Le attività preliminari alla costruzione della Nuova Stazione Alta
Velocità di Bologna -in particolare la bonifica da ordigni bellici- hanno
consentito di individuare una necropoli monumentale di età romana che, fino
ad oggi, ha restituito otto stele e un sarcofago.
I monumenti funerari si dispongono ai margini di una strada acciottolata (glareata)
che collegava Bologna al territorio nord occidentale.
Bologna, Stazione Centrale - Veduta generale della strada e dei monumenti
funerari romani
La necropoli della Stazione di Bologna è la prima rinvenuta nel
territorio della città romana dalla quale, sino ad ora, si erano recuperati
solamente monumenti funerari, avulsi dal loro contesto tombale.
Gli scavi, iniziati nell’estate 2004 e tuttora in corso, si spingeranno fino
a lambire via de’ Carracci.
Al momento, oltre all’area sepolcrale e alla strada glareata -situati in un
settore mediano tra il binario 11 e via de’ Carracci-, gli scavi hanno
consentito il ritrovamento di una seconda area archeologica, ubicata presso
il Ponte Matteotti, caratterizzata da canalizzazioni, depositi alluvionali e
livellamenti (?) costituiti da materiali fittili di epoca romana.
Il 2 e 3 dicembre scorso, al fine di agevolare i lavori del cantiere civile,
si è provveduto a rimuovere e mettere in sicurezza il grande sarcofago in
arenaria rinvenuto a margine del sottopassaggio del binario 11.
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Al momento la stima dell’ampiezza del sepolcreto è del tutto preliminare.
Purtroppo la realizzazione -negli anni Sessanta- di due sottopassaggi ha in
parte danneggiato l’area funeraria, cancellando quasi completamente i resti
delle sepolture ubicate a est-nordest della strada romana.
Grande importanza riveste la scoperta della strada stessa, interpretabile
come tracciato alternativo agli assi centuriali.
I lavori per la nuova stazione dell’Alta Velocità -commissionati da TAV e
Italferr- sono eseguiti dalla ditta Astaldi spa e dalla società di scavo
archeologico Tecne di Rimini, sotto la direzione scientifica della dott.ssa
Caterina Cornelio, archeologa della Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna.
L’attività archeologica è stata organizzata in modo da non interferire in
alcun modo con la normale viabilità ed operatività della stazione
ferroviaria.
28 maggio 2006