Mansio, dal verbo manere, fermarsi, rimanere. Era detta così la
stazione di sosta situata lungo le strade romane, messa a disposizione di
dignitari, ufficiali o chiunque viaggiasse per ragioni di stato.
Una mostra illustra la mansio scoperta di recente lungo la via Emilia, a ovest
dell’abitato di Castelfranco. Una struttura rimasta in vita per circa seicento
anni, dall’inizio del II sec.a.C. al V sec.d.C., che ha restituito molti reperti
di eccezionale valore storico
Una sosta lungo la via Emilia,
tra selve e paludi. La mansio di Forum Gallorum a Castelfranco Emilia
Mostra archeologica curata da Sara
Campagnari, Francesca Foroni e Diana Neri
da sabato 13 aprile a lunedì 10 giugno 2019
Castelfranco Emilia (MO)
Museo Civico Archeologico
Palazzo Piella, Corso Martiri 204
Orari: martedì e venerdì dalle 10 alle 12,30 -
sabato dalle 16.30 alle 19 e domenica dalle 10 alle 12.30
ingresso gratuito
per info, visite guidate e aperture a richiesta: Ufficio Museo 059 959367 -
Associazione Forum Gallorum 347 1665570 -
museocivico@comune.castelfranco-emila.mo.it
Per costruire un impero ci vogliono strade su cui spostare uomini, eserciti,
merci; per governarlo bisogna attrezzarle con stazioni di sosta dove ufficiali,
dignitari, portatori di ordini e dispacci possano rifocillarsi, trascorrere la
notte, accudire e far riposare i cavalli e ripartire con la massima rapidità.
Lo sapevano bene i Romani che punteggiarono la fitta rete stradale con un
cospicuo numero di mansiones o mutationes, aree di sosta a servizi
differenziati –una sorta di moderni autogrill- ben note ai viaggiatori grazie a
una serie di strumenti paragonabili alle odierne carte Michelin.
Una di queste mansiones è stata recentemente trovata alla periferia
occidentale di Castelfranco Emilia –la romana Forum Gallorum-, una
struttura rimasta attiva per circa sei secoli, dalla realizzazione della via
Aemilia, su cui si affaccia, alla caduta dell’Impero Romano, alla fine del V
secolo.
Ad essa la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città
metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e il
Comune di Castelfranco Emilia dedicano la mostra curata da Sara Campagnari, Francesca Foroni e Diana
Neri “Una sosta lungo la via Emilia, tra selve e paludi. La mansio di
Forum Gallorum a Castelfranco Emilia” che prenderà il via al Museo Civico
Archeologico "A. C. Simonini" il 13 aprile 2019.
L’esposizione offre l’occasione non solo per presentare una scoperta eccezionale
per le diverse fasi strutturali e i tanti reperti di grande valore storico
rinvenuti ma anche per aprire una finestra sul mondo delle strutture a servizio
della viabilità di epoca romana, per molti versi ancora poco studiato.
La mansio rinvenuta a Castelfranco Emilia è un caso da manuale: stazione
di sosta affacciata su una strada consolare, ubicata a poca distanza ma comunque
fuori dal centro abitato di Forum Gallorum (posizione tipica delle
stazioni di sosta relative alla vehiculatio, il servizio di trasporto
statale), non troppo lontana dal fiume Panaro. Un edificio complesso formato da
più corpi di fabbrica con diverse destinazioni d’uso, costruito attorno a un
grande cortile scoperto su cui si affacciavano i diversi ambienti, le stalle, i
depositi, i locali di servizio, le camere spesso dotate di focolari autonomi e
un’area di cucina comune.
Gli archeologi hanno ricostruito l’intera sequenza insediativa di questa mansio
usata ininterrottamente dall’inizio del II sec.a.C. al V sec.d.C, che mostra una
significativa ristrutturazione in età augustea –in concomitanza con la
riorganizzazione del cursus publicus operata da Ottaviano Augusto- e che
raggiunge la massima estensione (mq 1076,70) nella seconda metà del I sec. d.C.
con l’aggiunta di un cortile e un nuovo corpo di fabbrica.
Gli scavi ci dicono che l’edificio veniva rifatto in media ogni cento anni senza
però mutare la configurazione degli ambienti, segno evidente che la mansio
era perfettamente adeguata alle esigenze che avevano portato alla sua
costruzione.
Quello che invece cambiava sempre era la configurazione e posizione delle
infrastrutture poste tra l’edificio e la via Emilia, canali e condotte
necessarie al drenaggio della carreggiata che vengono continuamente spostate,
allargate e strutturate.
Oltre a mappe e installazioni multimediali, la mostra espone 163 reperti che
danno conto di come, a dispetto della apparente semplicità delle strutture
rinvenute, il tenore di vita degli abitanti della mansio e degli ospiti
temporanei fosse di tutto rispetto: suppellettile da mensa di elevata qualità,
vasellame in vetro e un raro esemplare coppa in ceramica invetriata. Ulteriore
elemento a conferma di un luogo di sosta bene inserito nel vivace contesto
commerciale è il cospicuo quantitativo di anfore presenti nell’edificio, così
come nel territorio di Forum Gallorum, sin dalle prime fasi repubblicane.
La presenza di una mansio a Forum Gallorum è confermata dalla
Tabula Peutingeriana che, con l’Anonimo Ravennate, costituisce la principale
testimonianza dell’esistenza del vicus, posto in un importante snodo
itinerario e che permane anche in epoca medievale.
Le fonti letterarie ci forniscono un ulteriore indizio a favore dell’esistenza
di una struttura ricettiva già bene organizzata nel I sec. a.C. Nel passo di
Appiano sulla battaglia di Forum Gallorum si narra che Antonio, dopo
avere combattuto contro il console Irzio, si fosse ritirato vicino al campo di
battaglia “senza alcun trinceramento”. Vista la natura impervia dei
luoghi e il momento del conflitto (la primavera del 43 a.C.) non è possibile che
Antonio abbia trovato una sistemazione per la notte in un edificio già
qualificato da tempo come stazione di sosta ben strutturata e in posizione
funzionale a una rapida mobilità?
E non potrebbe derivare dalla vittoria del giovane Ottaviano su Antonio la
denominazione di Victoriolae con cui sembra registrata sull’Itinerarium
Burdigalense?
Con la fine dell’Impero Romano il complesso cade in disuso e diventa oggetto di
uno smantellamento sistematico. Qualcosa però rinasce in un momento imprecisato
del tardo Medioevo quando il sito è nuovamente occupato in maniera stabile da un
edificio di dimensioni più ridotte: la sua struttura farebbe pensare a una
funzione di accoglienza, confrontabile con il non lontano ospitale di San
Bartolomeo a Spilamberto, fondato entro il 1162 e legato all’Abbazia di
Nonantola. Perché allora non pensare che possa avere ereditato la funzionalità
romana per portarla fino alle soglie dell’età moderna, assolvendo la propria
vocazione all’ospitalità non per ragioni politiche ma di fede?
Il catalogo scientifico "Una sosta lungo la via Emilia, tra selve e paludi. La mansio di Forum Gallorum a Castelfranco Emilia" a cura di Sara Campagnari, Francesca Foroni e Diana Neri contiene la pubblicazione integrale dello scavo e del materiale rinvenuto. E’ il volume 12 della DEA, Documenti ed Evidenze di Archeologia, collana della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
La mostra è promossa da Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e dal Comune di Castelfranco Emilia in collaborazione con Università degli Studi di Bologna, Università di Modena e Reggio Emilia, IBC Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e Associazione culturale museale Forum Gallorum.
Referenti scientifici della mostra: Sara Campagnari (sara.campagnari@beniculturali.it ), Francesca Foroni (francesca.foroni@virgilio.it ), Diana Neri (neri.diana@comune.castelfranco-emilia.mo.it )