 gennaio martedì-venerdì 16-19; sabato e domenica 10-13 e 16-19. Chiuso il 25 dicembre, 1 e 6 gennaio. Ingresso: gratuito
www.vivereaforumlivii.it

IL RESTAURO
Paola Perpignani, Responsabile Laboratorio di Restauro del Mosaico della Fondazione RavennAntica
Il mosaico, rinvenuto nel 2004 in via Curte, 66 a Forlì, fu distaccato in sezioni e depositato presso i chiostri della Pinacoteca Civica di Forlì fino ad aprile 2013 quando lo prelevammo per eseguirne il restauro. Ad una prima analisi visiva ci rendemmo immediatamente conto della complessità dell’intervento che ci apprestavamo a compiere poiché lo stato di conservazione delle sezioni musive risultava alquanto compromesso.
L’attuale intervento di restauro, realizzato dal laboratorio di restauro della Fondazione RavennAntica, è stato diretto dalla Soprintendenza Archeologica dell’Emilia Romagna con la quale è stata concordata da subito la migliore metodologia d’intervento da adottare. Quando possibile si è deciso di mettere in sicurezza, consolidare, la superficie musiva applicando a pennello della resina acrilica in emulsione acquosa per consentire una ri-adesione delle tele, utilizzate per il distacco, alle tessere. In altri casi si è reso necessario garzare ex novo le sezioni con l’applicazione di nuove tele e colla vinilica. Le sezioni, una volta consolidate, sono state assemblate da retro e, liberate della malta decoesa presente sul retro delle tessere, collocate su nuovi supporti in nido d’ape d’alluminio opportunamente predisposti all’uopo.
Per quanto riguarda invece i singoli lacerti distaccati a massetto, sia di piccole che di grandi dimensioni, è stata messa in opera una metodologia d’intervento più complessa e articolata. I singoli lacerti, intelati con doppia garzatura e colla vinilica, sono stati liberati dalla malta di supporto e provvisoriamente collocati su nuova malta di calce supportata da rete in fibra di vetro. Il costante confronto con le foto di scavo e il controllo dimensionale dei lacerti ha consentito di riposizionare i singoli frammenti nelle lacune. Le tessere originali di scavo sono state utilizzate per unire i singoli frammenti.
Restauro: Laboratorio di Restauro del Mosaico della Fondazione RavennAntica
Responsabile Laboratorio: Paola Perpignani
Restauratori: Paola Perpignani e Filippo Bandini
Tavole tematiche: Filippo Bandini
Misure complessive del mosaico a restauro ultimato: cm 406 x 437 suddiviso in 8 sezioni.
Direzione Lavori: Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna - Chiara Guarnieri (archeologa)

SCHEDA TECNICA
Vivere a Forum Livi. Lo scavo di via Curte
Inaugurazione: venerdì 8 novembre 2013
Apertura al pubblico: da sabato 9 novembre 2013
La mostra: L’esposizione illustra la vita quotidiana nell’insediamento urbano di Forlì in epoca romana e verte sui materiali archeologici scoperti nel 2004, in occasione di uno scavo condotto in via Curte, l’unico in città che ha restituito una sequenza abitativa che dall’età repubblicana si estende all’età tardo antica.
Due i temi affrontati: il primo relativo alla storia urbana di Forlì in età romana, con particolare riguardo alle domus; il secondo volto ad approfondire i diversi aspetti della vita quotidiana, attraverso i materiali venuti in luce con l’indagine archeologica, gli elementi costruttivi, gli arredi, l’illuminazione.
Sede: Palazzo del Monte di Pietà, Corso Garibaldi 37, 47121, Forlì
Periodo: 9 novembre 2013 – 12 gennaio 2014
Conferenza stampa: mercoledì 6 novembre, ore 11, presso il Palazzo del Monte di Pietà, Corso Garibaldi 37, 47121, Forlì
Inaugurazione: venerdì 8 novembre, ore 17, Palazzo del Monte di Pietà, Corso Garibaldi 37, 47121, Forlì
Progetto scientifico a cura di: Chiara Guarnieri
Restauri eseguiti da: Laboratorio di Restauro Fondazione RavennAntica
Esposizione promossa e ideata da: Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna, Fondazione RavennAntica, Casa Editrice Ante Quem
Con il patrocinio di: Comune di Forlì
Con il sostegno di: Assicoop Romagna Futura - Unipol Assicurazioni, Coop Adriatica e il Gruppo Hera
Catalogo: Casa Editrice Ante Quem
Orari: dal 9 novembre al 23 dicembre: martedì - venerdì 9-12; sabato e domenica 10-13 e 16-19; dal 24 dicembre al 12 gennaio martedì - venerdì 16-19; sabato e domenica 10-13 e 16-19
Chiuso il 25 dicembre, 1° gennaio, 6 gennaio
Ingresso: gratuito
Sito internet: www.vivereaforumlivii.it

La Fondazione RavennAntica
La Fondazione RavennAntica è stata istituita per la valorizzazione, anche a fini turistici, del patrimonio archeologico, architettonico e storico - artistico costituito dall’antica città di Classe, dalla Basilica di S. Apollinare in Classe, dalla Domus dei Tappeti di Pietra in Ravenna, dalla settecentesca chiesa di S. Eufemia e dal Trecentesco Complesso di San Nicolò.
La Fondazione ha fra i suoi scopi statutari la realizzazione del Museo Archeologico e dei Mosaici Antichi attraverso il recupero di un edificio di archeologia industriale, l’ex-zuccherificio di Classe, nel quale sono già in fase avanzata i lavori di ripristino grazie al contributo congiunto dello Stato, del Comune di Ravenna, dell'Unione Europea, con l'apporto determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Tale Museo, racconterà la storia di Ravenna e del suo territorio, secondo le linee del progetto elaborato da un prestigioso comitato scientifico presieduto dal Professor Andrea Carandini. Sono soci fondatori di RavennAntica: Comune di Ravenna, Amministrazione Provinciale di Ravenna, Università degli Studi di Bologna, (Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Ravenna) Archidiocesi di Ravenna e Cervia, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Fondazione del Monte di Bologna – Ravenna.
La Fondazione opera per il tramite di convenzioni quadro e/o intese, in accordo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali dell’Emilia-Romagna, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, la Soprintendenza per i Beni Architettonici di Ravenna, l’Università di Bologna.
In questo quadro, promuove, con l’apporto determinante della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, campagne di scavi nell’area del sito dell’antica città di Classe, con l’obiettivo di realizzare attorno alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe, riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, un grande Parco archeologico. Si segnala, in proposito, l’imminente allestimento delle prime stazioni del Parco nell’antico porto di Teodorico e nella Basilica di San Severo.
Le strategie gestionali della Fondazione RavennAntica sono tutte improntate alla massima fruibilità: apertura al pubblico prolungata, aperture serali estive, servizi di visite guidate frequenti, laboratori didattici. Su un altro fronte lavoriamo per rendere i monumenti da noi gestiti dei luoghi non solo di visita, bensì vivibili pienamente attraverso rassegne che coinvolgono altre istituzioni culturali o scolastiche e con particolare attenzione alle iniziative dedicate ai più piccoli. Ogni anno vengono allestiti laboratori didattici che coinvolgono oltre 15.000 bambini. La Fondazione è sostenuta da un'Associazione di Amici con più di mille iscritti.
Realizzazioni RavennAntica promuove attività di restauro dei reperti, in particolare musivi, attraverso il laboratorio di restauro dei mosaici antichi, già operante presso il Museo di Classe, destinato a diventare un vero e proprio centro di eccellenza a livello internazionale.
In questo quadro ha già realizzato, fra gli altri, importanti progetti in Siria (restauro dei Mosaici della Cittadella di Damasco) ed è impegnata in un'intensa attività internazionale che, ad oggi, coinvolge ben dieci Paesi con progetti in fase avanzata di definizione per il 2012 Francia e Tunisia.
La Fondazione gestisce altresì l'importante sito della Domus dei Tappeti di Pietra, restituita alla fruizione pubblica nel 2002, alla presenza del presidente Ciampi. Ad oggi la Domus è stata visitata da quasi 600.000 persone con una media di 60000 presenze all’anno.
La Fondazione per tale intervento è stata insignita del Premio Bell’Italia nel 2004, unitamente alla Regione Umbria per la mostra del Perugino. Il 30 ottobre 2003, RavennAntica, con il patrocinio del Presidente Ciampi e del Parlamento Europeo ha restituito alla fruizione pubblica un’altra testimonianza eccellente del patrimonio storico-artistico della città: la trecentesca chiesa di San Nicolò, divenuta sede di eventi espositivi di assoluto rilievo (sette in sette anni), organizzati d’intesa con Università di Bologna e Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna (Domus del Triclinio, Convivium, Santi Banchieri Re, Felix Ravenna, Otium, Otium ludens e Histrionica) , in occasione dei quali importanti reperti prima indisponibili sono stati restaurati ed esposti, registrando presenze di eccezione, pari ad oltre 450.000 visitatori.
Dal 21 maggio 2011, nel Complesso di San Nicolò, ha realizzato TAMO. Tutta l’Avventura del Mosaico, una mostra permanente curata dal Professor Carlo Bertelli ed interamente incentrata sull’arte musiva. Si tratta di un suggestivo percorso museale attraverso reperti eccellenti del patrimonio musivo di Ravenna e del suo territorio, in parte inediti, d'epoca antica, tardoantica e medievale fino a giungere alle produzioni di artisti moderni e contemporanei e a saggi di mosaico industriale. Il tutto con un impianto fortemente innovativo, caratterizzato da allestimenti interattivi, multimediali, scenografici, da plastici, strumenti di lavoro, materiali, ricostruzioni animate e soluzioni tecnologiche avanzate.
Dal marzo 2012 TAMO si è arricchita di una nuova sezione, “Mosaici tra Inferno e Paradiso”, dedicata a opere a soggetto dantesco commissionate dal Comune di Ravenna a grandi artisti italiani del ‘900 per celebrare il VII centenario della nascita del poeta, nel 1965.
Da ultimo, la Fondazione RavennAntica gestisce la Cripta Rasponi e i Giardini Pensili del Palazzo dell’Amministrazione Provinciale di Ravenna, con un flusso di visitatori che tra marzo e ottobre 2011 ha superato i 25.000 ingressi e al cui interno cura anche eventi espositivi di artisti mosaicisti moderni e contemporanei nell’ambito della rassegna “Mosaici Contemporanei in Antichi Contesti”.