Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Fondazione RavennAntica
Vita e piaceri in una domus dell’antica Forum
Livi. In mostra più di 150 reperti provenienti dallo scavo effettuato nel
2003-2004 nella parte nordoccidentale di Forlì, restaurati e proposti al
pubblico per la prima volta.
Il più spettacolare un mosaico triclinare del II secolo, i più singolari una
placca da cinturone militare e un insolito oggetto interpretato come un’arnia
Vivere a Forum Livi. Lo scavo di via Curte
dal 9 novembre 2013 al 12 gennaio 2014
Forlì (FC), Palazzo del Monte di Pietà
Corso Garibaldi 37
ingresso gratuito
9 novembre - 23 dicembre: martedì-venerdì 9-12,
sabato-domenica 10-13 e 16-19
24 dicembre - 12 gennaio: martedì-venerdì 16-19, sabato-domenica 10-13 e 16-19
chiusa: 25 dicembre, 1 e 6 gennaio
Il pezzo più curioso è certamente un’arnia per l’apicoltura, quello più
spettacolare un mosaico triclinare di II secolo recentemente restaurato. Ma lo
scavo effettuato tra il 2003 e il 2004 in via Curte, a Forlì, più che reperti ha
fornito informazioni. Indagando estensivamente e con le tecniche più moderne gli
strati di età romana, ha permesso di ricostruire i principali livelli abitativi
dell’area, dalla prima occupazione alla metà del I sec. a.C. fino all’età
altomedievale.
Finora di Forlì romana si sapeva poco e non restava molto: ora la mostra “Vivere
a Forum Livi. Lo scavo di Via Curte”, grazie allo studio dei materiali e
documenti di scavo, offre uno spaccato significativo della vita quotidiana della
città in età romana.
Allestita nel Palazzo del Monte di Pietà fino al 12 gennaio, l’esposizione
presenta più di 150 reperti proposti al pubblico per la prima volta. La mostra
corre su due binari tematici: da un lato la storia urbana di Forlì in età
romana, con particolare riguardo alle domus, dall’altro l’approfondimento dei
diversi aspetti della vita quotidiana.
L’area di via Curte fu urbanizzata attorno alla metà del I sec. a.C. quando
venne costruito un edificio residenziale e impiantate alcune attività
artigianali fra cui una fornace per la cottura di vasellame. Tra la fine del I
sec. a.C. e l'inizio del I sec. d.C., la fornace fu demolita, il terreno
livellato e tutto il materiale venne riutilizzato per ampliare l’edificio
residenziale che fu anche arricchito da un triclinio e una corte interna con
pozzo.
Questa sistemazione durò fino al II sec. d.C. quando il triclinio venne
sostituito da uno più ampio (m. 6x6), decorato con il mosaico visibile nella
mostra. La domus sarà poi abbandonata all'inizio del IV secolo, subendo crolli,
devastazioni e parziali spoliazioni delle murature. L’area verrà ancora occupata
per qualche tempo (ma senza riguardo per il mosaico che è anche forato con pali
di legno e usato come piano per un focolare), fino al definitivo abbandono alla
fine del V secolo.
L’indagine archeologica ha restituito cospicuo materiale laterizio, frammenti di
affreschi, esagonette, mattoncini per opus spicatum, e una gran quantità di
lastrine di marmo, sia bianco che policromo, provenienti dal bacino del
Mediterraneo.
La mostra espone per la prima volta il mosaico del triclinio, finora conservato
nei magazzini della Pinacoteca Civica di Forlì: composto da tessere in bianco e
nero a motivo geometrico, per una superficie di 20 mq, è allestito per
l’occasione con copie dei letti tricliniari.
Gli oggetti rinvenuti negli scavi raccontano abitudini e vita quotidiana in una
domus di età romana.
Rimandano al mondo femminile i pesi da telaio e gli aghi in bronzo per cucire,
la scrittura è attestata dagli stili in osso, i commerci da alcune monete mentre
l’ozio del dominus è testimoniato dalle pedine in pasta vitrea usate sulla
tabula lusoria.
Tra i reperti più interessanti ci sono i resti di tre bottiglie con i bolli dei
fabbricanti Caius Salvius Gratus e Lucius Aemilius Blastius (forse usate per la
misurazione dei liquidi) e la placca di un cinturone militare del IV secolo.
Veramente insolito un oggetto sulla cui identificazione gli archeologi hanno
dibattuto a lungo: si tratta di un contenitore in terracotta di forma quasi
cilindrica riconosciuto, con le dovute riserve e basandosi sul confronto con
esemplari simili rinvenuti in scavi greci, come un’arnia.
Nel mondo romano l’apicultura era un’attività di grande rilevanza economica: la
cera veniva usata per molto scopi mentre il miele era impiegato non solo come
dolcificante ma anche come farmaco e cosmetico.
La mostra è completata da disegni ricostruttivi, plastici e modellazioni 3D;
entro Natale sarà disponibile il volume "Vivere a Forum Livi. Lo scavo di di
via Curte", pubblicazione scientifica dello scavo curata da Chiara Guarnieri,
della collana DEA, Documenti ed Evidenze di Archeologia della Soprintendenza per
i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
La mostra è promossa da Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e Fondazione
RavennAntica in collaborazione con Ante Quem, Comune di Forlì, Ravenna 2019
città candidata capitale europea della cultura, e con il sostegno di Assicoop
Romagna Futura, Unipol Assicurazioni, Coop Adriatica e Gruppo Hera
CARTELLA STAMPA
Venerdì 8 novembre inaugura la mostra "Vivere a Forum Livi. Lo scavo di
Via Curte"
Venerdì 8 novembre, alle ore 17, presso il Palazzo del Monte di Pietà di
Forlì, verrà inaugurata la mostra Vivere a Forum Livi, che illustra la vita
quotidiana nell’insediamento urbano di Forlì in epoca romana e verte sui
materiali archeologici scoperti nel 2004, in occasione di uno scavo condotto in
via Curte, l’unico in città che ha restituito una sequenza abitativa che
dall’età repubblicana si estende all’età tardo antica.
L’esposizione è promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, dalla
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, dalla Fondazione
RavennAntica e dalla Casa Editrice Ante Quem, con il sostegno di Assicoop
Romagna Futura - Unipol Assicurazioni, Coop Adriatica, il Gruppo Hera e con il
patrocinio del Comune di Forlì.
Si rinnova così la collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna e la Fondazione forlivese, già concretizzatasi nella mostra
“Il Monte prima del Monte” del 2009 ed ancor più nella musealizzazione degli
scavi sulla Forlì medievale condotti sotto il Palazzo del Monte di Pietà,
collaborazione determinata dalla comune convinzione che solamente attraverso lo
studio della storia cittadina - fin dalle sue fasi più antiche - sia possibile
comprenderne l’evoluzione passata e lo sviluppo futuro.
Questo progetto espositivo vede uniti sia enti culturali che realtà economiche
del nostro territorio, con lo scopo di disvelare e mettere in valore il
patrimonio culturale come fattore di rafforzamento identitario, nell’ambito
della candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura, fortemente
sostenuta anche dalla città di Forlì attraverso la costituzione di un Comitato
Artistico-Organizzativo e di appositi working groups su alcuni temi strategici
alla candidatura per contribuire allo sviluppo di una progettualità culturale a
livello romagnolo.
Due i temi affrontati dalla mostra: il primo relativo alla storia urbana di
Forlì in età romana, con particolare riguardo alle domus; il secondo volto ad
approfondire i diversi aspetti della vita quotidiana, attraverso i materiali
venuti in luce con l’indagine archeologica, gli elementi costruttivi, gli
arredi, l’illuminazione.
Tra gli oggetti esposti, si segnala la presenza del mosaico del triclinio, fino
ad oggi conservato presso i magazzini della Pinacoteca civica di Forlì e mai
esposto al pubblico, che per l’occasione sarà allestito con copie dei letti
tricliniari.
Il restauro di questo mosaico, della dimensione di 20 mq e costituito da tessere
in bianco e nero a motivo geometrico, è stato effettuato dal Laboratorio di
Restauro di RavennAntica e finanziato dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di
Forlì.
In mostra saranno presenti anche i disegni ricostruttivi, delle modellazioni 3D
e dei plastici realizzati in occasione della mostra “La Domus del Triclinio”
che, nel 2003 a Ravenna, attirò quasi 60.000 visitatori.
In questa cornice la Fondazione RavennAntica propone alle Scuole del territorio
forlivese un interessante percorso di visita e un laboratorio didattico alla
scoperta degli antichi romani, dal titolo: Banchetto a Forum Livi.
Si segnala che alle prime classi che si prenoteranno, l’attività didattica sarà
offerta gratuitamente dagli sponsor dell’evento. In particolare, alle prime 10
classi da Coop Adriatica e Assicop Romagna Futura – Unipol Assicurazioni, alle
successive 20 classi dal Gruppo Hera.
Il catalogo della mostra Vivere a Forum Livi. Lo scavo di Via Curte è
pubblicato dalla Casa Editrice “Ante Quem”.
Informazioni:
Titolo mostra: Vivere a Forum Livi. Lo scavo di Via Curte
Luogo espositivo: Palazzo del Monte di Pietà, Corso Garibaldi 37, Forlì
Inaugurazione: venerdì 8 novembre, ore 17
Periodo: 9 novembre 2013 – 12 gennaio 2014
Orari di apertura: dal 9 novembre al 23 dicembre: martedì-venerdì 9-12; sabato e
domenica 10-13 e 16-19; dal 24 dicembre al 12 gennaio martedì-venerdì 16-19;
sabato e domenica 10-13 e 16-19. Chiuso il 25 dicembre, 1 e 6 gennaio. Ingresso:
gratuito
www.vivereaforumlivii.it
IL RESTAURO
Paola Perpignani, Responsabile Laboratorio di Restauro del Mosaico della
Fondazione RavennAntica
Il mosaico, rinvenuto nel 2004 in via Curte, 66 a Forlì, fu distaccato
in sezioni e depositato presso i chiostri della Pinacoteca Civica di Forlì fino
ad aprile 2013 quando lo prelevammo per eseguirne il restauro. Ad una prima
analisi visiva ci rendemmo immediatamente conto della complessità
dell’intervento che ci apprestavamo a compiere poiché lo stato di conservazione
delle sezioni musive risultava alquanto compromesso.
L’attuale intervento di restauro, realizzato dal laboratorio di restauro della
Fondazione RavennAntica, è stato diretto dalla Soprintendenza Archeologica
dell’Emilia Romagna con la quale è stata concordata da subito la migliore
metodologia d’intervento da adottare. Quando possibile si è deciso di mettere in
sicurezza, consolidare, la superficie musiva applicando a pennello della resina
acrilica in emulsione acquosa per consentire una ri-adesione delle tele,
utilizzate per il distacco, alle tessere. In altri casi si è reso necessario
garzare ex novo le sezioni con l’applicazione di nuove tele e colla vinilica. Le
sezioni, una volta consolidate, sono state assemblate da retro e, liberate della
malta decoesa presente sul retro delle tessere, collocate su nuovi supporti in
nido d’ape d’alluminio opportunamente predisposti all’uopo.
Per quanto riguarda invece i singoli lacerti distaccati a massetto, sia di
piccole che di grandi dimensioni, è stata messa in opera una metodologia
d’intervento più complessa e articolata. I singoli lacerti, intelati con doppia
garzatura e colla vinilica, sono stati liberati dalla malta di supporto e
provvisoriamente collocati su nuova malta di calce supportata da rete in fibra
di vetro. Il costante confronto con le foto di scavo e il controllo dimensionale
dei lacerti ha consentito di riposizionare i singoli frammenti nelle lacune. Le
tessere originali di scavo sono state utilizzate per unire i singoli frammenti.
Restauro: Laboratorio di Restauro del Mosaico della Fondazione RavennAntica
Responsabile Laboratorio: Paola Perpignani
Restauratori: Paola Perpignani e Filippo Bandini
Tavole tematiche: Filippo Bandini
Misure complessive del mosaico a restauro ultimato: cm 406 x 437 suddiviso in 8
sezioni.
Direzione Lavori: Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna -
Chiara Guarnieri (archeologa)
SCHEDA TECNICA
Vivere a Forum Livi. Lo scavo di via Curte
Inaugurazione: venerdì 8 novembre 2013
Apertura al pubblico: da sabato 9 novembre 2013
La mostra: L’esposizione illustra la vita quotidiana nell’insediamento urbano di
Forlì in epoca romana e verte sui materiali archeologici scoperti nel 2004, in
occasione di uno scavo condotto in via Curte, l’unico in città che ha restituito
una sequenza abitativa che dall’età repubblicana si estende all’età tardo
antica.
Due i temi affrontati: il primo relativo alla storia urbana di Forlì in età
romana, con particolare riguardo alle domus; il secondo volto ad approfondire i
diversi aspetti della vita quotidiana, attraverso i materiali venuti in luce con
l’indagine archeologica, gli elementi costruttivi, gli arredi, l’illuminazione.
Sede: Palazzo del Monte di Pietà, Corso Garibaldi 37, 47121, Forlì
Periodo: 9 novembre 2013 – 12 gennaio 2014
Conferenza stampa: mercoledì 6 novembre, ore 11, presso il Palazzo del Monte di
Pietà, Corso Garibaldi 37, 47121, Forlì
Inaugurazione: venerdì 8 novembre, ore 17, Palazzo del Monte di Pietà, Corso
Garibaldi 37, 47121, Forlì
Progetto scientifico a cura di: Chiara Guarnieri
Restauri eseguiti da: Laboratorio di Restauro Fondazione RavennAntica
Esposizione promossa e ideata da: Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì,
Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna, Fondazione RavennAntica, Casa
Editrice Ante Quem
Con il patrocinio di: Comune di Forlì
Con il sostegno di: Assicoop Romagna Futura - Unipol Assicurazioni, Coop
Adriatica e il Gruppo Hera
Catalogo: Casa Editrice Ante Quem
Orari: dal 9 novembre al 23 dicembre: martedì - venerdì 9-12; sabato e domenica
10-13 e 16-19; dal 24 dicembre al 12 gennaio martedì - venerdì 16-19; sabato e
domenica 10-13 e 16-19
Chiuso il 25 dicembre, 1° gennaio, 6 gennaio
Ingresso: gratuito
Sito internet:
www.vivereaforumlivii.it
La Fondazione RavennAntica
La Fondazione RavennAntica è stata istituita per la valorizzazione, anche a
fini turistici, del patrimonio archeologico, architettonico e storico -
artistico costituito dall’antica città di Classe, dalla Basilica di S.
Apollinare in Classe, dalla Domus dei Tappeti di Pietra in Ravenna, dalla
settecentesca chiesa di S. Eufemia e dal Trecentesco Complesso di San Nicolò.
La Fondazione ha fra i suoi scopi statutari la realizzazione del Museo
Archeologico e dei Mosaici Antichi attraverso il recupero di un edificio di
archeologia industriale, l’ex-zuccherificio di Classe, nel quale sono già in
fase avanzata i lavori di ripristino grazie al contributo congiunto dello Stato,
del Comune di Ravenna, dell'Unione Europea, con l'apporto determinante della
Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Tale Museo, racconterà la storia di
Ravenna e del suo territorio, secondo le linee del progetto elaborato da un
prestigioso comitato scientifico presieduto dal Professor Andrea Carandini. Sono
soci fondatori di RavennAntica: Comune di Ravenna, Amministrazione Provinciale
di Ravenna, Università degli Studi di Bologna, (Facoltà di Conservazione dei
Beni Culturali di Ravenna) Archidiocesi di Ravenna e Cervia, Fondazione Cassa di
Risparmio di Ravenna, Fondazione del Monte di Bologna – Ravenna.
La Fondazione opera per il tramite di convenzioni quadro e/o intese, in accordo
con la Direzione Regionale per i Beni Culturali dell’Emilia-Romagna, la
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, la Soprintendenza
per i Beni Architettonici di Ravenna, l’Università di Bologna.
In questo quadro, promuove, con l’apporto determinante della Fondazione del
Monte di Bologna e Ravenna, campagne di scavi nell’area del sito dell’antica
città di Classe, con l’obiettivo di realizzare attorno alla Basilica di
Sant’Apollinare in Classe, riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, un
grande Parco archeologico. Si segnala, in proposito, l’imminente allestimento
delle prime stazioni del Parco nell’antico porto di Teodorico e nella Basilica
di San Severo.
Le strategie gestionali della Fondazione RavennAntica sono tutte improntate alla
massima fruibilità: apertura al pubblico prolungata, aperture serali estive,
servizi di visite guidate frequenti, laboratori didattici. Su un altro fronte
lavoriamo per rendere i monumenti da noi gestiti dei luoghi non solo di visita,
bensì vivibili pienamente attraverso rassegne che coinvolgono altre istituzioni
culturali o scolastiche e con particolare attenzione alle iniziative dedicate ai
più piccoli. Ogni anno vengono allestiti laboratori didattici che coinvolgono
oltre 15.000 bambini. La Fondazione è sostenuta da un'Associazione di Amici con
più di mille iscritti.
Realizzazioni RavennAntica promuove attività di restauro dei reperti, in
particolare musivi, attraverso il laboratorio di restauro dei mosaici antichi,
già operante presso il Museo di Classe, destinato a diventare un vero e proprio
centro di eccellenza a livello internazionale.
In questo quadro ha già realizzato, fra gli altri, importanti progetti in Siria
(restauro dei Mosaici della Cittadella di Damasco) ed è impegnata in un'intensa
attività internazionale che, ad oggi, coinvolge ben dieci Paesi con progetti in
fase avanzata di definizione per il 2012 Francia e Tunisia.
La Fondazione gestisce altresì l'importante sito della Domus dei Tappeti di
Pietra, restituita alla fruizione pubblica nel 2002, alla presenza del
presidente Ciampi. Ad oggi la Domus è stata visitata da quasi 600.000 persone
con una media di 60000 presenze all’anno.
La Fondazione per tale intervento è stata insignita del Premio Bell’Italia nel
2004, unitamente alla Regione Umbria per la mostra del Perugino. Il 30 ottobre
2003, RavennAntica, con il patrocinio del Presidente Ciampi e del Parlamento
Europeo ha restituito alla fruizione pubblica un’altra testimonianza eccellente
del patrimonio storico-artistico della città: la trecentesca chiesa di San
Nicolò, divenuta sede di eventi espositivi di assoluto rilievo (sette in sette
anni), organizzati d’intesa con Università di Bologna e Soprintendenza ai Beni
Archeologici dell’Emilia-Romagna (Domus del Triclinio, Convivium, Santi
Banchieri Re, Felix Ravenna, Otium, Otium ludens e Histrionica) , in occasione
dei quali importanti reperti prima indisponibili sono stati restaurati ed
esposti, registrando presenze di eccezione, pari ad oltre 450.000 visitatori.
Dal 21 maggio 2011, nel Complesso di San Nicolò, ha realizzato TAMO. Tutta
l’Avventura del Mosaico, una mostra permanente curata dal Professor Carlo
Bertelli ed interamente incentrata sull’arte musiva. Si tratta di un suggestivo
percorso museale attraverso reperti eccellenti del patrimonio musivo di Ravenna
e del suo territorio, in parte inediti, d'epoca antica, tardoantica e medievale
fino a giungere alle produzioni di artisti moderni e contemporanei e a saggi di
mosaico industriale. Il tutto con un impianto fortemente innovativo,
caratterizzato da allestimenti interattivi, multimediali, scenografici, da
plastici, strumenti di lavoro, materiali, ricostruzioni animate e soluzioni
tecnologiche avanzate.
Dal marzo 2012 TAMO si è arricchita di una nuova sezione, “Mosaici tra Inferno e
Paradiso”, dedicata a opere a soggetto dantesco commissionate dal Comune di
Ravenna a grandi artisti italiani del ‘900 per celebrare il VII centenario della
nascita del poeta, nel 1965.
Da ultimo, la Fondazione RavennAntica gestisce la Cripta Rasponi e i Giardini
Pensili del Palazzo dell’Amministrazione Provinciale di Ravenna, con un flusso
di visitatori che tra marzo e ottobre 2011 ha superato i 25.000 ingressi e al
cui interno cura anche eventi espositivi di artisti mosaicisti moderni e
contemporanei nell’ambito della rassegna “Mosaici Contemporanei in Antichi
Contesti”.