L’anno
scorso una necropoli tardo antica con uno scheletro orribilmente mutilato,
quest’anno un pozzo zeppo di materiale edile e ceramiche d’età romana tra cui
una rarissima lucerna a volute raffigurante il Ratto di Europa.
Gli scavi nell’area a margine di Via Giardini, a Baggiovara, continuano a
fornire interessanti novità archeologiche. Dopo la tomba dell’anno scorso, con
il defunto privato di cranio, piedi e braccio destro -fortunatamente post
mortem-, gli scavi iniziati il 2 luglio scorso hanno intercettato prima alcune
nuove sepolture e poi l’imboccatura di un pozzo d’età romana certamente legato
ad una villa poco distante.
Le indagini archeologiche, condotte da Francesco Benassi sotto la direzione
scientifica di Donato Labate della Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna, hanno portato in luce un pozzo del diametro interno di m.
1,20 circa, rivestito in ciottoli fluviali disposti a secco.
Per circostanze ancora da chiarire, in età augustea-tiberiana il pozzo cessò la
sua funzione canonica per essere utilizzato come discarica, in cui vennero
buttati i materiali edilizi della villa (tegole, laterizi, frammenti di intonaco
dipinto, resti pavimentali in mosaico) e una grandissima quantità di ceramica. I
reperti recuperati sono datati tra il periodo tardo-repubblicano e la prima metà
del I secolo d.C. e offrono uno straordinario spaccato della vita di questo sito
e dell’occupazione romana del territorio di Mutina all’inizio dell’età
imperiale. Oltre ad anfore, brocche e bottiglie monoansate in ceramica comune
depurata, servizi da mensa più raffinati in ceramica a vernice nera e terra
sigillata finemente decorata, il pozzo ha restituito frammenti di una lucerna a
volute su cui è raffigurato il Ratto di Europa. Secondo la mitologia Europa,
figlia del re di Tiro, viene rapita da Giove, che aveva assunto le sembianze di
un toro bianco, e condotta nell'isola di Creta. Dalla loro unione nascono
Minosse, il committente del famoso labirinto, Radamante e Sarpedone: tutti e
tre, da morti, diventeranno giudici nel mondo dell'aldilà. La rappresentazione
di questo mito, documentata sia nei mosaici che negli affreschi d’età greca e
romana, è invece rarissima sulle lucerne.
Le indagini archeologiche del pozzo, eseguite dalla Ares Soc. Coop. ar.l. di
Ravenna, termineranno domani; i resti faunistici e le analisi botaniche
aiuteranno a capire le abitudini alimentari degli abitanti della villa e il
paesaggio vegetazionale della zona duemila anni fa.
Allo scavo, finanziato dalla società immobiliare GARDEN s.r.l., hanno
collaborano gli archeologi Bernardo Moranduzzo, Luca Pellegrini, Rossella
Rinaldi e Antenore Manicardi.
Per maggiori informazioni e visita allo scavo rivolgersi a Donato Labate, tel. 339.7930338, e-mail donato.labate@beniculturali.it oppure Francesco Benassi, e-mail archeo_benassi@yahoo.it