Bologna etrusca si rivela: nuove scoperte sulla nascita di Felsina in due conferenze di Jacopo Ortalli
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Ufficio stampa SBAER
3 gennaio 2014

Museo Civico Archeologico di Bologna in collaborazione con Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna

BOLOGNA ETRUSCA SI RIVELA: nuove scoperte sulla nascita di Felsina

Due conferenze di Jacopo Ortalli illustrano la formazione di una città destinata a dominare l'Etruria Padana

sabato 11 gennaio e sabato 18 gennaio 2014, ore 16
BOLOGNA, Museo Civico Archeologico, Via dell'Archiginnasio 2
ingresso libero

Sabato 11 gennaio 2014, ore 16
Archeologia della prima Felsina: la nascita di una grande città
L'incontro è introdotto da Filippo Maria Gambari, Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, e Paola Giovetti, Direttrice del Museo Civico Archeologico di Bologna

Sabato 18 gennaio 2014, ore 16
Archeologia della prima Felsina: il populus bolognese e i luoghi della politica in età villanoviana

Bologna, scavi in Piazza Azzarita. Vaso gemino villanoviano con anse zoomorfeSappiamo davvero così poco del passato etrusco di Bologna? Possiamo ricostruire il processo di sviluppo della città, dall’iniziale agglomerato di capanne alla Felsina vera e propria, anche in assenza di fonti scritte?
A queste e altre domande dà una risposta Jacopo Ortalli, professore di Archeologia Classica all’Università di Ferrara, con due conferenze che fanno luce su un momento molto importante per la formazione di Felsina, quel periodo a cavallo dell’VIII sec. a.C. in cui si pongono le basi della costruzione di una città destinata a essere per secoli il centro dominante dell’Etruria padana.
Gli incontri illustrano il quadro ricostruttivo che emerge dall’analisi e dal raccordo di numerosi dati raccolti sul campo negli ultimi 15 anni di indagini archeologiche, relativamente all’abitato di età villanoviana e orientalizzante.
In qualità di funzionario della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Ortalli ha diretto gli scavi effettuati in piazza Azzarita (1996) e in piazza VIII Agosto (1998-1999) in occasione della costruzione di due grandi parcheggi sotterranei, scavi che si sono rivelati fondamentali per ricostruire alcuni aspetti dell’originario stanziamento felsineo.
I risultati di queste indagini, già presentati alla comunità scientifica con convegni e pubblicazioni, vengono ora proposti ad un più vasto pubblico. La ricca documentazione archeologica che da tempo si possiede su Bologna di età villanoviana e orientalizzante è costituita soprattutto da migliaia di corredi tombali, parte dei quali esposti al Museo Civico Archeologico di Bologna. Ma se questi materiali consentono di ricostruire l’evoluzione culturale, sociale ed economica della primitiva comunità felsinea, molto meno chiara è invece l’articolazione spaziale e strutturale del centro abitato, abitualmente definito come un grande agglomerato di capanne di tipo “protourbano”.
Gli scavi più recenti hanno finalmente restituito un’immagine diversa e più precisa dell’organizzazione dell’abitato, decisamente evoluta e articolata, con infrastrutture e complessi pubblici di grande impegno costruttivo che Ortalli non esita a definire “monumentali” nonostante l’utilizzo di materiale ligneo che, per l’intrinseca deperibilità, ha lasciato scarsissime tracce sul terreno.
Il quadro emerso dalle ricerche inserisce ora la prima Felsina nel novero di quei grandi centri, quali Roma e Tarquinia, che durante l’VIII secolo a.C. contribuirono alla nascita della città in Italia.