Università Popolare e Comune di Formigine in collaborazione con Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna
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licet infernae noc/tis tristiss[im]us horror, me tamen illius / credo iacere
toris ...
sia pure tristissimo l'orrore della notte infernale, io
immagino, tuttavia, di giacere nel letto di lui (iscrizione funeraria rinvenuta
a Modena)
Conferenza a Formigine Martedì 24 marzo 2015, ore 20.45
Amore ed erotismo nel mondo antico
Reperti con
scene erotiche dall'età Etrusca all'età Romana dal modenese
Donato Labate (Soprintendenza Archeologia
dell’Emilia-Romagna)
Anna Fedele (Storica dell’Antichità)
Lina Velardi (Voce recitante)
Sala Loggia
Piazza della Repubblica
Formigine (MO)
ingresso libero e gratuito
Un vero e proprio viaggio nella gioia, un itinerario in un mondo, quello degli
antichi, che non considerava il sesso osceno e peccaminoso bensì espressione di
vitalità e vita, al pari dell'alimentazione o del gioco.
La conferenza che l'Università Popolare e il Comune di Formigine, in
collaborazione con la Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, propongono
al pubblico Martedì 24 marzo 2015 (ore 20,45) nella Sala Loggia di Formigine,
illustra gli esiti di un’ampia ricerca sull’erotismo tra l’età etrusca e quella
romana.
Sotto la guida dell’archeologo Donato Labate e della storica Anna Fedele,
accompagnati dalla voce recitante di Lina Velardi, il pubblico potrà conoscere
usi, costumi e credenze legati all'erotismo nel mondo antico, e ammirare i
reperti con scene erotiche rinvenuti in alcuni scavi del territorio modenese.
Con la sola esclusione della matrice usata per riprodurre la scena di un
amplesso sulle coppe prodotte a Magreta in età repubblicana, la totalità dei
reperti proviene da contesti funerari e soprattutto da sepolture femminili.
Partendo dalla tomba etrusca di Castelvetro da cui proviene lo specchio su cui è
inciso un amplesso nell'intimità di un'alcova, si passerà alle lucerne di età
romana con scene erotiche più audaci, come quella sul dorso di un asino
raffigurata su una lucerna rinvenuta in una tomba di I sec. d.C. negli scavi di
Novi Sad, o quella con sesso acrobatico (tre uomini e una donna) e iscrizione
(AD)IUVATE SODALES "aiutate(mi) compagni" ritratta su una lucerna trovata a
Cittanova.
Aiutati da Lina Velardi, che reciterà alcuni brani di Catullo, Marziale e
Svetonio legati alle raffigurazioni erotiche sui reperti modenesi, Donato Labate
e Anna Fedele cercheranno di spiegare il significato della presenza di questi
oggetti nelle tombe femminili, a volte ricordo dei piaceri goduti in vita, a
volte del loro mestiere di prostitute ma forse, più spesso, semplice tenera memoria dei momenti
felici deposta nella tomba dai loro amati
vedi anche
Castelvetro (MO), specchio etrusco con scena di amplesso
Le indagini archeologiche condotte a Modena nell’area del Parco Novi Sad in
occasione della realizzazione del parcheggio interrato, hanno messo in luce una ricca
necropoli di età romana (I sec. a.C. - V sec. d.C.), ubicata nel suburbio di Mutina,
con 290 tombe e 337 sepolture, due delle quali, ascrivibili al I
secolo d.C., corredate di lucerne con scene erotiche.
Quella
della Tomba 52 raffigura la scena
abbastanza comune di un rapporto da tergo mentre quella della Tomba 152 (a
destra) una rarissima scena
di symplegma sul dorso di un asino itifallico. Quest’ultima quasi certamente
proviene da una tomba femminile come suggerisce la presenza di un ago crinale in
osso e di una probabile rocca a mano in ferro per la filatura.
Anche se rara, la presenza di instrumentum con scene erotiche in tombe
femminili è testimoniata
anche in altri contesti alto imperiali. Tanto per restare in ambito emiliano, in una tomba
sempre nel modenese è stata rinvenuta una spintria con scena di phellatio, associata ad altri elementi di corredo, quali un
ago crinale e pedine da gioco (Tomba 151, scavo Ferrovia Modena-Sassuolo), la
Tomba 60 della necropoli di San Lazzaro a Reggio Emilia ha restituito,
tra i vari oggetti del corredo come un ago crinale in osso e un anello (forse di
fidanzamento) in bronzo, una lucerna con scena erotica
con asino identica a quella della tomba di Novi Sad, mentre nella Tomba 12 della necropoli di Via Venturini,
a Piacenza, è stata recuperata una lucerna con scena erotica (rapporto da tergo) associata a
tre fusi in osso, una pedina da gioco, balsamari, incensieri su alto piede e
altro ancora. L’analisi antropologica sui resti ossei della tomba piacentina ha
rivelato trattarsi di una donna di età matura, tra i 40 e i 60 anni.
Al momento è indeterminato il sesso degli occupanti delle tombe a cremazione
numero 52 di Novi Sad e numero 25 rinvenuta nel 1993 nella
necropoli di Cittanova. Quest’ultima ha restituito un'altra inconsueta lucerna
con una scena erotica: symplegma a quattro e per di più con iscrizione a
commento (AD)IUVATE SODALES "aiutate(mi) compagni".
Anche di questa lucerna si conosce un solo inedito confronto da Forlimpopoli
pervenuto da un recupero in contesto non funerario con iscrizione similare
ADIUVATE ROGO SODALES "aiutate(mi) (vi) prego compagni".
L’iconografia della lucerna di Novi Sad, sembra derivare da una
raffigurazione simile presente sulla ceramica aretina dell’atelier del ceramista
P. Cornelius ma con due piccole varianti: la donna non masturba l’asino (come
nell’esempio modenese) e quest’ultimo si ciba da un grande bacile-mangiatoia. La
scena è stata interpretata come un symplegma fra Satiro e Ninfa a causa
dell'ambientazione agreste. La scena della lucerna modenese è quindi da ritenere
una rielaborazione umoristica derisoria e spregiudicata della scena, con Ninfa
che masturba l’asino nell’atto di accoppiarsi con il Satiro.
La lucerna di Cittanova, con scena orgiastica o di sesso di gruppo, trova un confronto
solo per quanto attiene l’iscrizione che compare associata alla rappresentazione
di quattro amorini intenti a giocare con la clava di Ercole ed uno a bere da una
coppa.
La scena, sulla base di confronti con altre fonti iconografiche, è da
mettere in relazione al mito di Ercole ed Onfale, ovvero Ercole ebbro, vinto
dall’amore, che abbandona la clava (in questo caso l’iscrizione ADIUVATE SODALES
dovrebbe fare riferimento al sodalizio degli amorini finalizzato a far vincere
Amore sulla Forza). La scena erotica della lucerna di Cittanova è forse da
ritenere dissacrante, per il rimando con l’adiuvate sodales, al contesto
raffinato di Ercole Ebbro ovvero della Forza che si piega ad Amore, reso, nella
nostra lucerna, in senso umoristico: il personaggio sostenuto sulle braccia dei
compagni, mentre la donna gli pratica la phellatio, chiede a questi di
sostenerlo per evitare una rovinosa caduta. Una vignetta ironica, spudoratamente
erotica, per stimolare lo stupore e strappare un sorriso.
La presenza di lucerne erotiche in contesti funerari, seppur femminili, se si
esclude la valenza rituale connessa alla lucerna come elemento di corredo, è
legata verosimilmente sia al rapporto affettivo di chi le ha possedute sia ai
ricordi dei piaceri goduti in vita, preclusi indubbiamente nel mondo
ultraterreno.
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