Costruiamo il futuro del nostro passato: il progetto per la città romana di Claterna
Ozzano dell'Emilia (BO)
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Comunicato stampa

Dorme intatta sotto i campi della frazione Maggio di Ozzano dell'Emilia, a mezzo metro di profondità. Da 1500 anni. Ora, per Claterna, è arrivato il momento del risveglio.
La città romana che si estende lungo la Via Emilia per 600 metri e per 300 metri a nord e sud della stessa strada consolare, è la protagonista di un grande progetto di studio e valorizzazione archeologica, frutto della sinergia tra il Comune di Ozzano, l'Associazione "Civitas Claterna" e la Soprintendenza. L’Associazione “Civitas Claterna” è nata nell’estate 2005 dall’incontro tra il Comune di Ozzano dell’Emilia, l'IMA (azienda leader nella produzione di macchine automatiche) e il Gruppo archeologico Città di Claterna; è presieduta da Daniele Vacchi ed è sostenuta dalla famiglia Vacchi per IMA e dalla Banca di Bologna.
La convenzione tra l’Associazione e il Comune di Ozzano dell’Emilia è stata firmata il 14 ottobre 2005 mentre il 25 ottobre è stato sottoscritto l'accordo fra Civitas Claterna e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, grazie al quale il 2 novembre sono ripresi gli scavi interrotti alla fine degli anni ’80 (per consultare il diario di scavo clicca qui).


Veduta aerea del settore sud-orientale della città di Claterna: la diversa crescita del manto erboso rende visibile la traccia delle antiche strade

L’obiettivo del progetto è duplice: da un lato si vuole fare conoscere al grande pubblico il frutto dell’attività archeologica realizzata nel corso degli anni e, dall’altro, si vogliono proseguire le ricerche per riportare alla luce la città antica ancora sepolta. Il progetto non si limita a recuperare il sito interessato dagli scavi ma intende coinvolgere la collettività tutta -scuole, istituzioni, singoli cittadini- nell’appassionante scoperta di una città scomparsa, simbolo delle radici storiche e culturali comuni. Civitas Claterna si propone quindi di operare in modo che gli scavi e le scoperte archeologiche diventino fruibili ad un vasto pubblico tramite visite e percorsi museali all’aperto, mostre temporanee e permanenti, pubblicazioni, centri didattici e di documentazione.
Per la soprintendenza, che ha progressivamente acquisito i terreni oggetto di scavo, il progetto è particolarmente interessante non solo sul piano scientifico ma per il fatto che questa operazione culturale nasca da un concorso di forze pubbliche e private che hanno individuato nella storia del proprio territorio il "punto forte" su cui concentrare gli sforzi per consegnare l'antica città di Claterna al mondo scientifico e all'intera comunità, locale e non.

 

Articolo di Carla Conti, informazioni scientifiche di Claudio Negrelli